Caiazza_perioso sannitico

Colle Saracino

(da Domenico Caiazza, Il territorio alifano in età sannitica, in Il territorio Alifano, archeologia, arte e storia, 1990, pp. 39-40)

Comune di Raviscanina

I.G.M. F. 161, II S.O., Sant’Angelo d’Alife.

A nord del Castello di Raviscanina la sella pianeggiante compresa tra lo stesso ed il retrostante Colle Saracino è difesa da un muro megalitico di I maniera, che oggi funge da contenimento del terreno ed è spesso sarcito da una maceria di piccole pietre a secco.

Il muro è particolarmente ben leggibile per chi percorra la mulattiera che mena da S. Angelo a Raviscanina, ed il suo andamento in questa zona pare escludere che abbia mai puntato a comprendere l’area occupata dal castello medioevale.

Il fatto che la collina retrostante sia detta Colle Saracino potrebbe far pensare che in passato anche qui fossero mura megalitiche, per la rilevata frequenza con cui nell’area matesina l’appellativo distingue colline munite da mura megalitiche. Terrazzi antichi e moderni e l’intricata vegetazione rendono problematica la verifica di questa ipotesi né soccorre la foto aerea in cui appaiono, forse, solo i contorni di un edificio rettangolare sepolto nella pianuretta.

Pare improbabile però la natura difensiva di una cinta che, per quanto oggi si nota, pare non abbia mai occupato il colle su cui è il centro medievale, posizione dominante e forte e che doveva essere frequentato visti i ritrovamenti di cui diremo.

Per la verità il Martone attesta che “sulla collina, dove posteriormente sorse il castello, esisteva una recinzione sannitica composta da grandi massi sovrapposti senza cemento. Ma tale opera fu distrutta quasi completamente per costruire il castello ed il borgo; chi scrive ne ricorda una trentina di metri, distrutta da noi ragazzi, con leve di legno per vedere quei pesanti massi rotolar giù con grandi salti, per la china meridionale del colle: adesso ne rimangono solamente una decina di metri, protetti da u muro sovrapposto”[1].

Pur non essendoci motivo di dubitare di questa testimonianza, che appare implicitamente suffragata dai rinvenimenti di reperti antichi nell’area del castello, non ci è riuscito di trovare traccia del muro lungo il perimetro della cinta medievale. Inoltre lo stesso non è segnato nella dettagliata mappa allegata all’opera del Martone, né, per quanto abbia chiesto, pare sia stato visto da altri. Saremmo però lieti di essere smentiti.

[1] G.MARTONE, Rupecanina, pp. 44-45.