Piedimonte_20

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Cap. XX

PIEDIMONTE NEL SUO ASPETTO FISICO

(pp. 186-190)

CONFINI – Il territorio giurisdizionale di Piedimonte, la cui superficie è di Km2 41,10, confina ad oriente col Comune di Castello d’Alife dal punto denominato Pozzo dell’Orno, nel demanio Cesalfano, sino al trifinio intercomunale Piedimonte-Castello-S.Potito Sannitico e propriamente nella località Cavallo dell’Ariola. Da questo punto – seguendo il naturale displuvio dei monti demaniali che si trovano nelle contrade Torrepiana e Valle dei Cocchieri – comincia il confine orientale con S. Potito, proseguendo attraverso parecchi fondi privati nella località Pietrelese, e percorre la strada di Valle Frisi fino all’incontro della Provinciale Sannitica. Indi percorrendo i fondi di proprietà Gaetani nella località Torelle e lungo la strada Squedre, giunge al quadrivio che forma quest’ultima strada con quella denominata Pereconfrede. Prosegue il limite dei fondi Mennone, Romagnoli, Capasso e d’Onofrio in Pereconfrede, ed arriva al punto d’incontro del fondo d’Onofrio con la via Squarciavento. Percorre, poi, la lunghezza di questa via, dal fondo della Parrocchia di S. Maria Maggiore nella località Pesca, al quadrivio presso la Cappella degli eredi dall’Estero ad al fondo Mennone detto Guttorisci, e termina al trifinio Piedimonte-S.Potito-Alife, all’angolo esterno del fondo Mennone.

Confina a mezzogiorno e ad occidente col Comune di Alife a cominciare dal cennato trifinio sino alla località denominata Arcipioppi e S. Martino mediante una linea retta che attraversa successivamente i fondi di proprietà Mennone, Riselli, Ferrazza, Di Chello e De Marco (già Gaetani) nella contrada Guttorisci, e attraversata la via Canneto nel fondo Iannotta (già Gaetani) presso il diruto ponte sul ramo sinistro del Torano, denominato di S. Aiutore, S. Vittore e corrottamente S. Vidò, attraversa i fondi Jasalvatore (già Visco) nella località Arcipioppi, e raggiunge la strada provinciale dei Pioppi.

VALLE PATERNO

Quindi s’indirizza in linea retta all’altro antico ponte esistente sul ramo destro del Torano, detto di S. Martino, che continua a separare il tenimento di Piedimonte da quello di Alife, e procede lungo la via denominata Cupa di S. Martino, raggiungendo l’omonima contrada sulla strada vecchia di Alife. Ascende, poi, a seconda la linea dei fondi di proprietà Paterno, Buontempo, Carrizzo e Tino nella località Fogliesecche, e oltrepassato il Vallone di S. Lucia, procede lungo la via che fiancheggia tale Vallone, circoscrivendo i fondi Selvaggi (già Trutta) e Bettino, quivi esistenti. Oltrepassata la via Sagliuta, continua ad ascendere, quasi sempre in linea retta, verso la montagna, attraversando i fondi Gaetani nella località Montecalvo e Palmento, e poi, secondo la linea del fondo Fontanella, va a finire all’incontro della via del Serrone. Quindi sale lungo la cresta dei monti demaniali della Valle Cortolella, e piega, sempre secondo il pendio delle acque, ad occidente delle montagne demaniali di Ferracciano, ed arriva nelle contrade Campitelli e Selvapiana, ove esiste il trifinio intercomunale Piedimonte-S.Angelo d’Alife-Alife. Discende nella pianura di Selvapiana e sale di nuovo sulla cresta della montagna demaniale di Valle del Termine e quivi raggiunge il punto di confine col tenimento di S. Gregorio.

Confina a settentrione con quest’ultimo Comune secondo la linea di vetta delle montagne demaniali di Ferracciano e del Pranzaturo; piega, secondo la pendenza delle acque dei monti Sorgenze e Serretelle, e quindi discende nel Vallone di Cila, che separa il territorio di Piedimonte da quello di Castello d’Alife, e dopo aver oltrepassato il cennato Vallone, ascendendo sulla collina di Castello, poco al di sopra della 1° Cappella che si trova sulla mulattiera, presso la località Belvedere, arriva vicino all’inizio di questa via e discende nel Vallone dell’Inferno, poco a monte della Sorgente del Torano. Ascende di nuovo sulla montagna, e propriamente sul Monte Muto o di S. Maria Occorrevole, e secondo il pendio delle acque, percorre la cresta dello stesso Monte Muto e dell’altro di Cesalfano, terminando al Pozzo dell’Orno.

LE ACQUE DEL TORANO – ANALISI – Le acque della sorgente del Torano hanno goduto sempre meritata fama per purezza, potabilità e freschezza. La Direzione Generale della Sanità Pubblica ne fece un esame nel 1897, e l’analisi diede il seguente risultato:

Temperatura aria 21,1

Temperatura acqua 10,7

Caratteri organolettici buoni

Reazione neutra

Durezza totale G. F. (grandi francesi) 13½

Calce normale

Magnesia tracce

Ammoniaca tracce

Cloro 0,426 (milligrammi in un litro)

Acido solforico normale

Acido fosforico -

Acido nitrico -

Acido nitroso -

Acido solfidrico -

Sostanze organiche 0,032 (milligrammi in un litro)

LE ACQUE DECANTATE DA RUGGERO IL NORMANNO – Oltre ad autorevoli scrittori, scienziati e poeti, anche Ruggero il Normanno decantò le nostre acque quando, verso il 1136, venne in queste contrade. Ne abbiamo memoria nella Cronaca dell’Abate Telesino che fu lo storico di quel re e delle sue gesta. In essa infatti leggiamo che re Ruggiero venne ad Alife per vederla e nell’osservarla molto si compiacque dell’amenità del luogo e dell’abbondanza delle acque (Torano) che la circondavano, e che così grande era la facilità di servirsene che ognuno, in qualunque tempo l’avesse voluto, poteva usarne pel proprio terreno, usufruendone secondo la propria volontà per l’irrigazione degli ortaggi. (Rex Rogerius post haec venit Allifas, ut videret eam: qua visa, de ipsius amoenitate abundantia ferte vade sibi complacuisse. Quarumvidelicet, lympharum tanta erat obsecundationis facilitas, ut quandocumque quis vellet, rivum ex eo productum hortum suum ubicumque esset, posset transducere, eiusque ad irrigandum olera pro velle suo famularetur).

VIGILANZA SULLE ACQUE – A dimostrazione della severa vigilanza che i nostri avi esercitavano sul regime delle acque, riportiamo il seguente articolo degli Statuti Municipali (1481):

« Statuto, et ordinato è che nulla persona mascolo o femmina presuma lavare panni, pelli, lana, o vero interiora de animali bruti, o altra qualsivoglia cosa sordida sop. lo ponte murato de toranello, sopra lo molino di sopra, cioè sopra lo ponte de santo Arcangelo et allo vado delli secuni (Sepuni), et per tutto fino alla fontana di capotorano, o vero in la fontana di castello, et Sipicciano, et in li abeveraturi di esse fontane alla pena de dui tarì, si sarrà accusato, o accusata, et costarà alla corte per uno testimonio fide digno ».

Da qualche tempo però la vigilanza sulle acque ha lasciato alquanto a desiderare, perché degli inquinamenti si sono verificati dopo i lavori di derivazione delle acque del Lago Matese per essersi accertata la relazione che desso ha con le nostre sorgenti. Dobbiamo perciò constatare che i nostri avi – sapendone meno di noi in materia d’igiene pubblica – non permettevano vandalismi ai danni della pubblica salute.

PORTATA DELLE SORGENTI – È bene conoscere anche la portata delle due nostre sorgenti.

Il seguente prospetto offre i dati ottenuti da osservazioni e da calcoli eseguiti:

Aggiungendo, ora altri litri 1000, in media, di acqua al minuto secondo, che provvengono dal Lago Matese, per azionare le Centrali della Società Meridionale di Elettricità, e che s’immettono nell’alveo del Maretto, la portata media di quest’ultimo sarà di litri 2025 a minuto secondo.

Sommando, infine, le medie dei due fiumi – compreso l’ultimo metro cubo di acqua – avremo in complesso una portata media di litri 4525 a minuto secondo, pari cioè ad una media giornaliera di litri: 4.009.600 e ad una media annua di litri: 1.467.154.000

NATURA GEOLOGICA – Il territorio di Piedimonte appartiene alle formazioni eoceniche, e in parte al periodo quaternario. Esso è quasi tutto montuoso, con poca estensione in pianura. In questa i terreni sono discretamente buoni per originaria costituzione e per sufficiente materiale organico ed umifero incorporati.

ALTIMETRIA, LATITUDINE E LONGITUDINE – La città non conserva uniformità altimetrica. Infatti il rione San Giovanni (sopra l’abitato) trovasi a m 263,51 sul livello del mare; Piazza S. Sebastiano a 196,55; contrada S. Francesco a 207; idrometro di S. Domenico a 184,70; Piazza Municipio (ingresso casa comunale) a 172,81; Piazza Carmine (presso Cotonifici Riuniti9 a 165,24; Piazza Gaetani a 167,43; Chiesa Annunciata (portico) a 184,51; Seminario (trivio) 182,63; San Filippo (trivio) a 192,79; Capo-Vallata (Casa Iannotta) a 210,71; Borgata Scorpeto a 267; Borgata Sepicciano a 212; Cimitero (ingresso) a 154; Stazione ferroviaria (ingresso) a 154,49; Sorgente del Torano (incile acquedotto) a 201,38 e Sorgente del Maretto a 174,72.

La latitudine è di 41°,2°’, e la longitudine di 32°,05’.

VENTI PREDOMINANTI – I venti predominanti sono: borea e scirocco. Il primo è in prevalenza ed ha una durata media di tre giorni. Esso è frequentissimo, violento e gelido, specie nell’inverno. Arreca non pochi danni a tutte le colture, specialmente quelle arboree. Il secondo preannunzia la pioggia ed è meno frequente dell’altro.

NEVI E GELI – La neve raramente cade ogni anno sulla città e in pianura. Copre però i monti circostanti ma per breve durata. I geli e le brinate si hanno con maggior frequenza e producono, nella primavera, specie alle falde dei monti, danni sensibili.

Una nevicata

PIOGGE – Le frequenti piogge, cadenti in quantità notevole, ad eccezione della stagione estiva in cui la siccità è sensibile, fanno di Piedimonte uno dei paesi ove l’umidità è predominante. Infatti le piogge raggiungono, nell’anno, 1500 mm in media.

CLIMA – Il clima, incostante, è piuttosto temperato. In collina e nel piano la temperatura raramente discende al di sotto di zero, e nell’estate è raro raggiunga i 30 gradi. Le precipitazioni atmosferiche non avvengono con uniformità, donde la variabilità della temperatura.

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