Miele_periodo romano

Floriana Miele

RINVENIMENTI DI EPOCA ELLENISTICO ROMANA

(in “Il Territorio tra Matese e Volturno”, 1997, pp. 61-65)

(...)

Ancora in corso di svolgimento importanti indagini archeologiche, di cui è stata data una notizia preliminare dal Soprintendente S. De Caro nel XXXVI Convegno di Studi sulla Magna Grecia svoltosi a Taranto nello scorso mese di ottobre 1996, eseguite per la realizzazione del metanodotto Pietravairano-Capriati al Volturno nella località Quattro Venti e S. Stefano di Raviscanina, in prossimità di un punto di guado fluviale che reca il significativo toponimo di Scafa e dove fonti medioevali ricordano ancora la presenza dei resti di un ponte romano sul quale transitava la strada Teanum Sidicinum-Allifae[1]. In un’area già individuata durante precedenti ricognizioni superficiali del terreno agricolo hanno messo in luce, oltre ad una povera tomba a fossa terragna, e al di sotto dello strato di crollo di tegole delle coperture e di intonaci parietali, quattro ambienti pertinenti ad una villa rustica, delimitati da muri in opus incertum: uno spazio esterno parzialmente scoperto con canaletta di tegole per lo scolo delle acque dei tetti, ed un corridoio con battuto in cocciopesto, sul quale si affacciano due vasti ambienti pavimentati in cocciopesto ed in opus signinum con crustae calcaree colorate e soglie monolitiche calcaree.

Dalla tecnica costruttiva impiegata, dai tipi di pavimentazioni presenti in situ, insieme ad altri frammenti in opus signinum puntinati o con reticoli di rombi di tessere calcaree bianche rimossi dalle arature, nonché dal tipo di ceramica rinvenuta negli strati di crollo, fra cui frammenti di terra sigillata italica con bolli, si può far risalire l’impianto della villa al I sec. a.C.-I sec. d.C., con pochi successivi rifacimenti murari in laterizi; cui segue la fase di lento abbandono ed obliterazione delle strutture, verosimilmente avvenuta in epoca tardo-imperiale (IV-V sec. d.C). Nei pressi, con numerosi elementi di reimpiego, fu edificato il battistero alto-medioevale di S. Stefano, che evidentemente faceva parte di un vero e proprio borgo sviluppatosi in età alto-medioevale, in una zona già peraltro occupata da una probabile statio di epoca romana, come sembrano confermare i resti dell’impianto termale del II secolo d.C. attestati in località Le Cerrete, altre strutture pertinenti a ville rustiche ed un mausoleo funerario rispettivamente in località Le Cappelle e Quattroventi di Raviscanina.

L’importanza strategica del sito sin da epoche preistoriche è altresì confermata dal rinvenimento, sulle colline sovrastanti il valico nella località Starze di Raviscanina, di un’area di spargimento di ceramica excisa tardo-appenninica della media e tarda età del Bronzo, su cui una notizia sarà data nel prossimo numero della Rivista di Scienze Preistoriche.

Nella stessa località, ma a Nord della Strada Statale 158, durante i medesimi lavori di metanizzazione, nonché in occasione di recenti indagini archeologiche ed interventi di restauro al mausoleo funerario romano situato nella località Torrione di Alife, è stato inoltre individuato il tracciato della via Venafrum-Allifae-Beneventum con piano stradale glareato.

(...)

[1] Per la ricostruzione della viabilità e della topografia storica dell’area, cfr. D. Caiazza, Archeologia e storia antica del mandamento di Pietramelara e del Montemaggiore. II – L’età romana, Isola del Liri (FR), 1995, pp. 109-140, ed in particolare pp. 114-122, tavv. XXII, XXIV, XXVII.