Nassirya

Andrisani, Gaetano, Nassiriya – Romanzo, «La Diana», 2008, pp. 167-168

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[Vincenzo] - A casa mia si diceva che in tutto si deve fare la volontà di Dio. Quindi, lo schizzo che dobbiamo fare della nostra vita deve ricalcare il progetto che Dio profila per ciascuno di noi. È così. Quando così si fa, si è pure più tranquilli: me l’hanno insegnato al seminario. -

[Gianluca] - E Dio è buono, pieno di misericordia. Lo dice il Corano, e ad ogni passo. -

[Vincenzo] - Ti fa lezione in merito la tua bella donna? La lezione te la dà con la sua donazione totale, con i sogni che ti alimenta dentro, anche se talvolta questi sono appannati dal dubbio, che, in fondo, è il condimento delle giornate sulla terra. Ma pure io ce l’ho i sogni, quelli della poesia che non scrivo, ma che vivo intensamente. Salgo su, in collina, ad un paesino che l’aria dei monti fa lindo di contentezza. Le vie salgono e scendono; c’è uno spiazzo con una villa che dà sulla vista verso la pianura. Tutto è verde dai toni superbi. La chiesa su un lato, dall’altro una scuola. Danno un premio che porta per titolo l’olmo e l’olmo si raffigura nella scultura di bronzo dorato che offrono al vincitore. L’olmo è una bella pianta. A lui cantò da ragazzo Mario Nassa, un mio amico generoso:

Incredulo il pruno da poco fiorito,

increduli gli aesculi, il salice, i pini...

incredulo anch’io che ti amai, fortemente,

amico fidato. Addio olmo imponente.

E c’è chi l’olmo pone in uno degli scenari suggestivi di un suo romanzo, Il diavolo, scritto per quei pochi che l’hanno letto e sono stati contenti di averlo fatto. Come senti, i sogni salgono in alto e diventano speranza.

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