Congreghe

Giovanna Mastrati

LE CONGREGHE

(in Narrazioni, vol. 2 num. 3, settembre 2000, pp. 65-67)

In soffitta, tra bauli e scatole piene di oggetti appartenenti al passato, tra vecchi vestiti e giocattoli d’infanzia, ho scovato qualcosa di particolare: una lunga veste bianca e una mantellina di colore rosso accompagnata da un lungo cordone bianco. Ho rovistato invano nella memoria alla ricerca di un riferimento, di un ricordo, anche se qualcosa, un flash, un feedback, mi suggeriva che avevo già visto da qualche parte ed in un momento della mia vita, quello strano costume.

Ho così chiesto lumi a mio padre e a mia madre, dai quali ho appreso che quella tunica apparteneva al mio nonno paterno Attilio. “non puoi ricordarla – ha detto mio padre – ormai in paese la Congrega non esiste più, si è sciolta da circa vent’anni”.

Già, la Congrega...; ed invece no, lo ricordo. E ricordo, davvero come un flash d’immagini, mio nonno prepararsi per partecipare a quelle riunioni, che ora ho appreso essere processioni.

Di antica origine, la Congrega conobbe i suoi splendori a Raviscanina sotto la guida del Sacerdote Nobilomo, parroco dal 1924 al 1949; già nel 1869, però, fonti accreditate ne attestano la presenza come Congrega di Carità che, in quel tempo, si occupava, tra le altre cose, dell’amministrazione della beneficenza, demandata ad essa della Commissione di beneficenza, istituto creato durante la vigenza delle cosiddette “Chiese recettizie”, volute dal Vescovo di Alife per t’esercizio del culto e la cura delle anime.

La Co0ngrega era formata da ventuno persone, tutti uomini ed aveva a capo un Priore; erano presenti inoltre un Segretario ed un cassiere, quest’ultimo aveva la cura degli introiti e delle uscite.

La Congrega costituiva un elemento essenziale della cultura del luogo, la sua apparizione in pubblico scandiva alcune tappe importanti della vita degli abitanti .... a partire dalla morte!

Gli adepti partecipavano, infatti, a processioni e funerali. Ed a proposito di questi ultimi, varie sono le curiosità da ricordare: vi si partecipava per richiesta dei familiari del defunto, i quali provvedevano anche a retribuire i membri della Congrega per la partecipazione ai riti; gratuita era invece la loro presenza ai funerali dei soci e dei loro familiari ed alle processioni, che si tenevano in paese in occasione delle festività religiose. Il tutto era previsto e disciplinato da uno Statuto, elaborato in senso all’Associazione, ed ancora oggi conservato negli annali della parrocchia, unitament5e ai verbali delle assemblee.

Accompagnato da ornamenti di diverso colore secondo l’occasione, la mantellina o “mozzetta” era di colore rosso per le cerimonie religiose tenute nei giorni di festa e per la processione del venerdì Santo. Essa era sostituita da una di colore nero nei momenti di lutto e per la processione del Corpus Domini. Tutti portavano al collo un medaglione di stagno con una stampa in rilievo rappresentativa del cuore di Gesù.

Gli appartenenti alla Congrega si riunivano almeno una volta l’anno per discutere dei vari argomenti ed erano obbligatori a partecipare alle varie cerimonie, pena la loro esclusione dal gruppo. Qualora uno di essi non poteva essere presente, doveva necessariamente farsi sostituire da uno dei familiari o da una persona di fiducia: fu proprio in alcune di queste occasioni che mio padre, allora poco più che ventenne, designato da mio nonno a rappresentarlo, prese parte a cerimonia e funerali, indossando quei stessi vestiti da me scovati in soffitta.

La Congrega è ricordata anche per alcune opere fatte a favore della comunità. Gli anziani ricorderanno sicuramente che, in periodo ormai risalente a 30 – 40 anni fa, le chiese erano sprovviste di sedie e di banchi. A Raviscanina fu proprio la Congrega ad acquistare detto mobilio con il ricavato delle processioni funebri. Durante le cerimonie religiose, le sedie venivano per così dire “frittate” dai congregati alle persone che ne facevano richiesta, dietro versamento di un’offerta in denaro. Il ricavato veniva depositato per far fronte ad eventuali altri acquisti in favore della comunità. Questa curiosità quando singolare presenza ha scandito per lungo tempo la vita del nostro paese per poi scomparire definitivamente, senza una ragione apparentemente valida, circa vent’anni or sono. Neanche i soci, tanti di loro ancora in vita, sanno spiegare il motivo. Qualcuno sostiene che in realtà i consociati negli ultimi anni si erano allontanati dalla partecipazione a cerimonie religiose,

prendendo parte soltanto ai riti funebri.... per poi disinteressarsi anche di questi.

Dal canto mio penso che la Congrega non abbia trovato un ricambio per così dire generazionale, che le abbia permesso di proseguire ad esistere.

Peccato! Tra le tante tradizioni del nostro picco paese, questa era forse la più interessante se non più singolare.