Recensioni alle sue opere

Recensione dei romanzi di Gaetano Andrisani

Gaetano Andrisani, che da vari anni invia alla Bibliotheca Scriptorum Loci dell’Associazione Storica del Medio Volturno i Saggi Storici Casertani e le tante altre sue pubblicazioni che periodicamente escono dalle stampe, ci ha fatto dono, ultimamente, di parte dei suoi romanzi, un ciclo di opere letterarie che seppure compiute in se stesse (ogni quadro in se stesso si conclude) sono, tuttavia, tasselli di una più elevata concezione artistica: la sua opera totale sull’amore o, se preferite, il racconto sulla infinità della misericordia divina.

Più che richiami autobiografici, si intravedono negli interventi dell’io narrante le vite parallele, ossia gli embrioni universalizzati delle proprie esperienze, che l’autore dipana mettendosi accanto ai suoi personaggi, sorreggendoli nel tentativo di svelare il mistero della loro umanità nel turbine surreale dell’esistenza, consapevole che solo la morte porterà alla verità completa.

Presenze costanti che, impropriamente, potremmo definire motivi dominanti sono: le espressioni proverbiali locali ed il superlativo reso con l’aggettivo replicato, tanto caro a noi campani; lo scorrere del tempo scandito a lustri; il fiore lilla del ricordo triste (o limonium vulgare), omaggio alla memoria della sua donna reale, musa pietosa della sua solitudine; il dogma cristiano della comunione dei santi; gli estasianti brani musicali dei più grandi compositori e la danza, ovvero il linguaggio, del corpo etc.; immancabile è, ovviamente, la morte nelle vesti di una bellissima fanciulla (capelli d’oro vergine di seno), bendata, dispensatrice di gigli. Esse ben relazionandosi al contesto rassicurano il lettore e danno un senso di unione alle più disparate situazioni che la creatività del narratore concepisce.

Persistente è la rivendicazione nei romanzi di una sessualità matura, non di rado senile, vissuta in pienezza sino alla fine nel convincimento che corpo ed anima concorrano a maturare nell’uomo l’esperienza celestiale.

Deus caritas est: infinito ed eterno Amore, somma purezza che benignamente attende il nostro cosciente abbandono a Lui, il nostro personale mercoledì delle ceneri, per liberare dalle impurità i nostri amori terreni che, alla fine, svuotando la gerla, fiduciosi gli renderemo, dato che chiunque ama è suo familiare avendolo, anche se imperfettamente, conosciuto.

Mario Nassa