Recensione di G. Andrisani in “Rassegna Storica del Risorgimento”, anno 1991, pp. 521-523.
P. LUDOVICO DA CASORIA, Epistolario, a cura di P. GIOACCHINO D'ANDREA; Napoli, Curia Provinciale dei Frati Minori, 1989, voli. 3, in 8, pp. 1512. S.p.
La figura di P. Ludovico Palmentieri da Casoria, nato nel 1814 e morto il 30 marzo 1885, si staglia netta nelle vicende storiche ottocentesche dell'Italia meridionale, ed in particolare di Napoli e della Campania; ma il suo contorno si profila pur bene nelle altre regioni italiane per la vastità delle opere promosse e realizzate dal francescano nell'ambito della sua multiforme e proficua attività. L'azione del religioso, figlio di Francesco d'Assisi, attraversa i tempi della costruzione dell'unità italiana e s'intreccia, non di rado, nella tessitura politico-culturale risorgimentale. Basta scorrere gli indici alla fine dei tre grossi volumi del suo Epistolario, specialmente quello dei nomi, per rendersi conto degli interessi del protagonista e dell'incidenza del suo lavoro nella vita di quegli anni travagliati.
È stata certamente una grossa fatica quella fatta da P. Gioacchino D'Andrea, che ha raccolto nei tre tomi ponderosi 993 lettere di P. Ludovico, pazientemente trascrivendole, studiandone minuziosamente i contenuti, ritoccandone solo, quando era necessario per renderne agevole la lettura, la punteggiatura e le maiuscole. Ma a questo genere di lavoro il D'Andrea è abituato, come comprovano le tante ricerche portate a termine e la pubblicazione degli utHi repertori riguardanti le vicende ed i conventi dei francescani della provincia minoritica napoletana.
Ciascuna lettera tipograficamente è divisa in due parti: nella prima viene trascritto fedelmente il testo ludoviciano, nella seconda sono riportate le annotazioni relative, cioè il richiamo alle fonti, le osservazioni pertinenti, le considerazioni derivate dalle indagini condotte dal curatore per ogni singolo documento. Anche la differenza dei corpi, nella prima parte più grande che nella seconda, concorre a facilitare lo studio di ogni testo, tipograficamente assai curato, bene impaginato e chiaro.
Sulla vita e sulle opere di P. Ludovico da Casoria, se si esclude il contributo biografico di Salvatore Garofalo del 1985, in verità limitato e ripetitivo, si è fermi alla ricerca del cardinale Alfonso Capecelatro del 1887; così, per quanto riguarda l'epistolario, nella bibliografia relativa si registra solo il tentativo di P. Anselmo Paribello, che, pure nel 1985, pubblicò a Castellammare di Stabia il volume Lettere e scritti, ma di ambito circoscritto e privo di ogni rigore scientifico. L'impegno di P. Gioacchino D'Andrea, quindi, costituisce un punto di riferimento centrale, e non solo per la corrispondenza ludoviciana, ma anche per le nuove ed originali ricerche biografiche che dovranno farsi sul famoso francescano dell'Ottocento napoletano.
Il saggio introduttivo all'Epistolario è un contributo di indubbio valore in merito, in quanto profila, e non solo per la bibliografia, che del resto è assai contenuta, ma soprattutto per le elencazioni prodotte degli scritti del frate e dei processi canonici impostati dopo la sua morte, l'attuale stato degli studi in materia e per questo è uno strumento importante per ulteriori approfondimenti sulla personalità e sulla produzione di P. Ludovico da Casoria. Sono di grande aiuto, altresì, gli indici finali del lavoro, ed in particolare quello cronologico delle quasi mille lettere stampate e l'altro dei nomi, il quale costituisce una guida di consultazione dei tre volumi ed un mezzo efficace per ricostruire rapporti di persone e vicende specifiche.
Il discorso sui contenuti delle lettere ovviamente porterebbe assai lontano; non può tentarsi in questa sede per la vastità della materia e per il numero stragrande dei personaggi, storici e non, che affiorano nelle pagine. Per le ricerche singole, invece, il lavoro del D'Andrea è veramente utile; chi è interessato allo studio di fatti e di persone legati al protagonista vi ha di che pascolarsi, ed abbondantemente.
Comunque, per dare qualche indicazione di carattere generale, diciamo che trovano ampi spazi le personalità di spicco del mondo borbonico immediatamente pre-unitario, j papi Pio IX e Leone XIII, alcuni cardinali ed uomini di curia, politici e amministratori pubblici degli ambienti napoletani e meridionali, ma soprattutto esponenti del clero e degli ordini religiosi del tempo. In effetti, date la posizione del frate francescano e la sua complessa e varia attività di apostolato, la documentazione è inesauribile per lo studio della religiosità popolare meridionale e per gli approfondimenti relativi allo sviluppo delle relazioni tra religiosi e laici in momenti di particolari vicende politiche italiane.
Non si può, inoltre, tacere del valore che ha l'Epistolario di P. Ludovico da Casoria per quanto concerne gli ambiti internazionali, soprattutto quello che interessa il mondo missionario, verso il quale il frate ha grandi aperture, come dimostrano diverse delle lettere pubblicate. Altresì deve sottolinearsi il cumulo di impegno profuso per la fondazione dell'Istituto delle Suore Elisabettine, testimoniato nelle molte missive inviate alle singole consorelle ed a quanti si prodigano per far sorgere e per far crescere l'istituzione religiosa.
In complesso, sfogliando le 1500 pagine dei tre volumi, si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un uomo di grande vitalità e di ampi rapporti sociali; in conseguenza, dalle sue lettere non può che affiorare una quantità enorme di materiale da studiare e da verificare per trarne elementi validi a chiarire alcuni punti ancora oscuri dei contatti tra mondo cattolico e mondo laico nei tempi gravidi di storia del Risorgimento italiano.
GAETANO ANDRISANI