Il cieco guarito a Cafarnao

IL CIECO GUARITO A CAFARNAO (EX FABBRO DI CESAREA MARITTIMA)

 

Il capitolo 58 recante il titolo redazionale Guarigione di un cieco a Cafarnao è uno di quelli non in sequenza temporale dati da Gesù a Maria Valtorta, per la conversione del cugino Giuseppe Belfanti, il 7 ottobre 1944. Alcuni giorni prima, ossia il 3, (capitolo 503) Egli aveva mostrato e trattato ampiamente gli errori e le conseguenze alle quali si espongono quelli che ricorrendo alla negromanzia e volendovi liberamente persistervi diventano facili prede di Satana.

Non essendovi in esso dati astronomici che possano favorirne la collocazione né alcuna indicazione del Divino Maestro su dove porlo al momento della stesura dell’Opera occorre considerare l’insieme dei capitoli (58-65) che riguardano il ritorno a Cafarnao di Gesù dopo la sosta a Nazaret dalla Madre.

Cronologicamente, i motivi per i quali questo capitolo andrebbe posticipato sono:

1.   In esso è detto che Gesù si affaccia dall’uscio della casa della burbera suocera di Pietro la quale però, umanamente, ancora non conosce essendovi stato ospitato solo due capitoli dopo;

2.       Inoltre, si parla di un’altra pesca molto fruttuosa avuta in precedenza (v. capitolo 64 dal titolo “La pesca miracolosa…”) avvenuta grazie alla carità avuta da Pietro in favore dei pellegrini malati che erano in cerca di Gesù.

Per cui possiamo supporre che, mentre i primi discepoli permangono a Betsaida, Gesù rientrato a Cafarnao evangelizza nei dintorni. Il sabato è stabilito che ci si riunisca per le preghiere di rito in sinagoga[1]. Durante una di queste adunanze[2], dopo aver ammaestrato, Gesù guarisce un indemoniato; dopodiché, invitato da Simon Pietro va alla casa della suocera febbricitante per guarirla. Vi resta tutto il giorno e anche la notte. Andato poi a Corazim per onorare la promessa fatta a Isacco di Giona, rientra dopo quattro giorni (ben prima quindi del sabato atteso) e, sorprendendo tutti, parla in casa della suocera di Pietro[3] guarendo un paralitico. Successivamente va in riva al lago e da una barca ammaestra quanti non avevano potuto udirlo prima. Al termine, quando è ancora giorno, invita lo scettico Apostolo a chiamare gli altri e ad uscire sul lago per gettare le reti. Avviene così la prima pesca miracolosa.

È a questo punto che va messo il cap. 58 le cui vicende, tra l’altro, accadute in “un bellissimo tramonto estivo”, devono essere avvenute qualche giorno dopo.



[1] V. cap. 56 in cui Gesù al ritorno del pellegrinaggio a Gerusalemme, dopo aver esortato i pescatori a tornare alle reti promette: “Verrò a voi sovente, o vi farò chiamare quando sarò a Cafarnao”. E ciò rimarrà stabilito nonostante il tentativo fatto a Nazaret da Pietro che chiede alla Madonna di intercedere affinché Gesù li prenda subito con lui.

[2] Che siano state già più di una si capisce dal fatto che Pietro dica a Beniamino che porta a Gesù l’offerta fatta da un anonimo che poi si scoprirà essere il pubblicano Matteo: “Sempre la stessa forte somma! Ma chi è questa persona? Di', bambino! Chi è?”. In precedenza Matteo aveva invitato il ragazzo ad andare dicendogli “E' sabato. Porta questo al Rabbi di Nazaret e di' al tuo amico che preghi per me”.

[3] Precisamente “nello stanzone posteriore adibito alle reti, canapi, ceste, remi, vele e provviste”.