Daniele Ferraiuolo
ATTIMI DI VITA QUOTIDIANA DAI GRAFFITI DEL CRIPTOPORTICO ROMANO DI ALIFE
La pratica spontanea del graffito murario antico è prova evidente del bisogno di esporre concetti rendendoli socialmente aperti. È una “scrittura di strada e di piazza”, un modus comunicandi parallelo a quello ufficiale, istituzionale, che impiega e coinvolge strati sociali diversi. I sentimenti, gli amori, le beffe, gli sfoghi occasionali lasciati sui muri, quando non su diversi supporti disponibili, restituiscono squarci di vita quotidiana non altrimenti noti che dai segni ormai sbiaditi e scrupolosamente restituiti da paleografi ed epigrafisti.
Il graffito murario, latino, s’intende, e per il mondo antico, trova particolare diffusione tra Augusto e l’età dei Severi, periodo corrispondente ad un forte incremento dell’alfabetismo dovuto agli scambi culturali e alla progressiva esigenza comunicativa, dettata dagli estesi traffici commerciali. La necessità, da parte soprattutto dei grandi mercatores e negotiatores, di disporre di maggiori risorse in campo commerciale, portò molto spesso gli stessi a curarsi dell’istruzione dei propri schiavi, i quali investirono, così, funzioni non più meramente manuali ma soprattutto gestionali (elaborazioni di conti, lettura e scrittura di ordini e via dicendo). È proprio in questo contesto che il libero sfogo individuale diventa collettivo e mette in scena un mondo brulicante di colori, di costumi, di oscenità che animano i vicoli, le strade, i magazzini, le latrine, i bordelli. I graffiti pompeiani, numerosi e diversificati, rappresentano in questo scenario un utile termine di confronto con quelli rinvenuti all’interno di numerosi altri contesti italiani - quelli di Ercolano, del Paedagogium di Roma o della Casa “ostiense” di Giove e Ganimede - tra cui includiamo naturalmente il Criptoportico romano di Alife. Nella città vesuviana i messaggi amorosi, quelli beffeggiatori od erotici occupano i muri, interni od esterni, degli edifici, calcano gli intonaci o la calce, incidono, con i loro significati, persino il cuore di un viandante: Quisquis amat, calidis non debet fontibus uti, nam nemo flammas ustus amare potest (Pompei, Basilica) - Chi ama non deve bagnarsi in acque calde, perché nessun ustionato da amore può amare le fiamme. Tuttavia, la curiosità del passante era, sovente, alimentata dai numerosi graffiti figurati singoli o a corredo delle iscrizioni, volti di donne, di uomini, caricature di personaggi politici, nonché scene erotiche schiette e disinibite, a testimonianza del valore del rito amoroso, un atto materiale intriso di contenuti sacri. La rapidità esecutiva, nonché la prontezza nella comprensione fanno, dunque, del graffito uno strumento di alta comunicabilità in cui è l’anarchia testuale a far da padrona.Il frequente disordine grammaticale, nonché propriamente grafico, rende, dunque, faticoso il lavoro dell’epigrafista circa le problematiche del significato ma soprattutto della collocazione cronologica dell’oggetto iscritto.
Nel caso del criptoportico alifano, proposto al pubblico in questo intervento, le testimonianze graffite risultano singolari, ma allo stesso tempo variegate... Leggi tutto