Mommsen tra Germania e Italia

Marco Buonocore

Theodor Mommsen tra Germania e Italia

In «Carlo Promis e Theodor Mommsen: Cacciatori di Pietre fra Torino e Berlino» a cura di S. Giorcelli Bersani, 2015, pp. 8-25


Il 4 giugno 1848, pochi mesi dopo l’instaurazione della II Repubblica, Victor Hugo (1802-1885) veniva eletto nell’Assemblea costituente. Tra i numerosi discorsi da lui pronunciati merita ricordare quello del 10 novembre 1848 in risposta al progetto di riduzione delle spese di bilancio, con l’esiziale introduzione di tagli alla cultura[1]:

“[…] Io dico, signori, che le riduzioni proposte sul bilancio speciale delle scienze, delle lettere e delle arti sono negative per due motivi: sono insignificanti dal punto vista finanziario e dannose da tutti gli altri punti di vista. […] Questo sistema di economie fa vacillare in un sol colpo tutto questo insieme di istituzioni civilizzatrici che è, per così dire, la base dello sviluppo del pensiero francese. E quale momento viene scelto? È qui, a mio parere, l’errore politico grave che vi segnalavo all’inizio; quale momento viene scelto per mettere in dubbio tutte le istituzioni in un colpo solo? Il momento in cui sono più necessarie che mai, il momento in cui, anziché limitarle, bisognerebbe ampliarle e farle crescere. Eh! Qual è in effetti, e faccio appello alla vostra coscienza, faccio appello ai sentimenti di tutti voi, qual è il pericolo della situazione attuale? L’ignoranza. L’ignoranza più ancora che la miseria. L’ignoranza che straripa, che ci assedia, che ci investe da tutti i lati. […] È in un momento simile, davanti a tale pericolo, che si pensa di attaccare, di mutilare, di spogliare tutte queste istituzioni che hanno come scopo preciso di perseguire, di combattere, di distruggere l’ignoranza! […] Ebbene, il grande errore del nostro tempo, è stato indirizzare, dico anche di più, di piegare lo spirito degli uomini verso la ricerca del benessere materiale, e di distoglierlo di conseguenza dal benessere religioso e dal benessere intellettuale. […] Bisognerebbe moltiplicare le scuole, le biblioteche, i musei, i teatri, le librerie. […]”.

Investire nella cultura

Certamente Theodor Mommsen (1817-1903)[2] avrebbe in pieno sottoscritto l’accorato appello di Victor Hugo, tremendamente ancora attuale; anche perché ben sappiamo quanto nei confronti della cultura l’illustre storico sempre si sia battuto e non solo nella sua Berlino e come abbia con soddisfazione plaudito all’avanzamento scientifico di ogni nazione. Lo si capisce chiaramente, ad esempio, leggendo alcune righe della praefatio congiunta ai volumi IX e X del Corpus inscriptionum Latinarum, datata 13 giugno 1882[3], allorché, scrivendo dell’Italia all’indomani dell’Unità, faceva rilevare quanto questa si fosse messa in moto anche sul piano culturale e potesse così confrontarsi con pari dignità con la situazione esistente in altre realtà europee. Le condizioni dell’Italia erano sensibilmente migliorate rispetto a trent’anni prima, quando cioè aveva ultimato la raccolta delle iscrizioni latine del Regno di Napoli: le biblioteche erano costantemente aperte al pubblico, i musei rinnovati o istituiti ex novo, nelle città e in ogni provincia della nuova Italia si avvicendavano sovrintendenti che con intelligenza e competenza cercavano di tutelare e salvaguardare le antichità. Mommsen sottolineava, inoltre, la disponibilità e la condivisione degli studi da parte degli italiani, non più reticenti o gelosi verso quanti, soprattutto stranieri, erano potenzialmente interessati a studiare le loro res patriae. Questo nuovo status era agevolato dalla possibilità di muoversi con maggior agio in tutte le contrade anche quelle più interne della penisola rispetto agli anni passati[4].

Poteva quindi ribadire, anzi ulteriormente confermare, quello che aveva anticipato cinque anni prima nella prefazione del volume V del CIL dedicato all’Italia settentrionale, in cui evidenziava che gli studi in Italia erano fiorenti e favorevoli a ogni tipo di collaborazione scientifica anche con la Prussia. Per la costruzione di questo volume ricevette proficua collaborazione dall’Accademia delle Scienze di Torino, di cui divenne socio nel 1861, quantunque non ebbe un sereno dialogo con tutti gli accademici a causa dei diversi orientamenti politici e culturali (si pensi alle tensioni nate intorno alla autenticità delle “Carte di Arborea” sostenuta da vari membri dell’Accademia torinese, tra cui Carlo Baudi di Vesme [1805-1877]).

Torino, caratterizzata da un fervore di studi tale da spingere Mommsen a definirla «la capitale de l’Italie pour les études sérieuses», aveva in Carlo Promis (1808-1873) un personaggio di spicco, che assiduamente collaborò con Mommsen nella realizzazione del maestoso volume V del CIL: professore di architettura nell’Università di Torino, ma anche ispettore dei monumenti d’antichità nei Regi Stati e regio archeologo e membro, appunto, dell’Accademia torinese... leggi tutto



[1] Hugo v., Contro i tagli della cultura. Traduzione di Carlotta Prada, Pavia 2011, pp. 33-45.

[2] Su Mommsen si considerino sempre Wickert L., Theodor Mommsen. Eine Biographie, I-IV, Frankfurt/M. 1959-1980 e Rebenich St., Theodor Mommsen. Eine Biographie, München 2002 (2007²). In particolare per approfondimenti su quanto esposto in questo contributo (oltre a quanto citato nelle note seguenti), rimando a: Buonocore M., Theodor Mommsen e gli studi sul mondo antico. Dalle sue lettere conservate nella Biblioteca Apostolica Vaticana, Napoli 2003 (Università di Roma «La Sapienza». Pubblicazioni dell’Istituto di Diritto Romano e dei Diritti dell’Oriente Mediterraneo 69); Theodor Mommsen e l’Italia. Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 3-4 novembre 2003, Roma 2004 (Atti dei Convegni Lincei, 207); Theodor Mommsen. Wissenschaft und Politik im 19. Jahrhundert, a cura di A. Demandt, A. Goltz, H. Schlange-Schöningen, Berlin 2005; En el centenario de Theodor Mommsen (1817-1903). Homenaje desde la Universidad Española, a cura di J. Martínez-Pinna, Málaga - Madrid 2005; Voci A.M., Un anello ideale fra Germania e Italia. Corrispondenze di Pasquale Villari con storici tedeschi, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Roma 2006 (Biblioteca scientifica, ser. 2, 94); La ricerca epigrafica e antiquaria nelle Venezie dall’Età Napoleonica all’Unità. Atti del Convegno di Studi. Udine - San Daniele, 6-7 ottobre 2006, a cura di A. Buonopane, M. Buora, Marcone, A. Varese 2007, 18-52; Theodor Mommsen e il Lazio antico. Giornata di Studi in memoria dell’illustre storico, epigrafista e giurista, Terracina, Sala Valadier, 3 aprile 2004, a cura di F. Mannino, M. Mannino, D.F. Maras, Roma 2009 (Studia archaeologica, 172).

[3] CIL IX-X, p. xviii.

[4] Buonocore M., Ex tenebris lux facta est. Theodor Mommsen e gli studi classici in Italia dopo l’Unità: bilanci e prospettive, in La tradizione classica e l’unità d’Italia. Atti del Seminario (Napoli - Santa Maria Capua Vetere 2-4 ottobre 2013), a cura di S. Cerasuolo, M.L. Chirico, S. Cannavale, C. Pepe, N. Rampazzo, Napoli 2014 (Filologia e tradizione classica, 1), pp. 237-260.