Costarella-Prisco monografia

Attilio Costarella - Rachele Prisco

IL MUSEO CIVICO DI PIEDIMONTE NEI DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO STORICO

PRESENTAZIONE

Pochi giorni dopo la mia prima elezione a Sindaco, avvenuta il 27 Aprile 1997, decisi di visitare gli immobili di proprietà comunale; intendevo rendermi conto di persona della consistenza del patrimonio civico e, soprattutto, del suo stato di conservazione.

In quella occasione ebbi modo di rimettere piede nelle sale del Museo, che da bambino avevo visitato, restando affascinato dai reperti esposti e colpito dalla passione con la quale l’allora Direttore, Prof. Dante Marrocco, li illustrava. Lo spettacolo che mi si presentò fu a dir poco raccapricciante: alle pareti muffa ed umidità, arredi semidistrutti, ovunque detriti e sporcizia.

La visita proseguì all'edificio dell'ex Ospedale Ave Gratia Plena ed anche qui non vi era altro che degrado ed abbandono; nei locali dell'antica farmacia ebbi difficoltà a riconoscere i preziosi arredi ricoperti, com'erano, di calcinacci, polvere e rifiuti; disposi immediatamente il trasferimento di questi arredi in luogo sicuro, consapevole che, oltre al pericolo del deterioramento, erano seriamente esposti al rischio di furti ed atti vandalici.

Immaginai, da subito, che la loro degna collocazione non poteva che essere un museo; ma in quale museo, visto che il nostro versava in quelle condizioni? Fu allora che decisi che il restauro del Museo Civico doveva costituire un obiettivo prioritario della nostra azione amministrativa. Dopo gli approfondimenti di rito, la Giunta comunale, con atto deliberativo N. 464 del 10 Settembre 1999, conferì all'architetto Domenico Buonpane l'incarico di redigere il progetto preliminare per la sistemazione ed il recupero dei locali museali; progetto poi approvato dalla Giunta, con deliberazione N. 308 del 18 Luglio 2000, ed assentito dalla Soprintendenza con nulla osta N. 23541 del 10 Agosto 2000. Il successivo 20 Dicembre, con deliberazione N. 571, veniva approvato il progetto esecutivo. Definito l'iter tecnico-amministrativo occorreva superare lo scoglio maggiore: come reperire le necessarie risorse finanziarie.

Insieme al nostro Consigliere Provinciale, Dr. Daniele Ferrucci, esposi la questione al Presidente della Provincia di Caserta, On. Riccardo Ventre, da sempre attento ai problemi della nostra Città: fu immediatamente entusiasta dell'idea e così, il 20 Febbraio 2001 , nella Sala Giunta di Corso Trieste, sottoscrivemmo il Protocollo d'Intesa con il quale veniva sancito l'impegno dell' Amministrazione Provinciale a sostenere il progetto di restauro; impegno puntualmente onorato con l'erogazione di un contributo straordinario di 400.000.000 di lire, concesso il 21 Novembre 2001.

Incoraggiato dal buon andamento delle cose, il 9 Novembre del 2000, lanciai un appello (reso pubblico con il manifesto "Salviamo la Pinacoteca Comunale") al mondo dell'imprenditoria locale, alle istituzioni ed ai sodalizi culturali presenti sul territorio, affinché i 17 dipinti della Pinacoteca potessero essere restituiti all' antico splendore; grazie al contributo della Società SE.R.I. s.r.l. di Piedimonte Matese, fu possibile finanziare il progetto di restauro delle tele, precedentemente approvato dalla Soprintendenza di Caserta il 31 Ottobre 2000. Ancor prima, con analoga iniziativa, era stato possibile restaurare la pregevole tela della "Madonna del Rosario", rovinata dagli sfiati delle cucine della vecchia mensa scolastica sistemate, con scelta poco avveduta, in un locale attiguo alla cappella.

Contemporaneamente, altro problema da affrontare, fu quello di recuperare il residuo materiale custodito dal Prof. Dante Marrocco nella sua abitazione, dopo la chiusura del Museo, decisa, nel 1973, per porre fine ad una allarmante sequenza di furti. Ancora viva in me è l'emozione suscitata dalle parole con le quali l'anziano professore mi manifestò la decisione di riconsegnare all'Amministrazione i beni del Museo: era convinto che questa volta si faceva sul serio e che gli oggetti raccolti nei decenni con amorevole cura, prima da suo padre e poi da lui stesso, avrebbero finalmente avuto una decorosa sistemazione!

Oggi il Museo Civico riapre: nelle sue sale tornano ad essere esposti quadri, ceramiche, armi, mosaici, epigrafi, bronzi, monete e cimeli; gli arredi dell'antica farmacia, superbamente restaurati, fanno bella mostra di sé!

Rinasce una prestigiosa Istituzione, vanto della cultura di Terra di Lavoro, come testimonia la sua storia, in questo volume sapientemente ricostruita.

IL SINDACO

Carlo Sarro