Liberato De Caro

I cieli raccontano - Indagine storica su Gesù nell'opera di Maria Valtorta attraverso l'Astronomia

Isola del Liri (FR), Centro Editoriale Valtorta, 2014

Introduzione

Per i cristiani la storia è divisa in due tronconi: prima e dopo Gesù di Nazaret. Chi ha riconosciuto in lui il Messia davidico tanto atteso dal popolo d'Israele, il Cristo, il Dio incarnato, ammette nella fede un avvenimento unico e irripetibile in cui tempo e salvezza si sono incontrati nella storia. Per questo motivo non è un caso che la determinazione delle coordinate temporali — data di nascita, di crocifissione, ecc. — delle vicende storiche riguardanti Gesù ha catturato da sempre l'attenzione di molti studi. Anzi si può con certezza affermare che il personaggio più studiato dal punto di vista storico sia stato proprio Gesù e che continui ancora ad esserlo. Nonostante una mole immensa di libri e pubblicazioni di ogni genere è, però, quasi paradossale che nemmeno l'anno della sua nascita sia stato determinato in maniera univoca, tant'è vero che, a seconda degli studi, esso oscilli in un ampio intervallo temporale, dal 9 a.C. all'1 d.C.

Altro aspetto che ha caratterizzato la bi-millenaria storia della cristianità, che in un certo senso pub essere considerato l'altra "faccia della medaglia" dell'interesse storico sulla figura di Gesù, è la ricchezza di mistici, veggenti e santi che hanno beneficiato di particolari visioni e rivelazioni private sulla sua vita. Si tratta di visioni riguardanti "contemplazioni di avvenimenti passati" ricche di tantissime informazioni concernenti la vita di Gesù e Maria, non sempre direttamente deducibili dalle fonti bibliche. Sotteso a queste rivelazioni c'è sempre quel forte desiderio di conoscenza teso a chiarire il più possibile nelle coordinate spazio-temporali quell'avvenimento unico e irripetibile della storia costituito dalla nascita, crocifissione e resurrezione di Gesù di Nazaret. Questo stesso desiderio lo rileviamo altresì nella ricchissima produzione letteraria apocrifa che si è avuta nei primi secoli di storia del cristianesimo, riguardante tanti aspetti della vita di Gesù e Maria su cui le fonti bibliche fornivano scarne informazioni.

A questo punto sorge spontanea una domanda: che tipo di attendibilità possiamo dare alle informazioni cronologiche, storiche, geografiche, ecc., derivabili delle rivelazioni private riguardanti la vita di Gesù?

Gli stessi scritti apocrifi potrebbero anche contenere antiche memorie storiche di fatti realmente accaduti ma, spesso, sono cosi ricchi di dettagli narrativi, plausibilmente legati all'immaginazione e alla fantasia dell'autore, che è difficile estrarre ciò che può veramente avere validità storica. Con le rivelazioni private sulla vita di Gesù e Maria non si ricade in una situazione analoga a quella riscontrabile negli scritti apocrifi?

Per tentare di dare una risposta alle precedenti domande è utile partire da quanto il Magistero della Chiesa cattolica ha chiarito in merito, circa la differenza sostanziale di tali rivelazioni rispetto alla Rivelazione contenuta nelle Sacre Scritture e nella Tradizione, che ha la sua pienezza in Cristo e si è definitivamente conclusa con la morte dell'ultimo apostolo, come ribadito nell'ultimo concilio con la costituzione Dei Verbum. Difatti il Magistero ecclesiastico distingue tra:

- verità divinamente rivelate e dogmi che, per un cattolico, sono necessariamente da credersi, richiedendo l'assenso pieno e irrevocabile della fede teologale, pena il rischio di eresia;

- verità necessariamente connesse alla Rivelazione in termini di ordine logico o storico, dette anche verità della dottrina cattolica, che sono da ritenersi in maniera definitiva, richiedendo l'assenso pieno e definitivo del credente, fondato sulla fede nell'assistenza dello Spirito Santo al Magistero, pena la non piena comunione con la Chiesa cattolica.

A differenza delle verità divinamente rivelate e le verità della dottrina cattolica, le rivelazioni private possono pretendere da parte del credente, al massimo, un non obbligatorio "assenso di fede umana, conforme alle regole della prudenza, che ce le presentano come probabili e credibili in uno spirito di pietà".

Anche i nn 66 e 67 del Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) ci aiutano a capire il rapporto esistente tra le rivelazioni private e la Rivelazione:

nel corso dei secoli, ci sono state rivelazioni dette private, alcune delle quali sono state riconosciute dall'autorità della Chiesa. [...1 Il loro ruolo non è quello [.. .] di completare la Rivelazione definitiva del Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in un momento particolare della storia,

permettendo, in ultima analisi, la progressione della Tradizione di origine apostolica, attraverso l'assistenza dello Spirito Santo, accrescendo la comprensione tanto delle cose quanto delle parole trasmesse (cfr. Dei Verbum, n. 8), poiché "anche se la Rivelazione è compiuta, non è tuttavia completamente esplicitata: toccherà alla fede cristiana coglierne gradualmente la portata nel corso di secoli" (cfr. CCC n. 66).

Fatta chiarezza sulla differenza sostanziale esistente tra Rivelazione e rivelazioni private, possiamo a questo punto chiederci come mai lo Spirito Santo, nel corso dei secoli, abbia comunicato a Santa Ildegarda di Boemia, Santa Brigida di Svezia, Santa Teresa d'Avila, la Beata Anna Caterina Emmerick, Santa Faustina Kowalska — giusto per citare solo alcune delle mistiche e veggenti già canonizzate o beatificate dalla Chiesa cattolica — così tante cose da permettere loro di realizzare direttamente (di proprio pugno) o indirettamente (attraverso qualcun altro che le abbia messo per iscritto), opere di migliaia di pagine di rivelazioni private contenenti tantissimi dettagli riguardanti la vita di Gesù e Maria.

Dopo le suddette premesse la risposta potrebbe essere consequenziale: esplicitare meglio la Rivelazione, rendendola più comprensibile agli uomini di ogni tempo, per aiutarli a vivere più consapevolmente e con maggior frutti di carità la vita di fede in Cristo nel contesto storico in cui sono stati chiamati a testimoniarla. Ma se il fine ultimo delle rivelazioni private è quello di aiutare a vivere la fede più pienamente in un momento particolare della storia dell'umanità, quelle più vicine a noi dal punto di vista cronologico non potrebbero meglio adempiere tale funzione?

Tra le visioni della vita di Gesù e di Maria, che possono essere annoverate tra le più ricche d'informazioni e tra le più recenti dal punto di vista cronologico, troviamo quelle contenute nell'opera più importante di Maria Valtorta, L'Evangelo come mi è stato rivelato (indicata in seguito con EMV) — in una sua precedente edizione intitolata "Il poema dell'Uomo-Dio" edita dal Centro Editoriale Valtortiano, che sarà al centro del presente studio. I motivi che inducono ad approfondire l'analisi dell'EMV sono molteplici.

Un primo motivo concerne la sorprendente ricchezza del contenuto rivelativo dell'opera valtortiana, in termini di topografia, archeologia, usi e costumi della Palestina del primo secolo d.C., dati storici e geografici, già messa in evidenza da un recente studio di Jean-François Lavère, che mostra come l'analisi metodica di migliaia di dati derivabili dall'EMV abbia permesso di verificare che il lungo racconto contenga informazioni che, sorprendentemente, non sarebbero frutto di mena fantasia narrativa. Tale ricchezza permette all'autrice di trasportare il lettore nell'epoca del racconto, descrivendo in modo credibile i luoghi in cui si svolge la storia (vita di Gesù e Maria), rendendo i costumi dell'epoca senza falsificarli né tradirli, dando un ritratto realistico dei suoi personaggi che rivivono agli occhi del lettore, con una qualità del linguaggio, dei dialoghi e delle descrizioni conformata al contesto storico. Il tutto ha, ad esempio, permesso al pastore battista americano David J. Webster, convertitosi al cattolicesimo dopo aver studiato per sei anni l'opera valtortiana, di aver individuato

informazioni relative a 255 siti menzionati nell'EMV. Nella relazione dei suoi lavori, diffusa nel 2004 (30 pagine dattilografate), ha censito e repertoriato 79 siti sconosciuti nell'edizione del 1939 dell'International Standard Bible Encyclopedia. Tra questi 79 luoghi, 62 non sono neppure citati nel Macmillan Bible Atlas del 1968, e 52 non appaiono nella Bibbia. Tuttavia 29 sono stati autenticati successivamente grazie allo studio di fonti antiche, e appaiono ora nell'edizione del 1989 dell'Harper Collins Atlas of the Bible.

Si tratta di un risultato sorprendente confermato dal professore François-Paul Dreyfus, un domenicano della scuola biblica di Gerusalemme, che afferma:

sono stato molto impressionato di trovare nell'opera di Maria Valtorta il nome di almeno sei o sette città che non appaiono né nel Vecchio né nel nuovo Testamento. Questi nomi sono conosciuti soltanto da alcuni rari specialisti e grazie a delle fonti non bibliche.

L'opera di Maria Valtorta, quindi, ben si presterebbe a essere approfondita attraverso le metodologie scientifiche oggi a nostra disposizione, per cercare di capirne la valenza, l'origine, l'utilità, sottoponendo, ad esempio, gli avvenimenti narrati a un tentativo di analisi cronologica per verificarne la coerenza intrinseca e la compatibilità con le informazioni già in nostro possesso derivabili da fonti storiche antiche, visti i primi risultati già ottenuti da altri studi.

Un secondo motivo riguarda il fatto che si tratta di un'opera recente, potremmo dire "quasi contemporanea", scritta dalla Valtorta dal 1943 al 1947, mentre l'autrice era confinata dalle sue condizioni critiche di salute a permanere stabilmente a letto. R. Laurentin e F. M. Debroise, in un loro recente ed interessante studio di confronto dei particolari della "vita di Maria" derivati dalle visioni di diversi mistici, annotano:

[l'opera di Maria Valtorta] è quella che meglio si accorda con le innumerevoli scoperte dell'esegesi attuale. Non manifesta dipendenza riguardo alle due vite [di Maria] precedenti come invece fanno Anna Katharina Emmerick e Consuelo nei confronti di Maria di Agreda.

Nelle sue visioni la Valtorta sente — tranne pochi casi da lei annotati diligentemente parlare gli Apostoli e Gesù in italiano. Quest'aspetto non deve sorprendere. Infatti, la "Signora" che appariva a Bernadette Soubirous nelle apparizioni mariane di Lourdes le parlava in dialetto guascone, l'unico idioma che la veggente poteva comprendere. È questa una riprova del fatto che Dio asseconda l'uomo utilizzando, per comunicare, gli schemi rappresentativi umani propri della realtà storica in cui esso vive, frutto della sua cultura, della sua lingua e dei costumi di una determinata epoca e di un determinato popolo. Per tali motivi è visibile nell'EMV "una trasposizione della buona novella annunziata da Gesù nella lingua della Chiesa di oggi [sebbene] la veggente era priva di qualsiasi formazione teologica tecnica".

Il terzo motivo che ci spinge a studiare l'EMV è legato al fatto che Maria Valtorta avrebbe avuto visioni riguardanti la vita di Gesù e Maria, componendo di suo pugno, senza secondi intermediari e senza ritardi nella composizione, circa 15.000 pagine manoscritte, che avrebbe redatto sia sotto dettatura diretta di Gesù o Maria, sia immediatamente dopo aver avuto una visione, come la stessa autrice annota nei suoi scritti:

soprattutto per i dettati, io ne dimentico subito le parole, pur rimanendomene incisi i comandi e nell'anima la luce. Ma i particolari si dileguano immediatamente. Se dopo un'ora dovessi ripetere quel che udii, tolto una o due frasi principali, non saprei più niente. Mentre le visioni restano vive alla mente, perché le ho dovute osservare da me. I dettati li ricevo. Quelle invece le devo percepire. Restano perciò vive nel pensiero, che ha faticato a notarle nelle loro fasi (EMV 3.1); ...Assicuro sulla mia coscienza che quanto scrivo, perché lo vedo o lo odo, lo scrivo mentre lo vedo o lo odo (EMV 361.1).

Maria Valtorta, quindi, avrebbe messo per iscritto sotto dettatura diretta di Gesù o Maria una parte delle sue rivelazioni private, mentre altre parti sarebbero il risultato della sua interpretazione sensibile delle visioni, messe anch'esse per iscritto immediatamente dopo, così come un testimone oculare, chiamato a testimoniare, farebbe per relazionare su quanto ha visto, sentito e capito di quello che stava succedendo intorno a sé. Trattandosi di 15.000 pagine manoscritte, poi diventate più di 4.800 pagine stampate dei dieci volumi che formano l'EMV, quest'opera costituirebbe una delle rivelazioni private sulle vite di Gesù e Maria tra le più estese che la storia della cristianità possa annoverare, caratterizzata nel contempo dall'essere stata scritta senza intermediari alcuni né ritardi nella sua stesura.

Un quarto motivo riguarda l'oramai superato problema della messa all'Indice dei Libri Proibiti che aveva inizialmente subito Il Poema dell'Uomo-Dio, il 26 dicembre del 1959, con pubblicazione sull'Osservatore Romano il 6 gennaio 1960 del corrispondente decreto, in un articolo non firmato, dal titolo "Una vita di Gesù malamente romanzata". Con l'abolizione dell'Indice dei Libri Proibiti è stato rimosso il divieto di leggere quest'opera valtortiana e di pubblicarla, sebbene nel 1992 la Conferenza Episcopale Italiana abbia chiesto all'editore del Centro Editoriale Valtortiano di precisare che:

le visioni e i dati riportati in questi libri non possono essere riconosciuti di origine soprannaturale ma devono essere considerati come delle forme letterarie utilizzate dall'autore per raccontare a modo suo la vita di Gesù.

In altri termini l'abolizione del divieto non elimina certo il discernimento del lettore. A tale riguardo è utile ricordare che nelle norme" deliberate nel novembre 1974 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha sostituito il Sant'Uffizio, e approvate da Paolo VI il 24 febbraio 1978, si parla di:

— constat de supernaturalitate, quando una rivelazione privata è verificata avere un'origine soprannaturale;

— non constat de supernaturalitate, quando non è (ancora) stato verificato che una rivelazione privata abbia un'origine soprannaturale.

Non si parla più del constat de non-supernaturalitate, che prevedeva il Sant'Uffizio, cioè della certezza della non-soprannaturalità di una rivelazione privata. In definitiva l'attuale posizione del Magistero ecclesiastico nei confronti dell'opera valtortiana è che non sia stato possibile verificare la sua origine soprannaturale. Pertanto è doveroso mettere in guardia tutti i lettori riguardo a quest'aspetto importante, specialmente i meno accorti. Questo non vuol dire, però, che sia stata verificata con certezza la sua origine non soprannaturale o che in futuro l'opera valtortiana non possa persino essere riconosciuta autenticamente rivelata e/o che la sua autrice possa salire agli onori degli altari, così com'è successo, ad esempio, alla suora agostiniana Anna Caterina Emmerick (1774-1824), proclamata beata il 3 Ottobre del 2004 da Giovanni Paolo II, a distanza di circa due secoli dal periodo in cui visse, e che ebbe tantissime visioni sulla vita di Gesù e Maria.

Un quinto motivo, che è direttamente connesso al precedente, è la possibilità di far luce sulla coerenza intrinseca dell'opera valtortiana attraverso strumenti d'indagine derivati da altre scienze oltre che dalla teologia e la riflessione magisteriale. Sono già stati citati gli interessanti risultati delle ricerche di J. F. Lavère e di D. J. Webster. Non da ultima è la ricostruzione cronologica-calendariale effettuata da Jean Aulagnier, che ha analizzato più di 4000 riferimenti presi dalle pagine dell'EMV per ricostruire una sorta di "diario" della vita di Gesù e Maria. In effetti l'opera valtortiana è ricca di riferimenti calendariali e astronomici. L'ipotesi di base è che i riferimenti di tipo calendariale non siano dei meri abbellimenti narrativi dell'opera, ma contengano dei veri dati cronologici. Partendo da tale ipotesi J. Aulagnier, utilizzando l'Astronomia per ricostruire il calendario luni-solare ebraico del periodo in cui visse Gesù, ha dimostrato che è possibile dedurre una cronologia degli avvenimenti narrati nell'opera. Ha determinato, tra le altre cose, la data della nascita di Giovanni Battista (3 luglio 5 a.C.), di Gesù (10-11 dicembre 5 a.C.), la data del battesimo di Gesù (15 dicembre del 26 d.C.), quella delle Nozze di Cana (16 marzo del 27 d.C.), della crocifissione (7 aprile del 30 d.C.), e tante altre. Il suo lavoro è molto importante perché ha messo in evidenza, per la prima volta, come motte delle descrizioni narrative presenti nell'opera, ricche di riferimenti astronomici e calendariali, non siano casuali ma causali a un suo inquadramento storico-cronologico.

Questo punto è da porsi in connessione a quello precedentemente discusso poiché la possibilità di verifica della presenza o meno di una coerenza intrinseca nella cronologia sottesa al racconto della vita di Gesù e Maria riportato nell'opera valtortiana, potrebbe costituire un elemento aggiuntivo utilizzabile dal Magistero ecclesiastico per il discernimento circa la possibile origine soprannaturale delle visioni. In realtà J. Aulagnier è partito da alcuni riferimenti calendariali espliciti presenti nell'EMV e ha mostrato come l'EMV sia caratterizzato da un'elevata coerenza cronologica relativa degli avvenimenti narrati, cioè gli uni rispetto agli altri. Ma un fisico teorico statunitense 15 nel 1994 ha mostrato che è possibile trovare riferimenti cronologici implicitamente contenuti all'interno dell'EVM. Infatti, L.L. Van Zandt ha mostrato che le visioni notturne in cui sono descritti alcuni pianeti e la loro posizione rispetto alle costellazioni del cielo, ancora una volta, potrebbero non essere meri abbellimenti narrativi.

Attraverso l'Astronomia, infatti, è possibile verificare se si tratti o no di configurazioni planetarie verosimili e se esse cadano nel periodo storico giusto, quello in cui visse Gesù. In tal modo è possibile derivare una cronologia degli avvenimenti narrati nell'EMV che è indipendente persino dai riferimenti calendariali in esso contenuti. Si tratta, evidentemente, d'informazioni cronologiche implicite di cui la stessa Maria Valtorta non poteva essere a conoscenza. Per questo motivo lo studio preliminare effettuato da L.L. Van Zandt si rivela essere di fondamentale importanza nell'analisi dell'EMV. Infatti, questo tipo d'informazione cronologica non riportata esplicitamente nella narrazione, ma implicitamente contenuta in alcuni dettagli narrativi di natura astronomica, differenzia sostanzialmente l'opera valtortiana da un qualsiasi scritto apocrifo, per rispondere a una delle possibili obiezioni con cui siamo partiti in queste nostre riflessioni introduttive. Nessuno degli apocrifi sino a oggi scoperto e studiato sembra mostrare caratteristiche simili all'opera valtortiana, caratterizzata da tanti elementi narrativi che a prima vista sembrano essere frutto soltanto di una fervida immaginazione, da cui, però, è possibile derivare un ben preciso quadro cronologico degli avvenimenti narrati, ma solo attraverso un'accurata analisi astronomica.

Un sesto motivo è legato al rapporto esistente tra le rivelazioni private derivanti da mistici differenti. Recentemente R. Laurentin e F. M. Debroise hanno effettuato un interessante studio comparativo — poc'anzi citato e primo nel suo genere — delle visioni e rivelazioni private di diversi mistici riguardanti la vita di Maria, ponendo in evidenza punti in comune e differenze, non entrando però nella determinazione di una possibile cronologia degli avvenimenti descritti nelle visioni. Alla luce di questo importante studio, seguendo l'auspicio di R. Laurentin circa ulteriori ricerche sull'argomento," sarebbe interessante porre in evidenza eventuali correlazioni esistenti tra le visioni di Maria Valtorta — che lo ricordiamo, furono scritte di suo pugno senza alcun ritardo rispetto alle visioni stesse — con le visioni di altri mistici, in particolare quelle della Beata Emmerick, nel tentativo di ricostruire una cronologia per la vita di Gesù e della Madonna che trovi una corrispondenza di date comuni derivate dalle rivelazioni dei diversi mistici presi in esame. Se tale corrispondenza cronologica dovesse emergere si tratterebbe di un risultato molto importante, poiché permetterebbe di rivalutare l'attendibilità delle stesse rivelazioni dei mistici da cui la comune cronologia è derivabile.

Nell'effettuare quest'analisi di confronto sarà necessario, però tener conto del fatto che le rivelazioni private della Beata Emmerick sono influenzate dal non essere informazioni di prima mano, poiché sono state trascritte da un'altra persona, da Clemens Brentano? Si tratta, in altri termini, di una narrazione indiretta, come messo in evidenza dal card. José Saraiva Martins, prefetto per le cause dei santi, che precisò:

pertanto le opere in discussione non possono considerarsi né scritte né dettate dalla Emmerick e neppure autentiche trascrizioni delle sue affermazioni e delle sue narrazioni, ma come un'opera letteraria del Brentano e con tali ampliamenti e manipolazioni che è impossibile stabilire quali sia il nucleo vero e proprio da potersi attribuire alla beata (Osservatore Romano, 7 Ottobre 2004).

Altre opere, come la Città mistica di Dio di Maria di Àgreda, sono influenzate da altri problemi, trattandosi quest'ultima di una narrazione tardiva, messa per iscritto a più di trent'anni di distanza dall'epoca in cui avvennero le visioni." Ciononostante sarebbe interessante porre in evidenza le possibili correlazioni esistenti tra le cronologie derivabili da queste rivelazioni private di differenti mistici riguardo alle vite di Gesù e Maria. Non è un caso che, anche nello studio storico-critico dei quattro Vangeli, sono stati elaborati alcuni criteri per meglio mostrare la realtà storica di alcuni avvenimenti in essi narrati. A tal proposito è utile ricordare il criterio dell'attestazione multipla o ricorrente di uno stesso avvenimento in più fonti e contesti diversi. Se, cioè, un fatto è ripetuto in più fonti, ancor più se indipendenti, allora il livello di veridicità a esso associabile è molto elevato.

Adattando tale criterio allo studio delle rivelazioni private potremmo ipotizzare che se lo stesso riferimento cronologico può essere derivato da fonti diverse (cioè da visioni e rivelazioni private diverse) e si riesce a verificare, ragionevolmente, che tali fonti non siano tra di loro interdipendenti, allora il livello di attendibilità dell'informazione cronologica derivata sarà molto più elevato.

Partiremo, quindi, dall'analisi del riferimento cronologico interno dell'EMV suggerito da L. L. Van Zandt per cercare di capire se la cronologia derivata da J. Aulagnier, che è partito dagli elementi calendariali esplicitamente riportati nell'opera valtortiana, sia l'unica possibile. Percorreremo, quindi, un'analisi calendariale-astronomica di tutti gli elementi dell'opera che possano dare questo tipo d'informazione diretta o indiretta, per derivare una cronologia "intrinseca" della narrazione valtortiana, che non assuma alcun riferimento cronologico esterno all'opera. In tal modo sarà possibile verificare l'effettiva compatibilità della ricostruzione cronologica degli avvenimenti della vita di Gesù derivata dall'opera valtortiana con altri elementi cronologici derivabili da fonti storiche e, al tempo stesso, proprio tramite questo confronto, sarà possibile fornire al lettore anche una sintesi di riferimento per quanto concerne la ricerca sul Gesù storico. Durante quest'analisi verificheremo, inoltre, la compatibilità degli elementi cronologici in tal modo ricostruiti con quelli derivabili da altri mistici, in particolare con quelli che possono farsi risalire — entro una ragionevole certezza — al nucleo rivelativo autentico della Beata Emmerick. Andremo cioè alla ricerca di "attestazioni ricorrenti", rimanendo il più possibile critici sulla possibile influenza di una fonte antecedente su una seguente, o sulla possibile interpolazione dello scrittore (C. Brentano), definendo degli idonei criteri di verifica adatti allo scopo. È questo il programma dello studio riportato nelle pagine seguenti che si presenterà ricco di inaspettate sorprese.

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