Ragioni e riconoscimenti

PREMESSA

Ogni lacrima è promessa di un paradiso più bello,

un grado di grazia più grande,

un canto di amore più intenso.

RAGIONI E RICONOSCIMENTI

DI  G. A.

 

 

Il 23 maggio 1997, nella chiesa cattedrale di Caserta, con la recita dei vespri, si apre il convegno di preghiera e di studio sul tema: «La spiritualità di Giacomo Gaglione». Detta l'introduzione al congresso il vescovo Raffaele Nogaro, che presentandone il programma ha scritto: «Giacomo Gaglione è l'uomo nuovo che diventa indispensabile per la crescita spirituale della nostra diocesi. La chiesa locale saprà fare sinodo, aiutare tutti a camminare speditamente sulle vie del Signore, mediante lo spirito di grazia donatoci dalla sofferenza oblativa del Servo di Dio».

Le riunioni di studio della mattinata, dopo la santa Messa per i convegnisti celebrata in cattedrale, e del pomeriggio del 24 maggio 1997, si svolgono nel salone «Sant'Augusto» della curia vescovile. A Capodrise ha luogo, domenica 25 maggio, la chiusura del convegno con la concelebrazione eucaristica nella chiesa

parrocchiale di Sant'Andrea Apostolo, dove sono le spoglie del Gaglione e dove il presidente dell' «Apostolato della Sofferenza», vescovo Nogaro, che dirige la liturgia, fa il discorso conclusivo del convegno. Alla fine, i partecipanti alla manifestazione, convenuti per l'occasione da tutta Italia, si recano a visitare la casa del Servo di Dio.[1]

Il congresso di fine maggio 1997 costituisce la conclusione delle celebrazioni del centenario della nascita di Giacomo Gaglione[2]: per rendersi conto del valore dato alla ricorrenza nell'interno dell'associazione, rimandiamo alla raccolta di «Ostie sul mondo», la rivistina che deve considerarsi anche come organo di collegamento del sodalizio con l'esterno. Ma il convegno si pone pure come momento di riflessione e di edificazione nei lavori del XII sinodo diocesano di Caserta[3], voluto e guidato con fervore di alta spiritualità dal nostro padre vescovo Nogaro.

Si reputa opportuno stampare gli atti del congresso, allora, per ragioni di blfona validità, tra le quali la prima è l'urgenza che tutti avvertiamo di mettere nella giusta luce che meritano la personalità e l'opera di Giacomo Gaglione. Ebbene, con la pubblicazione di questo volume si ha la possibilità di diffondere al meglio i risultati di ricerche e di studi svolti in merito e si dà lo spunto agli interessati per ulteriori utili approfondimenti. Abbiamo arricchito gli atti con qualche contributo esterno, che con squisita sensibilità ci è stato inviato su nostra richiesta. Cogliamo l'occasione per ringraziare di gran cuore tutti i collaboratori di questa pubblicazione.

Particolari espressioni di devoto riconoscimento rivolgiamo al vescovo Nogaro, che con opportuna e determinata decisione ha riassunto in diocesi la direzione dell'«Apostolato della Sofferenza» e si fa promotore solerte di ogni attività intesa a divulgare il buon nome e l'opera di Giacomo Gaglione. Non ci sono parole per dire il nostro affetto fraterno e la gratitudine più viva, per il diuturno lavoro che svolge con fervido zelo e con grande carità, all'amico colonnello Domenico Quaranta, segretario generale del sodalizio fondato dal Servo di Dio, insostituibile continuatore dell'impegno del Gaglione e della sua sorella Nicolina.

Ma, tra le tante altre, due motivazioni ancora hanno sorretto il nostro impegno: l'opportunità di dare testimonianza dell'attività che si svolge attorno al periodico «Ostie sul mondo» e, soprattutto, il desiderio di vedere beatificato al più presto Giacomo Gaglione. Abbiamo forte la speranza che anche questi atti in qualche maniera possano contribuire al felice e sollecito svolgimento del processo di beatificazione in corso, il quale consideriamo ormai a buon punto.

Questi voti e le nostre speranze depositiamo nelle viscere di Dio misericorde con sommesse preghiere di lode, di ringraziamento e di glorificazione, inserendoci, per lo spirito e la sostanza dell'ineffabile dogma della comunione dei santi, nel coro degli angeli e di quanti in paradiso godono dello sguardo e del sorriso

del Padre.

Ma non solo la Chiesa trionfante chiamiamo per questa corale preghiera di lode nella Chiesa che milita ancora sulla terra, perché sentiamo con noi i cari fratelli della Chiesa purgante, i quali hanno percorso già i tempi e i luoghi della storia di questo mondo e hanno segnato i provvidi percorsi del nostro itinerario di salvezza. Tutti uniti, a voce spiegata, recitiamo il cantico di Sidrac, Misac e Abdenago, riportato con forte empito da Daniele[4].  E Francesco d'Assisi ridica le sue lodi a frate sole per darci fremiti d'amore rinnovato a Dio e alle creature.

E del gran poverello ci giunga ancora il richiamo:

 

Non guardate a la vita de fore,

ka quella dello spirito è migliore[5]

.



[1] Al convegno buono spazio è stato dedicato dai cronisti delle pagine casertane della stampa quotidiana e periodica, nonché dai corrispondenti delle reti televisive pubbliche e private. Per la cronaca dettagliata della celebrazione, rinviamo a: Sulla spiritualità di Gaglione, in «Ostie sul mondo», Caserta, a. XLVI, n.3, 11 giugno l 997, pp. 1-4.

[2] Cfr. Il valore del centenario, in «Ostie sul mond, Caserta, a. XLV, n. 3, 11 giugno 1996, pp. 3-5.

[3] Cfr. Il sinodo e Giacomo Gaglione, in «Ostie sul mondo», Caserta, a. XLV, n. 4, 11 ottobre 1996, pp. 3-4.

[4] 3, 52-90.

[5] È la terza invocazione della «laude» che la critica in buona maggioranza ritiene autentica di Francesco d'Assisi e che i curatori delle Fonti Francescane pubblicano al n.263/1 con il titolo: Parole con melodia per le povere signore del monastero di San Damiano, tratto dalla notizia in merito riportata dalla Leggenda perugina (Cfr. FF, 1594).