Surrentum

Prefazione

Questo studio di Maricì Martins Magalhães va salutato come un avvenimento di rilevante valore culturale per la conoscenza di Sorrento antica, non limitatamente alla realtà urbana, ma comprendente l’intero territorio circostante, da Vico Equense a Punta della Campanella.

Tale era stata l’impostazione dei lavori di Julius Beloch e di Paolino Mingazzini, che sotto il nome Surrentum avevano compreso l’area ‘aequana’, la piana sorrentina e il promunturium Minervae. Il lavoro della studiosa brasiliana, quindi, prende in esame non solo la collezione epigrafica conservata nel Museo Correale di Terranova, costituita essenzialmente da epigrafi provenienti dalla città o dalle necropoli urbane meridionali e orientali, ma anche tutte quelle scoperte in tempi diversi nel territorio della penisola sorrentina ed oggi conservate in alcune chiese locali e principalmente al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Di Grande interesse sono infatti alcuni documenti epigrafici scoperti nell’Ottocento e trasferiti nei depositi del Museo napoletano, dove sono stati ‘scavati’ dalla studiosa che qui li illustra e li presenta per la prima volta, anche fotograficamente.

Non sono mancati, è vero, a partire dall’ultimo venticinquennio del secolo appena trascorso, specifici contributi sulle fonti letterarie, l’epigrafia greca, italica ed etrusca, le fonti numismatiche, le epigrafi egizie dei monumenti faraonici di Sorrento: riletture di documenti già noti o presentazioni di nuovi monumenti epigrafici; ma con la pubblicazione di questo volume tale particolare settore della documentazione antica sul territorio sorrentino, quale è quello delle fonti, fa un notevole balzo in avanti.

Lo studio si avvale del non trascurabile bilancio di attività di studio e di ricerca archeologica, sulla penisola, di questo ultimo quarto di secolo, che ha fatto registrare notevoli progressi nella conoscenza del territorio (attraverso scoperte occasionali, scavi, contributi scientifici e mostre) dalla Preistoria all’età arcaica e classica. Soprattutto si è avvalso dei recenti contributi sul periodo ellenistico-romano riguardanti, da una parte, la topografia urbana di Surrentum, gli spazi e gli edifici pubblici, le ville urbane e le aree suburbane con relative necropoli e, dall’altra, tutto il territorio da Vico Equense a Punta della Campanella con gli insediamenti secondari, le ville rustiche, la viabilità, gli approdi, le vile marittime.

Al di là del rigoroso catalogo, delle varie tabelle, indici e repertori, delle immagini spesso inedite, della minuziosa ricostruzione della storia della raccolta di epigrafi, greche e romane, alle quali viene riconosciuto un ‘potenziale di informazione autonomo’ e il valore del testo di prima mano, il risultato più affascinante dello studio e della indagine condotti dalla studiosa è costituito dal monumentale capitolo sui lineamenti di storia sociale della penisola sorrentina. Attraverso la contestualizzazione dei dati epigrafici e archeologici, vengono inquadrati i quasi mille anni della storia (IV sec. a.C. – VI sec. d.C.), delle istituzioni e della società sorrentina, che le epigrafi racchiudono. Accanto a personaggi di rango senatorio, equestre, decurionale, che probabilmente possedevano lussuose ville marittime o aziende agricole, emerge una piccola oligarchia municipale legata alla produzione agricola e alle cerchie della capitale. Grande è il gruppo costituito da vernae, servi e ricchi discendenti di liberti imperiali (spesso specializzati in un ‘ufficio’ o in un ‘mestiere’) che servivano nei numerosi possedimenti sorrentini dell’imperatore e non mancano personaggi appartenenti al ceto medio/basso della popolazione.

Infine la studiosa, che si è già occupata della documentazione epigrafica dell’agro-sarnese e dell’area stabiana, istituisce utili ed interessanti confronti tra i gentilizi di Surrentum e quelli di Pompei, Herculaneum e Nuceria/Stabiae.

Marco Russo