Saluto del Sindaco di S. Potito Sannitico
Premessa dell’autore
1 - Il fenomeno e i numeri dell’emigrazione
2 - L’atto di richiamo e il passaporto, l’affido
3 - Viaggio, vettori e compagnie di navigazione
4 - Le rimesse degli emigranti
5 - Gli emigranti nella buona e nella cattiva sorte, le testimonianze
6 - La condizione della donna e le ricerche del familiare
7 - Nostalgie e passioni degli emigranti
8 - I Periodi dell’emigrazione
8.1 - L’emigrazione nel periodo preunitario (precedente al 1860)
8.2 - L’emigrazione nel periodo postunitario (1860 – 1915)
8.2.1 - La politica delle due Americhe
8.2.2 - Politica estera del Governo italiano
8.2.3 - Ellis Island a New York
8.3 - L’emigrazione nel primo dopoguerra (1918 – 1940)
8.3.1 - Premessa
8.3.2 - La politica estera italiana e quella degli Stati Uniti
8.4 - L’emigrazione nel secondo dopoguerra (1945 – 1960)
8.4.1 - L’emigrazione verso l’Argentina
8.4.2 - L’emigrazione verso la Francia
8.4.3 - L’emigrazione verso il Belgio
8.4.4 - L’emigrazione verso la Germania
8.4.5 - L’emigrazione verso la Svizzera
8.5 - L’emigrazione moderna e contemporanea (1960 – 2007)
8.5.1 - Elenco degli emigranti iscritti all’AIRE riferito al 31 gennaio 2006
9.1 - Premessa
9.2 - Avvertimenti
9.3 - Elenco degli emigranti da San Potito verso gli Stati esteri
Non so quante volte ho scritto questa breve premessa, il timore di non usare le parole giuste e la paura di dimenticare nomi o fatti, in qualche modo mi hanno sempre un po’ frenato e mi fanno esitare ancora oggi.
Spesso ho dato voce agli emigranti, alle loro donne, ai loro figli o genitori (corrispondenza, richieste…), in altri casi la parola l’hanno presa gli Amministratori dell’epoca (comunicazioni alle Ambasciate, disposizioni, delibere …), i dipendenti comunali e consolari (dati statistici, anagrafica, registri…), la classe politica (circolari…).
In qualche occasione mi sono affidato alle interviste, con la paura di dare troppo peso alle testimonianze, che non essendo di prima mano, sarebbero potute risultare inattendibili, raramente mi sono lasciato andare alle impressioni e pertanto il mio intervento si è limitato ad essere il filo che tiene insieme le cose … insomma ho voluto essere il reporter e non l’opinionista.
Potrà sembrare strano, ma non ci ho dormito sopra, … una cassa piena di documenti di emigrazione gelosamente custodita in soffitta dai familiari! Passaporti, tessere di clubs, biglietti di navi, libretto di risparmi, cartoline illustrate, ritagli di giornali, corrispondenza con i familiari, … tutto relativo all’emigrazione verso gli Stati Uniti d’America dei primi decenni del ‘900.
Voglio dire che è soprattutto per le forti emozioni che ho provato, che ringrazio quanti hanno soddisfatto la mia invadente curiosità, consentendomi di entrare nelle loro case e di venire a conoscenza di episodi della vita privata di persone emigrate. Devo dire che non c’è stata persona in paese che non mi abbia sostenuto in qualche modo, con una notizia, una foto, un documento o semplicemente mostrandosi interessato al lavoro che si andava concretizzando ed io ho lavorato a questo volume che vi accingete a sfogliare anche per soddisfare la sete di conoscenza di queste persone.
È mio dovere a questo punto ringraziare l’Amministrazione Comunale di S. Potito Sannitico, che ha sostenuto e sponsorizzato il progetto facendosi in parte carico delle spese tipografiche e in modo particolare il sindaco, dr. Angiolo Conte, per aver preteso la pubblicazione di questo documento e per il preziosissimo contributo che ha apportato al lavoro in termini di riflessioni e considerazioni.
Particolarmente grato sono poi ad Antonio Carbone, Giuseppina Dell’Ungaro e Malfa Conte che si sono in parte fatti carico del gravoso compito di ricerca nell’archivio comunale.
Infine ringrazio tutti gli amici ai quali ho sottoposto i testi in anteprima e tutte le persone che hanno generosamente collaborato alla riuscita del progetto fornendomi documenti, foto, notizie o altro.
Tutto il paese può vantare un avo o un parente emigrato, infatti sono stati in tanti a partire per New York, per Buenos Aires, per i Paesi europei … e molti sono ormai naturalizzati in queste Terre.
A partire per Neviorche e Bonessaire (la Méreca, era usato indistintamente per Stati Uniti d’America e Argentina) erano quasi sempre gli uomini, soprattutto quelli giovani e forti, si imbarcavano a Napoli ed anche a Genova, emigravano e in qualche caso non si facevano più sentire …
Quasi sempre contadini, braccianti, in alcuni casi calzolai, sarti, operai, spesso pendolari, gli emigranti in genere seguivano i passi di un parente o di un amico.
Generalmente era il capofamiglia a fare strada a moglie e figli, che partivano in un secondo momento, guidati proprio dalla donna, che esibiva l’atto di richiamo e spesso un biglietto di viaggio prepagato…
… ma visto che il viaggio lo avete intrapreso, vi lascio alla lettura.
Nicolino Lombardi