Abstract lettere di Mommsen

Abstract

Theodor Mommsen ebbe un rapporto privilegiato con l’Italia, che non ha esitato sempre a definire la sua «seconda patria». La visitò la prima volta nel novembre 1844 per la raccolta delle iscrizioni latine del Regno di Napoli, e l’ultima volta nell’aprile del 1896. Dell’Italia – e degli italiani – riconobbe pregi e difetti e ne seguì sempre con attenzione le vicende politiche ed i traguardi che lentamente e non senza difficoltà stava raggiungendo soprattutto dopo l’Unità. Ma quando si parla di Italia e di Mommsen il pensiero sempre corre alla sua raccolta delle iscrizioni latine, il Corpus Inscriptionum Latinarum, e a tutta quella schiera di italiani che gli furono di valido aiuto nella ricerca. Per determinare meglio e con rigorosa attendibilità questa situazione, fondamento insostituibile sono le lettere inviate costantemente da Mommsen a tutti quegli italiani, che in questi anni si stanno raccogliendo in vista di loro complessiva edizione. Si potrà disporre, pertanto, a ridosso del 2017, bicentenario della nascita di Mommsen, di uno strumento assai utile per tracciare a tutto tondo la sua presenza in Italia, il suo interesse verso l’Italia, le sue priorità scientifiche che scaturivano dallo studio delle bellezze storiche e artistiche che il suolo nazionale generosamente gli concedeva. Di converso verrà offerta a tutti la possibilità di seguire con maggiori dettagli quelle personalità italiane che hanno animato il dibattito culturale della seconda metà dell’Ottocento.

Theodor Mommsen had a privileged relationship with Italy, which he always defined as his «second homeland». He first visited Italy in November 1844, in order to collect Latin inscriptions of the Kingdom of Naples, and for the last time in April 1896. He recognised Italy’s – and Italians’ – virtues and flaws, and followed its political events and the goals it was achieving, often with difficulty, especially after the Italian Unification. When talking about Mommsen and Italy, however, we must refer to his collections of Latin inscriptions, the Corpus Inscriptionum Latinarum, and to all the Italians who assisted him during the research. The letters Mommsen wrote to those Italians, which are currently being collected in pursuit of a comprehensive edition, provide an essential ground on which this situation has been determined rigorously and reliably. By 2017, the bicentenary of his birth, we will be able to use these letters as a valuable instrument to better trace his presence in Italy, his interest towards Italy, as well as his scientific priorities originated from the study of Italian artistic and historic beauty. Conversely, everyone will have the chance to have more details about the Italian personalities who spur the cultural debate of the second half of the nineteenth century.