Di Iorio_Tavola osca

Perplessità sulla località indicata

da Francesco Saverio Cremonese ove sarebbe stata

rinvenuta la tavola osca detta di Agnone.

La scoperta di questo importante e nel suo genere unico documento epigrafico ha da sempre suscitato nel mondo della cultura grande interesse per gli argomenti trattati. Numerosissimi gli studi che ne sono seguiti da sempre e tutti di rilevante importanza, soprattutto filologica, tesi principalmente alla conoscenza della religione del popolo sannita. Tuttavia nessuno ha mai pensato di indagare sulle reali circostanze del rinvenimento, anche se negli ambienti accademici, e spesso nei tanti e tanti autorevoli convegni, si è levata in merito qualche voce di perplessità.

Personalmente non ho dato mai credito all’esistenza nella località detta Fonte dell’Eremita (o del Romito) in territorio di Capracotta (IS) di un edificio di culto di importanza tale da poter degnamente essere destinato a conservare un documento così importante perché ritenuto fonte primaria per la conoscenza della religione dei Sanniti, unitamente alle iscrizioni osche dette Jovilae, provenienti dal campo Patturelli di Capua. Queste iscrizioni, secondo la De Bellis paiono collegate al culto dei morti. In realtà non ci sono elementi interni così chiari da rendere inconfutabile questa conclusione [...], ma non va privata del suo giusto peso la notizia del ritrovamento di alcune stele infisse ai quattro angoli di una tomba o sul suo coperchio.

La tavola detta di Agnone, invece, è un documento molto importante per quanto riguarda la religione dei Sanniti, soprattutto quella agreste, perché nomina ben 17 divinità, a molte delle quali è attribuito l’aggettivo cerealis, cioè della dea Cerere.

Sono da sempre stato della convinzione che la mia ipotesi, che si ispira anche alla teoria -come si dirà in seguito più dettagliatamente- del noto filologo Edoard Huschke, è motivata dalla circostanza che non sussistono prove archeologiche per poter dimostrare in maniera certa e convincente che la località del rinvenimento indicata con tanta sicurezza dal Cremonese sia quella vera. Va subito detto che non è nelle mie intenzioni formulare ipotesi o supposizioni fantastiche ho da sempre privilegiato in tutti i miei numerosi saggi pubblicati argomentazioni storicamente valide e giammai fantasiose. Non ho, pertanto, saputo resistere alla tentazione di indagare circa la località di rinvenimento della tavola facendo unicamente riferimento a fonti inedite e da tutti trascurate. In definitiva la mia curiosità quasi morbosa è stata fortemente condizionata dalla circostanza che numerose e recenti campagne di scavi svoltesi nella zona della Fonte del Romito hanno sempre dato risultati negativi circa l’esistenza nel sito di un edificio di culto architettonicamente idoneo per poter degnamente conservare un documento religioso -e non solo- come è quello della tavola perché di fondamentale importanza.

Necessita, pertanto, un accurato riesame circa l’affermazione del Cremonese relativa alla località del rinvenimento.

( Estratto da Antonino Di Iorio, La tavola osca e la testa in bronzo di un personaggio virile.. da dove?, Roma 2010, pp. 6-7)

Gigantesca riproduzione della Tavola Osca

all’ingresso della Pontificia Fonderia di Campane Marinelli di Agnone.

(L’originale è presso il British Museum di Londra).