Lettera dai docenti della 5C
Care ragazze e cari ragazzi,
i vostri insegnanti al termine di questi anni vissuti insieme vi dedicano questi versi di Costantino Kavafis che bene illustrano la metafora della vita come un lungo e ricco percorso di conoscenza dalle strade infinite.
Tramite i versi del grande poeta vi auguriamo che la [vostra] strada sia lunga e soprattutto che il pensiero rest[i] alto e un sentimento fermo guid[i] il [vostro] spirito e il [vostro] corpo.
Un grande e affettuoso abbraccio dai vostri insegnanti
Patrizia Butelli, Paolo Camporese, Rosa China, Manuel De Gol, Paolo Gallerani, Lucrezia Mazzari, Cristina Tomasini, Valeria Vianini.
COSTANTINO KAVAFIS (1911)
ITACA
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
nè nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente, e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
(da Costantino Kavafis, Cinquantacinque poesie, a cura di Margherita Dalmàti e Nelo Risi – Einaudi)