BARONIA DE ROCCA ROMANA. IL SITO FORTIFICATO DI MONTE MAGGIORE E L’INCASTELLAMENTO NELLA MEDIA VALLE DEL VOLTURNO
1. Roccaromana: storia e fonti scritte
Nel 1101, in un diploma di Riccardo II, Adamo de Roccaromana, fa la sua comparsa tra gli uomini d’arme che il I Principe di Capua, dona a Guarino Abate di S. Lorenzo. È questa la prima menzione, se pur indiretta, del toponimo di Roccaromana nelle fonti scritte medioevali.
Appena undici anni dopo, un documento dell’Abbazia di Montecassino testimonia il giuramento del conte di Teano all'abate Gerardo in difesa dei possedimenti del cenobio. Tale giuramento prevede la difesa in armi contro qualunque nemico dell’abbazia eccezion fatta per Guaimondo de Rocca Romana.
Nel 1117, il castello di Roccaromana sarà incluso nei possedimenti che, Gerardo abate di Montecassino conferisce al Convento di S. Giovanni Battista in Capua; mentre risale al 1138, la notizia della resa da parte della comunità di Roccaromana dinanzi all'avanzata di Ruggero II.
Negli anni a seguire si ritrovano menzioni in altri documenti di tipo privato, riguardanti cessioni di terre e beni siti nel territorio del Medio Volturno. Sul finire del XII secolo, ad esempio, la famiglia di Guemondo, compare in numerosi documenti che dal 1155 al 1189 ci aiutano a ripercorrere parte della vicenda di questo sito. In particolare, sappiamo che nel 1165 Maria di Roccaromana figlia di Guemondo, risulta quale intermediaria di una donazione di terre in favore del monastero di S. Giovanni di Capua (fondato da Landolfo nel 967). Mentre, Andreas de Rocca Romana “…sicut dixit Nicolaus Frascenella…domino Rege”, è presente prima, in una Curia presieduta dal re Guglielmo (per la definizione di una lite tra i signori di Roccaguglielma e l’abate Rainaldo di Montecassino), e poi nel 1167 in qualità di giustiziere regio, in una Curia riunita a Sessa. Quindi, nel 1185, alla morte di Andreas, il figlio Guemondo, in presenza della moglie Leonarda e del figlio Alamo, dona alcuni beni all'abate Benincasa di Cava.
Ulteriori due menzioni sono presenti in altrettante bolle pontificie di Celestino III, datate al 1189 e 1193. Quest’ultima, a conferma della precedente, ribadisce l’immunità conferita al vescovo di Teano, da Gimundo de Rocca Romana. Si giunge così al periodo svevo quando, un documento del 1222 ricorda una concessione, in favore della Badia di S. Maria della Ferraria da parte di Federico II, in cui compare Guismondo de Roccaromana. Infine, altre menzioni ricorrono in numerosi documenti che dalla seconda metà del XIII secolo a tutto il XV secolo, ripercorrono la storia del borgo attraverso la dominazione sveva, angioina ed aragonese.
2. Il sito della Rocca: topografia e stato dell’arte
Il territorio di Roccaromana si presenta come un comprensorio particolarmente interessante dal punto di vista storico-archeologico, caratterizzato dalla presenza dell’uomo dall’età sannitica a tutto il medioevo senza soluzione di continuità. Tale interesse è dimostrato dai numerosi rinvenimenti, per lo più casuali, che restituiscono, se pur in modo ancora frammentario, l’immagine di un’area ricca di presenze antropiche soprattutto lungo la fascia pedemontana del Monte Maggiore... Leggi tutto