Garzia_Considerazioni ponte sul Volturno

CONSIDERAZIONI ED ESAME

PER LA SCELTA DEL SITO OVE COLLOCARE

IL PONTE SUL VOLTURNO

DA FARSI A CONTO

DELLA PROVINCIA DI TERRA DI LAVORO

PER ACCEDERE

AL CIRCONDARIO DI PIEDIMONTE D'ALIFE

PER L'INGEGNERE CIVILE

GIUSEPPE GARZIA

NAPOLI

TIPOGRAFIA MILITARE

1863

AGLI ONOREVOLI COMPONENTI

IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI TERRA DI LAVORO

NELLA SESSIONE DI SETTEMBRE 1863

Signori

Fin da più anni si pensa di costruire a conto della Provincia un ponte sul Volturno nel sito detto Scafa S. Angelo, per riunire la strada provinciale che distaccandosi dal miglio XXIX della nazionale degli Abbruzzi passa sotto Pietra Vairano, e quindi conduce ad Alife, Piedimonte, ed alla Sannitica da un lato; dall'altro ai paesi del Mandamento di Capriati, ed ora va a continuarsi fino al Ponte Reale al Baraccone di Torcino.

Varii progetti all'uopo furono elaborati, e siccome osservavasi una forte disparità tra di loro, così la Deputazione di cotesto Consiglio, che con tanto senno e solerzia regola la cosa pubblica, invitava il distinto Ingegnere signor Giustino Fiocca a dar parere su di essi.

E certamente non poteva meglio avvisarsi, troppo noto essendo il merito del signor Fiocca per l'esperienza di belle e simiglianti opere da lui condotte.

Ma la prevenzione in cui lo si fece entrare da uomini, che comunque onorevoli, poteron forse esser guidati più da interesse di municipalismo, che da desiderio di utilità generale, travisò le di lui idee, e lungi dal dare lo schietto giudizio che gli si era richiesto, si accinse a dimostrare erronea la scelta del sito alla Scafa S. Angelo, più utile e conveniente quella della Scafa di Baja, di modo che caddero quasi appo la Deputazione gli svariati priitivi progetti, si accolse la sua proposta di fare il ponte a Baja, e varie strade che all'uopo necessitano, e si gradiva in massima una offerta di cottimo da lui medesimo presentata per la esecuzione di tali opere; per le quali però non ha finora esibito alcun progetto artistico: che anzi con l'ultimo suo rapporto del 18 Luglio ne domanda la concessione quasi a vista, nettamente dicendo non esservi bisogno, né poter dare per ora alcun preventivo progetto o calcolo estimativo.

Avendo anch'io presentato al Consiglio Provinciale nella passata sessione tre progetti pel ponte alla Scafa S. Angelo, con una memoria, ed elaboratone gli estimativi, opinava che si fosse dovuto adottare quello in fabbrica dell'importo di duc. 75,000, dichiarando essere in grado far presentare delle offerte nel modo più conveniente.

Io credo che dalla scelta fra i progetti possa per la Provincia risultare maggior vantaggio: né in un argomento di siffatta importanza tornerà sgradita la discussione; sicché sento il debito di prendere la parola in appoggio della scelta del sito a S. Angelo, e contra il pensiero del signor Fiocca di allogare il ponte a Baja.

E' invero per me una spiacevole necessità quella di oppugnare le idee del Fiocca, a cui mi sento attaccato per riverenza e stima personale, la quale anziché alterata io spero verrà cementata dippiù, comunque mio malgrado debba pormi sul campo della opposizione, che farò con le mie debolissime forze, e con quei riguardi ad esso dovuti, ed a me dettati dalla considerazione che ho per lui.

A voi intanto signor Prefetto Presidente, e signori Consiglieri Provinciali che siete chiamati nella ordinaria sessione di quest'anno, a risolvere su questa faccenda di grave interesse per la intera Provincia, non meno che per le sue relazioni con le limitrofe; io dedico questo piccolo lavoro, scarso di merito, povero di facondia, ma a ciò supplirà la vostra somma intelligenza, di talché gittando uno sguardo sulla pianta topografica dei luoghi, ricavata dagli elementi più esatti, e sui principali motivi che esporrò in favore della Scafa di S. Angelo, ne trarrete con la vostra sana logica, le induzioni più certe, e gli argomenti anche più evidenti e chiari, che fanno preponderare la scelta a quel sito, per l'interesse della maggior parte dei paesi.

Sarò lietissimo infine se l'opera mia potrà meritare un compatimento dalle S.e V.e, e se vorrà rispondere allo scopo prefissomi, cioè il maggior vantaggio del pubblico.

Caserta 1° Settembre 1863

L'Ingegnere Civile

GIUSEPPE GARZIA

CAPITOLO I.

Breve cenno delle pratiche officiali, passate sinora per detto Ponte

In gennaio 1833 l'Ingegnere Panico presentava il progetto, che venne approvato con Ministeriale dell'Interno del 27 febbraio seguente, per la strada poscia da lui stesso diretta, che mette in comunicazione quella degli Abbruzzi con la Sannitica, e nel primo tratto fra Pietravairano ed Alife all'art. 2, era proposto il ponte nel sito detto Scafa S. Angelo, da formarsi con pile di fabbrica e travate di legno, il di cui importo si facea ascendere alla presuntiva spesa di duc. 14,000. Tale strada veniva saggiamente condotta dal Panico nel modo come ora vedesi, cioè diramandosi da quella degli Abbruzzi al miglio XXIX giunge con piccole sinuosità fin sotto Pietravairano, da dove con un magnifico rettifilo di miglia tre, attraversa il Volturno ov'è la scafa conosciuta sotto la denominazione di S. Angelo o di Pietravairano, ma meglio direbbesi di Raviscanina nel cui territorio è compresa, e quindi volgendo ad Oriente conduce ad Alife e Piedimonte, d'onde si distende verso Gioja e la Sannitica.

E' notevole che fin da quell'epoca, il dotto Ingegnere Panico che tanta buona fama ha lasciato di sé, chiamato a progettare la più facile e breve comunicazione fra Piedimonte e la strada degli Abbruzzi, propose egli la linea in parola, che fu superiormente approvata, ed eseguita col plauso generale di quelle popolazioni, per essere infatti una strada ottimamente prescelta e condotta, stante la campagna aperta e piana che attraversa, ed il suo regolare profilo, quasi a livello per tutta la lunghezza.

Eseguitasi tale strada nel periodo di molti anni, veniva differita la costruzione del ponte. Finalmente nell'anno 1852 formatosi il progetto della strada, indi costruita, che diramandosi dalla prima presso la Scafa S. Angelo conduce per sotto Ailano e Pratella fino a Prata, si pensava novellamente al bisogno del ponte, reclamato sempre dal Circondario di Piedimonte, per la infelice condizione di rimanere svariate volte nel corso dell'anno segregato dal resto della Provincia, per l'ingrossarsi del Volturno; ponte che apre la più facile e spedita comunicazione, stante che sullo stradale da Piedimonte a Caserta, fino a che non ne saranno fatti due sulle Scafe di Laurenzana e di Cajazzo, non sarà punto migliorata la condizione di quel cammino.

2. Il Consiglio Provinciale nella sessione dell'anno 1853 ne esprimeva un primo voto, che reiterava nel maggio 1854 così formulato:

"Domanda la costruzione del Ponte sul Volturno sotto la Pietra, affinché la strada Provinciale che dal miglio 29 conduce a Piedimonte, non abbia interrotto il cammino nei tempi d'inverno".

Qual voto veniva dal Re accolto, e trasmesso al R. Ministero dei Lavori Pubblici art. 73 delle Sovrane risoluzioni.

3. Interpellatone l'Ingegnere Direttore dei Ponti e Strade in Caserta, che in quell'epoca era il sig. Tommaso Tenore, questi con rapporto del 19 febbraio 1855 diretto all'Intendente, accennava alle difficoltà maggiori per l'ampiezza del fiume, ed alla spesa per cui neppure il doppio di quella indicata dal Panico sarebbe sufficiente.

E' evidente che volendosi fare il Ponte interamente in fabbrica, la spesa dovea risultarne assai maggiore di quello a travate di legno e quasi provvisorio come intendeva costruirlo il Panico.

4. Del pari il Conte Francesco Viti che allora reggeva la Sotto-Intendenza di Piedimonte, caldamente propugnava in ogni riscontro la pronta attuazione delle opere pubbliche più urgenti ed interessanti al Distretto, in cima alle quali era reputato, come è difatti, il ponte alla Scafa S. Angelo. Talché con suoi reiterati e pregevoli rapporti esponeva l'impellente necessità di quell'opera, reclamata dall'intero Distretto(1), nel primo dei quali trascriveva il parere del Consigliere sig. Pece, così espresso:

"Inoltre non debbo tacerle di conoscere personalmente, ed ognuno può ravvisare lo stesso, che il materiale tutto inserviente per sì lodevole opera trovasi a breve distanza dal fiume medesimo, e che il ponte a farsi riuscirà di facile costruzione, potendosene buona parte eseguire a secco per indi poi deviarsi etc."

5. Lo stesso Conte Viti con la sua erudita prolusione al Consiglio Distrettuale di Piedimonte nella sessione 1855 diceva: "Da questo Capo-luogo alla Scafa S. Angelo sono miglia 8, o poco più, e da questa alla milliaria XXIX sul regio cammino degli Abbruzzi 5 1/2; di modo che fino a Capua si avrebbero m. 27 di strada sempre piana, agevole, ed in ogni ora del giorno animata; da preferirsi alla strada per la salita di Gradillo che, se più breve, obbliga a transitare due scafe".

"Il ponte sul Volturno a Raviscanina è dunque fuori di dubbio opera necessaria ed urgente per Piedimonte e buona parte del Distretto".

E poco appresso accennando alla continuazione della strada Bruzio-Sannitica, cioè quella che da Piedimonte, per Sipicciano, S. Potito, Gioja e Faicchio va ad incontrare la Sannitica verso S. Salvatore, aggiungeva:

"Si lavora a questa strada, ma con molta lentezza; ed è pur dessa interessante, utilissima ed essenziale a questo Capo-luogo che circoscritto dai torutuosi giri del Volturno rimane le più volte bloccato senza commercio, anzi con danno gravissimo del commercio stesso. Fintantoché o il ponte alla Scafa di S. Angelo non verrà costruito, o protratta la strada a S. Salvatore; sempre deplorevole e miseranda sarà la condizione di queste popolazioni. Date però la preferenza la ponte, pregate il Sovrano, e non abbandonate per un istante un'impresa, che dev'essere in cima ai vostri pensieri, finché non addivenga un fatto compiuto.

Vorrei infondervi tutta la premura ed ansietà che io sento pel compimento di siffatte opere, ed al più presto che si possa, per una di esse almeno.

Riunite dei capitali, animate una società o associazione di proprietari; e così solamente potrete slacciarvi con prestezza dalla prigionia che il Volturno v'impone".

6. Non minori erano le premure che molti municipi avanzavano, e rimarcarsi fra l'altre la Deliberazione Decurionale di Piedimonte d'Alife del 26 luglio 1855(1).

7. Del pari il Consiglio Provinciale nella tornata del 1856 reiterava le domande per detto ponte.

8. Finalmente con Rescritto del 12 novembre 1856 pel Ministero dei LL. PP. 1° Carico N° 7158, si ordinava la formazione del progetto.

In seguito a che l'Ingegnere Tenore replicava da Caserta con foglio del 19 gennaio 1857, chiedendo all'Amministrazione Generale di Ponti e Strade che avesse disposto all'Ispettore del ripartimento di andar seco lui a vedere quella contrada, onde scerre il più acconcio sito ove stabilire il ponte, tanto per la solidità, che per la regolarità ed economia.

9. Risultato di ciò fu la disposizione dell'Amministrator Generale suddetto data al Tenore in febbraio 1857, che avesse pria di ogni altro presentata la pianta e proffili longitudinali e trasversali dell'alveo del fiume per una sufficiente estensione sopra e sotto corrente.

10. Il detto Tenore con foglio 2 aprile 1857 assicurava l'Intendente che gl'Ingegneri Cassetta e d'Avitaja da lui spediti nel passato mese di marzo a fare gli studii di campagna, li aveano di già completati; lavoro che fu al dì 14 aprile detto rimesso dal Tenore all'Amministrator Generale di Ponti e Strade.

11. Tali elementi furono passati all'Ingegnere Ispettore Oberty, con incarico di recarsi sopra luogo ed esaminare le cose proposte dal Tenore, riferendo poi l'occorrente col suo parere.

12. Quindi al 28 novembre 1857 l'Amministrator Generale di Ponti e Strade scriveva all'Intendente ed all'Ingegnere Tenore, "che dopo lo avviso del Consiglio degl'Ingegneri, il Ministro dei LL. PP: il 14 detto 2° Ripartimento, 1° Carico N° 9058, ha disposto quanto segue:

"Ho letto nel suo rapporto del 3 ottobre ultimo due deliberazioni emesse da cotesto Consiglio d'Ingegneri in ordine alla costruzione di un ponte sul Volturno presso Pietravairano sulla strada da Alife al Regio cammino degli Abbruzzi, per le quali si conchiuse che debba situarsi qual ponte nel tratto rettilineo del fiume sotto-corrente della scafa, a poca distanza dai due rami esistenti di detta strada, che debba esso comporsi di 15 archi ognuno della corda di palmi 45, con fondazioni isolate se a conveniente profondità si troverà lo strato di tufo atto a piantare i piedritti, o con platea generale, se questo strato non si rinvenga, nel modo proposto dallo Ispettore del ripartimento, e che infine debba escludersi la idea di un ponte in ferro, come avea divisato il Consigliere Provinciale di Terra di Lavoro". E quindi si davano le disposizioni analoghe per la redazione del progetto artistico.

Il quale veniva infatti su tali norme compilato dall'ufficio degl'Ingegneri di Ponti e Strade della Provincia, e rimesso dall'Ingegnere Direttore sig. Ruggi (che in tal frattempo avea surrogato il Tenore) all'Intendente della Provincia in data 4 novembre 1858. Tale progetto presenta la spesa di duc. 91,800.

13. Il Consiglio Provinciale nella sessione di maggio 1859 così si esprimeva riguardo a tale opera:

"1° di concedersi a prezzo definito, e con altri patti la confezione del ponte.

2° di attuarsene in ogni caso i lavori a cura della Provincia, moderatone prima lo estimativo".

14. Comunicato al lodato sig. Ruggi la deliberazione del Consiglio Provinciale dianzi accennata, e chiesto il suo parere sulla restrizione da apportarsi alla spesa, egli con foglio del 24 febbraio 1860 N° 180, rispondeva all'Intendente:

"Il progetto dello importo di duc. 91,800 venne compilato in seguito di lunghe ed accurate investigazioni per ciò che riguardava il metodo di fondazione e la scelta del sito ove il ponte medesimo dovea stabilirsi, ed in tali operazioni intervenne pure l'Ispettore del ripartimento cav. Oberty.

Dalle operazioni fatte si trovò conveniente che lo estimativo dei lavori fosse elaborato nella ipotesi di doversi stabilire il ponte sopra platea generale, salvo ad adottarsi il sistema di fondazioni a pile isolate, se nella esecuzione si fosse rinvenuto un fondo di tufo di tale solidità da poter fare a meno della platea generale. L'alveo nel sito del ponte presenta un suolo di terra argillosa, e di arena o ghiaia, ma non improbabile che possa incontrarsi il tufo a qualche profondità dal perché se ne vedono dei segni tanto sopra che sotto-corrente a molta distanza da poter fare sperare che lo stesso possa verificarsi nel sito del ponte(1). Qualora potesse farsi a meno della platea generale, si avrà un risparmio sull'ammontare del progetto di circa ducati 10,000 ed è questa l'unica economia sperabile, non potendosi moderare i prezzi dei varii lavori, essendosi ritenuti quelli delle attuali Tariffe in corso, ed ai quali non può portarsi altra riduzione".

15. A dì 3 Aprile 1860 l'Intendente sull'uniforme parere della Deputazione delle opere pubbliche Provinciali, spediva lo intero incartamento ai Deputati Marchese Buonpane e cav. Ungaro affinché si fosser resi sopra luogo, ed associati al Consigliere Pece avesser dato giudizio sulla riduzione della spesa e sul sito da preferirsi.

Tale incarico veniva da essi adempito e con riscontro del 16 aprile detto, dicevano aver percorso le sponde del fiume sotto e sopra corrente, ed aver osservato quanto segue:

"Indispensabile è la necessità di costruire il disegnato ponte, il quale rannoda i due tronchi di strada provinciale, apre con effetto il transito a molti Comuni che nell'inverno rimangono sequestrati per l'impedimento del fiume; ai Comuni stessi dà quasi una novella vita e perfeziona la bellissima strada Bruzio-Sannitica.

Però riandando i diversi progetti fatti, esaminando il sito prescelto per esso e che non può cangiarsi, sito che è quello stesso indicato fin dal 1833 dall'Ingegnere Panico, e sempre ritenuto dagli altri posteriori, ci siamo convinti che ivi soltanto e non in altro punto debba venire la costruzione. Abbiamo in seguito con minuto esame fatto sopra luogo, accompagnato dalle indagini raccolte da quei naturali e dagli analoghi chiarimenti somministratici dal Consigliere Pece, osservato che la condizione idrografica del fiume non è punto diversa da quella indicata dal Panico nel suo progetto del 1833, poiché la sponda destra di esso è stata sempre più bassa della sinistra, così come è, senza aver sofferto le grandi piene ed in tanti anni trascorsi alcuna degradazione. Tanto ciò è vero che noi stessi i quali ci trovammo a guardare il fiume in quel punto precisamente in tempo di pioggia dirotta che da più giorni cadeva, non osservammo per ombra invasa dalle acque la sponda destra ch'é la più bassa".

Ed è quivi fatto la prima volta cenno di una offerta che intendeva presentare l'Architetto di Piedimonte signor Giacomo Torti.

16. A dì 27 aprile 1861 il Sotto Prefetto Bardari richiamava l'attenzione del Governo sulla urgenza del ponte alla Scafa S. Angelo, sviluppando i vantaggi economici che ne risultano al Circondario.

17. Il Dicastero dell'Interno in data 10 maggio 1861, preveniva il Governatore di Terra di Lavoro di aver trasmesso in pari data al Direttore dei Lavori Pubblici l'offerta dell'Architetto Torti pel detto ponte, con la quale in data 21 aprile 1860, il Torti esponeva voler costruire il ponte ed opere accessorie nel modo da esso progettato, esigendo un pedaggio, e dando facoltà alla Provincia di acquistarlo quando le piaccia mediante la spesa non maggiore di duc. 30.000.

18. Il Dicastero delle Finanze e LL. PP. con nota del 18 maggio facea noto al Governatore di Caserta:

Che il Ministro dei LL. PP. in data 11 detto da Torino gli spedisce copia di una deliberazione di 21 Comuni del Circondario di Piedimonte con le quali chiedono la costruzione di un ponte sul Volturno. E che comunicate le dette deliberazioni al Cav. Ranco delegaro ad ispezionare le strade delle Provincie meridionali, esso col suo parere opinava fra le altre cose: "farsi le più vive istanze presso le autorità amministrative della Provincia, onde si proccuri la pronta costruzione del ponte nel suddetto luogo di S. Angelo, mediante il quale, oltre a rendere libera la comunicazione dei comuni posti sulla sinistra del volturno colla strada nazionale che da Capua tende a Venafro, si aprirebbe pure ai comuni posti a monte di Piedimonte una strada per le più forti pendenze che incontransi lungo quest'ultima, sia pel nuovo incaglio che essa presenterebbe nel punto dove traversasi pure il Volturno alla Scafa di Cajazzo".

19. A dì 11 luglio 1861 la Direzione Generale dei LL. PP: scriveva al Governatore di Caserta, "che riguardo al progetto Torti il Consiglio Superiore degl'Ingegneri avendolo esaminato ha trovato che consiste in un ponte a soli tre archi, il medio di corda palmi 68, ciascuno dei laterali di corda palmi 34; e gli sembra non suscettivo di una seria discussione, onde avvisa che lasciando da parte il ponte come è ideato dal Torti, si debba sempre e necessariamente eseguire un ponte in quel sito".

20. Il 31 dicembre 1861, il Ministro dei LL. PP. scrive al Prefeto, che riandando sulla offerta Torti, desidera che sia sottoposto alla deliberazione del Consiglio Provinciale.

21. In vista di ciò la Deputazione Provinciale in data 9 gennaio 1862 spediva i due esistenti progetti al sig. Ruggi, per tenerli entrambi presenti, e formarne uno medio.

22. Al che il Ruggi replicava in data 17 detto mese, non potere apportare nessuna variazione al primitivo da lui redatto, che quello del Torti non risponderebbe per nulla al bisogno, né alla solidità dell'opera, sviluppandone le ragioni tecniche, e quindi restituisce tal quale i progetti.

23. A 17 maggio 1862 la Deputazione rivolgeva invito all'Ingegnere Fiocca, perché dasse un parere sui mentovati due progetti, per porla al caso di scegliere fra di loro, o farne elevare un terzo.

24. Varie altre pratiche passarono, ed al 17 luglio la Deputazione facultava il Fiocca a far quanto credeva necessario all'uopo, inclusi accessi ed esperimenti, e quando non potesse attenersi né all'uno né all'altro dei due progetti, elevarne un terzo, premurandolo a darne il risultato prima del 15 agosto 1862, affin di presentarlo al Consiglio Generale nella sessione del settembre prossimo.

25. A dì 15 settembre 1862 il Consiglio Generale deliberava:

"Art. 136. Che il Fiocca, già incaricato dalla Deputazione, continui a studiare il sito in cui meglio si possa costruire il Ponte; e laddove egli trovi più adatto un sito diverso da quei designati nei progetti precedenti, ne sia fatto un nuovo progetto.

Qualora il sig. Fiocca non possa eseguire lo incarico, è data alla Deputazione facoltà di surrogargli altri".

26. E nella tornata XI del giorno seguente il Consiglio a maggioranza di voti stabiliva: "Riserba a sé il deliberare se il nuovo progetto che potrà esser fatto del Ponte si debba o no approvare".

27. Fu in quell'epoca cioè al 17 settembre 1862, che io presentai al Consiglio Provinciale una memoria ad una cartiera con tre progetti pel Ponte alla Scafa S. Angelo, pel qual lavoro s'incaricava la Deputazione a ritenerlo presso di sé, e gentilmente retribuirmi le azioni di grazie. Parve ozioso portarvi esame prima che il sig. Fiocca avesse presentato i risultati del suo incarico, tanto più che in quell'epoca già aveva svolto le sue idee per stabilire il ponte a Baja anziché a S. Angelo, come si è potuto vedere accennato nelle risoluzioni del Consiglio Generale e della Deputazione, a cui si eran da lui sottomesse le sue vedute generali (B).

28. Ed al 25 settembre detto la Deputazione estendeva al Fiocca lo incarico di esaminare se il sito del "progetto esistente, fosse sotto il triplice aspetto tecnico, economico, e finanziario il migliore possibile, o se invece altro non ne sia da preferirsi. E nel secondo caso lasciando da parte i progetti esistenti si occupi di elevarne un terzo, che abbracci anche i necessarii tronchi di strada che lo mettano in comunicazione con le strade esistenti, e dia uno sguardo alla linea da Baja a Riardo che deve completarsi, chiamando a sé per quest'ultima parte l'Ingegnere Nucci che ha progettato i lavori di completamento".

29. A dì 29 settembre detto il Prefetto informava il Ministro dell'Interno dell'operato, e dell'incarico dato al Fiocca. Ed il sullodato Ministro riscontrava da Torino il 10 ottobre, rimandando vidimatuo un esemplare della deliberazione 16 settembre prossimo passato, colla quale il Consiglio Provinciale riserbava a sé la decisione intorno al progetto da adottarsi pel detto ponte ed aggiungeva:

"In ordine al quale affare lo scrivente le accenna fin d'ora ad ogni buon fine, che il progetto che sarà per adottarsi dovrà, prima che si proceda al relativo appalto sottomettersi alla disamina della superiore autorità tecnica per i provvedimenti di sua competenza in linea d'arte".

30. Frattanto divulgatasi nel Circondario di Piedimonte la nuova che il Fiocca chiamato a dar parere pel ponte a S. Angelo, proponeva invece allogarlo a Baja, su di che tentennava dubbiosa la Deputazione, a libere manifestazioni si raccoglievano i varii Municipii, talché quelli di Piedimonte d'Alife, Letino, Prata, Fontegreca formolavano deliberazioni esprimendo i loro voti più ardenti perché sia adottato il sito di S. Angelo anziché quello di Baja, mentre Pietra Melara pel suo pro deliberava contrariamente (C).

31. A 7 novembre 1862 il Fiocca assicurava la Deputazione aver disposti gli studii, che quando compiuti, avrà cura d'inviare senza ritardo la sua relazione. Che avea percorso la strada da Baja a Riardo, e chiedeva l'esistente analogo progetto del Nucci, che la Deputazione a 15 detto mese ebbe cura d'inviargli.

32. Sollevata così una forte disparità di opinione sul sito ove impiantare il ponte, la Deputazione a 20 novembre detto invitata i Consiglieri Provinciali del Giudice, Gerardi, Jacobelli, Mazziotti, Jannuccilli, e Zarone ad assistere agli studi locali commessi al Fiocca(1).

33. Dietro avviso di quest'ultimo stabilivasi dalla Deputazione di tenere coi prenotati Consiglieri una sessione in Caserta pel dì 19 marzo corrente anno, ove il Fiocca fece una relazione delle cose osservate, e formolava il suo parere. - Però per un dispiacevole ritardo, gli avvisi per tale sessione non arrivavano che il giorno medesimo ai Consiglieri del Circondario di Piedimonte signori del Giudice, Gerardi, e Jannuccilli, ai quali più interessava l'opera e perciò non vi preser parte.

Pur tuttavia la Deputazione in seguito di tal sessione, scriveva a dì 27 marzo al Fiocca: che riconosciuti i grandissimi vantaggi che deriverebbero dal prescegliere il sito da lui indicato vicino ai ruderi dell'antico ponte d'Inferno, ed a sviluppo dell'incarico affidatogli, con deliberazione del 25 settembre 1862, lo invita a formare un progetto definitivo per la strada da Baja a Riardo, ed occuparsi della rimanente linea da Baja alla Consolare di Piedimonte passando per Dragoni ed Alvignanello, con le opportune deviazioni all'obbietto, ed oltre le traverse da Baja al Volturno, da Volturno alla strada di Piedimonte, e dalla strada di Baja alla taverna di Pietravairano".

34. Affin di dare esatta cognizione delle cose stabilite, ai signori Consiglieri Provinciali che furono assenti nella prima sessione, e far tesoro dei loro lumi, la Deputazione stabiliva tenere seco loro un'altra adunanza a dì 16 giugno ultimo, alla quale intervennero tutti non meno che il signor Fiocca (unico Ingegnere fra di loro).

Il dì seguente veniva corroborata la relazione orale col seguente:

RAPPORTO FINALE DELL'INGEGNERE FIOCCA

Sul Ponte da costruirsi sul Volturno alla Scafa di Baia, e della rete stradale che vi si riferisce

Napoli 17 giugno 1863

Avendo dato pieno eseguimento all'onorevolissimo incarico, che alle SS. LL. è piaciuto affidarmi, con diversi ufficii, mi pregio qui farne completa relazione; ed affinché siano in grado di poter ben giudicare dello insieme della grave quistione, che va riguardata non solo sotto il puro aspetto tecnico, ma comprende interessi economici assai più elevati, mi credo in debito dover riepilogare innanzi tutto i precedenti della stessa quistione.

Dietro incarico ricevuto, l'Ingegnere provinciale signor Ruggi presentava il progetto del Ponte per guadare il Volturno nel rettifilio della strada di Pietravairano.

Il sito era imposto dall'andamento stradale; il ponte componevasi di 15 arcate in muratura, ed avea la lunghezza fra i fronti interni delle spalle di 900 palmi. La spesa era calcolata per ducati 92,000.

Nel maggio del 1860 fu presentato dall'Architetto sig. Torti altro progetto di ponte per lo stesso sito; componevasi di tre arcate, con la lunghezza fra i fronti interni delle spalle di palmi 160, e calcolavasi la spesa per ducati 30,000.

Erano truppo marcate le differenze fra i due progetti perchè avessero fatto ingenerare i dubbii più seri sulla preferenza a darsi a qualcuno di essi.

Per derimere siffatti dubbii la Deputazione Provinciale con uffizio de' 17 maggio 1862 m'invitò a dar parere sui menzionati progetti, per potersi poscia risolvere all'adozione di uno di essi, o a farne compilare un terzo.

Con rapporto del 5 giugno seguente fui premuroso sottoporre le mie osservazioni alla Deputazione ed esprimere l'idea che stante la grande varietà di elementi di fatto rassegnati ne' due progetti, rendevasi indispensabile eseguire studii locali per verificare siffatti elementi, e scandagliare la natura del suolo per essere in grado di pronunziare su tutto esatto giudizio.

Fui autorizzato ad eseguire gli indicati studii, con incarico ancora di vedere se vi fosse luogo più conveniente per lo stabilimento del ponte, in vista particolarmente di presentare la più agevole comunicazione tra le contrade che sono a destra, ed a sinistra del Volturno; essendomi stata aggiunta la commesssa di portare egualmente il mio esame sulle strade progettate o da farsi in quelle località. Ed affinché avessi potuto attingere con facilità quelle notizie che avessi creduto necessarie, con nota del 24 gennaio 1862 mi fu comunicato essersi nominata una commissione composta de' signori Gerardi, del Giudice, Jacobelli, Mazziotti, Jannuccilli, Zarone, e Cedronio.

Il 19 marzo ultimo l'indicata Commissione volle essere verbalmente informata del risultato de' miei studii, e dopo averne presa piena conoscenza, ed averne rapportato alla Deputazione provinciale, in data 27 dello mese si compiacque trasmettermi la seguente nota.

"La Deputazione Provinciale a seguito della sessione tenuta il giorno 19 dalla commessione incaricata degli studii sul modo e sito per edificarsi il ponte sul Volturno a Pietravairano, e riconosciuti i grandissimi vantaggi, che deriverebbero dal prescegliersi il sito indicato da Vostra Signoria vicino ai ruderi dell'antico ponte d'Inferno, ed a sviluppo degl'incarichi affidatile con la deliberazione de' 25 settembre 1862, invita l'Illustrissima Signoria Vostra a formare un progetto definitivo per la strada da Baia a Riardo, e similmente ad occuparsi della rimanente linea di strada da Baia alla consolare di Piedimonte, passando per Dragoni ed Alvignano, con le opportune deviazioni all'obbietto, ed oltre le traverse da Baia al Volturno, e dal Volturno alla strada di Piedimonte, e dalla strada di Piedimonte alla traversa di Pietravairano".

Comunque assai spinoso e delicato fosse l'incarico affidatomi con la riportata nota ed assai difficile ad essere bene eseguito, sia per la difficoltà materiale del tempo, come ancora per potersi soddisfare ad ogni esigenza, pur tuttavolta avendo voluto corrispondere per quanto le mie forze comportavano all'alta fiducia, che la Deputazione si era benignata addimostrarmi, non ho posto tempo in mezzo per darvi pronto eseguimento, e dopo avere ultimati i miei studii, qui vengo a consacrarne il risultato.

Dalle ragioni da me esposte, e dai rilievi e scandagli fatti ed egualmente presentati, la Commissione erasi pienamente convinta che volendo fare il ponte sul Volturno alla scafa di Pietravairano, infilando coll'asse della strada, le dimensioni di lunghezza, non potevano essere gran fatto diverse da quelle indicate col progetto Ruggi, e stante la natura poco vantaggiosa del fondo dell'alveo, si è pure facilmente persuasa che qualunque fosse stato il sistema che avrebbe voluto adottarsi, o per la disposizione, o per la struttura effettiva, la spesa bisognevole in realtà avrebbe dobuto riuscire maggiore, e non mai minore di quella calcolata nel progetto del signor Ruggi in ducati 92,000; e la costruzione avrebbe richiesto un tempo assai lungo, non minore di tre, o quattro anni.

Invece la stessa Commissione ha riconosciuto le vantaggiose condizioni tecniche, che presenta il sito accosto alla scafa di Baia per la costruzione del ponte. Quivi il letto del fiume è invariabilmente stabilito tra sponde elevate, le quali non sono state mai sorpassate nelle più elevate piene, le acque sono profondamente incassate, e scorrono con movimento quasi insensibile; la natura del fondo è assai propria per una buona fondazione; la sezione è minore di 300 palmi, ed il ponte può avere la lunghezza media tra i fronti interni delle spalle di presso a 260 palmi. Ho composto quattro progetti diversi, di cui due in muratura, i rimanenti in ferro, tutti applicabili alla località, e la cui scelta potrà farsi dietro più diligenti studii, la spesa media per ciascuno di essi potrà essere di circa 36,000 ducati, e giammai potrebbe sorpassare ducati 40,000; la costruzione può compiersi in due anni. Laonde da questi semplici cenni può arguirsi, che il sito della Scafa di Baia sia tecnicamente il più opportuno alla costruzione del ponte, per le buone condizioni locali, per l'economia della spesa, e per la brevità del tempo, e non potrebbe trovarsene altro migliore più conveniente. Questa mia opinione è confermata dal fatto solenne che quivi dappresso, i Romani, che erano sapientissimi maestri in questo genere di costruzioni, costruirono un ponte, i di cui avanzi esistono tuttavia, conosciuti sotto il nome di ponte dell'Inferno: la qual cosa non solo addimostra che quel sito fu pure riconosciuto pel più adatto in quei tempi remoti, ma è pure la più parlante dimostrazione che da secoli sia rimasto invariato. La consistenza e durezza, che si scorge negli accennati avanzi fa supporre che la caduta del pnte non sia stato l'effetto di poca stabilità, che nelle opere romane eravi sempre in eccesso, ma deve con assai probabilità attribuirsi alle barbarie de' tempi di mezzo e feudali, quando si avea per principio di distruggere le vie di comunicazioni per essere meglio garentiti da istantanee offese nemiche.

Ma non è soltanto pel riguardo tecnico, che trovo sommamente commendevole la costruzione del ponte al sito della Scafa di Baia, essendoché a mio credere siffatto passaggio in modo speciale si offre vantaggioso agl'interessi economici di quella contrada, ch'è composta della magnifica vallata nel cui mezzo scorre il Volturno. Alla destra giacciono i ridenti paesi di Baia Latina, Dragoni, S. Maria, S. Mauro, La Piazza, Alvignano, S. Nicola, Angiolilli, Faraoni, Rosignano, e più in dentro Statigliano, Roccaromana, Pietramelara e Riardo; ed alla sinistra poi, e quasi di rimpetto, veggonsi Raviscanina, Catel Santangelo, e le due importanti città di Alife e Piedimonte, in cui risiedono il Vescovo ed il Sotto-Prefetto, e poco discosti Castello, S. Gregorio, Scarpito, Sipicciano, e S. Potito, essendo l'una costa distante dall'altra di sole tre miglia in media, e comprendendo una popolazione di circa 38,000 abitanti. Essendo queste le condizioni topografiche, sembra che a prescindere da ogni altra considerazione dovrebbe ritenersi come gravissimo errore voler costruire il ponte alla scafa di Pietravairano, che rattrovasi all'estremità della contrada in parola, ed invece debba ritenersi come specialmente indicato il ponte alla scafa di Baja, che sta quasi nel mezzo, il quale non solo è preferibile pe' vantaggi tecnici già esaminati, ma molto più ancora perchè presenta il transito più agevole e breve alle popolazioni che sono a destra ed a manca del Volturno.

Per rendere materialmente aprrezzabili siffatte verità, giova stabilire dei confronti, ai quali però conviene far precedere alcune considerazioni.

Nella contrada che sta a sinistra del Volturno vi è la strada provinciale di Piedimonte, in quella a destra non ve ne sono affatto, malgrado che vi fossero tanti paesi, ed una campagna assai più bella e ferace di quella opposta.

Però la provincia ed i Comuni si propongono costruire la strada lungo la mezza costa staccandosi vicino a Rosignano dalla nazionale di Piedimonte, e percorrendo la contrada di Dragoni, giungerebbe a Baia, da cui poi si prolungherebbe sino a Pietramelara.

Suppongasi ora per poco che queste strade siano fatte e vediamo quale cammino dovrebbe farsi da Baja e Pietramelara, che sono agli estremi di una contrada, per recarsi ad Alife all'estremità opposta, nella doppia supposizione che il ponte fosse fatto alla scafa di Pietravairano ed in quella di Baja.

Questo confronto è troppo patente per addimostrare il sommo vantaggio che presenta per gl'interessi locali il passaggio a Baja, e quanto torto si farebbe presciegliendo quello di Pietravairano.

Ma non sono neppur quelle le sole considerazioni a tenersi presenti, essendovene delle altre ancor più gravi.

Poc'anzi ho accennato, che la Provincia ed i comuni si proponevano costruire la strada da Rosignano a Baja ed a Pietramelara, ma avendo i comuni scarsissime risorse, volendosi la strada, la spesa graviterebbe tutta sulla provincia.

Ora se s'imprendesse la costruzione del ponte alla scafa di Pietravairano, la cui spesa per lo meno ascenderà a ducati 92,000, credo che la provincia non potrevve in pari tempo intendere alla costruzione della strada per Rosignano, Baja e Pietramelara, ch'è pur costosa: e quella ridente e feracissima contrada sarebbe ancora condannata chi sa per quanti altri anni a rimanere nello stato di abbandono in cui ora rattrovasi. Da così grande calamità potrà soltanto essere salvata, facendosi il ponte alla scafa di Baja; avvegnaché la Provincia in luogo di spendere oltre a 92,000 ducati per quello di Pietravairano, con molto meno della somma indicata potrebbe fare il ponte a Baja, la traversa da Baja alla provinciale di Piedimonte e la nuova strada dall'innesto della nazionale di Piedimonte presso Rosignano, che per Alvignanello, Dragoni e Baja giungerebbe a Pietramelara, e la spesa per tutte queste opere si aggirerebbe tra 70 ed 80 mila ducati.

In tal guisa si conseguiranno i seguenti vantaggi:

· La Provincia diminuisce i suoi esiti.

· In poco tempo si apre la più breve comunicazione tra contrada destra e quella sinistra del Volturno.

· Si completa la rete stradale di quel bacino nella parte destra ch'è la più ubertosa e popolata.

· A questa contrada si abbrevia il cammino diretto per Napoli, e si apre diretta comunicazione con Teano, e con la stazione di Riardo, da cui si rattroverà distante in media per circa 9 miglia, percorribili in meno di due ore.

· Si avrà pure la più diretta comunicazione tra Piedimonte e Teano, che saranno discoste 16 miglia soltanto.

· La stessa Piedimonte ed Alife si troveranno distanti dalla stazione di Riardo in media 13 miglia circa, percorribili presso a poco in ore 2 1/2. Sicché volendo portarsi da colà a Capua, Caserta, o Napoli sarà più breve il cammino recandosi a Riardo, anziché seguire la via per Cajazzo, per la quale si perde assai tempo nelle forti e lunghe salite che vi sono e nel passaggio delle scafe. Difatti mentre ora s'impiegano da Piedimonte a Caserta circa 6 ore, per Riardo s'impiegherebbe appena la metà dello stesso tempo.

· Ultimo vantaggio si avrà finalmente, che facendosi prontamente la strada per Rosignano e Dragoni, si rende possibile il traslocamento del ponte progettato per S. Simeone, allogandosi invece nel rettifilo tra Dragoni e Piedimonte, il quale traslocamento a prescindere dalla somma utilità che arrecherebbe in generale, sarebbe pure proficuo allo Stato eseguendosi le opere con assai minore spesa, ed in più breve tempo di ciò che sarebbe necessario per S. Simeone, come ho già fatto rilevare in altro mio rapporto già avanzato alla Deputazione Provinciale.

Gli argomenti esposti parmi che siano di tanta evidenza e gravità, che mi fanno desistere dall'aggiungerne altri.

Mi è sembrato che nella Commissione siano stati pienamente apprezzati; soltanto qualcuno de' suoi membri ha creduto sostenere doversi a preferenza fare il ponte alla scafa di Pietravairano per la ragione, che eseguendosi invece a Baja, i paesi che sono da Ailano in sopra, allungherebbero il loro cammino, dovendosi recare in Napoli, e dovrebbero percorrere una strada disastrosa a fronte dell'altra di Pietravairano, specialmente per pericolo e disagio che presenterebbe la montata della collina dietro Baja.

Per dileguare ogni dubbio, credo indispensabile ripetere qui le ragioni, che ho già oppugnate ai poco fondati sospetti.

Attualmente quei comuni per recarsi in Napoli, percorrono la strada di Pietravairano e vanno a raggiungere la ferrovia alla stazione di Riardo situata accosto al miglio 27 della consolare degli Abruzzi, percorrendo dal punto dove si stacca la traversa di Pietravairano dalla provinciale di Piedimonte fino alla detta stazione miglia 9.

Per la via di Baja invece dovrebbero percorrere dallo stesso punto d'innesto fino alla stazione di Riardo miglia 10 1/2; sicché l'allungamento è appena d'un miglio e mezzo, ossia di 20 minuti, ed è tanto disprezzabile, che non merita punto che se ne faccia conto di sorta.

La seconda obbiezione non maggior valore della prima, tutta la strada per Baja fino alla stazione di Riardo è quasi di livello; appena dietro Baja per cavalcare la collina si avrà una salita al 4 per 100 per la sola lunghezza di due terzi di miglio; e ciò per nulla giustifica l'idea che la via sia disastrosa. Se poi si è voluto accennare al pericolo che si può incorrere attraversando quelle colline, ciò sembra che dovesse essere una ragione di più per farci eseguire la strada, onde meglio possa essere guardata quella contrada, e non più esporre la gente di Baja e Latina, che hanno relazioni continuate con Pietramelara loro capo mandamento, a potere essere assaliti senza alcuna difesa in quel sentiero naturale, che ora vi è, ed il quale si presta nel modo più opportuno per ogni specie di agguato.

Posso dunque conchiudere che le obbiezioni presentate non hanno valore reale, e si commetterebbe il più grave errore, se dando corpo a sospetti infondati si volessero perdere gl'incalcolabili vantaggi che arreca lo stabilimento del ponte alla scafa di Baja.

Come complemento delle opere progettate trovo necessario proporre la traversa da S. Maria Orazione sulla strada di Pietramelara fino a Pietravairano, per rilegare questo Comune direttamente cogli altri del bacino del Volturno, la rettifica della strada da Riardo alla stazione, ed il suo prolungamento deretto fino a Teano, onde aversi una via dretta da Piedimonte a Teano; finalmente la costruzione della strada da Capriati al ponte dei 25 archi sul Volturno per la nazionale degli Abruzzi. Trovo utilissimo questo tronco, la cui mercè si avrebbe la più breve e diretta comunicazione tra gli Abruzzi con Benevento, Avellino, e Salerno a traverso la vallata del Volturno.

Riassumendo dirò che con la costruzione del ponte alla scafa di Baja, sono a costruirsi necessariamente e prontamente: la strada da Baja alla provinciale di Piedimonte di miglia 2 1/2

Da Baja a Pietramelara, di miglia 4

Da Baja per Dragoni e Rosignano fino alla nazionale di Piedimonte, di miglia 6 1/2

Totale miglia 13

Le quali opere di unita al ponte possono compiersi nel corso di due anni, e richiedono la spesa di circa duc. 80,000 secondo la maggiore o minore larghezza che vuol darsi alla strada.

Le opere accessorie per completare la rete stradale sarebbero poi

la traversa di Pietravairano di miglia 2 1/2

La strada da Riardo a Teano di miglia 3 1/2

La strada da Capriati al ponte di 25 archi di miglia 4 1/2

In uno miglia 10

che potrebbero compiersi in un altro anno di lavoro e richiederebbero la spesa di circa ducati 50,000.

Avendo così finita la mia relazione, potrebbe soltanto obbiettarsi che le cifre da me segnate per lo ammontare delle opere progettate, ed il tempo stabilito per la loro esecuzione potrebbero sembrare peccare di soverchia ristrettezza, e che nel fatto i limiti segnati potrebbero essere di molto oltrepassati.

Per dissipare anche da questa parte ogni dubbio, e non frapporre inciampi ed ostacoli alla pronta risoluzione di un affare ch'è reclamato altamente da urgenti bisogni, e dare ogni garanzia di sicurezza, mi onoro proporre ai sig. Componenti la Deputazione Provinciale, che qualora non trovino miglior partito a seguire, intraprenderò io stesso a cottimo ed a tutta mia responsabilità le opere accennate, e le compirò ne' termini indicati, offrendo dippiù alla provincia le maggiori facilitazioni pei modi di pagamento e per le loro scadenze.

Qualora queste mie proposizioni, che sono di pura massima si vogliono ritenere, sarà da me presentato un regolare capitolato, de di cui condizioni saranno dettagliatamente discusse per potersi addivenire ad un regolare contratto.

L'Ingegnere del Genio Civile

Firmato - Giustino Fiocca

E lo stesso giorno 17 giugno la Deputazione deliberava;

"Letto il rapporto del signor Fiocca relativo al ponte sul Volturno, lo ha da sua parte ritenuto, ed all'effetto ha disposte invitarsi lo stesso Fiocca a redigere un progetto regolare dei lavori da eseguirsi, ed un capitolo delle condizioni per tenersi tutto presente nella redazione del bilancio del 1864, e farsene oggetto di proposta al Consiglio Generale"

Di replica il Fiocca il 18 luglio ultimo, spediva l'altro suo rapporto ed offerta del tenor seguente.

SECONDO RAPPORTO DELL'INGEGNERE FIOCCA

Intorno al Ponte da costruirsi sul Volturno alla scafa di Baja e Latina

Napoli 18 luglio 1863

In data 23 giugno p. p. N. 21270, 13966 la S. V. si compiaceva comunicarmi la seguente nota.

(Trascrive la deliberazione della Deputazione qui innanzi riportata N° 35)

In risposta mi onoro significare alla S. V. che mi sarebbe pel momento impossibile accingermi alla redazione di un regolare progetto pel quale dovrei fare serii e prolungati studii di campagna. E' assai recente il luttuoso avvenimento di cui sono stato vittima io ed i miei compagni, e da cui ho campato per vero miracolo la vita: né la sicurezza pubblica d'allora è gran fatto migliorata, sicché sarebbe vera stoltezza se volessi nuovamente avventurarmi, e non meriterei neppure compatimento se un nuovo sinistro mi accadesse. A ciò aggiungasi che il caldo estenuante renderebbe ora gli studii lenti e costosi, essendovi pure il pericolo di prenderne grave malattia.

Queste ragioni sembrami che siano di tanto peso da giustificare pienamente la mia idea di non potersi da me pel momento eseguire il progetto in parola.

D'altra parte, se urge davvero avere prontamente lo stesso progetto, lascio piena libertà alla S. V. affidarne la esecuzione a chi meglio crederà. Se invece si mira alla pronta attuazione delle opere, e la Deputazione crede potersi fare assegnamento sulle basi generali che consagrai nel mio rapporto del 17 giugno, mi credo in debito ripetere che le stesse proposizioni furono da me formolate per dissipare ogni dubbio, e dare piena garentia alla Deputazione, che qualora non avesse trovato migliori offerte, era io sempre pronto ad assumere la esecuzione delle opere alle stesse condizioni; le quali ripeto pure esplicitamente aver formolate, non in vista di procurare a me un affare a cui non aspiro, e che per le ristrette domande è di spinosa riuscita, ma a solo fine di agevolare la esecuzione di opere che reputo altamente proficue ad una contrada a cui sono ligato da vincoli di simpatia e di riconoscenza.

Ed essendo stato questo il solo mio movente, debbo ripetere che qualora si trovassero migliori proposte sarebbe per me vera soddisfazione se fossero accettate; non trovandosi e volendosi invece fondare sulle mie, mi credo in debito doverle sostenere, ed affinché la Deputazione possa farne oggetto di trattative definitive, mi pregio qui svilupparle davvantaggio.

A mio credere non è necessario che vi sia un preventivo progetto formale per addivenirsi ad un contratto a cottimo. Moltissimi e giornalieri esempii ne abbiamo nella costruzione delle strade ferrate, ove si appaltano lunghe linee ad un prezzo medio ragguagliato, senza che vi siano neppure studii primordiali, imperciocché si basano ordinariamente calcoli i sopra raffronti di opere eseguite approssimativamente in identiche condizioni, dandosi dippiù un valore alle eventualità del cottimo a seconda delle maggiori o minori difficoltà che potranno presentarsi.

Anche per le strade rotabili si va ora generalizzando lo stesso sistema. Nell'isola di Sardegna se ne sono eseguite gran quantità al prezzo medio di Lire 21000 a chilometro, escluse le grandi opere di arte e le occupazioni del terreno. Il Governo recentemente ha fatto costruire a cottimo sulla sella di Conza una strada rotabile di 30 chilometri, al prezzo medio di lire 25000, escluse le occupazioni del terreno, e col premio di lire 100,000 qualora fosse eseguita nel termine di 30 mesi.

La provincia di Salerno ha non ha guari conchiuso un contratto a cottimo per la costruzione di varie linee stradali assai estese per lo prezzo medio di lire 2,100 a chilometro, ossia ducati 9141 a miglio, esclusa sempre l'occupazione del terreno e le grandi opere di arte, senza esservi progetti preventivi, che saranno fatti dopo la stipula del contratto e prima di intraprendersi le opere.

Questi esempii sono piucché sufficienti a giustificare la mia proposta di potersi addivenire ad un contratto a cottimo, tanto più che le opere complessive non ammontano a grandissima spesa, e le condizioni di massima da me presentate sono talmente ristrette pel prezzo, e così vantaggiose per la provincia da non ammettere dubbii sulla loro accettazione, trattandosi nientemeno che di costruire un gran ponte sul Volturno, e miglia 13 1/2 di strade per lo prezzo di 70 ad 80,000 ducati.

Affinché la deputazione possa pronunziarsi definitivamente, vengo a svolgere più distesamente le mie proposizioni formolate in diversa lettura.

PRIMA PROPOSIZIONE

PER DUCATI 70,000

· Sarà eseguito il ponte sul Volturno presso la scafa di Baja in fabbrica a due o tre arcate, tutto ad opera incerta con pezzi d'intaglio nelle cantonate, nei rostri, nelle cornici, passamani, e cordoni di marciapiedi, lavorati a puntillo grosso. Gli archivolti potranno essere in mattoni o rivestiti di cemento idraulico, le faccie lisce saranno rivestite di pietre spuntate, o di mattoni, oppure di cemento idraulico. L'ampiezza ed altezza del ponte saran tali da dare libero sfogo alle acque nelle massime piene; la larghezza sarà di palmi 20 tra i fronti interni dei parapetti, di cui palmi 16 per la carreggiata, e palmi 4 pei marciapiedi.

· Sarà eseguita la strada rotabile, che staccandosi dalla nazionale di Piedimonte e passando per le vicinanze di Rosignano, per Alvignano e Dragoni, giungerà a Baja; da cui dipartendosi in due per la sinistra si protenderà fino a Pietramelara, e per la desta passando sul ponte presso la scafa di Baja andrà ad innestarsi quasi normalmente alla provinciale che da Piedimonte mena a Pietravairano.

· La predetta nuova strada avrà la larghezza di palmi 20 fra i due cigli esterni, di cui palmi 12 per la carreggiata, e palmi 8 per i due marcipiedi. Sarà fornita di ponticelli e trombini eseguiti ad opera incerta ove ne abbisognano, e di fossi laterali di scolo di sufficiente ampiezza. La strada in pianura sarà a schiena, nella mezza costa sarà ad una sola pendenza laterale. Nella mezza costa ove vi sarà bisogno di un arginetto di difesa, come nella salita da Baja verso Pietramelara, la strada sarà larga palmi 18. La massicciata in pianura potrà essere formata di ossatura a mano brecciame soprapposto, ovvero di tutto brecciame; nel primo caso avrà l'altezza di un palmo, resa sciolta, nel secondo di palmi 0,75. Nella salita di Baja essendo roccia, tutta la strada sarà imbrecciata per la larghezza di 16 palmi, colla spessezza di mezzo palmo. Il brecciame sarà della grossezza regolamentare.

· Le pendenze saranno minime nei tratti in pianura; per la sola salita di Baja, e per la lunghezza di due terzi di miglio si potrà raggiungere il 5 1/2 pe %.

· Nella nuova strada tra Baja e Rosignano vanno compresi i tratti esistenti, che fa d'uopo correggere dove ve n'è bisogno, e rimettere tutti allo stato sopradescritto di larghezza, di quantità e qualità di brecciame.

· Le occupazioni del terreno vanno a carico della provincia; d'altronde ciò non è una spesa, essendo disposti tutti i proprietari a rinunziare ai compensi non solo, ma in molti siti le nuove occupazioni potranno scambiarsi con taluni tratturi comunali resi superflui ed inutili coll'apertura delle nuove strade.

· Qualora volessero allargarsi le strade esistenti nell'interno di quei Comuni che sono traversati dalle nuove strade, o semplicemente si vogliano meglio livellate, tutte le spese di allargamento, di livellamento, e di compensi di ogni specie ai proprietari saranno a carico della provincia.

· Prima d'intraprendersi le opere sarannopresentati i progetti relativi, che dovranno essere approvati dalla Deputazione provinciale. La discussione dei progetti sarà fatta coll'assistenza del concessionario, e nel più breve tempo possibile; le varianti modifiche saranno discusse ed accettate di accordo.

· Appena un progetto sarà stato approvato, la Deputazione deve curare che siano dati prontamente liberi i terreni in cui ricadono le opere per intraprendersene senza ritardo i lavori.

· Tutte le opere saranno eseguite nel termine di due anni a contare dal giorno della stipula dell'istrumento, purché sia fatta prima del nuovo anno. Qualora i terreni non siano prontamente liberi per l'incominciamento dei lavori dopo 20 giorni dall'approvazione dei progetti, ai due anni assegnati, sarà aggiunto quel tempo maggiore che sarà decorso per l'indicata cagione.

· Il prezzo totale delle opere, cioè del ponte e delle strade in parola sarà di duc. 70,000 pagabili in effettiva moneta di argento fuori banco.

· Il prezzo anzidetto sarà pagato in quattro rate uguali; cioè: la 1° alla stipula dell'istrumento; la 2° al principiar del secondo anno; la 3° nel principio del terzo; la 4° al principio del quarto, a contare sempre dalla stipula dell'istrumento.

· Tutte le volte che le opere non fossero eseguite nel termine prescritto, ammeno che circostanze eccezionali non lo avessero impedito, per ogni mese di ritardo sarà pagata dal Concessionario una multa di ducati 500. Invece gli sarà pagato un premio di ducati 500 per ogni mese di cui sarà anticipata la costruzione e la consegna di tutte le opere.

· La consegna sarà fatta nel corso dei 20 giorni che seguono alla notifica che ne avra fatto il Concessionario. Non eseguendosi in tal termine s'intenderà come fatta.

· Sarà accordato al Concessionario la facoltà di poter aprire cave dovunque, pagando però i dovuti compensi.

· In adempimento degli obblighi del contratto il Concessionario dà una cauzione di ducati 10,000 in un biglietto di tenuta a firma sua e di Macry. I primi due pagamenti saranno garentiti da biglietti di tenuta di ugual valore, o colle stesse firme. Tutti siffatti biglietti saranno restituiti alla consegna della strada.

· Tutte le quistioni di ogni specie che potranno insorgere per la esecuzione ed interpretazione del contratto saranno definite da un arbitro nominato di comune accordo tra il Concessionario e la Provincia.

· La provincia dovrà curare che siano accordate sufficienti garentie per la sicurezza personale del Concessionario, e de' suoi agenti.

SECONDA PROPOSIZIONE

PER DUCATI 80,000

Restando ferme tutte le condizioni già precedentemente notate, l'aumento di ducati 10,000 sarà portato nel prezzo, qualora la larghezza del ponte e delle strade volessero aumentarsi di 4 palmi, facendo cioè la larghezza del ponte palmi 24, di cui 18 per la carreggiata e 6 pei marciapiedi, quella delle strade palmi 24, di cui 14 per la carreggiata e 19 pei marciapiedi.

In corrispondenza i pagamenti verrebbero divisi in quattro rate, ciascuna di duc. 20,000.

Queste sono le condizioni che ho creduto formulare, avendo avuto in vista di procurare i maggiori vantaggi alla provincia. Se delle modificazioni vogliono introdursi, mi piace sperare che la Deputazione vorrà compiacersi chiamarmi nel suo seno per discutere la bisogna, dichiarandomi pronto a fornire quei chiarimenti che saranno richiesti, ed a prestarmi a quei desiderii che potranno equamente essere da me consentiti.

L'Ingegnere del Genio Civile

Firmato - GIUSTINO FIOCCA

In seguito del quale la Deputazione al 23 luglio ultimo, prendeva l'altra deliberazione, cioè: "Letta l'offerta del signor Fiocca relativa alla costruzione del ponte sul Volturno e delle strade necessarie, la ritiene in massima, per la sua parte, salvo le modificazioni che il Consiglio Generale, e un esame più attento potranno richiedere o suggerire.

Ed intanto dispone che i Comuni interessati cioè Alvignano, Dragoni, Baja, e Pietramelara siano invitati a deliberare sul modo di assumere il peso dei patti 6°, e 7°, che saranno trascritti, consista esso o in sottoscrizioni private o in mezzi comunali, essendo questa condizione preliminare dell'attuazione dell'opera per parte della Provincia".

CAPITOLO II

Considerazioni generali in favore della scelta del sito alla Scafa S. Angelo, e disamina dei rapporti del signor Fiocca

Da quanto si è esposto nel Capitolo precedente palesemente si scorge che la strada più agevole, piana, sicura, è quella attuale ed esistente che distaccandosi dal miglio 29 della consolare degli Abbruzzi passa per sotto Pietravairano, e conduce ad Alife e Piedimonte. Fu questa la opinione di egregi ingegneri, chiamati in epoca anteriore a progettare e condurre tale linea stradale, ed il collocamento del ponte, tal che il Panico, il Consiglio Generale di Ponti e Strade, il Tenore, l'Oberty, il Ruggi, a cui fecero eco i replicati voti emessi nelle adunanze annuali dal Consiglio Provinciale e dal Distrettuale; le moltiplici deliberazioni dei Municipi, fra cui principalmente quello di Piedimonte, i rapporti del Conte Viti, dei Consiglieri Pece, Buonpane, Ungaro, del Bardari, del Cav. Ranco etc.

Che anzi promosso dal Tenore dubbio sulla scelta del sito alla Scafa S. Angelo, riveduto da lui in unione dello Ispettore Oberty, si divenne a ritenerlo, e vi annuiva il Consiglio Superiore degli Ingegneri, al cui esame venivan sottoposti i rilievi topografici dell'andamento del fiume, pel lungo tratto di 4 miglia sopra e sotto corrente.

Diversamente opina il solo signor Fiocca a cui pare più conveniente allogare il ponte ove sono i ruderi dell'altro antico detto d'Inferno, o Ponte del Diavolo presso alla Scafa di Baja, e di condurre per quivi e per Pietramelara il cammino provinciale, da aprirsi mercè una novella via.

Però tutte le accennate anteriori autorevolissime opinioni, inducono secondo me a conchiudere:

· Che la detta esistente strada è il cammino più naturale ed agevole.

· Che lungi dall'essere di difficile ed incerta riuscita il ponte alla Scafa S. Angelo, ci si può invece benissimo costruire, con tutte le facilitazioni, e con la massima sicurezza per la sua stabilità.

§ I.

Difatti la prima argomentazione sostiensi da sé quando si rifletta che non mai passò in mente finora ad alcuno di condurre il cammino provinciale a traverso le giogaie di monti coverte da boschi che sorgono fra Pietramelara e Baja.

A provar ciò basta volgere uno sguardo alla esatta pianta topografica (Tav. 1°), ove son segnate col sistema delle curve orizzontali le montagne che si elevano fra detti due paesi, i quali son situati nei versanti opposti; curve che rappresentano la differenza di livello fra di esse intercetta di 10 passi geodetici, ciascuno di 7 palmi, ovvero l'altezza di palmi 70 (metri 18,51) dall'una all'altra(1).

Il Fiocca nel suo rapporto del 17 giugno dice: Tutta la strada per Baja fino a Riardo è quasi a livello, appena dietro Baja per cavalcare la collina si avrà una salita al 5% per 2/3 di miglio. E con l'altro rapporto del 18 luglio dice: che la salita per 2/3 di miglio sarà al 5 1/2 per cento.

Chiunque però conosca la posizione dei luoghi e guardi il rilievo topografico con occhio alquanto esperto e scientifico, è nel grado di valutare, che essendo Baja di livello molto superiore al punto ove si propone impiantare il ponte, il tratto di strada verrebbe con non lieve inclinazione; il che avviene anche nella opposta riva fino ad incontrare la strada di Alife. Arrogi che la sponda verso detto lato, va soggetta, appunto per la sua forte inclinazione, a venir danneggiata e coverta di ghiara tradotta dalle acque pluviali, che calan giù in grossi torrenti in quelle prossimità.

Da Baja a Pietramelara poi la nuova strada verrebbe condotta attraverso l'aspra e difficile gola fra le montagne dette Madonna degli Angeli ed Olivella al N. O. e Castellone, e Columbro al S. E. le cui cime sono alte l'una passi geodetici 236 (palmi 1652) l'altra 261 (pal. 1827), ed il punto culminante nella gola fra la costa detta Posta Pelata ed il sito detto Campitelli è superiore di passi 71,6 (palmi 501,20) all'abitato di Baja, da cui dista circa miglio 1 1/2; mentre poi dal lato di Pietramelara quell'istesso punto culminante della gola è piu alto dello sbocco verso il Vallone della Vesca per passi 45,6 (palmi 319,20) con una distanza di miglia 1 1/2.

Lungo la detta gola essendo difficile dare uno sviluppo maggiore, bisogna contentarsi delle pendenze fra il 4 al 5 %, per tutta la sua lunghezza, ed anche dippiù da Campitelli a Baja. E perciò la nuova strada da Pietramelara ad Alife, non potrà avere lunghezza minore di quella che si misura in proiezione orizzontale sulla carta; cioè:

Da Pietramelara a Baja miglia 4

Da Baja fino al sito detto l'Inferno 1 1/2

Da quivi fino a raggiungere la Strada di Alife presso la masseria Pece 1 1/2

Sono di strada nuova miglia 7

Cui è da aggiungere:

Altro tratto a percorrersi sulla esistente strada dalla masseria Pece fino ad Alife 2 1/2

Da Pietramelara alla Stazione di Riardo 3

Totale da Alife alla Stazione di Riardo miglia 12 1/2

E delle miglia 7 di strada nuova da farsi, come dianzi si è detto, circa 5 ne risultano in pendìo, da presentare un incomodo ed uno sciupo di tempo considerevolissimo(1).

Il Fiocca aggiunge col rapporto del 18 Luglio, di non aver potto presentare ancora progetto, ed io ritengo che non siansi fatti finora gli studi da esso disposti, ovvero la livellazione generale della linea che si compiace di additare, e dalla quale tali risultamenti ne debbono per necessità conseguire. Solo si è limitato ad osservare: che la strada per 2/3 di miglio non eccederà la pendenza del 5 1/2 per cento, ma avendo taciuto sulle altre pendenze, potrebbe benissimo, ove così gli venisse fatta la concessione, portarne altre 4 miglia al 4 o 5 per %.

Ed è talmente assodata e riconosciuta la ingente spesa e difficoltà che presenta la traversa da Pietramelara a Baja, verificata da varii Ingegneri nonché Periti locali(1) che ad onta la Provincia fin da più anni vi avesse largito un sussidio di duc. 4,000 (2) non mai potette sinora venire attuata, anche perchè il Comune di Pietramelara si rifiutò a concorrervi; ciò che prova pure il niuno interesse che vi abbia, mentre appartenendo al Circondario di Caserta, né Pietramelara, Rocca Romana coi villaggi di Rutigliano e S. Croce hanno molta premura di andare a Baja e Piedimonte.

Né minore dimostrazione è il raffronto statistico che convien fare fra le due scafe di S. Angelo e Baja. La prima è affittata circa duc. 180, la seconda non rende duc. 50. E sebbene dir si possa che per quella vi è la rotabile, pure ove il sentiere attuale fra Pietramelara e Baja fosse davvero più corto ed agevole, o meno alpestre, sarebbe sempre animato da pedoni, armenti, cavalcature etc. e darebbe un prodotto maggiore.

Ciò premesso il Fiocca esaminando le distanze a percorrersi si è limitato a stabilire il quadro seguente.

(schema)

Ma di grazia, qui non trattasi di fare il vantaggio solo di Pietramelara e Baja, o che il ponte sia precipuamente richiesto per aprire il commercio più attivo e diretto fra quei due paesi ed Alife. Se di ciò si trattasse, niun dubbio che cotali idee sarebbero le più giuste ed incontrastabili, comunque misurando le distanze dalla Stazione di Riardo, punto dove è da considerare che affluisca il commercio, troviamo il nuovo cammino appena di un miglio più breve dell'antico.

Ma l'obbietto del ponte è per dare un varco ai paesi del Circondario di Piedimonte posti sulla sinistra, che restano come bloccati in tempi di grosse acque. Laonde conviene considerare le distanze come appresso, nella doppia ipotesi o che il ponte si costruisca a S. Angelo e si percorra l'attuale strada di Pietravairano, ovvero che si faccia a Baja, e si segua la nuova strada per Pietramelara da esso progettata:

(schema)

Non è quindi esatto l'asserto: che i Comuni d'Ailano in sopra per la via di Baja allungherebbero il cammino appena di un miglio e mezzo dippiù, percorribili in 20 minuti, ciò che è tanto disprezzabile da non meritare punto che se ne faccia conto.

Invece essendosi le distanze esattamente misurate in proiezione orizzontale sulla carta topografica, è da riflettere che per la via esistente di S. Angelo esse debbansi reputare esatte, perchè la strada già e fatta, misurata, ed attraversa una campagna piana; laddove che per Baja e Pietramelara dovendo la nuova via cavalcar la collina, e venire in pendìo per lungo tratto, non solo che presenterà una lunghezza maggiore della orizzontale(1), ma il tempo e la fatica a percorrerla sarà come 1 : 3. E quindi anche per la sola linea da Alife a Riardo ove appare un risparmio di lunghezza di miglio uno fino alla Stazione di Riardo, e di un quarto di miglio fino allo sbocco alla milliaria XXVII, esso risulta effimero, avvegnaché una buona vettura impiegherà 2 ore 1/2 a battere le miglia 13 1/2 per la strada di S. Angelo, mentre per la via montuosa fra Baja e Pietramelara la stessa vettura non ci impiegherà meno di 4 a 5 ore.

Lo sbocco adunque più facile e più breve è evidentemente ed incontrastabilmente la stazione della Ferrovia in Cajanello, per raggiungere la quale da Alife occorrono miglia 12 1/2, e dalla Scafa S. Angelo miglia 7 di strada sempre piana ed agevole.

Finalmente forma principal pregio delle strade, e requisito raccomandato in arte, di non cordurle per siti pericolosi ai viandanti, ed in prossimità di boschi. Frattanto il Fiocca col detto suo rapporto del 17 giugno aggiunge: Circa al pericolo, che si può correre attraversando quelle colline, ciò sembra che dovesse essere una ragione dippiù per farsi eseguire la strada onde meglio possa essere guardata quella contrada. E difatti egli che sgraziatamente quando si avvisava di livellare quella gola, fu catturato dai malviventi, da cui per mercè del Signore ebbe salva la vita, non poteva negare che fosse mal sicura, e che si presta nel modo più opportuno per ogni specie di agguato, ma solo gli sembra una ragione dippiù per condurvi la strada. Viceversa a me pare una ragione dippiù per non condurvela affatto.

Signori! chi volete che partendo da Piedimonte, o viceversa dalla consolare degli Abbruzzi affronti un pericolo sicuro di una strada attraverso tre miglia di gola di monti, fiancheggiata dal bosco Pozzilli,da giogaje, da macigni, che offrono mille nascondigli ai ribaldi, e niuno scampo al viandante? ... I tempi attuali travagliati dal brigantaggio, hanno pure provato che niuna aggressione è avvenuta sulla strada di S. Angelo, e fosse pur dovuto al caso, giova tuttavia a raffermare il principio che i malviventi tengonsi sempre vicini alle montagne ed ai boschi, ed ivi si troverebbero nel piano, molto distanti dai ricoveri.

§ II.

Che il ponte fosse eseguibile alla scafa S. Angelo, niuno vorrà porlo in dubbio, quando si pensi al progresso dell'arte che oggidì sa superare qualunque ostacolo vi si potesse incontrare.

Il progetto Ruggi elaborato dopo la ispezione locale del Tenore, dell'Oberty, e sui dati fissati dal Consiglio Generale di Ponti e Strade, presenta quei requisiti artistici e di ottima riuscita, che non potrebbero essere punto oppugnati da alcuno.

Il mio progetto si adagia sugli stessi dati locali, meno che differisce in ciò, che è esclusa la platea generale, proposto il metodo di fondazioni isolate, e diminuito il numero delle arcate facendole di maggiore ampiezza. In tal modo nel mentre a mio parere si formerà un'opera più maestosa ed ardita, si raggiunge la rilevante economia sul progetto Ruggi di duc. 16,800(1).

Difatti o signori, slacciamoci dalla consuetudine qui invalsa di fare degli archi di meschina corda, e dal panico di farne dei grandi. Guardiamo in Francia e nell'alta Italia i bei ponti di sveltezza ed audacia sorprendente, dei quali giova qui annoverare alcuno, cioè:

(schema)

I quali ultimi ponti meritano un posto distinto fra i moderni monumenti dell'arte che onorano l'Italia, e ci rammentano i concetto di Cicerone:

"Odit populus privatam luxuriam, publicam magnificentiam diligit"(3)

Laonde far dovremmo opere degne della posterità, ammirevoli per ardimento e bella costruzione. Che se tali arcate di lunga corda sonosi fatte altrove, qui o Signori riusciranno con maggior successo per la bontà dei materiali da costruzione, per la diligenza e sagacia dei nostri operai.

E passando alle particolarità di quel sito, fa d'uopo aggiungere: che la esecuzione ne è resa facile nella estiva stagione, potendosi quasi porre a secco le ture con piccole paratie di deviazione, e ciò per la scarsezza dell'acqua, il cui pelo magro allora mantiensi a circa 3 palmi di altezza.

Che i materiali trovansi in prossimità scavandosi le pietre sia per la fabbrica, e sia per far calce, alle falde del vicino monte di S. Nicola, e dell'altro di Raviscanina. Né minore sarà la facilitazione di stabilire ivi presso delle fornaci per ottimi e grandi mattoni, potendosi trasportare l'argilla da Prata, ed il combustibile è a modico prezzo. Del pari trovasi a breve distanza verso Pratella una pozzolana idraulica, che ho sperimentato eccellente per lavori entr'acqua, ed una pietra porosa detta cemento ottima per le volte.

In quanto poi all'obbiezione che il ponte potrebbe un giorno rimanere a secco, venendo dal fiume girato alle spalle, essa p del tutto mal fondata, e non regge affatto. Una semplice occhiata alla carta topografica, e meglio una ispezione sopra luogo, basterebbe a convincere di ciò. Il fiume formando un gomito a molta distanza sopra corrente, è quivi ricondotto nel suo alveo naturale per la falda del monte S. Nicola che in guisa di contrafforte o pennello si protrae quasi sino al gomito suddetto. Dalla parte orientale dell'indicato monte, vedesi la estesa pianura di Pietravairanoò, che in dolce pendìo converge verso il fiume, il cui alveo percorre il thalveg naturale, o linea di infimo livello di quella campagna. Da ciò ne risulta evidentissimo, ed il fatto lo dimostra, che mai sinora il fiume ha formato delle lunate o deviazioni in quella pianura, e la strada di Pietravairano, come i terreni campestri, sono rimasti sempre illesi in qualunque più grande piena delle acque. Nei quali casi di forte gonfiamento del fiume, le acque come il contesta lo stesso signor Fiocca, sono arrivate fino alla Baracca da Carboni, cioè per ogni piccola altezza maggiore si spandono su di un'ampia superficie, ma passata la piena, il fiume ritorna nell'ordinario suo letto, che mai cambia o abbandona. Fatto adunque il ponte della necessaria lunghezza, come dal Ruggi e poi da me si è progettato, opportunamente rialzata in rampa la strada da prima la baracca di Carboni, e messa la sommità delle arcate ad una conveniente altezza al di sopra il livello delle massime piene, si raggiunge la più fondata certezza dell'ottima riuscita dell'opera, che corrisponderà perfettamente allo scopo, e mai non sarà intercetto il commercio.

Circa alle dimensioni ed alla spesa del ponte nei due siti, torna utile constatare quanto segue:

(schema)

E' da avvertire che in tali prezzi vi van compreso pei tre progetti le opere completive, che nel mio consistono nei duri d'ala verso Pietravairano di lunghezza palmi 264, 60 (metri 70), in quelli verso Raviscanina di lunghezza palmi 567 (metri 150), di sostegno ai rispettivi tratti di strada da modificarsi per acccedere sul ponte, ed altri accessorii.

Si scorge chiaro adunque che la spesa è massima pel ponte Fiocca, è minima per quello da me progettato, il quale offre sul progetto Ruggi il complessivo risparmio di duc. 16,800, e su quello Fiocca la relativa economia di duc. 135,82 (Lire 577,22) per ogni metro lineare.

E se per avventura si obbiettasse che quello viene alquanto più alto, non sarà discaro riflettere che la larghezza assegnata dal Fiocca fra i parapetti è di palmi 20 (metri 5,28); laddove che quella del mio progetto è di metri 4 per la strada, e metri 2 per le laterali banchine da farsi in pietra da taglio, formanti in uno la larghezza superiore al ponte di metri 6 (palmi 22,66).

CAPITOLO III.

Considerazioni speciali in appoggio della scelta del sito alla Scafa S. Angelo

La costruzione del ponte in disamina tende a riunire ed agevolare il traffico fra i paesi riverani del Volturno, ma più specialmente del Circondario di Piedimonte; e siccome presenta una forte spesa da affrontare, ostacolo principale perchè finora non si è effettuito, così è di somma importanza sceglierne bene il sito ove opportunamente collocarlo, in modo che risulti vantaggioso alle condizioni commerciali ed economiche della contrada, e non si abbia poi a provvedere alla spesa di un secondo ponte, quando il primo risultasse poco o niente utile.

Dovendo quindi procedersi a dar la scelta del sito ad un'opera di sì grande importanza, conviene ben ponderare la sua utilità rispetto all'intero Circondario o Provincia cui riguarda.

Nella specie il detto ponte torna di interesse generale alla Provincia di Terra di Lavoro non meno che a quelle vicine, e più particolarmente al Circondario di Piedimonte d'Alife.

Lo considereremo adunque distintamente.

§ I.

Riguardo al Circondario di Piedimonte d'Alife.

Il Sig. Fiocca nel citato suo rapporto del 17 giugno dice:

"Ma non è solo pel riguardo tecnico che trovo commendevole il ponte a Baja, essendoché a mio credere siffatto passaggio in modo speciale si offre vantaggioso agl'interessi economici di quella contrada, alla cui destra giacciono i ridenti paesi di Baja, Latina, Dragoni, S. Maria, S. Mauro, la Piazza, Alvignano, S. Nicola, Angiolilli, Faraoni, Rosignano, e più in dentro Statigliano, Roccaromana, Pietramelara, e Riardo; ed alla sinistra Raviscanina, S. Angelo, Alife e Piedimonte, e poco discosti Castello, S. Gregorio, Scarpito, Sipicciano e S. Potito, essendo l'una costa distante dall'altra per sole 3 miglia in media, con circa 38,000 abitanti. Essendo queste le condizioni topografiche, sembra che a prescindere da ogni altra considerazione dovrebbe ritenersi come gravissimo errore voler costruire il ponte alla Scafa di Pietravairano, che rattrovasi all'estremità della contrada in parola, ed invece debba ritenersi come indicato il ponte a Baja, che sta quasi nel mezzo, etc.".

Egli è indubitato che qualunque punto si trova al centro di una contrada, come Baja lo è di quella da lui disaminata. Ma occorreva annoverare i Comuni della riva sinistra dal sig. Fiocca totalmente trasandati, cioè: Ailano, Pratella e Ciorlano, Prata, Valle, Capriati, Fontegreca, Letino, Gallo, e che costituiscono buona parte di quel Circondario, che dal lato Occidentale giunge sino al Volturno e comprende i paesi da Alife a tutto il Mandamento di Capriati.

Invece quelli da esso indicati sono sei Comuni sulla sponda sinistra cioè Raviscanina, S. Angelo, Alife, Piedimonte, S. Gregorio e S. Potito; e sei sulla sponda destra cioè: Baja, Roccaromana, Pietramelara, Riardo, Dragoni, Alvignano, di cui i primi quatto appartengono al Circondario di Caserta. Tutti gli altri sono dei piccolissimi villaggi che van riuniti ai dianzi detti Comuni, e perciò non da annoverarsi perchè fan parte di quelli.

Guardato adunque lo intero Circondario si vede chiaro che il punto medio, e di maggiore vantaggio non è mica la Scafa di Baja, ma quella di S. Angelo.

E qui è forza ripetere anco una volta che l'opera è diretta principalmente a migliorare la condizione e dar nuova vita alla parte del Circondario di Piedimonte posta sulla riva sinistra, che resta separata dalla Provincia più volte nell'anno; poiché per tutti i paesi della riva destra il ponte risulta di un interesse secondario, vale a dire per il limitato commercio colla riva sinistra, mentre le derrate di entrambi si smaltiscono ai centri di maggior popolazione come Teano, Capua, Caserta, e Napoli, ove son pur dirette le relazioni di affari, essendo quivi le sedi amministrative e giudiziarie.

Il danno perciò di non poter transitare si soffre ora dalla sola parte di quel Circondario situata sulla sinistra del fiume(1).

Ammettiamo per poco l'ipotesi che il progetto Fiocca venisse adottato, costruendosi il ponte a Baja, è facile vaticinare sin da ora i risultati certi ed innegabili, cioè:

· Le popolazioni dei paesi scritte nel seguente Elenco G, che restano al lato occidentale, non ne fruiranno, poché per non affrontare un cammino maggiore di sei a dieci miglia, mal sicuro, faticoso per le salite, più lungo a percorrersi per circa 3 ore di tempo, continueranno a valicare il fiume alla Scafa S. Angelo, imprecando ogni volta la mal pensiere di spendere il danaro della Provincia in un sito simile. Dessi sono:

(schema)

· Quelle dei rimanenti paesi sulla sponda sinistra, scritte nel seguente Elenco M, del pari poco ne useranno poiché per uscire al m. 29 o a Cajanello allungherebbero miglia 4; per recarsi alla stazione di Riardo avrebbero invero a fare un miglio di meno, e per uscire al miglio 27 tale risparmio riducesi ad 1/4 di miglio, ma per non esporsi al pericolo, disagio, e tempo maggiore occorrente a percorrere la via fra Baja e Pietramelara le cui pendenze stancano gli animali, preferiranno invece sempre la strada attuale di S. Angelo che è agevole e sicura.

(schema)

· I paesi del Circondario di Piedimonte posti sulla riva destra sono:

(schema)

i quali sono già collegati da strade rotabili a Caserta, e per accedere a Piedimonte debbono solo transitare la Scafa di Laurenzana, ove dal R. Governo si va ad intraprendere fra non guari il ponte, di cui già sono espletate le subaste, sul progetto superiormente approvato.

E qui mi cade l'obbligo di giustamente encomiare la saggia idea svolta dal Fiocca, onde tal ponte fosse invece collocato alla Scafa di Dragoni. Sarebbe così raggiunto lo scopo di ottenere un bel rettifilo stradale da Piedimonte fin sotto Dragoni, di evitare il pericoloso passaggio pel bosco S. Simeone nelle vicinanze della Scafa Laurenzana, infine di ravvicinare e rendere più breve il cammino dei paesi dell'Elenco N fino a Piedimonte e viceversa(1).

Nell'un caso o nell'altro, sia che il ponte a conto del Governo si costruisca alla Scafa di Laurenzana ovvero a quella di Dragoni, risulterebbe troppo vicino l'altro a Baja, ed è una ragione dippiù per allogare quello a conto della provincia alla Scafa S. Angelo.

Si aggiunga che l'inconvenienza di passare pel bosco S. Simeone, sebbene per breve tratto, che il Fiocca con molto accorgimento denunziava per avvisare sul tramutamento di quel ponte, sarebbe poi per quest'altra linea rinnovato, quando si portasse la strada provinciale fra Baja e Pietramelara, per la gola fiancheggiata da boschi per un tratto di faticosa salita in miglia 3, e senza alcuno scampo.

· Circa poi ai paesi del rimanente della provincia che possono avere interese allo stabilimento del ponte provinciale in un sito più che altro, basta esaminare la loro posizione, da cui risulta: che da Vairano, Pietravairano, S. Felice, Cajanello, Marzano, Sessa, Teano, Mignano, Sora, S. Germano, Gaeta etc. dovendo recarsi a Piedimonte o alla Sannitica e viceversa, il cammino più breve e facile è indubitatamente per la Scafa di S. Angelo.

Che Riardo, Pietramelara, e Roccaromana, di popolazione riunita 6318 anime, hanno già il loro sbocco sulla strada nazionale degli Abbruzzi, ed alla stazione di Riardo.

Rimane solo Baja-Latina comune di 1812 anime, appartenente al circondario di Caserta, sebbene nel versante opposto del monte degli Angeli. Esso ha una traversa rotabile comunque malandata che lo riunisce a Dragoni ed Alvignano, donde può condursi in Caserta, e per Piedimonte avrà l'accesso come il vicino comune di Dragoni, passando per il ponte che quivi si farà dal Governo, o alla Scafa di Laurenzana.

Niun dubbio adunque che il ponte provinciale di cui è parola, ove fosse situato al sito detto l'Inferno anziché alla Scafa di S. Angelo, tornerebbe a vantaggio esclusivo di Baja, che senza alcuno suo sforzo peculiare, vedrebbe condotta una strada provinciale pel suo abitato, checché ne potrebbe conseguitare agl'altri comuni.

Ove a ciò mi si opponesse che col progetto Fiocca verranno attuate varie altre strade cioè:

· Quella da Baja alla provinciale di Piedimonte di miglia 2 1/2

· Id. da Baja a Pietramelara 4

· Id. da Baja, a Dragoni, e Rosignano 6 1/2

In uno miglia 13

risponderei che la prima risulta inutile ove il ponte si faccia a S. Angelo, e la 2°, e la 3° sono opere esclusivamente comunali e consortili, di cui la 2° fu già sussidiata con duc. 4,000, e la 3° potrà esserla del pari o maggiormente. Così si vedranno attuate siffatte opere, ma non per loro cagione portato un nocumento all'intera Provincia, e specialmente al circondario di Piedimonte(1).

Dal che ne consegue che il ponte a S. Angelo ben risponde agl'interessi commerciali dei paesi scritti negli Elenchi G, ed M; a tutti gli altri dei circondarii di Caserta, Gaeta, e Sora; che per i comuni dell'Elenco N è indifferente, sendoché quel che loro riguarda, è il ponte da farsi a Laurenzana o Dragoni, e solo per Baja sarebbe più utile il ponte al sito detto d'Inferno.

Or così delineata la posizione, niun dubbio è, che le S. V. che hanno a cuore l'interesse generale e non mica il particolare di un sol comune, vorranno dare la preferenza alla Scafa S. Angelo.

§ II.

Riguardo al commercio della provincia di Terra di Lavoro, con le limitrofe.

Ma il dianzi detto non è tutto o Signori; è a Vostra conoscenza che di già venne costruita a conto dei comuni di Raviscanina, Ailano, Pratella, Prata, Valle, Letino, e Gallo la strada consortile che dalla Scafa S. Angelo giunge fino a Prata. Forma essa una continuazione di quella d'Alife, e verrà ora protratta per la valle di Capriati fino al ponte del Re al Baraccone di Torcino, per la quale opera già si è stipulato l'appalto a cottimo, e fra non guari si porrà mano. Si vagheggia l'altra linea che dopo di questa si rende necessaria, cioè da sotto Capriati fino al ponte di 25 archi presso alla Ravindola. Ebbene, aperte che saranno tali strade, il commercio più breve e diretto dagli Abbruzzi e Molise, e segnatamente dai mandamenti di Venafro e Castellone testé distaccati da Terra di Lavoro, ed a cui si spera che si riunissero, sarà per quivi. E per conseguenza tutti coloro che venendo da quelle regioni vorranno rendersi verso Teano, Sessa, e Napoli, è per loro più breve il passaggio alla Scafa S. Angelo, come lo è altresì per quelli che dall'altro estremo di Molise e Benevento, battendo la Sannitica, e poi per Gioja, ed Alife, rendonsi verso Venafro, Gaeta, Sora etc.

Dimostrato così per me la immensa utilità del ponte alla Scafa S. Angelo, la niuna utilità ove si facesse a Baja, egli è chiaro che la prima è la vera opera provinciale, la seconda non sarebbe che di puro interesse Comunale e locale, e quando per disavventura si commettesse tale svista, dovrebbe dopo immediatamente pensarsi a sborsare una nuova ingente somma per costruire il Ponte a S. Angelo, reclamato da tanti interessi attuali e nascenti.

CAPITOLO IV.

Disamina sulla convenienza della concessione domandata dal Signor Fiocca

Con rapporto del 18 luglio il lodato Ingegnere espone alla Deputazione le ragioni per le quali non ha potuto ne può per adesso esibire i progetti artistici tanto pel ponte che per le strade che propone, e lasciando molto nel vago e nell'indeterminato, si offre pronto ad eseguirle a cottimo giusta un capitolato di condizioni che accompagna la sua offerta e sul quale è mestieri dir qualche parola.

Pria di ogni altro non si potrebbe con sana logica addivenire ad un contratto di cottimo senza un preventivo progetto, che fosse redatto da altri anziché dal cottimista istesso, o almeno riveduto da altro Ingegnere. Diversamente operando, rimarrebbero lesi almeno apparentementi gl'interessi della Provincia.

Lasciar nel vago se il ponte si farà a due o tre arcate, sembra egualmente poter dar luogo a controversia.

Le pendenze longitudinali delle strade rimaste del tutto indeterminate, come anche il loro sviluppo topografico, possono dar luogo a quel che dianzi si è osservato, cioè che sebbene solo 2/3 di miglio verranno al 5 1/2 per % pure per altre 4 miglia si potrà avere la salita non meno fastidiosa del 4 al 5 per %.

La larghezza assegnata alle strade di palmi 20 nei tratti in piano e palmi 18 in quelli a mezza costa nel 1° caso, con palmi 4 dippiù nel secondo, è scarsa, e sarebbe compatibile per una strada Comunale di 4° ordine. Ma trattandosi qui di una via provinciale da surrogare l'altra di Pietravairano, dovrebbe essere di quella non minore, cioè di larghezza palmi 30 a 36.

Lo stesso dicasi della inghiajata proposta di larghezza palmi 12, mentre non dovrebbe essere minore di palmi 16.

Si dice all'art. 3° che la strada sarà fornita di ponticelli e trombini eseguiti ad opera incerta ove abbisognano, ma non si tien parola dei ponti grandi, ed altre opere murali di maggior mole che possono occorrere, e che allora dovrebbero essere pagate al dippiù dello stabilito.

Tutte queste ed altre circostanze non considerate apriori, darebbero luogo dopo lo stipulato ad un'aggiunzione, e quindi ad un aumento significante sul prezzo prestabilito.

Nulla si dice sulla maniera di pagamento, il cui primo acconto in duc. 20,000 supererebbe la cauzione che si darebbe in un biglietto di tenuta di duc. 10,000, biglietto il cui solo ed essenziale pregio consiste senza dubbio nei due rispettabili nomi che lo sottoscrivono.

Finalmente nei computi del signor Fiocca non è mai entrata la strada da Pietramelara alla stazione di Riardo, la quale essendo una traversa comunale stretta e mal ridotta, dovrebbe convenientemente ampliarsi, raddrizzarsi, modificarne il livello, porvi l'intera copertura di brecciame per tutta la sua lunghezza di miglia 3, e quindi una presuntiva spesa di altri duc. 10,000.

CAPITOLO V.

Conchiusione

Riepilogando, il Signor Fiocca col 1° rapporto dice che il suo progetto è diretto a far ottenere alla Provincia i seguenti vantaggi:

· Fargli diminuire i suoi esiti - Ciò è contrario al fatto, poiché dopo aver stipulato ducati 80,000 pel ponte a Baja e per le tre strade indicate, dovrà portarvisi un aumento per ampliare le strade da palmi 18 e 20 a palmi 30, che non potrebbe esser meno di ducati 15,000; far la traversa da S. Maria Orazione a Pietravairano con altri duc. 5,000, e ridurre la strada da Pietramelara alla stazione di Riardo con altri duc. 10,000, senza parlare di quella da Riardo a Teano che è quasi oziosa. Di modo che l'esito vero sarebbe di duc. 110,000, e à quoi bons? ... si starà sempre da capo, vale a dire fare il ponte a S. Angelo che è il vero è più interessante; quindi nuovi sagrificii, nuove ingenti somme a spendersi, e mi permetto di dire qui unicamente per amor di verità, che questa seconda costruzione oltre ai vantaggi che riunisce, offre la spesa modica di duc. 75,000 e non più.

· Si aprirà nel più breve tempo la più breve comunicazione fra la destra e la sinistra del Volturno. E ciò anche non regge, poiché a prescindere che la più sollecita comunicazione si apre facendo il ponte alla scafa S. Angelo, ove già vi sono i tratti di strada di accesso, mentre per quello di Baja deve attendersi la esecuziono non solo del ponte ma di 13 miglia di strada, giova inoltre ripetere anche una volta che lo scopo precipuo cui l'opera è diretta, non è già di aprire la comunicazione fra le due sponde, ma di sollevare, e vantaggiare la dura condizione attuale del Circondario di Piedimonte, aprendogli un varco transitabile in ogni tempo, e non far sì che resti separato dalla Provincia e dal Capo-luogo allorché il Volturno si gonfia.

· Si completerà la rete stradale di quel bacino. E' invero sempre commendevole l'apertura di novelle strade, ma quelle da Baja a Pietramelara e da Baja a Rosignano, sono opere consortili e di esclusivo interesse dei Comuni che toccano. Faccio voti che la Provincia sussidii tali opere il più che possa.

· Si abbrevia il cammino per Napoli, e si apre diretta comunicazione con Teano, e con la Stazione di Riardo, da cui si disterà in media 9 miglia. Ho gia a lungo confutata e con fiducia di successo tale asserzione nel Capito I. § I.

· Si avrà la più diretta comunicazione fra Piedimonte e Teano per 16 miglia. Per le stesse esposte ragioni, negligendo la nuova strada, il transito si continuerebbe per l'antica.

Al 6° vantaggio, credo pure aver di già risposto.

Pel 7° fo eco e ne auguro il favorevole esito, cioè che il ponte da farsi a conto del Governo venisse allogato alla scafa di Dragoni anziché a quella di Laurenzana, purché le condizioni locali il permattono.

Come ultima considerazione in appoggio del ponte a S. Angelo, dirò che quando nel più prossimo avvenire verrà attuata una traversa di Ferrovia per Piedimonte che caldamente sta a cuore alle S. V., essa seguir dovrà la campagna piana ed agevole, cioè quasi parallelamente alla rotabile esistente. Sarebbe allora il caso che dovendo la Provincia incoraggiare tale linea Ferroviaria, potrebbe farla passare sul medesimo ponte alla scafa S. Angelo, il quale così, opportunamente ampliato in larghezza dall'istessa società intraprenditrice, servirebbe a due scopi. Talché la ferrovia dipartendosi dalla stazione di Cajanello o Riardo, avrebbe una stazione appunto dopo il ponte, ove converrebbero tutti quelli dei paesi da S. Angelo, Raviscanina e fino a Capriati, e quindi procederebbe verso Alife e Piedimonte(1).

Riassumendo giova sperare che il Consiglio Provinciale voglia adottare:

· La costruzione del ponte alla Scafa S. Angelo, ed all'uopo accolga il mio progetto per ducati 75,000.

· Sussidiare la strada Comunale da Baja a Rosignano, e giustizia vorrebbe che anche si elargisse una somma a quella da Prata a Gallo, di molto interesse, e per cui vi è scarsezza di mezzi.

· Di far allogare il ponte del Governo a Dragoni, ove ciò sia possibile.

In questa disamina adunque checché ne risulti, sicuro che ove si faccia il Ponte a Baja se ne vedrà ben presto l'inconvenienza, e quindi sempre la necessità di far l'altro a S. Angelo, mi penso aver adempito all'obbligo di buon cittadino, elevando a tempo la voce, per rischiarare la mente e sommettere ai Signori Consiglieri Provinciali il vero stato dei luoghi e delle circostanze, ciò che potrà metterli in grado di pronunziare un più esatto giudizio, mentre non ho tema d'ingannarmi, poggiando la dimostrazione non tanto sul mio parere forse di poco valore, ma sui dati di fatti e sulle tante autorevoli opinioni, che dianzi citate.

DOCUMENTI GIUSTIFICATIVI

Sunto della deliberazione Comunale di Piedimonte d'Alife del 26 luglio 1855

Il Presidente ha fatto conoscere al Collegio esser necessario nominare una persona incaricata la quale assistesse in Napoli presso il Ministero dei LL. PP. e sollecitasse la costruzione del ponte sul Volturno presso Pietravairano essendo una tal opera di molta utilità al Distretto.

Il Decurionato uniformandosi pienamente all'anzidetta proposta del Sindaco, avendo a cuore la mentovata sospirata costruzione del ponte in parola, ha nominato all'oggetto il Barone D. Nicola Luria, sperando faccia subito effettuare un'opera tanto desiderata e vantaggiosa al Distretto.

(B)

PROGETTI

PEL PONTE SUL VOLTURNO

al sito detto Scafa S. Angelo

PER

L'INGEGNERE GIUSEPPE GARZIA

AL SIGNOR PRESIDENTE

DEL

Consiglio Provinciale di Terra di Lavoro

Signore

Desiderio di rendere un utile servigio alla Provincia, e non private vedute, mi spinse ad elaborare tre progetti pel ponte da costruirsi sul Volturno alla scafa di S. Angelo, che in apposita cartiera e con una memoria le presento.

Nell'offrire questi deboli lavori al Consesso Provinciale, da Lei degnamente presieduto, sarò assai ricompensato delle durate fatiche, se vorrà accoglierle con compatimento. E qualora si volesse attuare uno di essi, sarei in grado di far presentare delle offerte nel modo più conveniente.

Caserta 17 settembre 1862

L'Ingegnere Civile

Giuseppe Garzia

MEMORIA

che accompagna i disegni

Dura condizione si è quella del Circondario di Piedimonte d'Alife, imperocché situato sulla sinistra sponda del Volturno, riman privo di comunicazione coll'altra riva e col capoluogo della Provincia, tutte le volte che per lo ingrossarsi delle acque, le deboli e mal sicure scafe (unico mezzo di passaggio) non possono traghettare! Questa fatale circostanza avverasi bene spesso, ed il commercio, le relazioni, gli urgenti bisogni di quelle popolazioni restano ogni volta per più giorni interrotte; inconveniente vieppiù a deporarsi nella vita di progresso e di sviluppo che oggidì invade tutte le intelligenze, quando sì per le ferrovie che per le private speculazioni si dà valore al tempo, e conviene calcolare le distanze non più a chilometri ma alle ore bisognevoli onde percorrerle.

Fervidi ed unanimi voti da più anni s'innalzano perché si costruisse un ponte nel sito detto scafa di S. Angelo, e varii progetti all'uopo vennero elevati. Preesistendo la strada provinciale di Alife, che intersega il fiume in quel punto, parmi tolto l'arbitrio di scegliere il sito, ma quello di fatti è il più opportuno al collocamento del ponte, dappoché percorrendosi miglia otto da Piedimonte alla scafa, e miglia 5 1/2 da quivi sino alla milliaria XXIX sulla strada nazionale degli Abbruzzi, si hanno a fare in uno miglia 27 fino a Capua di strada sempre piana ed agevole, preferibile a quella da Piedimonte a Caserta per evitare le forti salite di Cajazzo e Gradillo, ed il passaggio di due scafe. Arrogi che la stazione della ferrovia in Cajanello dista miglia 15 da potersi transitare in carrozza in meno di ore 2 1/2.

Il ponte adunque alla scafa S. Angelo deve come ogni altra opera di tal genere presentare:

· Solidità per essere durevole il più che si possa, con le minime spese di manutenzione.

· Una ben calcolata economia.

· Non ledere al regolato sistema, andamento e letto del fiume.

· Conformità allo scopo, cioè di offrire continuità alla strada provinciale di già fatta, e che forma un rettifilo di circa miglia 3 da sotto Pietravairano sino al fiume, e poi nella riva opposta verso Raviscanina.

· E perchè le sponde sono basse, deve altresì innalzarsi quanto meno è possibile, per non dar luogo a forti spese ed a modifica dei tratti stradali di accesso.

Avrei dovuto presentare una mappa generale del corso del fiume, ma esistendo di già le scrupolose livellazioni e tutti i proffili trasversali, mi son dispensato dal ripeterli. Aggiungerò solo che per le informazioni attinte dai più vecchi naturali, per la esperienza propria che da molti anni valico quella scafa, infine per le ripetute locali investigazioni, posso asserire senza tema d'ingannarmi che le sponde in quel sito sonosi mantenute sempre salde, come lo addimostra la vegetazione delle laterali campagne che arriva sino alle ripe, né si formano depositi di ghiaja essendo il corso in rettifilo, e libero per un ampio letto. Però la sezione dell'alveo presenta un'ampiezza di palmi 280 (m. 97,88) in tempo delle acque magre, e di circa pal. 6 in 700 (m. 158 a 185) nelle piene, ampliandosi la superficie fluida piuttosto dal lato di Raviscanina, dove vedesi una zona di terreno basso, coverta da piante acquatiche e spineti.

La campagna sulla sponda destra, presentando una vasta e fertile pianura, che in dolcissimo pendio converge verso il fiume, egli è facile argomentare che preso per punto fisso di livello il ciglio della ripa verso detto lato, l'acqua non può che di poco oltrepassarlo anche nelle più forti piene, dappoiché per ogni piccola altezza al di più a cui potesse salire, sarebbe obbligata per le leggi di livellazione, a spandersi nella estesissima campagna, da che si conclude che anche quando si estendesse sino alla Baracca da Carboni detta carboniera,sita a circa pal. 600 dal fiume non può che di poco elevarsi al di sopra del designato punto. Ciò premesso io ho stabilito il piano delle imposte delle arcate a m. 3 circa (pal. 11,34) al di sopra di detto punto.

Il fondo dell'alveo è di natura compatto siccome le terre vicine e ricoverto da ghiaja; anzi discreta profondità incontrasi il tufo, o il così detto tassarone cima di monte ed assai compatto, come io l'ho testè rinvenuto nel fondare il ponte sul burrone detto Canale di poco discosto, nella strada che dalla scafa conduce a Prata. Egli è pur certo che il fondo non va soggetto a corrosioni e scalzamenti, perché oltre all'avere poca pendenza longitudinale è molto largo e poco profondo, la corrente mantiensi ad una media velocità, senza molta forza escavatrice, né costretta a maggior acceleramento per alte sponde o stramazzi, di che non havvene per lungo tratto sopra, o sotto corrente.

Le circostanze adunque che militano in questo sito renderebbero a mio scarso parere, malagevole e dispendiosa l'esecuzione di una platea generale che al dir dell'illustre Sganzin: convengono particolarmente ai terreni melmosi e pantanosi, ed invece consigliano di adottare il sitema che da me si propone di fondazioni isolate, entro incassamenti di ampiezza maggiore dei pilastri, e con una scogliera nel giro per viemeglio garentirli. Svariati antichissimi ponti, per non dir dei moderni ed in corso(1), furono eseguiti con tal metodo, al quale se vanno aggiunte le palafitte di sostegno o di condensamento, i graticolati etc., quand'anche non si trovasse il fondo abbastanza sodo, e studiosamente tali ripieghi adoperati, costrutto un buon muramento, ed assoggettate le pile ad una carica di prova, pria di costruire le arcate, si può conseguire egualmente quella stabilità fondale ch'è il principale requisito di sicurezza di ogni costruizione.

Né valga qualche esempio in contrario che potrebbe addursi, dipendente da speciali circostanze, essendovi disgraziatamente degli esempi di cattiva riuscita anche il alcune platee generali, come or sono pochi anni avvenne ripetutamente ad una di esse fatte per una batteria al porto di Cheburg. Ché se per avventura potessero sperimentarsi dei movimenti nel terreno interposto fra due pile, potrebbero sempre alla platea preferirsi degli archi rovesci nei fronti, che a minor volume e spesa accoppiano forza maggiore.

Convinto adunque che possano farsi le fondazioni a pilastri isolati, è per me facile dedurne che se ne debbano fare il meno possibile, massime in acqua, e quindi delle arcate di lunga corda, per presentarsi altresì il minimo ostacolo alla corrente, e la maggior sezione libera.

Del pari io penso che per un'opera di siffatta importanza giova ripetere gli studii per i varii sistemi adottabili, onde porre il Consiglio Provinciale nel grado di meglio giudicare e scegliere. Laonde mi fo rispettosamente a presentare tre progetti in altrettante tavole di disegno, cioè:

Ponte in fabbrica(2). Desso si costituisce di sette arcate uguali a manico di paniere in opera laterizia, poggiate sopra otto pilastri, di cui quattro in acqua, ed aventi ciascuna la corda di metri 22 (palmi 83,16) la saetta metri 3,50 (palmi 13,33) la larghezza di metri 7.

Il ponte presenta la lunghezza di metri 180 (palmi 680,40), e sette luci di ampiezza conveniente oltre a quella del volume delle massime piene.

Dei muri d'ala protraggono due tratti di strada, cioè per metri 70 (palmi 264,60) verso la Pietra, e metri 150 (palmi 567) verso Raviscanina, i quali si raccordano con dolce pendenza alla strada attuale.

L'importo ne è valutato a lire 318,740 pari a ducati 75,000, che ripartito per la totale lunghezza di metri 398 (palmi 1504,44) ricade a ducati 49,85 il palmo lineare, ovvero lire 800,85 a metro corrente.

Ponte a sistema misto. Altra idea è quella di fare un ponte a sistema misto, cioè le quattro arcate laterali in fabbrica, e le tre del centro di ferro, venendo ognuna poggiata su quattro arconi di ferro laminato e battuto. Questo ponte che alla maggiore eleganza e speditezza dell'esecuzione, accoppia più lunghezza essendo le arcate in ferro di corda ognuna metri 24, ed una resistenza di 400 chilogrammi a metro quadrato, presenta una spesa più vistosa occorrendovi

Peri i lavori di ferro Duc. 19.412,25

Per quelli di fabbrica ec. Duc. 65.587,75

Totale Duc. 85.000

Ponte a treillis. Ultima idea è quella oggi in moda di un ponte a graticolato (treillis) ad una sola travata retta sull'alveo ordinario del fiume, ed altri sei archi sulle campagne laterali. Se nonché vi si veggono aggiunte delle catene di sospensione ad imitazione di ciò che con successo si è da guari adoperato dal Sig. Castay in Francia nel dipartimento di Gers, benvero che la detta travata andrebbe calcolata sempre in modo da resistere alla pressione di pruova, e le catene gli darebbero una forza e cautela maggiore.

Detto ponte presenterebbe la spesa eguale o poco dippiù della precedente.

Ma qui avendo esposto i miei tre progetti, non fia discaro che io stesso dessi strenuamente il mio avviso sotto il rapporto artistico-economico.

Dei ponti in fabbrica ne troviamo molteplici esempii nell'antichità, e le opere laterizie, dei Romani le ammiriamo con istupore mantenersi intatte anche ai nostri giorni.

Fino a prima del 12° secolo l'Italia sola ne vantava dei numerosi e magnifici; nell'ultimo secolo in Francia se ne costrussero molti e belli. Ponti in fabbrica sursero in tutti i tempi e dove più dove meno arditi, ma quando riuscirono sfidarono il tempo.

Venne poscia la voga dei ponti di legno, e più tardi col perfezionarsi delle manifatture di ferro, e ritrovarsi le abbondanti cave di tal minerale, s'incominciarono ad introdurre di quelli in ferro. Non esporrò gli svariati singoli sistemi, né m'intratterrò a parlare di quelli di legno, solo dirò che posti al confronto quelli di ferro con quei di fabbrica, i primi non ne sostengono il paragone per la solidità, e durata. Il ferro andando soggetto a mille alterazioni, e ad una vita incerta(1), dando luogo ad una manutenzione e spesa continua, può solo meritar la preferenza quando offrisse un risparmio tale, che bilanciato con le ingenti spese di annuo mantenimento, per le quali deve considerarsi come immobilizzato un capitale, dia una reale e non effimera economia.

E spezialmente è da considerarsi, che appo i ponti di struttura murale vengono a costare di meno per la bontà ed abbondanza dei materiali, mentri quelli inferro per difetto di grandi opifici e pel costo più vistoso del minerale, ascendono a prezzo maggiore di ciò che costano in Inghilterra e nel Belgio.

Pur tuttavia la speditezza nella esecuzione può farli preferire nelle linee di ferrovie, ove l'Amministrazione nella stessa maniera che provvede alla manutenzione della strada e del macchinario, può vegliare a quella dei ponti in ferro, i quali van soggetti a continue accidentalità che è difficile prevedere, e le spese vengono rinfrancate dall'utile giornaliero che si ritrae dalla strada.

Ma nei cammini provinciali essi restano improduttivi, poiché non si farà pagare certamente un pedaggio, ma anzi esposti alla depredazione dei viandanti, fra cui spesso vi sono di quei mossi da mal talento e cupidigia pel metallo, o dal perverso istinto di nuocere alla società, che si fanno a sottrarre o tagliar con lima or dei perni, or delle caviglie, o altri pezzi destinati a collegare le varie parti del sistema, talché oltre al pericolo, si va soggetti alla spesa continua di riparazioni, e ridipintura, che sono gravi e difficili a conseguirsi a tempo debito.

Per le quali considerazioni io opinerei che per l'indicato ponte alla scafa S. Angelo fosse senza dubbio il caso di preferire il progetto a struttura murale.

Caserta settembre 1862

L'Ingegnere Civile

GIUSEPPE GARZIA

(C)

Sunto della deliberazione Comunale di Letino del 14 ottobre 1862

Il presidente aperta la seduta ha invitato il Consiglio a deliberare sulla seguente proposta: di un ponte sul Volturno in luogo della mal sicura scafa, per mettere in comunicazione gli abitanti messi sulla riva sinistra dello stesso col resto della Provincia.

Ed il Consiglio delibera farsi piena istanza al Consiglio Provinciale perché venga subito costruito il ponte nel sito detto scafa S. Angelo che congiungerebbe la strada Provinciale di Alife con quella di Abbruzzo al miglio 29: che tale opera essendo utile a più che 12,000 abitanti del mandamento di Capriati come dei Comuni di Valle, Ailano, Raviscanina, S. Angelo, Prata ed altri, conviene in tal sito e non in altro sia un tal ponte costruito. Sarebbe inutile dimostrar il contrario sulla scelta del luogo, perché è più confacente e già indicato, le mille volte comandato nelle riunioni Provinciali, ed approvato dal passato Governo.

Visto l'art. 90 della Legge;

Visti i documenti prodotti sul ponte da farsi;

Visto che il Consiglio ritiene la proposta del Presidente;

Ha deliberato alla maggioranza di voti segreti affermativi per il ponte Provinciale.

Sunto della deliberazione comunale di Piedimonte d'Alife del 9 novembre 1862

Il Sindaco sulla iniziativa del Consiglio à proposto il seguente indirizzo alla Deputazione Provinciale, che è stato adottato all'unanimità.

Le popolazioni dell'intero Circondario di Piedimonte colla più grande soddisfazione aveano appreso, chi gli antichi e fervidi loro voti per un ponte presso la scafa di Raviscanina erano stati accolti dall'odierno Consiglio Provinciale; e già dalla Deputazione di esso si attendeva operosamente alla scelta de' progetti artistici all'uopo compilati, per attuare un'opera vivamente reclamata da' bisogni di tanti comuni.

Or questo Consiglio Municipale di Piedimonte, in nome della popolazione che rappresenta e de' cui sentimenti è l'interprete, sente da una parte il dovere di ringraziare con animo riconoscente il Consiglio Provinciale e sua Deputazione che attivamente concorrono perché venga effettuata un'opera tanto necessaria e vantaggiosa.

Ma sente dall'altra parte la necessità di sottoporre all'esame della Deputazione ed alla deliberazione del Consiglio Provinciale una sua rimostranza, or che è venuto a conoscere che nello stabilirsi il punto ove il novello ponte dovrà sorgere, sia nata l'idea che lo stesso possa costruirsi (come dicesi) con più vantaggio presso la scafa di Baja, abbandonandosi il punto della scafa di Raviscanina.

Questo Municipale Consiglio rassegna alla Deputazione provinciale che sarebbe suo voto che nella costruzione del ridetto ponte, si prescelga il punto, da prima sempre ritenuto e non mai controvertito, sulla scafa di Raviscanina. E le ragioni che lo hanno determinato ad esprimere questo suo voto sono:

· Il maggior numero dei Comuni, e la più grande popolazione, a cui vantaggio riescirebbe il ponte presso Raviscanina, in preferenza di quello presso Baja. Dappoiché sarebbero interessati al ponte presso Raviscanina i Comuni di S. Angelo, di Raviscanina, Ailano, Valle, Prata, Capriati, Letino, Gallo, Ciorlano, Alife, Piediomonte, S. Gregorio, Castello, S. Potito. Mentre pel ponte presso Baja potrebbero sentire più vantaggio i soli comuni di Latina e Baja, Dragoni, Alvignano, Statigliano, Roccaromana.

· I Comuni però ultimamente nominati, che possono avere interesse pel ponte in Baja, cesserebbero di averlo, quando vi fosse un ponte sulla scafa di Piedimonte, che ad essi sarebbe vicinissimo. Or questo ponte sulla scafa di Piedimonte è stato già approvato di farsi a spese e cura del Real Governo; ed esso è già per essere tradotto in opera, trovandosi non solo approvato il progetto, ma disposti pure gl'incanti per l'appalto correlativo. Per cotesti Comuni adunque il ponte in Baja sarebbe di nessuna necessità; sarebbe un'opera in tutto superflua ed esuberante; non reclamata da veruno bisogno: mentre gli altri moltissimi Comuni del circondario di Piedimonte resterebbero in gran parte defraudati nelle loro aspettative, e manomessi ne' loro interessi commerciali, perché lasciati a grande distanza dal ponte, ove si costruisca presso Baja.

· Il ponte sulla scafa di Raviscanina sarebbe pel Circondario di Piedimonte un avviamento e come l'addentellato per un braccio di strada di ferro, che da Piedimonte menasse, quando che sia, alla ferrovia romana, mentre svanirebbe questa speranza, se il ponte in esame si costruisse presso Baja, dove la strada, percorrendo luoghi montuosi, non si presterebbe affatto a ferrovia.

· Né le vedute economiche sarebbero tali da far prescegliere il sito di Baja in preferenza di Raviscanina. Imperocché comunque il ponte in Baja potesse essere meno costoso di quello di Raviscanina, pure esso esigerebbe la costruzione di molte miglia di novella strada e per luoghi montuosi; mentre a Raviscanina la strada trovasi già costruita ed è in perfetto piano. Niuna economia dunque vi sarebbe nella costruzione del ponte presso Baja al paragone di quello presso Raviscanina.

Queste osservazioni rassegna questo Consiglio Municipale di Piedimonte alla Deputazione Provinciale, perché si degni di ponderarle nella sua saviezza, e prescegliere quel punto nella costruzione del novello ponte, che possa riuscire più vantaggioso al maggior numero delle popolazioni, e che possa anche essere come il sostrato per un tronco di strada ferrata da Piedimonte alla ferrovia romana.

Del che si è redatto il presente verbale etc.(1).

Sunto della deliberazione Comunale di Prata Sannita del 14 novembre 1862

Il Presidente aperta la seduta, ha invitato il Consiglio deliberare sulla seguente proposta stata depositata da 24 ore nella sala d'udienza.

Di fare premurose istanze alla Deputazione Provinciale perché destinasse il sito della scafa di S. Angelo per la costruzione di un ponte sul Volturno, che congiungerebbe la strada di Piedimonte d'Alife con la nazionale di Abruzzo.

IL CONSIGLIO

Considerando che l'importanza di tale opera è ad esuberanza dimostrata utilissima, specialmente ai mandamenti del Circondario di Piedimonte e Capriati, e che siccome il sito prescelto è centrale ai suddetti mandamenti, e che in qualunque altro sito, come presso la scafa di Baja, l'utilità sarebbe circoscritta a poche migliaia di abitanti, e non a circa 35,000 sparsi nei diversi Comuni circostanti il ridetto sito scafa di S. Angelo.

Ha considerato che la spesa dell'opera dev'essere correlativa all'utile che si ha, fosse anche più di quello in altro sito. Conviene altresì tener conto dei precedenti progetti sulla scelta del medesito sito, che venivano fatti da valenti Ingegneri, nei quali si ebbe riguardo all'utilità e durata dell'opera.

Per siffatte ragioni

Il Consiglio delibera a pieni voti, per alzata e seduta, che la costruzione del ponte a carico della Provincia sia fatto alla scafa di S. Angelo presso Pietravairano, e non in altro sito.

Sunto della deliberazione Comunale di Fontegreca del 15 novembre 1862

Il Presidente invita il consesso ad esprimere un voto alla Deputazione Provinciale, col quale si cerca la costruzione del ponte sul Volturno nel sito detto scafa S. Angelo, e non già nella riva del detto fiume presso il Comune di Baja, allontanandosi dalla provinciale di Pietravairano, e ciò pel motivo della comodità del mandamento di Capriati, e quello di Piedimonte, non che dei Comuni di Pezzuto, S. Agapito, Longano, Roccamandolfi, Cantalupo, Bojano ed altri della Provincia di Molise per la continua comunicazione che questi hanno con Terra di Lavoro per la pastura dei loro numerosi armenti.

E se osta la spesa maggiore del ponte a costruirsi sulla scafa S. Angelo, ciò sarà compensato da altre rotabili che dovrebbero farsi per comunicare a quella della Pietra, e di Piedimonte, costruendosi il ponte in parola presso Baja.

IL CONSIGLIO

In vista di tale proposta, considerando l'utilità di sopra cennata, e l'economia col risparmio di non poche miglia di via rotabile da farsi per innestare la provinciale al Ponte, ove mai volesse costruirsi verso Baja.

Considerando il poco utile che apporta il ponte a costruirsi sul Volturno verso Baja, a detrimento di una popolazione di più mandamenti senza calcolare quella di Molise.

Delibera ad unanimità di voti per alzata e seduta, sottomettere il suo voto alla Deputazione Provinciale di costruirsi per le ragioni sopradette il ponte sulla scafa S. Angelo, e non già verso Baja, che formerebbe l'utile di pochi privati, e non già di una Provincia intera.

Sunto della deliberazione Comunale di Pietramelara del 12 Decembre 1862

Il Presidente ha invitato la giunta a deliberare sulla seguente proposta, cioé;

La Provincia ha stabilito costruirsi un ponte sul Volturno pel congiungimento della strada Provinciale che mena a Piedimonte ed altrove, e sapendo appieno che dietro saggi fatti sull'oggetto dall'Ingegnere Fiocca in varii punti del fiume, ne dava alla Deputazione divisamento, di essere conducente per economia, e sommi vantaggi, costruirsi nel Comune di Baja a preferenza di ogni altro sito - E poiché si è preinteso che taluni Comuni hanno dimandato di farlo costruire altrove, non per proccurare il pubblico bene, ma soltanto per semplice particolare interesse, la qual cosa nuocerebbe positivamente ai vantaggi del commercio, ed agl'interessi della Provincia ancora, e perciò è utile che la Giunta esprima i suoi sentimenti alla Provincia sul proposito, nell'interesse del Comune.

LA GIUNTA

Considerando che l'avviso dell'Ingegnere Fiocca per la costruzione del ponte sul Volturno risultato in tenimento di Baja, è di sommo vantaggio, tanto dal lato commerciale che economico, poiché offrirebbe immenso comodo ed utilità, non solo all'intera popolazione di questo Comune, ma anche a moltissimi Comuni dei Circondarii di Caserta e Piedimonte.

Considerando che qualora per sventura si stabilisse in altro sito, in questo caso, la maggior parte dei Comuni e massimamente questo, non usufruirebbe niun vantaggio di tale sublime opera, e la Provincia verrebbe a spendere il triplo di quello fissato dall'ottimo Sig. Fiocca in tenimento di Baja, ed appena allora un paio di meschinissimi Comuni della Provincia ne avrebbero qualche utilità(1).