Ex tenebris lux facta est

Marco Buonocore

Ex tenebris lux facta est.Theodor Mommsen e gli studi classici in Italia dopo l’Unità: bilanci e prospettive

in «La tradizione classica e l'Unità d'Italia», Atti del Seminario Napoli-Santa Maria Capua Vetere 2-4 ottobre 2013, Napoli 2014, pp. 237-260.

Non senza celata soddisfazione nella praefatio congiunta ai volumi IX e X del Corpus inscriptionum Latinarum (CIL) Theodor Mommsen poteva scrivere il 13 giugno 1882 che le condizioni dell’Italia, soprattutto meridionale, erano fortemente migliorate rispetto a trent’anni prima, quando cioè aveva ultimato le Inscriptiones Regni Neapolitani Latinae (IRNL), stampate a Lipsia per i tipi di Breitkopf ed Härtel il 2 aprile 1851, ma distribuite nel 1852 (sumptus fecit Georgius Wigand): le biblioteche ormai venivano aperte senza reticenza, i musei erano rinnovati o istituiti ex novo (viene quasi da pensare all’auspicio di Victor Hugo che si recupera nel suo discorso pronunciato il 10 novembre 1848 sui banchi dell’Assemblea Costituente della II Repubblica contro i tagli alla cultura1), nelle città e in ogni provincia della nuova Italia erano nominati sovrintendenti preposti alla tutela e alla salvaguardia delle antichità a cui prestavano grande solidarietà tutti quei corrispondenti invitati a comunicare le nuove scoperte che il suolo generosamente e quotidianamente consentiva di portare alla luce; egli sottolineava, inoltre, la disponibilità e la condivisione degli studi da parte degli italiani, non più reticenti o gelosi verso quanti, soprattutto stranieri, erano potenzialmente interessati a studiare le loro res patriae. E questo nuovo status era agevolato dalla possibilità di muoversi con maggior agio in tutte le contrade anche quelle più interne della penisola rispetto agli anni passati. Così l’asprezza di un tempo aveva lasciato posto alla comune civiltà:

Status Italiae inferioris inter priorem editionem et hanc universus mutatus et recreatus huic alteri operis mei recensioni omnifariam profuit. Iam enim ubivis bibliothecae patefactae sunt, musea aut reformata aut condita, curatores rerum antiquarum per oppida provinciasque dispositi, nuntii rerum recens repertarum instituti. Iam in his quoque partibus ut exteri libenter admittuntur, ita suam esse suarum vetustatis reliquiarum explorationem indigenae nusquam diffitentur. Ipsa itinera brevia facta sunt ceditque vel in remotis partibus antiqua feritas communi humanitati.

Ex tenebris lux facta est poteva dunque orgogliosamente scrivere...