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Armando Arturo Vendettuoli

RAVISCANINA: LE ORIGINI

(comunicazione in parte pubblicata in Annuario ASMV 2003 nella sezione “I soci fra promozioni e pubblicazioni”)

Le origini di Raviscanina traggono accenno dalla vita sociale e culturale delle GENTI APPENNINICHE, questi gruppi erano gli autentici progenitori del popolo Italico.

La Civiltà Appenninica si delineò verso la fine del II° millennio a.C. durante l’età del Bronzo, ebbe come caratteristica principale la pratica della pastorizia – che assicurava la base della loro sussistenza - e la produzione di ceramica (FACIES APPENNINICA), manufatti caratterizzati dalle decorazioni incise a linee orizzontali e a motivi geometrici.

La singolare scoperta dell’insediamento Appenninico di “ LE STARZE” contrada Case Pagane, nel mese di giugno 1994 ha fornito dal punto di vista archeologico, un eccezionale contributo per la definizione delle origini del nostro paese.

L’area di diffusione di questi insediamenti è molto vasta e copre gran parte del territorio nazionale, si trattava in prevalenza di villaggi di capanne – ad alta quota – oppure forme di grotte scavate per lo più nelle immediate vicinanze di coste collinari.

Questi luoghi venivano frequentati durante gli spostamenti dalle zone di pianura costiera a quelle di alta collina e montagna, secondo le esigenze della transumanza, che già allora costituiva una fase importante dell’attività pastorale.

Le caratteristiche del sito in località “ LE STARZE” – tipiche dell’insediamento appenninico sono riscontrabili:

1) posizione collinare;

2) vicinanza di corsi e sorgenti d’acqua;

3) vie di comunicazione;

4) presenza più a valle di due fornace;

La presenza di fornace – di dimensioni non molto grandi – farebbe pensare, ad una forma di accentramento della produzione di ceramica nell’ambito del sito rinvenuto.

Ma ciò che CERTIFICA l’esistenza della vita che vi si conduceva è tutto il materiale fittile raccolto sul posto, lo stesso è formato da:

28 frammenti di grosso recipiente a forma conica con ventre largo espanso alla metà, incisione a cordone liscio continuo, annerito l’interno. URNA ?

Resti di ceramica decorata a solcature o a ditate ad impasto compatto più sottile del precedente, bugnetta ornamentale color mattone scuro con sfumature ocra; 5 anse a nastro appartenenti ad una ciotola per uso alimentare; 2 anse a bastone, frammento di vaso biconico, frammenti di ceramica decorata a spirale – uno stesso esemplare è presente nel Museo Archeologico di Ariano Irpino – profilo di ciotola decorata a motivi geometrici, le decorazioni sono incise a linee orizzontali.

Frammento a foggia tipicamente appenninica, inciso a motivi geometrici – linee orizzontali a forma di triangoli sul ventre, - a denti di lupo – due fasce – con curve continue sul labbro rivolto.

Tale residuo di manufatto è stato schedato dalla dr.ssa Immarco per conto della Soprintendenza Archeologica delle province di Napoli e Caserta nel mese di giugno dello stesso anno.

Tutto il materiale descritto è stato debitamente segnalato e consegnato con regolare verbale ai funzionari dell’Ufficio Archeologico di Alife. Successivamente e a seguito di lavori di sterro, nella stessa area, il sottoscritto ha rinvenuto avanzi di fornelli e bollitoi per il latte, tipici manufatti della Cultura Appenninica – regolarmente segnalati e consegnati - luglio 1995.

Dopo tanti anni e sicuramente senza aver proceduto ad un’indagine archeologica dettagliata del sito, non possiamo definire, malgrado tanti elementi probatori, se si tratta di un luogo di sosta temporaneo, oppure di un villaggio ben delimitato, di sicuro il territorio è stato parte integrante della CIVILTA’ APPENNINICA.