Recensione SNG Brasil I

Recensione

La prestigiosa serie internazionale sulle collezioni delle monete greche generata dal progetto di ricerca denominato “Sylloge Nummorum Graecorum”, a seguito di un intenso lavoro scientifico di preparazione durato quattro anni, si è arricchita, ultimamente, di un nuovo prezioso volume curato dalla Professoressa Maricì Martins Magalhães, stimata ricercatrice di Epigrafia e Archeologia Classica, recante la presentazione della Prof.ª Vera Lúcia Bottrel Tostes, direttrice del Museo sotto indicato e la prefazione del Prof. Luiz Aranha Correa Lago, curatore, presso la stessa istituzione, della Mostra permanente “As Moedas contam a História”.

La SNG Brasil I – Museo Histórico Nacional: Moedas gregas e provinciais romanas stampata, con l’approvazione del Consiglio Internazionale di Numismatica, a Rio de Janeiro nel 2011 [formato cm 30; pp. 311; illustrazioni e descrizione delle monete come da convenzione; testi introduttivi in portoghese e in inglese; e con ampie referenze bibliografiche] è la prima e, purtroppo, al momento, l’unica opera di tal genere per il Sud America.

Il nucleo originario della collezione numismatica del MHN di Rio de Janeiro, come è dichiarato nella parte introduttiva, risale al 1922 (l’anno di fondazione del museo stesso) e la raccolta si è con il tempo talmente arricchita, grazie a nuovi lasciti, da essere considerata, oggi, nel suo genere, la più importante dell’America Latina.

Il numero delle monete greche illustrate nella silloge (1750) è sensibilmente inferiore al totale degli esemplari censiti (oltre 1900) per la esclusione, operata dalla curatrice, dei pezzi non pertinenti, o chiaramente falsi, oppure assolutamente illeggibili in fotografia.

La rassegna, ovviamente, segue la tradizionale suddivisione geografica adottata da Eckhel, spaziando dalla Penisola Iberica, verso Est (per la Gallia, l’Italia, e l’Asia minore, fino alla Bactria) per poi tornare ad Ovest attraverso i paesi del Nord Africa (Aegyptus, Cyrenaica e Numidia); e coprendo un arco temporale che va dagli inizi del VI secolo a.C. (con le monete in elettro della Lidia), alla fine del III secolo d.C. (con i tetradramma di Massimiano Erculeo).

Fra le monete campane abbondano quelle di Neapolis e Fistelia ma sono degnamente rappresentati anche altri centri quali Allifae, Atella, Cales, Suessa Aurunca e Teanum Sidicinum. Fra le lucane spiccano per numero Metapontum, Thurii, Posidonia e Velia ma figurano anche Heraclea, Sybaris e Lucani. Più di centocinquanta sono, inoltre, le monete delle zecche calabresi (Bruttium) e oltre duecento quelle dei tanti centri siciliani.

Il mondo accademico e quanti hanno a cuore l’antichità classica, con la speranza che si possa avere, presto, anche l’edizione della sezione riguardante le monete romane, plaudono, nel frattempo, all’uscita di questa importante opera.

M.N.