I ritmi e le stagioni

Federico Marazzi - Donatina Olivieri (con la collaborazione di Enrico Angelo Stanco)

I ritmi e le stagioni di una città: dati preliminari dalle stratigrafie del criptoportico romano di Alife (secc. II-XX)

1. IL MONUMENTO E LE CONDIZIONI DELLA SUA ESPLORAZIONE

La campagna di scavi archeologici per l'esplorazione del Criptoportico romano di Alife è cominciata il 23 aprile 2007 ed è terminata il 13 febbraio 2008. L’intervento si è dimostrato fin dall'inizio di non facile esecuzione tecnica, data la natura ipogea del monumento, e i conseguenti problemi di aerazione

e illuminazione degli spazi in corsi di indagine, nonché di smaltimento delle terre di risulta.

Il Criptoportico di Alife ha pianta a tre bracci (LUSCHIN 2002), i cui lati corti orientati N-S sono lunghi 27,50 m mentre, il maggiore orientato E-W, ha una lunghezza di 44,50 m, suddivisi da trentuno pilastri in due navate larghe poco più di 3,50 me alte tra 3,53 e 3,63 m (tav. 1).

I muri perimetrali sono in cementizio di ghiaia, colato in casseforme, mentre i pilastri quadrangolari, con lato in media di 1,20 m circa, hanno paramento in tegole allettate in spessi letti di malta giallastra. Il piano di calpestio non fu probabilmente mai completato con la stesura di una vera e propria pavimentazione, e appare costituito da un battuto di terra, soggetto, soprattutto nella stagione invernale, alle infiltrazioni dell'acqua di falda.

La struttura, interamente ipogea, riceveva luce attraverso ventuno spiracula a bocca di lupo aperte nelle navate interne, e che si aprivano verso un'area aperta, probabilmente delimitata da un porticato. Si accedeva ad essa attraverso due stretti cunicoli collocati all'estremità dei bracci corti, collegati a due cardines minori della antica viabilità (mentre l'ingresso attuale, presso l'intersezione delle navate A e B, è frutto di un intervento moderno del XX secolo). Il complesso, edificato in età augustea, occupava gran parte del quartiere orientale della città romana, area che nel Medioevo sarà denominata Quarto del Castello per la presenza della fortezza probabilmente ricostruita in età normanna e attualmente - per quanto ne sopravvive in alzato databile al XIII secolo (PISTILLI 2003) (figg. 1-2).

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