Nogaro_vivere è Gesù Cristo

Vivere è Gesù Cristo. Recensione di Gaetano Andrisani in Taccuino Casertano – Religione, politica e varia umanità, Saggi Storici Casertani, Caserta 1996, p. 53.

Il nuovo libro di Nogaro è un manuale di riflessioni spirituali, il quale dà spunti per meditazioni proficue; lo vorremmo dire quasi un testo di ascetica, ma commisurato alla necessità di ogni giorno dell’uomo casertano per il quale è scritto, e non solo di questo. L’autore chiede l’introduzione all'ultimo sacerdote che ha ordinato in diocesi, il più giovane, Antonello Giannotti, che, dopo aver chiarito il «motivo dominante» dell’azione pastorale di Nogaro, cioè portare al cuore di ogni uomo le ragioni della vita e le consolazioni dell’esistenza, riferisce di alcune testimonianze di operatori della «Missione-Giovani» un movimento di apostolato diocesano voluto dal presule come strumento di lievitazione di vita spirituale in diocesi. Tra queste testimonianze, citiamo quella di Filippo Frattolillo, parroco di Santa Barbara, una delle tante borgate di Caserta cariche di storia religiosa, il quale appunto sottolinea la necessità di «ringiovanire e arricchire il popolo di Dio che cammina ricercando la terra del cielo, senza dimenticare il sevizio all'uomo, a questo uomo che è tanto desideroso di vedere e conoscere Gesù».

Il testo si compone di sei lettere, di quelle che periodicamente il vescovo invia ciclostilate ai giovani della «Missione» e in molti ambiti differenziati della diocesi, e di cinque messaggi che hanno intitolazioni significative: Il segno della vita; La luce della vita; La fede è la creazione della vita; La vita è l’amore; e Amo la Chiesa. Conclude il libro, che di poco supera le cento pagine ma è denso di contenuti, la Via Lucis, una professione di fede che segnala l’effettiva trasfigurazione della vita umana, quando è vissuta in compagnia con Cristo risorto, e una testimonianza «sostenuta dalla misericordia del Padre e dall’alta tensione esistenziale dell’uomo». Si tratta di una proposta formulata ex abundantia cordis, ma pure ragionata nei termini di un impianto ascetico moderno, da verificare nella vita spirituale di ciascuno di noi.

Non è la prima volta che siamo impressionati dalla necessità che sente Nogaro di portare l’uomo al centro della vita; questo volume pure risente molto di tale impostazione dottrinaria. Si conclude, difatti, così: «L’evento del Dio fatto uomo è di una novità inaudita, che dà luogo ad un’antropologia di una ricchezza inesauribile, piuttosto che ad una teologia». Anche questo paradosso antropocentrico per certi aspetti segnante un ribaltamento della nostra visione della vita, essenzialmente cristocentrica, ci spinge a riflettere e a stupirci: dobbiamo ringraziare Dio per la grazia che ci dà del vescovo Nogaro, il quale ci offre continuamente occasioni di ripensare alla nostra esistenza nella luce divina, d’infervorarci nel nostro itinerario di salvezza e di colmarci di carità. Le coordinate della kenosis riproposta nel libretto come traccia di vita le dobbiamo profilare nel nostro cuore per indicarle agli altri come linee di riferimento per la salvezza.

6 novembre 1994