Piedimonte_30

Cap. XXX

ISTITUTI DI PUBBLICA BENEFICENZA

(pp. 303-308)

CONGREGAZIONE DI CARITÀ – La Congregazione di Carità, nella quale sono concentrate tutte le istituzioni di beneficenza pubblica, è, pei suoi scopi, uno degli Enti più importanti di Piedimonte. Venne costituita in forza della legge 3 agosto 1862 con l’intento di amministrare i beni destinati a favore dei poveri, di erogarne le entrate, e distribuire i soccorsi secondo le disposizioni testamentarie e secondo i bisogni dei poveri stessi. Essa successe alla Commissione Comunale di Beneficenza, riunendo le numerose e antiche istituzioni, in forza del Decreto 1° novembre 1871.

Il Consiglio d’Amministrazione è formato di nove componenti, compreso il Preside, nominati, fino a tutto il 1923, dal Consiglio Comunale. Con l’applicazione del R.D. 30 dicembre 1923, n.° 2841, per cui quattro Membri sono di scelta del Comune e cinque dell’autorità Sottoprefettizia, si sono sottratti ai poveri i diretti suoi rappresentanti.

Le istituzioni amministrate dalla Congregazione sono:

MONTE DEI PEGNI – Venne fondata nel 1616 dai confratelli delle Congregazioni del SS. Rosario, che vi destinarono tutti i superi di cassa accumulati. Anzi, per dare una sede propria al Monte, acquistarono dalla famiglia Pascarella un vano terreno in piazza S. Domenico (istrumento 7 settembre 1616 per Not. De Angelis).

Non si è mai potuto accertare il capitale di fondazione, ma un inventario del 1654 ci indica un capitale di ducati 1034 (L. 4394,50), dei quali: ducati 914 investiti in pegni di oro, argento, rame, ferro e tessuti diversi; ducati 97 rappresentanti due crediti, e ducati 23 in contanti.

Questo Monte – cosa notevole – non riscuoteva interessi sui pegni. Coloro che li riscattavano erano però tenuti ad elargire un’elemosina, deponendola in una cassetta destinata a raccoglierla, sulla quale era scritto: « Cassetta della Carità ».

Il Monte subì un furto nel 1708 di ducati 358,46; un secondo nel 1761, ad opera di un impiegato; ed un vuoto di cassa da parte di due procuratori portanti lo stesso cognome di famiglia. L’anno 1771 il Sac. Giambattista Battiloro elargì a favore di esso ducati 2503,933/4 e ducati 1000 in due capitali mutuati, di cui, il primo, di ducati 600 al 4% dati a Francesco De Benedictis, l’altro di 400 al 5% dati al Can. Arcangelo De Angelillis.

Il Monte subì, nel 1772, ancora un altro furto per cu fu chiuso.

Venne riaperto con nuovo capitale di ducati 608,29, ma nel 1799 fu saccheggiato dalle truppe francesi. Nel 1808, infine, il poco capitale rimasto, quello mutuato, venne incamerato dallo Stato.

Col fitto però della casa, accumulato in vari anni; col capitale dei pegni di rame, e con le rendite del mutuo De Angelillis, il Monte risorse, ed i pegni, – non più fatti senza interesse – fruttarono nei primi anni il15% poi il 6%.

Nel 1810 l’amministrazione del Monte passò alla Commissione di Pubblica Beneficenza, e nel 1820 aveva un capitale proprio di ducati 109,55, e col capitale depositato per conto di maritaggi non pagati a quell’epoca di ducati 902,342/3 il patrimonio sommò a ducati 1011,892/3. Il Monte cominciò, così, a fiorire, tanto che nel 1836 già possedeva un capitale proprio di ducati 2080,371/2 ed un capitale di deposito in ducati 2.187,70. Alla fine del 1880 il Monte aveva un capitale patrimoniale di L. 58.199,78 e a 31 dicembre 1924 di L. 109.352,90.

MONTE « MASTRODOMENICO » – Questo Monte venne istituito con testamento 17 dicembre 1691 da Filippo Mastrodomenico che lasciò le sue sostanze alla Cappella del SS. Sacramento con l’obbligo della celebrazione di varie funzioni religiose per la festività di S. Filippo Neri; per 1000 messe e per doti di maritaggio. Per queste ultime lasciò una rendita di ducati 200, per le messe 200, e per la festività di S. Filippo una rendita di ducati 26.

Nel 1871 tutte queste rendite sommarono a Lire 3000 e le messe annue a Lire 680.

MONTE « SORELLE DEL ROSARIO » – Venne istituito (istrumento del 12 giugno 1669 per Not. Ciccarelli) dalle iscritte alla Confraternita denominata Sorelle del Rosario. Non esistono però le tavole di fondazione. Estintasi la fratellanza i beni passarono all’Istituto di Pubblica Beneficenza.

Nel 1825 le rendite sommarono a ducati 176, di cui 7 per beneficenza, e il resto per culto. Nel 1871 figuravano: L. 1320 di entrata; lire 160 per beneficenza, il resto per culto, con 366 messe piane, 76 messe festive, e 24 anniversari.

MONTE DEI MORTI – Questo Monte ha origini antiche. Mancano però le tavole di fondazione. Nel 1824 le rendite sommarono a ducati 68, di cui 63 per culto e 5 per beneficenza.

MONTE « S. MARCELLINO » – Si tratta di una cappella laicale istituita con le offerte dei fedeli. Mancano le tavole di fondazione. Con le rendite che ha si celebrano 23 messe e 4 anniversari.

MONTE « ROSARIO DI ALIFE » – In origine era una confraternita, che poi si estinse nel 1812. Ha una rendita di L. 289. Per questo Monte si celebrano 5 messe.

MONTE « SANTISSIMO DI PIEDIMONTE » – Era, in origine, una confraternita. Nel 1871 aveva una rendita di L. 497. Celebra 20 messe e 6 anniversari. Per beneficenza ha una rendita di L. 77,00-

MONTE « SANTISSIMO DI VALLATA » – Era un’antica confraternita con altare nella Chiesa di A.G.P. Celebra 27 messe l’anno.

MONTE « S.ROCCO » – Questo monte è pure di origine antica. Pare rimonti al Sec. XVI. Celebra 102 messe.

MONTE « A.G.P. O DELL’ANNUNCIATA » – Venne fondato nel 1621. Ebbe scopo misto, cioè culto e beneficenza.

Nel 1824 figura per una rendita di ducati 799, di cui 222 per culto e 214 per beneficenza, dei quali 30 per maritaggi disposti fin dal Sec. XVII da Cassandra de Capua, Duchessa di Laurenzana e da Ruggiero Carafa.

Nel 1884 le messe furono ridotte a 560 senza però ridursi la spesa, impostata in bilancio per L. 700,00.

MONTE « S. MARIA DI COSTANTINOPOLI E DI S. MARIA OCCORREVOLE » – Le spese di culto provengono da antiche confraternite. Scopo precipuo: culto; secondario: beneficenza.

Per il Monte di S. Maria di Costantinopoli si celebrano 470 messe, e per quello di S. Mara Occorrevole 531.

Da alcuni antichi documenti si rileva la celebrazione di quatto anniversari per ducati 285, e di 687 messe per ducati 137, e 4 anniversari soltanto per il Monte di S. Maria di Costantinopoli.

MONTE « CONGREGAZIONE DEL SS. SACRAMENTO » – La Congregazione, di origine antica, fu sciolta con Decreto 2 novembre 1881, mentre con Decreto Reale del 1832 era stata elevata ad Arciconfraternita.

Il patrimonio passò alla Congregazione di Carità con obbligo della celebrazione di 39 messe piane; di una spesa di L. 8,70 per elimosine ai poveri e per la lavanda ai piedi di questi ultimi in ogni giovedì santo; e di un anniversario solenne il 2 novembre in suffragio delle anime dei confratelli defunti.

LEGATO « SCORCIARINI » – Con testamento olografo del 28 settembre 1887, il Sig. Raffaele Scorciarini destinava alla Congregazione di Carità la somma di L. 1000,00 ed un casamento in via Carmine composto di numerosi vani.

In un primo tempo gli eredi dello Scorciarini versarono dei titoli di rendita per L. 1200, allo scopo di ottenere la concessione dello stabile, ma successivamente ed a seguito di giudizio (Presidenza Avv. Carlo Grillo) iniziato ma non compiuto, essi versarono – dato il valore dell’immobile – a titolo di transazione bonaria, L. 30.000,00 in contanti e L. 460,00 in rendita per l’Istituto dell’Immacolata Concezione. Le L. 30.000,00 furono attribuite all’Istituto di Pubblica Beneficenza, ed impiegate al 5% fruttano una rendita di L. 1675,00 annue.

OSPEDALE DI A.G.P. – Per munificenza di due benemeriti concittadini, Marcantonio Messere e Nicola Vincenzo Costantini, sorse nel Secolo XVII l’Ospedale di A.G.P. alla via Annunciata.

Il Costantini (istrumento 16 marzo 1616 per Not. d’Agnese) dispose che una casa di sua proprietà fosse trasformata, appunto, in ospedale, pel cui mantenimento lasciò anche una piccola rendita; l’altro (testamento 8 maggio 1621 per Not. d’Agnese) nominò erede universale delle sue sostanze la Cappella dell’Annunciata con obbligo di detrarre dalla rendita quel tanto sufficiente per l’ampliamento dello stesso ospedale e pel mantenimento d’infermi poveri.

Per l’onorario del medico vi provvedeva però l’Università. Infatti nei Libri delle Conclusioni del 24 aprile 1745 rinveniamo, appunto, la retribuzione del medico con 12 ducati l’anno, pari a L. 51,00 di nostra moneta!

Alla munificenza dei sopradetti, si aggiunse quella del Vescovo Luigi Barbato-Pasca, che (testamento 7 settembre 1879) legò a favore dell’Ospedale L. 3405,00 in rendita italiana, e L. 500,00 in rendita turca, all’unico scopo di migliorare il trattamento degli infermi.

La Congregazione di Carità, volle, con lodevole pensiero, eternare la memoria dei tre benefattori, murando nel vestibolo dell’Ospedale le seguenti lapidi, e nel Cimitero un piccolo monumento al Vescovo Barbato:

Di questo Civico Ospedale – Benemeriti fondatori – Furono – Per testamento 1616 e 1621 – Nicola Vincenzo Costantini – Marcantonio De Messere – L’attuale edifizio – Sorto sulla casa De Messere – Già riparato e riformato – Dopo il tremuoto del 1805 – La Congregazione di Carità nel 1878 – Alle presenti forme architettoniche – Riduceva – A memoria – Primo maggio 1880.

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Luigi Barbato-Pasca – Vescovo di Alife – Del Vangelo i precetti attuando – I poveri – Con sollecitudine fraterna – Vivente soccorreva – Larga pare del suo patrimonio – A questo Civico Ospedale – Morente donava – A ricordo di gratitudine – Ad esempio dei posteri – La Congregazione di Carità – Addì 8 dicembre 1880 – Primo anniversario – Della morte del benemerito prelato – Pose.

ISTITUTO « FIGLIE DELLA CARITÀ » – Con istrumento 5 luglio 1852 per Not. Simone Pietrosimone di S. Potito Sannitico, si costituirono il rev. Giovanni Guarini della Congregazione dei Vergini in Napoli, Direttore delle « Figlie della Carità di S Vincenzo di Paoli », autorizzato dal Superiore Generale G. Battista Etienne di Parigi, e Nicola Coppola fu Onofrio di Piedimonte. Il Coppola dichiarò di « fondare un Istituto delle Figlie della Carità in Piedimonte per l’educazione morale, religiosa e scientifica delle giovanette, come pure per l’esercizio dell’opera umanitaria e di beneficenza verso dei poveri infermi, soccorrere e sollevare i medesimi nella loro miseria, ed altre simili opere di pietà... tutto a peso e carico di esso Sig. Coppola ».

Precedentemente però a questo istrumento, il Re aveva già approvata, con Decreto 17 dicembre 1851, l’istanza del Coppola per la fondazione dell’istituto, e con altro Decreto del 20 ottobre 1853 il relativo Regolamento.

Il Coppola, adunque, coll’atto in parola, destinò per il locale dell’Istituto un suo palazzo a due piani alla strada Vicinato (via G.F. Trutta), e siccome il medesimo avrebbe dovuto subire una generale sistemazione e vi dovevano frattanto dimorare quattro suore, stabilì per le stesse, come alimento giornaliero, ducati 390 annui. A titolo di appannaggio e corredo occorrente all’Istituto, versò ducati 800.

Per questi e per tutti gli altri obblighi assunti dal Coppola, ne risponde oggi l’On. Dott. Angelo Scorciarini-Coppola, suo erede.

L’Istituto è amministrato dalla stessa Congregazione di Carità, ed ha un capitale patrimoniale di L. 110.000,00.

ASILO INFANTILE – Il Comune di Piedimonte, sin dal 7 novembre 1860, deliberò l’impianto di un Asilo Infantile, ma no ne effettuò l’attuazione. Sette anni dopo le « Figlie della Carità » pensarono d’istituirlo per proprio conto presso l’istituto da esse diretto. Soltanto nel maggio del 1869 il Municipio se ne ricordò deliberando l’impianto e invitando la Congregazione di Carità d’assumere l’amministrazione. All’Asilo fu dato il nome di « Principe di Napoli ». Fu inaugurato il 14 novembre 1869, tre giorni dopo la nascita dello stesso Principe ereditario.

Raccolse, in quel tempo, 55 bambini, tra maschi e femmine, e il suo primo bilancio fu di L. 1750 di uscita (stipendio insegnanti, generi alimentari, ecc.), e L. 1485 di entrata (L. 600 dal Comune, L. 600 dalla Congregazione di Carità e L. 285 per pubblica sottoscrizione).

Al presente /31 dicembre 1924) l’Asilo ha un capitale patrimoniale di Lire 47.324,60.

INFANZIA ABBANDONATA E CASA DI MATERNITÁ – La Congregazione di Carità, preoccupata del grave problema relativo all’infanzia abbandonata, pensò risolverlo in modo organico e completo, tale insomma, da poter soddisfare non solo alle esigenze presenti, ma anche a quelle future, determinando – su iniziativa del funzionante Presidente Prof. Rev. Giacomo Vitale, in data 18 ottobre 1916 – di provvedervi nel senso di dare assistenza: 1°) ai bambini inferiori ai tre anni; 2°) ai bambini inferiori ai sei anni ma superiori ai tre; 3°) ai bambini superiori agli anni sei.

Per l’assistenza di cui al n.° 1) stabilì d’istituire una “Casa di Maternità” con lo scopo di dare consultazioni per madri lattanti; fornire il baliatico intero, quando fosse stata dimostrata l’assoluta incapacità della madre e l’impossibilità provvedere al nutrimento del bambino in modo diverso dall’allattamento materno; fornire latte e surrogati di latte; distribuire corredini al parto delle giovani madri che avessero con diligenza e profitto seguite le consultazioni e che non avessero di che coprire i propri bambini, il cui genitore si fosse trovato in guerra; assegnare alla madre un sussidio mensile in denaro per l’acquisto del latte, e provvedere infine alla cura ed al mantenimento del bambino durante il giorno per consentire alla madre di accudire ai propri lavori.

Per l’assistenza di cui al n° 2) stabilì che quantunque vi pensasse l’Asilo infantile, a questo dovevasi dare un bilancio di più larghe possibilità onde accogliere un numero maggiore di bambini.

Per l’assistenza di cui al n° 3) stabilì un sussidio ad una Scuola d’Arti e Mestieri, Dopo-Scuola, ecc.; sussidi a domicilio per fanciulli poveri, e borse di studio per apprendimento di arti e mestieri in speciali istituti.

Stabilì ancora di provvedere ai locali adatti per l’esplicazione delle diverse forme di assistenza; e stanziò i relativi fondi nel proprio bilancio, ma nulla più, sinoggi, è stato fatto dall’epoca della utile ed importante iniziativa, ed i fondi seguitano a figurare lo stesso nel Bilancio della Congregazione accumulandosi di anno in anno...

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