1) DE CARO, STEFANO, L'attività della Soprintendenza di Napoli e Caserta, in Magna Grecia, Etruschi, Fenici, Taranto 1993, pp. [647-670].
p. 652:
"Sulle pendici del Matese è continuata l'esplorazione del territorio di Roccavecchia di Pratella dove ricordiamo l'esistenza di un notevole complesso di cinte poligonali con un edificio teatrale, nel quale il La Regina ha proposto con buoni argomenti di identificare il sito della Callifae sannitica presa dal console Lucio Cornelio Lentulo nel 326 a.C, nel corso della seconda guerra sannitica. A cura di Floriana Miele e di Emilia Chiosi, ai piedi del Monte Cavuto, nella località Palombiscio, in proprietà Vacca, si è completato nel novembre del 1992 lo scavo di due fornaci (tav. XXXVII,2), che si sono susseguite, l'una sovrapponendosi e sostituendosi all'altra, tra il IV ed il II sec. a.C; si tratta dell'unica figlina per ceramica finora nota nel Matese sul versante casertano, impiantata verosimilmente nell'ambito di un pagus dipendente dall'arce fortificata sul Monte Cavuto. Gli scarti rinvenuti negli strati di riempimento mostrano che la produzione comprendeva ceramica comune in argilla grezza (olle a labbro svasato rettilineo, mortai, piatti e fornelli), tegole, ceramica a vernice nera, attestata sia nelle forme aperte sia in quelle chiuse".
2) LA REGINA, ADRIANO, I Sanniti, in Italia omnium terrarum parens, 1989, pp. [299]-432.
p. 375:
"L'ubicazione di Callifae è stata individuata da D. Caiazza (1986, 291-339) a Roccavecchia di Pratella, a sud-ovest del paese sul Monte Cavuto (m 660). Vi sono fortificazioni costruite in opera poligonale con blocchi ben lavorati, che delimitano un'arce sistemata a terrazze, ove sorgevano probabilmente edifici sacri, con resti di un teatro scavato nella roccia. Rafforzamenti con murature di pietre legate con malta testimoniano una riorganizzazione edilizia dell'area. Il centro decadde poi nel I secolo a. C. non avendo ottenuto lo statuto municipale. Sulla base delle indicazioni di Livio Callifae era stata sempre ubicata vagamente tra Allifae e Rufrium (Nissen n, 799). La sua identificazione completa ora la conoscenza dei principali insediamenti sannitici che circondavano il massiccio del Matese. L'altra ipotesi formulata da D. Caiazza, per l'identificazione di Roccavecchia di Pratella con Panna (Strab. v, 4, 11), non è sostenibile, perché quest'ultimo è un nome corrotto, il quale deve comunque riferirsi a un centro che, come gli altri menzionati (Bovianum, Aesernia, Telesia, Venafrum), aveva avuto un potenziamento urbano in età romana. In Panna si deve riconoscere una forma alterata del nome di Saepinum.
Piccole fortificazioni, sulla vetta di due alture che si trovano alle estreme pro paggini occidentali del Matese, a breve distanza dal Volturno, sono sul Monte Castellone di Ciorlano (m 420) e a Mandra Castellone di Capriati al Volturno (m 647) (Conta Haller 1978, 40 ss.).
L'identificazione di Rufrium, o Rufrae, con Presenzano (Nissen 11, 797) è ora documentata dalla scoperta di un santuario ai piedi della collina, distrutto durante la guerra annibalica, e delle fortificazioni in opera poligonale nella parte alta del paese (Conta Haller 1978, 35 ss.)".