La vicenda evolutiva di Rupecanina

GIOVANNI COPPOLA, LUIGI DI COSMO, FEDERICO MARAZZI

POTERE E TERRITORIO NELLA CAMPANIA SETTENTRIONALE FRA XI E XIII SECOLO: LA VICENDA EVOLUTIVA DEL CASTELLO E DEL VILLAGGIO FORTIFICATO DI RUPE CANINA

CONSIDERAZIONI PRELIMINARI AD UN PROGETTO DI RICERCA ARCHEOLOGICA E VALORIZZAZIONE.

1. IL QUADRO STORICO DI RIFERIMENTO

Alla fine di aprile del 1139, la morte improvvisa di Rainulfo Drengot, terzo conte di Alife e Caiazzo (1115-1139), e poi duca di Puglia (1137-1139), metteva fine ad un periodo, di circa dieci anni, in cui il territorio del medio Volturno era stato attraversato dalla corrente impetuosa degli eventi relativi alla lotta per l’unificazione del meridione peninsulare alla nuova monarchia nata in Sicilia nel 1130.

Era stata proprio la personalità veemente e ambiziosa di Rainulfo a determinare il coinvolgimento in prima linea di Alife e del suo territorio nell’aspra lotta per il controllo del Mezzogiorno continentale. Rainulfo discendeva infatti dalla famiglia dei principi di Capua (la più antica casata normanna pienamente affermatasi in Italia), ma aveva anche sposato una sorella di Ruggero d’Altavilla, secondo conte di Sicilia. Suo padre, Roberto Drengot, aveva ereditato la contea a sua volta dal proprio padre, Rainulfo I Drengot, fratello di Riccardo, principe di Capua. Rainulfo, quindi, rappresentava in modo esemplare quella nobiltà che con grande difficoltà riusciva ad accettare l’idea di una sovranità personale sulla propria signoria dimidiata dall’esistenza di un superiore potere regio. Di fronte, quindi, all’iniziativa di Ruggiero, Rainulfo è protagonista, negli anni ’30 del XII secolo, di una serie di ribellioni che, come sottolineò efficacemente il Norwich (NORWICH 1972, p. 70; DELOGU 1984; CUOZZO 1989a e 1989b), con calcolati opportunismo ed ambiguità dovevano servire a mantenere il Mezzogiorno nell’impossibilità di essere governato in modo troppo deciso da un unico potere, salvo poi scendere anche a trattativa con quest’ultimo, qualora le condizioni lo imponessero, ma sempre in condizioni tali da poter mantenere forti margini di autonomia politica e amministrativa (GALASSO 1977, pp. 61-74; CORRAO 2001, p. 116).

Nel quadro di questa prospettiva politica devono essere inquadrate le vicende della signoria, con al centro Alife, della quale Rainulfo II era comes, nonché la strutturazione del suo territorio e delle sue difese militari, tra le quali s’inserisce anche il castello di Rupe Canina (GAMBELLA 2000).

Rupe Canina, evidentemente per la sua posizione strategica a ridosso di Alife e in posizione geografica superba, in grado di dominare tutta la media valle del Volturno e di traguardare il mare al di là dei monti Trebulani, occupa un ruolo di primo piano nelle vicende di questa signoria, che, al momento di massima estensione, intorno al 1135, si estendeva da Ciorlano (verso Venafro) a Caiazzo (verso Capua) e a Gioia Sannitica e Faicchio (verso Benevento). L’iniziativa di Ruggiero II contro il cuore dei possedimenti di Rainulfo II, nel 1135, per debellarne la ribellione, passa infatti non solo per l’assalto ad Alife, ma anche per quello a Rupe Canina, che doveva quindi costituire un caposaldo di importanza cruciale nella resistenza dei Drengot contro l’Altavilla. Questa centralità strategica del ruolo di Rupe Canina è indirettamente dimostrata dal fatto che il fratello e principale compagno d’arme di Rainulfo II, Riccardo, era insignito proprio della signoria di Rupe Canina, titolo che continuerà ad essere portato dai successori di Riccardo, malgrado il fatto che, dopo la definitiva sconfitta dei Drengot, nel 1139, Ruggiero II li avesse espropriati dei loro possedimenti e avesse smembrato lo “stato” alifano, distaccando proprio Alife da Rupe Canina (che viene attribuita alla contea di Prata Sannita), quasi a significare, con questa decisione, la volontà di staccare per sempre la pericolosa simbiosi fra i due centri.

La storia di Rupe Canina non si esaurisce con il concludersi della parabola dei Drengot. A metà del XII secolo, il Catalogus Baronum testimonia della già ricordata attribuzione della rocca alla contea di Prata. In età federiciana, Rupe Canina rientra nella ristretta schiera di fortificazioni già normanne della Campania settentrionale di cui Federico II fa ripristinare la piena funzionalità e riorganizzare il presidio militare, avvalendosi della collaborazione dei Cavalieri Teutonici (PISTILLI 1999a e 2003; CIELO 2001). Ciò al fine di rafforzare la prima linea di difesa del Regno verso il confine settentrionale, violato dalle truppe papali nel 1229. Il XIII secolo, quindi, appare come il momento di pieno sviluppo della fortezza di Rupe Canina, consolidato nel XIV secolo dalla presenza, come feudatari del borgo, di famiglie fortemente legate alla corte angioina, come i Marzano (MARTONE 1981). La storia tardomedievale del sito sembra subire una svolta radicale, in senso negativo, nel secondo quarto del XV secolo, con il saccheggio compiuto dalle milizie pontificie del cardinale Vitelleschi nel 1437 (CAIAZZA 2001a), che erano entrate nel Regno al fine di sostenere il partito angioino contro le pretese degli Aragonesi (CARAVALE, CARACCIOLO 1978, 57). Da quel momento si sarebbe verificato il progressivo spopolamento del sito di altura, a vantaggio degli insediamenti di mezza costa, rappresentati dagli odierni abitati di Sant’Angelo di Alife e di Raviscanina.

F.M.

2. IL SITO: UNO SGUARDO D’INSIEME

2.1 Le caratteristiche generali

Il sito di Rupe Canina (sito a cavallo fra il territorio comunale di Sant’Angelo di Alife e quello di Raviscanina) si presenta oggi come un caso esemplare e notevolmente spettacolare di villaggio fortificato dell’epoca tardo-medievale... Leggi tutto