Alife dalla Colonia al Gastaldato

Federico Marazzi – Enrico Angelo Stanco

ALIFE. DALLA COLONIA ROMANA AL GASTALDATO LONGOBARDO.

UN PROGETTO DI LETTURA INTERDISCIPLINARE DELLE EMERGENZE STORICO-ARCHEOLOGICHE

Introduzione

Da alcuni anni, la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Caserta con la collaborazione dell’insegnamento di Archeologia Medievale dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, hanno avviato un progetto di ricerca per la ricostruzione della facies archeologica di età post-classica dell’area urbana del municipium romano di Allifae[1].

Questo progetto prevedeva inizialmente solo l’analisi, per il periodo compreso fra il V ed il XII secolo, dei risultati emersi dagli oltre trenta interventi di indagine archeologica svolti in città dalla Soprintendenza, a partire dalla fine degli anni ’80 del XX secolo, nonché lo studio dei materiali relativi, custoditi presso il locale Ufficio Scavi. Tuttavia, l’avvio, a partire dall’inizio del 2007, di interventi di esplorazione archeologica estensiva, promossi dal Comune, di alcuni dei più importanti complessi monumentali della città antica (l’Anfiteatro e il Criptoportico), ha obbligato a una ridefinizione di tempi e modalità di conduzione del progetto stesso, in virtù dell’enorme mole di dati che tali indagini hanno permesso di acquisire, e quindi della necessità che gli stessi vengano opportunamente elaborati e condotti ad integrale edizione, cosa che dovrà avvenire entro l’anno 2009.

L’obbiettivo finale resta comunque resta comunque quello di formulare ipotesi sulle condizioni di frequentazione della città attraverso i secoli e sui ritmi e le forme di trasformazione dell’impianto urbanistico di età classica, tentandone un esperimento di monitoraggio complessivo affine, ad esempio, a quello che è stato esemplarmente condotto negli anni ’80 a Brescia sotto la direzione di Gian Pietro Brogiolo[2].

Nella presente sede desideriamo presentare alcuni risultati preliminari emersi da tale programma di ricerca, facendovi anche confluire alcune prime considerazioni d’insieme scaturite dalle indagini svolte presso l’Anfiteatro e il Criptoportico.

Per la fase tardoantica, a cura di Enrico Stanco, essi procedono da una lettura delle evidenze archeologiche relativamente in primis all’analisi delle evidenze epigrafiche e delle produzioni ceramiche d’importazione; per la fase altomedievale, a cura di Federico Marazzi, i dati che qui si analizzano sono sia quelli relativi alle fonti scritte disponibili per i secoli VIII e IX (che rendono peraltro possibile anche un primo confronto fra Alife città ed il suo comprensorio), sia anche i dati emersi da una prima valutazione delle testimonianze materiali in corso d’esame...

[1] Gli autori desiderano ringraziare: il Soprintendente per i Beni Archeologici delle Province di Napoli e Caserta, dott.ssa Maria Luisa Nava e il Preside della Facoltà di Lettere dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, prof. Piero Craveri, per aver sostenuto l’attuazione del presente progetto di ricerca attraverso la convenzione di collaborazione fra Università e Soprintendenza; il Sindaco di Alife, avv. Roberto Vitelli, e l’Assessore al Patrimonio Storico-Archeologico del Comune di Alife, prof. Alessandro Parisi, per la promozione delle indagini su alcuni importanti monumenti dell’antica Allifae (Anfiteatro e Criptoportico), assai ricchi di informazioni per le fasi post-classiche della città stessa; il vescovo di Alife-Caiazzo, mons. Pietro Farina, per aver avviato, con la nostra collaborazione, un progetto di ricerca per la ricostruzione delle testimonianze più antiche del Cristianesimo nel territorio diocesano; la dott.ssa Floriana Miele, della Soprintendenza, che ha raccolto e registrato i primi, importantissimi dati archeologici sulle fasi post-classiche di Allifae; la dott.ssa Donatina Olivieri, field director del cantiere del Criptoportico; la dott.ssa Valentina Cosentino, field director del cantiere dell’Anfiteatro; la dott.ssa Rosaria Monda, responsabile degli scavi nella proprietà Avecone; il dott. Luigi Di Cosmo e il dott. Pasquale Salamida, che hanno avviato lo studio dei materiali ceramici postclassici di Alife.

[2] Brogiolo 1993.

ALIFE. FROM THE ROMAN COLONY TO THE LOMBARD “GASTALDATUS”.

A PROJECT OF INTERDISCIPLINARY READING OF HISTORIC AND ARCHAEOLOGICAL EVIDENCES

The paper gives an overview of the available evidence concerning the postclassical phases of occupation of the city f Alife (Campania). The city, falling into the territory of the Late Roman province of Samnium, is widely famous among archaeologists for being a paradigm of the roman town, whose topography is based upon the perpendicular grid of cardines and decumani. Its Late Antique and Medieval life had been until now scarcely taken into consideration, although written sources attest the existence of a bishopric since the fifth century and its role as the see of a “gastaldatus”, under the rule of the Duke of Benevento, during the lombard period. Data collected from rescue excavations and, more recently, the extensive investigation of two major monuments of the Classical period (the Cryptoporticus and the Amphitheatre) show that the city was never abandoned and that imported pottery and amphorae reached it down to the late 6th century. The city landscape suffered drastical changes, though, since at least the 5th century, with the destruction of houses inside the city walls and the conversion of the amphitheatre into a burial ground and a workshop area. The Early Middle Ages demonstrate that, among the ruins of the classical city, life continued and that, as of the late 9th and 10th centuries, the spaces within the walls were densely inhabited, while the amphitheatre was abandoned once for all during the 9th century. The “renaissance” of the city coincides with its reassessed military relevance, that became evident during the conflicts between Lombards and Arabs during the late 9th century and the appearance of a Lombard count and the rebirth of the bishopric during the 10th century.

The excavations have produced evidence of a rich material culture, including a wide range of locally produced pottery. This essay is an anticipation of the final edition of the excavations at the Cryptoporticus and at the Amphitheatre, which will appear during 2009, and is the first attempt to focus problems and potential of an integrated approach to the study of the town landscape, carried out through the study of material culture, architectural remains and written sources, thanks to the cooperation between the Superintendency of Caserta and Benevento, the Suor Orsola Benincasa University of Naples and the City Council of Alife.