Di Cosmo_periodo romano

Luigi Di Cosmo

PRESENZE ROMANE NEL TERRITORIO DI S. ANGELO D'ALIFE E RAVISCANINA

Gruppo Archeologico Rufrium 1985

Negli anni 1982-84 il Gruppo Archeologico Rufrium ha effettuato una serie di ricognizioni nel territorio compreso tra il fiume Volturno a Sud, il gruppo montuoso del Matese a Nord, il vallone Rava ad Ovest ed il Torrione ad Est (I.G.M. F° 161 II S.O.). La zona, che vede cointeressati i comuni di S. Angelo d'Alife e Raviscanina e che si trova a 5 km. dalla antica Allifae, presenta notevoli avanzi di ville rustiche o urbano-rustiche di cui danno cenni il Martone[1] e lo Johannowsky[2]. Lo studio del materiale di superficie ha permesso di apportare ulteriori conoscenze sul pagus il cui centro era in località Starze, ove sono i resti di un criptoportico a quattro ali, circondato da ambienti e con una grande vasca a valle[3]. Del materiale fittile, recuperato in tre località poste in pianura, a breve distanza dal fiume Volturno, denominate Scorzi di Leo, Taverna e Morecine, si riporta il catalogo con alcune considerazioni circa la cronologia dei siti, che deve al momento ritenersi del tutto provvisoria.

LOCALITA' TAVERNA

II sito, posto tra la Masseria Gerace e la localitá Taverna (I.G.M., F° 161 II SO 33TVF363781), in comune di S. Angelo d'Alife, é localizzato a valle della strada statale 158. II materiale, affiorato in seguito a lavori di aratura, é concentrato prevalentemente in un'area di circa 100 metri quadrati.

Ceramica a vernice nera

1) Fr.f.l Patera; piede piuttosto basso, lievemente obliquo; parete esterna con rigonfiamento centrale; parete interna rettilinea e piano di posa largo; vernice mal conservata, presente anche sulla parete interna del piede e sul fondo esterno con sfumature marrone; argilla camoscio chiaro, omogenea.

2) Fr.f.l Patera; superficie liscia; vernice opaca, coprente anche il fondo esterno; argilla camoscio chiaro, omogenea. Al centro quattro doppi archi disposti a delimitare un quadrato con i lati incurvati e terminati con delle palmette eccessivamente rudimentali. Lo stampiglio é una variante della losanga con cerchi centrali[4].

3) Fr.l Parete verticale, flessa, con orlo; probabile forma Lamboglia 3[5]; superficie esterna liscia; all'interno è visibile qualche stria di tornitura; vernice matta, sottile; argilla camoscio chiaro, omogenea, dura.

Sigillata italica

4) Fr.f.l Piede di grande piatto, lievemente obliquo; a pareti quasi rettilinee, assottigliato ed elevato; argilla rosa, dura; presenza di lievi solcature sulla faccia esterna. 5)

5) Fr.f.l Piede di piatto con parete interna quasi rettilinea ed esterna formata da due segmenti delimitanti un angolo non accentuato; piano di posa normale; argilla rosa, ben depu-rata; decorato con due solcature concentriche e da striature a rotella.

Sigillata chiara

6) Fr.o.1 Forma Laboglia 1 a/Hayes 8 A[6]; superfície granulosa; vernice quasi del tutto scomparsa; argilla rosa, omogenea.

Ceramica comune

7) Fr.1 Ciotola; orlo lievemente rientrante ed arrotondato; superficie liscia, giallognola; argilla rossastra.

Rozza terracotta

8) Fr.1 Coperchio con presa a pomello; argilla nerastra con inclusi calcarei; assimilabile ad Ostia II 513[7].

9) Fr.1 Coperchio con orlo ingrossato ed arrotondato; argilla con piccoli inclusi biancastri; decorato con solcature sulla superficie esterna.

10) Fr.o.1 Olla con attacco dell'ansa; argilla grigia, superficie esterna rossastra.

Patine cenerognole

11) Fr.o.1 Tegame o casseruola, simile ad Ostia 1 266[8]; argilla grigia con sfumature arancione.

LOCALITA' SCORZI DI LEO

Nel comune di Raviscanina, in località Scorzi di Leo (I.G.M. F° 161 II SO 33TVF345793), circa 50 metri a monte della strada statale 158, affiora ad ogni aratura profonda una enorme quantità di materiale fittile per un'estensione di circa 100 metri quadrati intorno ad una casa colonica abbandonata. La concentrazione dei frammenti ceramici diminuisce notevolmente a monte dell'abitazione suddetta nei pressi di un muro attualmente ricoperto di vegetazione e terriccio, dell'altezza di circa 1 metro, che ha funzione di terrazzamento.

Ceramica a vernice nera

1) Fr.f.2 Patera con piede ad anello; piano di posa largo con un solco mediano[9]; superficie liscia; vernice lucente, mal conservata, che risparmia la base; argilla dura, omogenea, colorecamoscio, tendente al rosa; decorato con due cerchi concentrici e striature a rotella.

2) Fr.l Orlo e parete bassa, ricurva, forma Lamboglia 5[10], assimilabile alla forma Morel 2257a2[11]; superficie liscia; vernice opaca; argilla omogenea, camoscio, scalfibile con l'unghia.

3) Fr.l Orlo e parete, forma Lamboglia 1 A[12], assimilabile alla forma Morel 2323e2[13]; superficie liscia; vernice opaca, mal conservata all'esterno; argilla omogenea, camoscio.

Sigillata italica

4) Fr.f.l Piede di piatto tendente ad innalzarsi e lievemente obliquo; superficie di posa ridotta e parete esterna formata da due segmenti delimitanti un angolo acuto; vernice sottile, brillante; argilla rossa, dura, ben depurata[14].

5) Fr.f.l Piede obliquo a pareti rettilinee con piano di posa arrotondato; vernice lievemente opaca; argilla ben depurata, rosea, dura; decorato con una solcatura.

6) Fr.l Parete ed orlo assimilabili alla forma Goudineau 39[15]; argilla depurata, rosea; vernice ben conservata.

7) Fr.f.l Forma imprecisabile; vernice ben conservata; argilla ben depurata, rosea; al centro presenta due cerchi concentrici e un bollo in cartiglio rettangolare di P(ublius) Sabid(ius) giá noto a Roma[16].

Sigillata chiara

8) Fr.p.l Forma imprecisabile; vernice arancione, consistente, brillante; superficie granulosa; argilla ben depurata, grigiastra; decorato a rotella.

9) Fr.l Fondo e parete di forma aperta; piede piuttosto basso; vernice povera, rossiccia, solo all'interno; argilla rossastra, ben depurata, dura; decorato all'interno con solchi concentrici ed all'esterno a rotella.

Ceramica rossa interna

10) Fr.l Parete ed orlo di forma aperta; superficie esterna annerita dal fumo; argilla nerastra con granuli bianchi[17].

Ceramica comune

11) Fr.l Parete ed orlo di piccola bacinella assimilabile ad Ostia II 348[18].

12) Fr.l Parete ed orlo di catino con listello alquanto sporgente; argilla grigia; superficie nocciola. Trova confronti in Albintimilium[19].

Parefi sottili

13) Fr.l Unguentario simile ad Ostia II 195[20]; argilla ben depurata, grigia.

Rozza terracotta

14) Fr.o.l Forma aperta, simile ad Ostia II 508[21]; argilla grigia con piccoli inclusi bianchi; superficie esterna annerita.

15) Fr.o.l Olla con orlo estroflesso; argilla rosa con piccoli inclusi nerastri; assimilabili ad Ostia II 485[22].

16) Fr.l Coperchio tronco conico con presa a pomello, molto simile ad Ostia II 511[23]; argilla grigia con inclusi bianchi piccolissimi; superficie annerita dal fumo; evidenti tracce di tornitura.

17) Fr.l Coperchio tronco conico, assimilabile ad Ostia II 517[24] ; argilla rossastra; superficie giallastra.

18) Fr.l Orlo di coperchio, diritto, appena rialzato, simile ad Ostia II 514[25]; argilla rossastra; superficie giallastra.

19) Fr.l Orlo di coperchio, lievemente più rialzato del precedente; assimilabile ad un orlo presente a Francolise[26]; argilla grigia con inclusi piccoli bianchi.

20) Fr.l Fondo e parete di forma imprecisabile, caratterizzato da una decorazione a ditate; argilla grigia con inclusi calcarei.

Anfore

21) Fr.o.l Basso, ad anello; collo cilindrico; attacco delle anse a doppio bastone posto leggermente al di sotto dell'orlo; ascrivibile alla forma Dressel 2-5[27]; argilla grigia con inclusi bianchi, grossolani; superficie rossastra.

22) Fr.o.l Ad anello e collo cilindrico; ascrivibile alla forma Dressel 2-5; assimilabile ad Ostia II 555[28]; argilla rosata, depurata; superficie rossastra.

23) Fr.o.l A fascia piana, marcato da un gradino all'attacco del collo; attribuibile alla forma Africana II, tipo D[29]; argilla rosa depurata, ingubbiatura giallastra.

24) Fr.o.l Diritto, appena arrotondato; argilla rossastra con ingubbiatura marroncina. Ascrivibile alla forma Africana II; simile ad Ostia 1 521[30]. 25)

25) Fr.f.l Puntale pieno, lievemente arrotondato alla base; probabile Dressel 2-4[31]; argilla grigia, superficie arancione.

26) Fr.f.l Puntale pieno; probabile Dressel 2-4; argilla grigia; superficie grigia.

27) Fr.f.l Puntale pieno, arrotondato; argilla rossastra con piccoli inclusi calcarei.

28) Fr.f.l Puntale pieno, sottile e lungo; assimilabile ad Ostia 1 577[32] argilla grigia; superficie giallastra.

29) Fr.f.l Puntale breve, largo e vuoto; assimilabile ad Ostia 1 573[33] argilla rossastra; superficie giallastra.

30) Fr.f.l Puntale vuoto, di piccole dimensioni, di recipiente non sicuramente identificabile come anfora; assimilabile ad Ostia II 540[34]; argilla rossastra con piccoli inclusi grigi.

31) Fr.a.l A tortiglione, probabilmente di recipiente di piccole dimensioni e non sicuramente identificabile come anfora; argilla rossastra.

32) Fr.a.l Piatta con due solcature; argilla grigio-rossastra con qualche incluso calcareo.

33) Fr.a.l A sezione circolare e profilo curvilineo; ascrivibile alla forma Dressel 20[35]; argilla rossastra.

34) Fr.a.l Lunga, a doppio bastone, probabilmente di anfora Dressel 2-4[36] argilla marrone con inclusi scuri.

LOCALITA' MORECINE

A Nord della fattoria La Bruciata, a quota 97, in località detta Morecine (I.G.M. F° 161 II SO, 33TVF367765), in comune di S. Angelo d'Alife, é presente una notevole quantità di frammenti ceramici, affiorati dopo i recenti lavori di aratura. L'estensione dell'area fittile é di circa 100 metri quadrati come per i siti precedenti.

Ceramica a vernice nera

1) Fr.f.l Forma aperta; piede obliquo con parete interna ed esterna rettilinee; piano di posa abbastanza largo; superficie liscia; vernice opaca che ricopre anche la base, mal conservata; argilla camoscio, tendente al rosa. Al centro presenta uno stampiglio che é una variante della losanga a cerchi centrali[37].

2) Fr.l Coppa a parete ricurva con due solcature subito al di sotto dell'orlo; forma Lamboglia 1 A[38] ed assimilabile alla forma Morel 2323hl[39]; vernice matta; argilla color camoscio. 3)

3) Fr.o.l Flesso e pendente, probabile forma Lamboglia 4c[40] ed assimilabile alla forma Morel 1413bl[41]; superficie liscia; vernice opaca; argilla camoscio, dura.

4) Fr.f.l Forma aperta; superficie liscia, vernice opaca, sottile; argilla beige, dura, omogenea; decorato con striature a rotella e due solcature concentriche; presenza di un foro di circa 0,5 cm di diametro.

5) Fr.f.l Patera; piede quasi verticale, spesso, con pareti quasi rettilinee; parete esterna con lieve rigonfiamento; vernice opaca, mal conservata, con sfumature marrone; parete interna del piede risparmiata; argilla dura, omogenea, camoscio con tendenza al rosa.

6) Fr.l Fondo e parete di vaso a pisside, probabile forma Lamboglia 3[42]; superficie liscia; vernice opaca, sottile, presente anche sulla base; argilla grigia, omogenea, dura.

Sigillata italica

7) Fr.f.l Forma aperta non precisabile; argilla omogenea, rossastra decorato con una solcatura.

8) Fr.f.l Forma aperta non precisabile; vernice ben conservata; argilla rossastra.

9) Fr.l Orlo e parete di coppa decorato con testa di cagnolino; argilla rossastra.

10) Fr.f.l Forma imprecisabile; argilla rossastra; presenta un bollo illeggibile.

Sigillata chiara

11) Fr.l Forma aperta; piede appena accennato; esterno non verniciato; superficie interna liscia con vernice arancione scuro; argilla rossastra, dura.

Ceramica rossa interna

12) Fr.f.l Forma aperta; superfide interna con vernice spessa; esterno annerito dal fumo; argilla nerastra con piccoli inclusi bianchi.

13) Fr.o.l Forma aperta; assimilabile ad un orlo descritto dal Goudineau[43]; superficie interna con vernice mal conservata; esterno annerito dal fumo; argilla nerastra.

14) Fr.f.l Forma aperta; superficie interna con vernice spessa; esterno annerito dal fumo; argilla rossastra con piccoli inclusi bianchi.

15) Fr.o.l Forma aperta; assimilabile ad un orlo descritto dal Goudineau[44]; superficie interna con vernice spessa, pastosa, che si estende anche all'esterno; argilla grigia.

Pareti sottili

16) Fr.o.l Urnetta; espanso, sottolineato all'esterno da un lieve rilievo a fascia, probabile corpo globulare[45]; argilla rossiccia; superficie granulosa.

Rozza terracotta

17) Fr.l Coperchio con orlo diritto e lievemente rialzato, assimilabile ad Ostia II 514[46]; argilla grigia con inclusi biancastri, piccoli.

18) Fr.l Coperchio con orlo ingrossato ed arrotondato; presente a Castel Giubileo[47]; argilla grigia con inclusi bianchi.

19) Fr.l Coperchio tronco-conico con presa a pomello; assimilabile ad Ostia II 513[48]; argilla rossastra.

20) Fr.o.l Casseruola o pentola; ingrossato, assimilabile ad Ostia 1280[49]; argilla grigia; superficie giallognola.

21) Fr.o.l Forma aperta, molto simile ad Ostia III 364[50]; argilla grigia con inclusi nerastri.

22) Fr.p.l Forma aperta; superficie rossastra, decorata a rotella con serie orizzontali di piccoli incavi quadrangolari. Tale motivo decorativo si riscontra a Portorecanati[51]. Argilla grigia.

23) Fr.f.l Forma imprecisabile; argilla grigia con inclusi bianchi; superficie rossastra.

Anfore

24) Fr.a.l A nastro; caratterizzata da una decorazione a ditate; argilla e superficie rossastra.

CONCLUSIONE

II rinvenimento di frammenti di ceramica fine da mensa, di frammenti di pavimento in opus signinum, di laterizi, di intonaci e di pietrame, fa ipotizzare l'esistenza di ville rustiche nei tre siti. É possibile, inoltre, proporre una cronologia di essi dall'analisi dei manufatti raccolti. In località Taverna i frammenti ceramici più significativi dal punto di vista cronologico sono quelli della Campana B, che appare inquadrabile al I sec. a.C., della sigillata chiara, di cui é attestata la forma Lamboglia 1 a-Hayes 8A della fíne del I sec. d.C., e delle patine cenerognole, databili al III sec. d.C. In località Scorzi di Leo la ceramica a vernice nera é presente con i frammenti assimilabili alle forme Morel 2257a2 e 2323e2, risalenti all'ultimo quarto del II sec. a.C. e la prima metá del I sec. a.C. La sigillata italica é attestata da un frammento del periodo di massima diffusione dell'aretina e dalla forma Goudineau 39 del secondo decennio del 1 sec. d.C. La rossa interna é di etá augustea e la rozza terracotta é ascrivibile in genere al 1 e II sec. d.C. La ceramica comune è presente con un catino della fine del 1 sec. a.C. e con una bacinella di età flavia.

Delle anfore sono attestate le forme Dressel 2-5 del 1 sec. d.C., l'Africana II e la Dressel 20 del II e III sec. d.C. Un frammento di sigillata chiara ed un orlo di anfora cilindrica, prodotta nella Proconsolare, sono ascrivibili al IV sec. d.C. In località Morecine la ceramica a vernice nera appare inquadrabile al I sec. a.C. per i frammenti assimilabili alle forme Morel 2323hl e 1413bl. La rossa interna é databile a tutto il I sec. a.C. e l'unico esemplare a pareti sottili é di epoca traianea. La rozza terracotta é prevalentemente del I e II sec. d.C. Al III sec. è ascrivibile un orlo che ricorda le patine cenerognole. Pertanto allo stato attuale delle nostre conoscenze é possibile ipotizzare una frequentazione ininterrotta dei siti dal I sec. a.C. al III sec. d.C. per le località Taverna e Morecine e dal I sec. a.C. al IV sec. d.C. per la località Scorzi di Leo.

Le località per le loro caratteristiche topografiche erano adatte agli insediamenti in quanto non molto distanti dal Volturno, utile via di trasporto dei prodotti agricoli[52]. La costruzione di ville soprattutto nel I sec. a.C. é certamente dovuto ad un processo di urbanizzazione della zona, la cui estensione ancora non é ben precisabile per la mancanza di indagini archeologiche in tutto l'agro alifano.

Dopo la conquista definitiva di Allifae da parte dei Romani[53], sembra che la struttura vicano-paganica[54] degli insediamenti preesistenti si sia conservata a lungo. Probabilmente solo in epoca triumvirale, con la deduzione della colonia[55], ad Allifae furono erette le mura[56] e si procedette alla suddivisione agraria in centurie quadrate di 700 metri, ancora oggi rilevabili[57]. Durante questo processo di romanizzazione, il vicus, che era stato centro agricolo, religioso ed am-ministrativo, viene sostituito dalla villa, centro agricolo estremamente specializzato[58]. Infine é da notare la notevole presenza di anfore per il vino, per l'olio e la frutta, a dimostrazione di scambi commerciali intensi, facilitati dalla viabilitá dell'epoca. Ad Allifae, infatti, giungevano due vie, provenienti l'una da Venafrum (diretta a Telesia e Beneventum} e l'altra da Teanum e Minturnae[59]. Una testimonianza di tale viabilitá é data dai resti di un ponte sul Volturno, posto a metá utrada tra Allifae e Scorzi di Leo[60].

SUMMARY

Roman findings in S. Angelo d'Alife and Raviscanina territory

This article presents the results of a surface research programme of the Archeological Group «Rufrium» in the territory of S. Angelo d'Alife and Raviscanina over the last few years.

Three roman sites, situated near Volturno river, have been identified. The dating of such sites is based on many ceramic fragments that have been found. From the presence of fragments of black glazed ware, terra sigillata ware, african red slip ware and rozza terracotta the sites of Taverna and Morecine can be dated from the Ist century B.C. to the 3rd century A.D.. Whereas, from the presence of amphora Africana II D and African red slip ware, besides black glazed ware and terra sigillata ware, the site of Scorzi di Leo can be dated from the Ist century B.C. to the 4th century A.D.

Ringrazio i componenti del Gruppo Archeologico Rufrium di S. Angelo d'Alife che hanno partecipato alle numerose ricognizioni sul territorio ed il sig. Salvatore Giardullo per i grafici. Del rinvenimento dei siti e del materiale é stata data comunicazione alla Soprintendenza competente. Criteri di pubblica-zione del catalogo: Fr. o = frammento di orlo; Fr.p = frammento di parete; Fr.a = frammento di ansa; Fr.f = frammento di fondo; le lettere dei bolli sono disegnate con la sola linea di contorno, rispettando quanto é visibile dai frammenti.

[1] Cfr. G. MARTONE, Rupecanina, Napoli, 1981, pag. 45 e seg.

[2] Cfr. W. JOHANNOWSKY, Note sui criptoportici pubblici in Campania, in Les criptoportiques dans l'architecture romaine, Roma, 1973, pag. 151.

[3] Cfr. W. JOHANNOWSKY, cit., pag. 151. É possibile ipotizzare un uso pubblico di tale edificio da un frammento di iscrizione rinvenuta durante i lavori di ripulitura nel 1965; Cfr. N. MANCINI, Alcune iscrizioni inedite dell'alifano, Annuario Associazione Storica Medio Volturno, Capua, 1968, pag. 87.

[4] Per lo stampiglio cfr. J.P. MOREL, La ceramique a vernis noir du Forum romain et du Palatin, in M.E.F.R.A., Supplements, 1965, pag. 114 e fig. 256; cfr. N. LAMBOGLIA, Per una classificavone preliminare della ceramica campana, in Atti del 1 Congresso Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 1952, pag. 155 e 163; cfr. M. AYLWIN COTTON, The Late Republican Villa at Posto, Francolise, Londra, 1979, pag. 116, fig. 30 n. 22; è raro sulla campana B e frequente sulla C.

[5] Cfr. N. LAMBOGLIA, Per una classificazione etc., pag. 145.

[6] Cfr. N. LAMBOGLIA, Nuove osservazioni sulla terra sigillata chiara in Rivista di Studi Liguri, XXIV, 1958, pag. 262. Cfr. J.W. HAYES, Late Roman pottery Londra, 1972, pag. 32, fíg. 4, Questa forma é datata dal Lamboglia al 90-100 d.C.

[7] Cfr. AA.VV., Ostia II, in Studi Miscellanei, 16, Roma, 1970, tav. XXVIII, fig. 513; databile ad età flavia e prima metà del II sec. d.C.; presente anche a Castel Giubileo, cfr. L. QUILICI, Saggi di scavo attorno a Fidene, in Notizie Scavi, 1976, pag. 300, fig. 42, n. 417.

[8] Cfr. AA.VV., Ostia I, in Studi Miscellanei 13, Roma, 1968, tav. XII, fig. 266. Databile al III sec. d.C.

[9] II piano di posa con solco per il Lamboglia é caratteristico della Campana C (Cfr. N. LAMBOGLIA, Per una classificazione etc., pag. 156). Secondo Morel é attestato anche nella Campana B del II sec. a.C. (Cfr. J.P. MOREL, Ceramique campanienne: les formes, Roma, 1981, pag. 447).

[10] Cfr. N. LAMBOGLIA, Per una classificazione etc., pag. 146.

[11] Cfr. J.P. MOREL, cit., 1981, tav. 41. Databile alla fine del II sec. a.C.

[12] Cfr. N. LAMBOGI.IA, Per una classificazione etc., pag. 143.

[13] Cfr. J.P. MOREL, cit., 1981, tav. 47. Databile alla fine del II sec. a.C.

[14] Databile al secondo stadio dell'evoluzione del piede ossia al periodo di massima diffusione dell'aretina (cfr. C. GOUDTNEAU, La ceramique arretine lissie, Roma, 1968, pag. 240, B-2B-15).

[15] Cfr. C. GOUDINEAU, cit., pag. 375 e 377; databile al secondo decennio de1 I sec. d.C.

[16] Cfr. A. OXÉ, H. COMFORT, Corpus Vasornm Arretinorum, Bonn, 1968, pag. 396, n. 1640.

[17] Cfr. C. GOUDINEAU, Note sur la céramique a engobe interne rouge-pompeien, in M.E.F.R.A., 1970, pag. 166, planche 1, n. 16. Databile ad epoca augustea.

[18] Cfr. Ostia II, tav. XX, fig. 348 e pag. 91; databile ad etá flavia.

[19] Cfr. N. LAMBOGLIA, Scavi di Albintimilium e la cronologia della ceramica romana, Bordighera, 1950, pag. 57, fig. 21, n. 79; in strati della fine del 1 sec. a.C.

[20] Cfr. Ostia II, tav. XIV, fig. 195; in strati di età flavia.

[21] Cfr. Ostia II, tav. XXVIII, fig. 508; databile ad età flavia.

[22] Cfr. Ostia II, tav. XXVII, fig. 485.

[23] Cfr. Ostia II, tav. XXVIII, fig. 511; in strati di età flavia.

[24] Cfr. Ostia II, tav. XXVIII, fig. 517.

[25] Cfr. Ostia II, tav. XXVIII, fig. 514; in strati di I ed inizio del II sec. d.C. Presente anche a Gabii (Cfr, Gabii, rinvenimenti di superficie nell'area della cittá, G.A.R., Roma, 1978, pag. 48, forma 43).

[26] Cfr. M. AYLWIN COTTON, cit., pag. 171, fig. 54, n. 18.

[27] Cfr. Ostia II, pag. 110. Prodotte per tutto il I sec. d.C. ed utilizzate per il trasporto dei vini campani e laziali, (cfr. F. ZEVI, Appunti sulle anfore romane, in Archeologia Classica, XVIII, 1966, pag. 214).

[28] Cfr. Ostia II, tav. XXXV, fig. 555.

[29] Cfr. C. PANELLA, Annotazioni in margine alle stratigrafie delle terme ostiensi del nuotatore, in Recherches sur les amphores romaines, Roma, 1972, pag. 102-103. Anfora cilindrica, prodotta nella Proconsolare nel IV sec. d.C. ed utilizzata forse per il trasporto dell'olio.

[30] Cfr. AA.VV., Ostia I, tav. XXXIV, fig. 521, e pag. 104. Prodotte soprattutto nel II sec. d.C.; adibite al trasporto dell'olio.

[31] Cfr. A. TCHERNIA, F. ZEVI, Amphores vinaires de Campanie et de Terraconaise a Ostie, in Recherches sur les amphores romaines, fig. 3, n. 11.

[32] Cfr. Ostia I, tav. XLV, fig. 577.

[33] Ostia I, tav. XLIV, fig. 573.

[34] Cfr. Ostia II, tav. XXXII, fig. 540.

[35] Cfr. Ostia II, pag. 151, fif. 82 e pag. 116. Anfora olearia prodotta dal 1 al III sec. d.C.

[36] Cfr. A. TCHERNIA, F. ZEVI, cit., fig. 3

[37] Per lo stampiglio cfr. nota n. 4.

[38] Cfr. N. LAMBOGLIA, Per una classificazione etc., pag. 143.

[39] Cfr. J.P. MOREL, cit., 1981, tav. 47. Databile a1 1 sec. a.C.

[40] Cfr. N. LAMBOGLIA, Per una classificazione etc., pag. 145.

[41] Cfr. J.P. MOREL, cit., 1981, tav. 16. Databile al II e 1 sec. a.C.

[42] Cfr. N. LAMBOGLIA, Per una classificazione etc., pag. 158.

[43] Cfr. C. GOUDINEAU, cit., 1970, tav. VI, couche 4 Al n. 38. Databile al 90 a.C.

[44] Cfr. C. GOUDINEAU, cit., 1970, tav. VIII, couche 3, n. 16. Databile dal 90 al 30 a.C.

[45] Cfr. L. MERCANDO, La necropoli di Portorecanati, in Notizie Scavi 1974, pag. 246, fig. 133, tomba 58; cfr. Ostia I, tav. VII, fig. 143. Databile ad epoca traianea. ed. a tutto il II sec. d.C.

[46] Cfr. Ostia II, tav. XXVIII, fig. 514; Cfr. M. AVLWIN COTTON, cit., pag. 171, fig. 54, n. 4. Databile al 1 e II sec. d.C.

[47] Cfr. L. QUILICI, cit., pag. 305, fig. 45, n. 552.

[48] Cfr. Ostia II, tav. XXVIII, fig. 513; databile ad età flavia.

[49] Cfr. Ostia I, tav. XII, fig. 280; orlo che ricorda le patine cenerognole, databile al III sec. d.C.

[50] Cfr. Ostia III, in Studi Miscellanei, 21, Roma, 1973, tav. XLV, fig. 364.

[51] Cfr. L. MERCANDO, cit., pag. 243, tomba 55 e pag. 183, fig. 49, tomba 17; databile al II sec. d.C.

[52] Esempi di ville di epoca romana, poste in vicinanza di corsi d'acqua, si hanno nel casertano nell'agro di Suessa Aurunca. Cfr. A.M. VILLUCCI, Note di presenza romana nell'agro di Suessa Aurunca, in Studia Suessana I, pag. 44 e seg.

[53] Cfr. T. LIVIO, IX, 38, 1.

[54] Sulla struttura socio-economica pre-urbana di tipo vicano-paganica nel Sannio, cfr. A. LA REGINA, Dalle guerre sannitiche alla romanizzazione, in Sannio, Pentri e Frentani dal VI al 1 sec. a.C., Roma, 1980, pag. 37.

[55] Cfr. Liber coloniarum I, pag, 231, 3. Cfr. E. PAIS in Mem. Acc. Lincei, CCCXVII, 1920, XVI, pag. 83 «Allifae, oppidum in muro ductum, ager eius lege triumvirale est adsignatum, itcr populo non debetur».

[56] É possibile che le mura di Allifae in opus incertum siano state costruite in epoca sillana, ma da saggi stratigrafici si é potuto constatare la mancanza di materiale antecedente il 50 a.C. Cfr. W. JOHANNOWSKY, cit., pag. 148.

[57] Cfr. F. CASTAGNOLI, Tracce di centuríavone nei terrítori di Nocera, etc. in Rendiconti Accademia dei Lincei, 1956, VIII, XI, pag. 376.

[58] M A. LA REGINA, cit., pag. 37.

[59] Sulla viabilità della zona cfr. E. DESJARDINS, La table de Peutinger, Parigi, 1868 (Adlefas); cfr. Itinerario antoniniano (Alifas); cfr. Itinerario ravennate (Olifas); cfr. O. CUNTZ, Topographische studien, in Jahreshefte des oesterreichischen archaelogischen Institutes, II, 1899, pag. 97 e seg.

[60] Cfr. G. MARTONE, cit., pag. 50. Cfr. G.B. TRUTTA, Dissertazioni istoriche delle antichita alifane, Napoli, 1776, pag. 229.