Torcino

Stralcio da: Conti, Simonetta, Siti Reali tra diletto e fattività economica, in “Città e Sedi Umane Fondate tra Realtà e Utopia”, a cura di A. Pellicano, tomo I, 2010, pp. 601-604:

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Nella carta di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni del 1784, detta delle Reali Cacce, sono individuati tutti quei siti che erano posti in Terra di Lavoro a nord di napoli. Erano: Torcino e Mastrati, Caccia del Boschetto, Mondragone, Caccia della Spinosa (nei territori di Alvignano e Ruviano), Cerquacupa, Monte Caro (o Montecalvo), Longano, Bosco di Calabricito, Riserva di Carditello, Demanio di Calvi (Caccia di Mallardi e Caccia di Sforzati), Reali Fagianerie (Garzano e Piana di Monte Verna), Montegrande (territori di Caiazzo, Castel di Sasso e Piana di Monte Verna), Boscarello, Selva nuova (nei territori di Caiazzo e Castel Campagnano), Bosco di S. Arcangelo, Monte Longano.

L’annessione al demanio reale di vaste porzioni di territorio ebbe effetti a volte contrastanti. Se l’aver annesso al demanio privato della Corona i terreni ha salvato per un lungo periodo le aree da inquinamento, costruzioni, e tutto ciò che comporta l’attività umana, aveva generato del risentimento da parte delle popolazioni contadine che lo sentivano come un sopruso.

L’area più eccentrica del territorio entrata a far parte dei siti reali fu quella di Venafro, presso il corso dell’alto Volturno. L’area appare molto bene nella carta del Rizzi Zannoni e documenta come, affinché il sovrano e la corte potessero raggiungere il paese dopo la caccia, fosse stato costruito un ponte per l’attraversamento del fiume e riattata la strada, così come vennero restaurati gli edifici appartenenti ai vecchi proprietari. Le cacce collegate al sito di Venafro erano quelle di Torcino e Mastrati. Si trattava di una riserva molto estesa, iniziata da Carlo con l’acquisto di Capriati e ingranditasi nel 1771 in seguito all’acquisto del feudo di Mastrati da parte di Ferdinando IV. Dalla descrizione di Celano si legge: «Il vasto recinto della caccia, è così ben tenuto, che sembra un delizioso giardino in mezzo ai boschi. Vi sono sparse delle ampie peschiere, ed un bellissimo casino, costruito dal Re Cattolico, unicamente per suo riposo, poiché del rimanente egli abitava sempre a Venafro, quando a questa caccia conducevasi, nel palazzo dei Principi di Venafro» (Celano, 1792, p. 219), e queste le parole di Lorenzo Giustiniani: «Venafro… Vi sono diversi boschi. A distanza di 3 miglia evvi quello di Torcino, con altri piccioli boschetti adiacenti riserbati per caccia del Sovrano, essendo un tempo abbondanti di caprj, cinghiali, lepri, volpi, lupi, gatti selvaggi, ed altri quadrupedi, e di volatili ancora di specie diverse» (Giustiniani, t. X, 1805, p. 26).

L’attività pittorica di uno dei più importanti pittori di corte, il tedesco Jacob Philip Hackert ha lasciato documentata sia la passione dei reali per l’arte venatoria, ma anche il risultato di opere di ingegneria. Nel quadro Ferdinando IV a caccia del cinghiale a Venafro risalta proprio il ponte fatto costruire per la bisogna, così come altre due strade vennero costruite per rendere più facili i collegamenti sia in Venafro che nell’area circostante (Alisio, 1976, p. 37).

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Stralcio da: U. Della Monica – G. Rescigno, I principali Siti Reali e il riformismo borbonico, II Sottosezione: Distribuzione e funzioni degli altri Siti Reali borbonici: 1734 – 1861, in “L’unità d’Italia vista da S. Leucio. I Siti Reali, Caserta e Terra di Lavoro nel processo di Unificazione nazionale - Catalogo della mostra cartografica e documentaria”, a cura di I. Ascione, G. Cirillo e G. M. Piccinelli, 2013, p. 260

10. Gli altri Siti Reali minori

Tra i Siti minori si annoverano: Capriati a Volturno, Mondragone, le Reali Cacce di Caiazzo.

Il feudo di Capriati a Volturno fu acquistato da Carlo di Borbone ed ampliato poi da Ferdinando IV. Faceva parte di un’estesa riserva di caccia, che si sviluppava al confine tra Campania e Molise, ed includeva anche le località di Venafro e Ciorlano nei cui pressi sorgeva la splendida tenuta del Torcino. Questo comprensorio, ritratto anche in alcuni dipinti di Hackert (celebre la Caccia al cinghiale a Venafro conservato presso la reggia di Caserta), costituiva il limite settentrionale dei territori di caccia dei Borbone. In questi stessi territori sorge oggi l’Oasi WWF de Le Mortine - Capriati al Volturno - Venafro…

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Stralcio da: Giuseppe Rosati, Le cacce reali nelle province napoletani, Napoli 1871, pp. 65 e sgg. (v. PDF relativo alle ristampe digitali)