Piedimonte_21

Cap. XXI

ISTRUZIONE E ISTITUZIONI CULTURALI

(pp. 191-199)

SCUOLA DEI PP. DOMENICANI – Una prima scuola di educazione e d’istruzione pubblica – limitata però soltanto alle famiglie cospicue, i cui capi avviavano i propri figli al sacerdozio o ad altre professioni liberali – venne creata in Piedimonte, per quanto ne riferiscono i documenti consultati, allorquando i Padri Domenicani s’installarono nel Convento di S. Tommaso d’Aquino eretto da Sveva Sanseverino, e propriamente verso la fine del primo trentennio del Sec. XV.

Il ceto popolare non frequentava quella scuola se no per ricevere l’istruzione religiosa, per cui la diffusione della cultura nel popolo ebbe impulso soltanto due secoli più tardi.

SEMINARIO NEL CASALE DI CASTELLO – Quest’impulso si verificò nel casale di Castello quando colà venne fondato un Seminario ad opera del Vescovo alifano, Pietro Paolo de Medici, nativo di Firenze. Costui, nell’anno 1650, rivolse un pubblico appello per avere i fondi necessari all’istituzione. Gabriele Cittadino di Giovannantonio, nativo di Castello, allora Parroco della Chiesa di S. Maria di Monterone in Roma, diede una casa con orto e 1000 ducati, con l’obbligo di educare e d’istruire due alunni di Castello, e della celebrazione di una messa giornaliera, con la condizione però che il Seminario non si dovesse, per qualsiasi motivo, trasferire altrove, in contrario la concessione sarebbe passata in beneficio dell’oratorio di S. Maria delle Grazie di Castello, come risulta dalla Bolla del cennato Vescovo in data 10 giugno 1651.

Avendo, poi, Papa Innocenzo X, con sua Bolla dell’ottobre 1652, soppressi tutti i piccoli Conventi dove vi era regolare osservanza, uno dei quali fu il Convento di S. Francesco di Alife, si ottenne dalla Sede Apostolica d’incorporare la Chiesa e le entrate del Convento in parola nel Seminario di Castello, ciò che risulta da un Decreto in data 26 agosto 1623 del Cardinale Spada, Prefetto della Congregazione. Vi fu obbligo però di mantenere nel Seminario un alunno nativo di Alife e di tenere nel Convento un cappellano rimunerato con 40 scudi annui. Nel frattempo la Chiesa ed il Cnvento furono distrutti da un terremoto.

Rimasta vacante la Chiesa di S. Antonio in Ailano, per la soppressione del Convento dei Crociferi, le sue entrate furono incorporate nel Seminario, aumentando, così, il proprio patrimonio.

Nel 1683, Giuseppe Cittadino, nipote del nominato Gabriele, con testamento di pari data per Not. Giuseppe De Angelis di S. Angelo di Raviscanina, lasciò erede il Seminario di tutte le sue sostanze. Ma una sorella del Cittadino mosse delle liti, per cui la concessione venne rifiutata, ed in seguito si rinunziò a mantenere il Seminario in Castello, sia perché ubicato in luogo montuoso, sia perché l’eredità di Gabriele Cittadino si trovò gravata di numerosi pesi.

SEMINARIO NEL RIONE VALLATA – Nel 1691, ai tempi del Vescovo Giuseppe Lazzara, venne fondato il Seminario nel rione Vallata di Piedimonte. Gli Economi della Chiesa di A.G.P. o dell’Annnunciata assegnarono all’Istituto una casa con orto, accosto alla Chiesa, comperata, a tale effetto con istrumento per Not. Tommaso Ciccarelli in data 9 agosto 1691. Il Capitolo della Chiesa diede a sua volta un’altra piccola casa. Precedentemente però i patroni e fondatori della Chiesa di S. Filippo Neri: Don Pietro Caicchia, Don Andrea Paterno, Don Decio Zucchi, e Don Girolamo Maioccolo, cedettero questa Chiesa al Seminario, in una alle entrate ed ai pesi, come risulta dall’istrumento 28 marzo 1691 per Not. Antonio Di Tommasi di Castello. Ed ancora precedentemente – il 3 settembre 1682 – Don Felice Gallo donò al Seminario un terreno di moggia 12 sito in Alife col peso però di 36 messe l’anno, come si legge nell’istrumento rogato dal Not. Francesco Paterno.

SEMINARIO ALIFANO - Corridoio

Di altre rendite si accrebbe, infine il Seminario, durante l’anno 1691, cioè 1) il Beneficio di S. Maria Moiata di Raviscanina; 2) il Beneficio di S. Antonio; 3) il Beneficio di S. Matteo; 4) il Beneficio di S. Bartolomeo; 5) il Beneficio di S. Andrea; 6) il Beneficio di S. Michele; 7) il Beneficio di S. Vito e di S. Leonardo di Pratella; 8) il Beneficio di S. Maria del Porrone di Letino.

Per stabilire delle entrate fisse e sicure al Seminario, il Vescovo ordinò una tassa del 5% di ducati, sopra tutti i frutti dei Benefici posseduti dai sacerdoti e chierici della Diocesi.

In effetti il Seminario diocesano di Piedimonte cominciò a funzionare nel 1696, e nel 1756 si accrebbe di altri due Benefici: quello di S. Stefano fondato nella Chiesa di S. Antonio Abate di questa città e l’altro di S. Lucia fondato nella omonima Chiesa.

Il Seminario, sempre fiorente, fu di grande utilità pubblica anche perché è stato ed è l’unico istituto locale d’istruzione classica. In esso compirono i primi studi quasi tutti i nostri professionisti e sacerdoti. È corredato di ampie sale, di una Cappella, di un Gabinetto scientifico, di una ricca Biblioteca e di una Palestra ginnastica.

SCUOLE COMUNALI – Nei primi anni del Sec. XIX Piedimonte contava appena due scuole pubbliche elementari site in piazza Carmine.

Il maestro era retribuito con 60 ducati l’anno e la maestra con 20. Da un documento dell’epoca (atti decurionali) apprendiamo il diniego da parte del Municipio di aumentare lo stipendio alla maestra, ritenendo sufficiente quello assegnato.

Nel 1812, a seguito d’invito dell’autorità politica, s’istituì una seconda scuola elementare femminile nel rione Vallata, ma lo stipendio della prima maestra venne diviso con la seconda per « la fatica minore » che l’altra veniva a compiere – così dicono i documenti – e perché non poteva il Comune « sottostare alla nuova spesa ».

SCELTA DEGL’INSEGNANTI – Gl’insegnanti venivano scelti fra i sacerdoti, e le maestre fra le donne di civile condizione, che sapessero leggere e scrivere, e di notoria capacità e moralità.

LIBRI DI TESTO E INSEGNAMENTI – I libri venivano forniti a mite prezzo dalla Tesoreria Generale della P.I. di Napoli. Non erano ammesse forniture da parte di privati editori.

Il maestro insegnava i principi elementari di agricoltura, lettura, scrittura, nozioni di aritmetica, nozioni di lavoro manuale e catechismo. Era escluso ogni altro insegnamento.

AUMENTO DEL NUMERO DELLE SCUOLE – Nel 1856 Piedimonte poté finalmente avere otto maestrie sette maestre, compresi però quattro insegnanti privati, e gli alunni frequentanti furono: maschi 115 e femmine 220, mentre quelli delle scuole ecclesiastiche sommarono ad 80. Il tutto sopra una popolazione di 8441 abitanti, dei quali 1952 possidenti.

Questo movimento di scuole ed alunni diminuì nel 1862. Infatti le scuole femminili si ridussero a due, e delle maschili ne restò una! Le scuole private si ridussero a tre, ma in compenso si creò una scuola serale. In quell’anno frequentarono le scuole 128 alunne e 70 alunni. A quella serale vi andaro 60 giovani, e l’Istituto delle Figlie della Carità ebbe 35 bambine.

ISTITUTO FEMMINILE FIGLIE DELLA CARITÀ – Questo Istituto venne fondato nel 1851 da un benemerito concittadino: Nicola Coppola, che donò, per lo scopo, un casamento di sua proprietà alla via Vicinato (oggi Trutta) ed una notevole rendita. Con Real Rescritto 1° agosto 1855, pel Ministero degli affari ecclesiastici, a questo Istituto venne affidata la scuola primaria di Piedimonte, ma con posteriori disposizioni, vi restarono e vi restano le sole classi seconda e terza femminili.

In esso vi è un Convitto per l’istruzione ed educazione di fanciulle, diretto dalle Suore di Carità. L’Istituto, sempre fiorente, è amministrato dalla Congregazione di Carità.

ASILO INFANTILE – Annesso a questo Istituto è l’Asilo Infantile pure amministrato dalla Congregazione di Carità, e diretto dalle Suore medesime. Vi si raccolgono centinaia di bambini dai tre ai sei anni, ai quali viene data anche la refezione giornaliera. L’Asilo ha un edificio proprio, costruito coi contributi del Comune. È corredato di ampi saloni, di aule, e di tutte le comodità necessarie.

EDIFIZIO SCOLASTICO E VIA SCALELLE

INCREMENTO DELL’ISTRUZIONE ELEMENTARE – Un notevole incremento dell’istruzione elementare si è avuto soltanto quando l’Amministrazione comunale sentì, nel 1905, la necessità di accentrare le scuole in un unico locale.

Questa iniziativa sortì il suo effetto ad opera di giovani amministratori con a capo il Dott. Guglielmo Della Villa, Avv. N. Di Matteo, Avv. Carlo Grillo e Conte Luigi Gaetani. Essi, ad onor del vero, profusero tutta la loro attività a favore della scuola. Sorse così l’Edifizio Scolastico, riattandosi e sistemando l’ex Convento dei PP. Domenicani. Le scuole, precedentemente allogate in locali disadatti ed antigienici, sparsi in vari punti del paese, si affollarono, come per incanto, nel nuovo Edificio.

Con l’impianto delle scuole di Stato nelle contrade Squedre, S. Pietro e S. Maria del Pozzo, la popolazione scolastica rurale, cominciò anch’essa a fruire dell’istruzione elementare.

Al presente l’Edifizio Scolastico è isufficiente a contenere tutti gli obbligati, e il Municipio restio ad ultimare alcune aule per mancanza di mezzi, è costretto servirsi di locali privati.

In tutto il territorio del Comune le scuole elementari ammontano a diciotto.

ISTITUTO VASTANO – Sorse nell’ottobre del 1900 con un corso elementare completo, scuola tecnica e ginnasio inferiore, e con speciale insegnamento di musica, ginnastica e religione. Nel 1912 venne dimesso perché incorporato nel Seminario. Soltanto nel 1923 riprese le sue funzioni, regolarmente autorizzato per le classi d’istituto tecnico inferiore. L’Istituto è frequentato da numerosi giovanetti, e ne è Direttore lo stesso fondatore Can. Luigi Vastano.

ANALFABETISMO – La piaga dell’analfabetismo in Piedimonte si può dire in gran parte scomparsa.

Nel 1881 (le statistiche cominciano da quest’epoca) con abitanti 7013 si ebbe una percentuale di analfabeti di 71,75; nel 1901, con abitanti 6040 di 58; e nel 1911, con abitanti 6102, di 46. Oggi invece la percentuale è poco più di 30. Questo miracolo si deve, oltre all’interessamento delle Amministrazioni municipali succedutesi dal 1904 al 1913, al nostro corpo insegnante.

PATRONATO SCOLASTICO – Questa istituzione sussidiaria della scuola venne fondata nel 1909 durante l’assessorato Masella, che ne fece proposta prima della legge sui Patronati.

Ha reso e rende segnalati servigi alla scuola pubblica, dotandola di materiale scolastico e fornendo d’indumenti gli alunni poveri. Un tempo costoro usufruivano anche di una modesta refezione e di medicinali ricostituenti. Ma la mancanza di adeguati mezzi finanziari ha fatto sì che tale servizio venisse abbandonato, anche perché durante la guerra (1915-1918) la massima parte dei fondi disponibili venne assorbita pel mantenimento del Ricreatorio pei figli dei richiamati alle armi.

IL « DOPO-SCUOLA » – Accanto al Patronato è sorto di recente un Dopo-Scuola col precipuo e lodevole scopo di togliere dal vagabondaggio gli alunni, tenendoli occupati, nel pomeriggio, in giochi dilettevoli, in esercizio ginnastici, nella preparazione delle lezioni, ecc.

Questa nuova istituzione, sorta col contributo della Cassa di Risparmio e delle Cotoniere Meridionali (gli altri Enti: Municipio, Banche, ecc. se ne sono disinteressati, e la Congregazione di Carità, soltanto nel 1924, ha deliberato il suo contributo), sarà quella che risolverà in avvenire il problema educativo locale, sempre quando gli aiuti finanziari non verranno meno pel suo mantenimento.

SCUOLA POPOLARE DI DISEGNO – Venne fondata nel gennaio del 1891 dalle « Società Operaia di M. S. » e « Società Cooperativa di M. S. ». L’insegnamento veniva impartito gratuitamente ai figli dei soci dei due sodalizi e con tenuissimo onorario per le persone estranee alla Società. Al mantenimento provvedevano il Comune, la Cassa di Risparmio e la Banca Matese con sussidi annuali; ma avendo i due ultimi Istituti soppresso l’assegno, per un gretto senso di economia, la scuola tirò avanti sino al 1916, epoca in cui terminò la sua missione.

UNIVERSITÀ POPOLARE – Ad iniziativa del Circole « Ercole d’Agnese », che all’uopo nominò un Comitato Direttivo, si fondò in Piedimote, nel 1912, l’« Università Popolare » tendente a fornire alle classi lavoratrici una più larga istruzione e cultura. Non poche furono le conferenze e le lezioni fatte, alle quali intervenivano numerose rappresentanze operaie, ma poco più di un anno dalla sua fondazione, l’utile istituzione ebbe completamente a cessare per il disinteressamento, in particolar modo, dei dirigenti, e per le ostilità cui venne fatta segno.

BIBLIOTECA LUDOVICO PATERNO – Fondata nel 1909 dal Circolo « Dio e Patria », e fornita di discrete opere. Ha un’ampia sala di lettura in un vano terraneo dell’Episcopio, concessa dal Vescovo. È aperta tutti i giorni, e si regge con mezzi dati dalla Curia.

BIBLIOTECA ERCOLE D’AGNESE – Venne fondata nel 1909 dal Circolo di Cultura « Ercole d’Agnese », e nei primi tempi fu molto frequentata. È ricca di buone opere, ma è chiusa al pubblico da alcuni anni perché sita nel Rione S. Giovanni in luogo incomodo.

BIBLIOTECA MAGISTRALE – Funziona egregiamente dal 1919. Ne usufruiscono i maestri della circoscrizione scolastica. Si va arricchendo di pregevoli opere pedagogiche e letterarie. La Biblioteca è stata fondata dagli stessi maestri senz’altro contributo che le quote personali.

Recentemente l’autore di queste « Memorie » – che aveva raccolte parecchie centinaia di volumi per la fondazione di una Biblioteca comunale – ne fa fatto deposito presso la Magistrale, in considerazione del fatto che il Municipio si disinteressò completamente dell’impianto.

OSSERVATORIO METEOROLOGICO – Quest’Osservatorio sul Monte Muto (m 579), venne fondato nel 1875 da un benemerito conterraneo: Beniamino Caso. Esso fu il primo impianto del genere sull’Appennino meridionale. Le spese per l’acquisto d’istrumenti e per l’adattamento dei locali furono sostenute dal Caso, dal Comune e dall’Amministrazione Provinciale.

Curò l’impianto il celebre P. Denza. È dotato di termometri, barometri, sismografi, anemometri, termo-psicometri, bussole, cannocchiali, cronometri, calamite, apparecchi per la misurazione della evaporazione, e di una meridiana.

Il 10 ottobre 1886, tre anni dopo la morte di Beniamino Caso, il Municipio murò nella facciata dell’Osservatorio la seguente lapide in onore del fondatore:

In questo ermo loco – Presso il Pio Santuario – Sfera serena ove fastigio non arriva – Bene si addice celebrare la memoria di Beniamino Caso – Anima nobile indole modestissima – Rapito ai vivi il 13 ottobre 1883 – A lui – Deputato al Parlamento 1861-1865 – Consigliere Provinciale – Presidente del Comizio Agrario del Circondario – Che per tenacità di onesti propositi – Per amore del bene e del giusto – Per civili e private virtù senza iattanza rifulse – Che a fondare e dirigere quest’Osservatorio – Fra le altre cure l’animo attese – Il Municipio di Piedimonte d’Alife – Questa lapide – Pose – 10 ottobre 1886.

EQUATORIALE STEINHEIL – Nel 1912 quest’Osservatorio si arricchì di un importante apparecchio, di notevole valore: un Equatoriale Steinheil, originale, nuovo, offerto in dono al Municipio dal concittadino Giovanni Carullo, residente nell’America del Sud.

Con questo Equatoriale si possono fare delle osservazioni astronomiche di pieno giorno. Con esso si distinguono i più minuti dettagli di oggetti e cose site a vari chilometri lontani. All’Equatoriale è unito un apparecchio di orologeria il quale, avendo il movimento di rotazione della Terra, fa sì che fissato l’istrumento all’astro che si vuole osservare, ne segue automaticamente il corso, senza che l’osservatore sia costretto a spostarlo. Di questo Equatoriale ne seno forniti soltanto otto Osservatori europei: Parigi, Londra, Berlino, Brunswick, Vienna, Roma, Firenze e Catania. La nostra Piedimonte è il nono paese che ha la fortuna di possederlo.

Senonché l’Equatoriale del Convento di S. Maria Occorrevole, attende che il Municipio costruisca la cupola apribile di cui ha bisogno, come da progetto del Prof. Zappa.

EQUATORIALE STEINHEIL

MUSEO CIVICO – Venne fondato nel 1913 dallo scrivente, e il Municipio cominciò anche a dotarlo; ma dopo alcuni anni ... se ne dimenticò. Tutto un notevole materiale archeologico, storico ed artistico raccolto, giacque impolverato e negletto. Durante l'amministrazione straordinaria del Commissario Prefettizio Adelchi Albanese, il materiale venne riordinato e collocato in apposite vetrine a primo piano dell'ex Monastero di S. Salvatore, e il 3 giugno 1923 il Muse fu solennemente inaugurato. Esso, quantunque modesto, fu una rivelazione. Contiene cimeli assai pregevoli di arte sannitica e romana, appartenenti alla regione.

La nostra popolazione, visitandolo, si convinse che un museo non va ritenuto per una semplice raccolta di anticaglie, ma come una forza agente nell'educazione artistica, ed una necessità storico - morale dell'arte: un quadro, un vaso, un musaico, un bronzo od un monumento, sono gl'inni della Patria che parlano al cuore ed alla mente.

Senonché, due mesi dopo l'inaugurazione, il Museo venne chiuso per essere stato costretto lo scrivente - che vi prestava gratuitamente l'opera di Direttore - a non più occuparsene nei giorni festivi destinati per le visite del pubblico, e perché costretto a cedere finanche la sala di direzione ad un'associazione di mestiere!

Al presente (1924) tutto il materiale in esso raccolto, allo scopo della pubblica cultura, giace abbandonato e senta custodia. L'insegna del Museo: « Colligite ne pereant », ha avuto, come si è visto, un'applicazione alla rovescio.

SCUOLA D’ARTI E MESTIERI – Dopo quasi un ventennio da che la cittadinanza aveva reclamata l’istituzione di una scuola professionale per promuovere l’incremento e lo sviluppo delle industrie locali, mercé la preparazione delle relative maestranze, in considerazione anche del fatto che essa fu sempre privata di una scuola media, e dopo che le Amministrazioni municipali, succedutesi dal 1904 in avanti, mentre avevano riconosciuta l’utilità della scuola, nessuna ne aveva promosso l’impianto, finalmente nel 1923 – durante l’amministrazione straordinaria Albanese – la scuola venne realizzata. Concorsero all’impianto vari Enti e cittadini, versando notevoli contributi; e il 3 giugno di quell’anno, in occasione della festa dello Statuto, la scuola venne ufficialmente inaugurata e posta in stato di funzionamento. Essa iniziò la sua missione con officine per fabbri, meccanici, elettricisti, tipografi ed ebanisti, e con insegnamenti di Fisica, Chimica, Matematica, Plastica e Disegno, nei locali a pianterreno dell’ex Monastero di S. Salvatore, all’uopo sistemati. Mentre si stavano iniziando le pratiche per la sua regificazione, la scuola chiuse i suoi battenti, in odio ai dirigenti ed al suo iniziatore.

Così, in Piedimonte, è stata distrutta sul nascere un’importante istituzione che avrebbe apportato, in breve tempo, non pochi beneficii a tante famiglie di artigiani ed al commercio locale.

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