Maria Valtorta

"…E non lasciate cadere nel vuoto le mie voci future. Ognuna di essa è una misericordia mia in vostro aiuto". 

Maria Valtorta a Caserta all'età di 1 anno






Maria Valtorta concepita “da genitori lombardi, in Terra di Lavoro, nella Campania assolata, festante, opima e ricca di virtù e di difetti come poche altre terre”, e qui venuta alla luce, dopo un difficile parto, il 14 marzo 1897 vi restò per altri 18 mesi[1] acquisendone, come da lei stessa rivelato nella sua autobiografia[2], quella passionalità che sempre in lotta con la compassata natura ereditata dai genitori la rendevano “come un vulcano dalle pendici coperte di neve perpetua che ne cela i fianchi ribollenti di fuoco sotto una spennellatura di ghiaccio”. La piccerella, come veniva chiamata dalla depravata nutrice, ricevette, molto probabilmente, il sacramento battesimale nella cappella di S. Filomena, situata nei pressi dei Reali Giardini della Flora, all’epoca sede della neo parrocchia intitolata ai SS. Vitaliano ed Enrico.

Da adulta, Maria ebbe la possibilità di rivedere Caserta nell’autunno del 1920 quando, diretta coi genitori a Reggio Calabria, vi si fermò per qualche giorno. Una targa marmorea, in via G. B. Vico, che ne commemora la nascita all’interno dell’ormai abbattuto palazzo Montagna, in pieno centro storico, e un vicoletto sulla via G. Verdi a lei intitolato, frutto dell’amore dei pochi casertani che hanno letto i suoi scritti, ricordano il legame di una tra le più straordinarie mistiche del Novecento con il nostro capoluogo di provincia[3].

Ostia di espiazione e di amore nel mondo[4], la Valtorta morì a Viareggio il 12 ottobre del 1961 lasciando 122 quaderni manoscritti dai quali oltre all’opera maggiore ossia L’Evangelo così come mi è stato rivelato, sono stati ricavati ulteriori notevoli volumi che vanno sotto il nome di Quaderni (1943, 1944 e 1945-50), il Libro di Azaria e le Lezioni sull’Epistola di Paolo ai Romani. Altri fogli sparsi sono stati riuniti sotto il nome di Quadernetti e pubblicati a parte; così come edite separatamente sono le voluminose corrispondenze avute con la carmelitana Madre Teresa Maria, con il servita Padre Romualdo M. Migliorini, per alcuni anni sua guida spirituale, e con l’arcivescovo Monsignor Alfonso Carinci, segretario della Congregazione per le cause dei santi.


°°°

Note.


[1] Il XIX Reggimento Cavalleggeri “Guide” che dal 1895 aveva avuto sede in Caserta fu dislocato a Faenza e suo padre Giuseppe che ne era sottufficiale dovette trasferirsi lì con la sua famiglia.


[2] Memorie redatte per richiesta del suo direttore spirituale agli inizi del 1943 e pubblicate postume nel 1981, buttate giù, a suo dire, senza intenzione di farne opera letteraria ma che rivelano, tuttavia, grandi doti di scrittrice. Importante confessione a tal proposito sono le parole dedicate a p. 5 al suo amato genitore: “Ero innamorata di papà mio. Gli dicevo tutto, gli chiedevo tutto e lui tutto ascoltava, e lui a tutti i miei «perché» rispondeva esaurientemente e pazientemente; e non era cosa da poco perché ero, fin da piccina, una fine osservatrice e una pensierosa meditatrice, e non mi mettevo quieta finché non sentivo che mi si era risposto con verità ed esattezza. Ho imparato tanto da mio papà che poi lo studio non mi fu mai fatica. Tutto: storia, geografia, botanica, zoologia, leggi che regolano il moto degli astri delle acque, arte che abbella le nostre città, le nostre chiese, le nostre gallerie, tutto entrò in me senza fatica, come una bella fola, attraverso le parole di mio padre”.


[3] Tali pioneristiche intitolazioni, così riassunte e non inquadrate in quella che è la triste realtà della toponomastica femminile cittadina, possono sembrare poca cosa ma, sottolineato ciò, occorre anche considerare che in altre località dove la Valtorta è vissuta a lungo o non ve ne sono oppure solo da poco, e con molti sforzi, si è riuscito ad ottenere qualcosa di simile dalle autorità civili. Riguardo poi agli scritti, tradotti in svariate lingue e conosciuti e apprezzati ormai in tutto il mondo, va anche ricordato che la sera del 28 aprile 2017, a Casagiove, essi sono stati ufficialmente presentati alla comunità del territorio dai relatori della Fondazione che li ha ereditati.


[4] Riguardo alla necessità di anime ostie, che ad imitazione dell’Agnello di Dio, amino ed espiino per tutti v. il cap. 555 dell’Evangelo… Contemporanee alla Valtorta ricordiamo -solo nella nostra Provincia- le analoghe figure, ancor più conosciute a livello locale, del servo di Dio marcianisano Giacomo Gaglione e della mistica caiatina Teresa Musco.