Lombardi_La stanza di Emy

Indice

Il saluto del Sindaco (vedi affianco)

Premessa

  1. Gli anni della guerra

    1. La seconda guerra mondiale

    2. Guido e Alfonsina negli anni della guerra

    3. La corrispondenza degli anni 1940-1944

  2. Il matrimonio e la partenza di Alfonsina

    1. Fidanzati in tempo di guerra

    2. Gli accordi per il matrimonio

    3. La partenza di Alfonsina per l'Argentina

  3. L'Argentina e il rientro in Italia

    1. Il contesto

    2. L'economia

    3. Storia politica

    4. I Sanpotitesi argentini

  4. Le lettere

Il Saluto del Sindaco

Il primo incontro al Comune di San Potito Sannitico e poi tanti altri un po’ dappertutto, a dire il vero, il sospetto che il mio amico Nicolino Lombardi mi avesse invitato per coinvolgermi in qualche iniziativa tipografica lo avevo avuto, ma che potessi cedere cosi in fretta alla sua proposta davvero non era nelle mie previsioni: prima di tutto la straordinaria storia d’amore, poi le lettere, sorprendenti per la loro semplicità e per il linguaggio diretto utilizzato, assolutamente da studiare, insomma capisco subito che da sindaco dovevo sostenere il progetto che mi veniva proposto.

Il dialetto e la stessa terminologia utilizzata nelle lettere, spesso desueta e già lontana da come ci esprimiamo oggi, a mostrarci come la lingua sia in continua evoluzione; parole quali giuramento, destino e biglietto, aggettivi come fatale e perenne, verbi come lusingare, tipici della letteratura degli anni passati; la lettera m sempre in maiuscolo quando utilizzata per scrivere la parola madre a ricordarci il rispetto che si portava all’epoca nei confronti dei genitori; il verbo spicca, che riporta alla prima emigrazione, in pratica al modo di esprimersi degli emigranti, che rientrando dall’America importavano e storpiavano qualche termine della lingua che avevano appreso in modo alquanto approssimativo.

Ma c’è un altro motivo che mi ha entusiasmato, una notizia che dà a questo libro un respiro più ampio, che avvicina la storia del nostro piccolo paese a quella della liberazione dell’Italia dal nazifascismo. L’inaspettata notizia della costituzione a San Potito Sannitico del Gruppo di Combattimento Folgore il 25 settembre del 1944 ha acceso la mia curiosità. Mi sarebbe piaciuto sapere dove è successo, in quale palazzo, chi sedeva al tavolo, ma gli autori hanno generosamente voluto lasciare ad altri il piacere della scoperta.

In breve: tutto di notevole interesse.

Tantissime emozioni e una infinità di spunti argomentativi e poi la singolare squadra di narratori chiamata a raccolta da Nicolino Lombardi e composta da due vecchi amici, una professoressa di lettere e una coppia di giovani registi: Angiolo Conte e Mario Cefarelli e poi Rita Migliaccio e infine Mela e Jonathan Gottesmann, che si dividono un po’ i compiti e che si danno qualche anno di tempo per portare a casa il risultato che è sotto i vostri occhi, un libro che l’Amministrazione si pregia di donare ai suoi cittadini nella consapevolezza che sapranno apprezzarlo, e un breve film che prende spunto da questo lavoro per raccontare da un insolito punto di vista gli avvenimenti che hanno caratterizzato questi anni.

C’è però da dire che questa storia l’hanno scritta davvero loro, Guido e Alfonsina, con le loro lettere e col loro vissuto, anche se tanto hanno fatto anche Cleonice, filatrice presso il cotonificio Egg di Piedimonte Matese, pratica e a volte impertinente; Loreta, commerciante, spesso diffidente; Anna, sempre straordinariamente loquace; Luigino, del quale non abbiamo un rigo di scritto e che conosciamo perché presente nei discorsi e nelle azioni di tutte le sorelle; tutte le altre persone che in maniera fortuita sono intervenute nel racconto.

La mia riconoscenza, quindi, oltre che ai narratori, va anche a tutti i personaggi di questo racconto,

che ringrazio di vero cuore anche a nome di tutti i cittadini di San Potito Sannitico.

Francesco Imperadore