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Antonio Marcello Villucci

SCULTURE D’ETA’ ROMANA DAL TERRITORIO DI “ALLIFAE”

(In AA. VV. “Il Territorio Alifano – Archeologia, Arte, Storia”, 1990, pp. 157-159)

Blocco frammentario con rilievo d’armi, d’insegna militare e d’aquila con serpente.

Pietra calcarea ; h. cm. 73; l. cm. 75; spess. cm. 17.

Superficie corrosa; la parte di destra del blocco manca in alto a sinistra del listello ed è incompleto.

Provenienza: Raviscanina, da località “Ceraso” (1925). Si conserva nello stesso sito, accanto all’abitazione del sig. Pezzullo Armando.

Il rilievo presenta una fascia figurata delimitata su entrambi i lati lunghi da due listelli aggettanti. Nel campo in sottoquadro, su fondo neutro, si susseguono da sinistra: in alto un signum disposto diagonalmente, costituito da un’asta su cui sono collocate tre mezzelune con le estremità rivolte in alto; in basso, compare un probabile scudo rettangolare semicilindrico privo di parte (che era scolpito sul blocco laterale mancante), cui segue uno scutum di forma ovale con bordo rilevato, incurvato da sinistra a destra, che nasconde una lancia, di cui è rappresentata in basso la punta a sezione triangolare. Lo scudo è visibile in parte, perché nascosto dall’ala destra spiegata di un’aquila (con piume rese a listelli paralleli) e desinente insolitamente in una voluta curva come quella della sfinge della scheda n. 8.

L’immagine del rapace, che presenta un notevole stato di erosione appare disposta frontalmente, con la testa rivolta alla sua destra, mentre stringe nel becco un serpente dalle spire sinuose. A causa della frattura del blocco, l’ala sinistra è perduta.

Circa lo scutum rettangolare cilindrico, non siamo ben informati sulla sua data di adozione da parte dei Romani: certamente non fu usato prima del I sec. a.C. Appare frequentemente sui rilievi a partire dall’epoca augustea in poi. Un esempio simile al nostro è rappresentato su una lastra in calcare conservata al Museo di Chieti.

Le mezzelune del signum, dal probabile valore apotropaico, sono frequenti sulle insegne legionarie. Esse trovano un riscontro con quelle presenti nel rilievo n. 6 di S. Guglielmo al Goleto, e in un monumento funerario di un militare, incastrato nella facciata della chiesa di S. Andrea di Maderna (Brescia).

Lo scutum di forma ovale viene impiegato regolarmente dall’esercito romano fino all’età di Cesare. Dopo subisce una serie di variazioni, per meglio adattarsi agli equipaggiamenti di alcuni corpi militari che avevano impieghi più specializzati, finché nel II sec. d.C. torna ad essere di uso comune nella fanteria pesante. Un esempio molto simile è rappresentato in un blocco con fregio d’armi da Sora.

La scena dell’aquila con il serpente, di tradizione ellenistica, ha un valore simbolico: il serpente costituisce l’emblema dell’heros, mentre l’aquila viene considerata simbolo dell’apoteosi del defunto. Ricorre su monumenti di carattere ufficiale, su urne, altari e rilievi. Il gruppo aquila-serpente si trova in uno schema similare nel lacunare dei Sergi a Pola, eretto tra il 20 e il 10 a.C. L’aquila richiama, nella sola resa del petto, della testa e delle zampe, quella di S. Guglielmo al Goleto. Il rilievo, molto piatto, rivela una realizzazione generica e povera del singolo elemento. Il gusto è disegnativo, privo di senso plastico.

Il blocco, date le dimensioni, doveva appartenere al fregio di coronamento di un edificio sepolcrale insieme all’altro blocco di cui alla scheda n. 10

Si propone una datazione compresa tra gli ultimi anni del I sec. a.C. e il primo decennio del I sec. d.C.

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