Frammenti di vita sociale

GRAZIELLA CIORLANO

Frammenti di Vita Sociale Pratellese di Fine '800 - Pratella e Rocca Vecchia: Fede e Memoria di una Comunità

Piedimonte Matese, Tipografica del Matese, 2007

PREMESSA di Luigi Arrigo

Raccogliete i pezzi avanzati perché nulla vada perduto.

Giovanni 6, 12

Non stupisca l'uso di questa frase in apertura.

l frammenti indicati nel versetto evangelico riguardano il pane e i pesci del miracolo di Gesù. Tuttavia non sembri inopportuna la proposta di lettura del versetto dell'evangelista Giovanni come un invito a far rivivere altri frammenti, quelli della storia dimenticata, del nostro passato che ci portano da soli a riscoprire le nostre radici, culturali anzitutto ma anche di fede e di identità personale.

Il lavoro di Graziella Ciorlano ha il pregio di attirare l'attenzione su un aspetto poco conosciuto e studiato della storia dei nostri piccoli centri: la vita economica e sociale delle confraternite.

Lo studio, legato al percorso di formazione previsto dall'Istituto di Scienze Religiose, che l'autrice ha seguito, ha dato l'occasione per aprire una finestra esplorativa che ci aiuterà a riscoprire eventi, dinamiche sociali, aspetti curiosi e al tempo stesso esemplari per quanto riguarda la vita economica e sociale delle piccola comunità pratellese.

In esso viene approfondita la dinamica che queste Istituzioni, insieme con l'altro organismo associativo nato con uno scopo cultuale, le Cappelle, hanno vissuto nel XIX secolo: un momento topico per la Chiesa e per gli organismi ad essa legati, luoghi pii compresi, che ha visto la sua storia intrecciarsi e fondersi con quella delle grandi mutazioni politiche e sociali vissute dall'Italia. Le soppressioni e gli incameramenti dei beni ecclesiastici hanno portato anche le "carte" di questi enti a diventare di patrimonio pubblico, trasferendo non solo le proprietà e le attività legate ad essi, ma anche la preziosa fonte di informazioni che la documentazione economica rappresenta.

Il caso storico preso in esame può facilmente essere letto ai giorni nostri: in esso sono ancora riconoscibili luoghi delle nostre comunità, nomi e famiglie, ma al tempo stesso è possibile riconoscere bisogni non del tutto scomparsi e leggere tra le righe anche soluzioni che non sono, forse, così "fuori tempo".

Un aspetto della nostra storia che può dirsi appartenere a quella fascia "interna" del nostro sud che ha in comune problematiche ma anche grandi potenzialità culturali ed economiche che possono essere valorizzate proprio a partire da una nuova consapevolezza delle proprie radici e del proprio passato.

Questo lavoro, inoltre, pone in evidenza l'importante ruolo svolto dai Luoghi Pii tra il XVIII e il XIX secolo nelle nostre contrade che, travalicando quello istituzionale della cura del culto e dell'istruzione religiosa, contribuisce a mantenere una unità di fondo nelle fasce più popolari. L'intreccio con tematiche e metodologie della storia sociale diviene inevitabile laddove si consideri con maggior attenzione il ruolo di mutuo soccorso, di credito, di associazione corporativa, di scuola di socialità che le confraternite hanno avuto e a trarne beneficio non sarà solo la storiografia locale, ma anche la storia sociale e religiosa.

Lo scritto presenta notizie attinte a fonti inedite di grande valore documentario, quali i documenti degli Archivi comunali di Ciorlano, Prata Sannita e Pratella, che con le notizie attinte negli archivi della Diocesi di Alife-Caiazzo e dell'Archivio di Stato di Napoli e Caserta, dovrebbero non appagare la "sete di memoria storica" che pur si manifesta nel nostro territorio, ma. Piuttosto aumentarla, facendo sì che ad essa segua un reale impegno per la salvaguardia e la valorizzazione di questa documentazione che ai più potrebbe apparire solo come "un mucchio di vecchie carte".

A noi non resta che auspicare che a questa nuova "chiamata" rispondano anzitutto gli Enti, sia pubblici che ecclesiastici, depositari di una ricchezza che testimonia e documenta il nostro passato, ma anche privati e operatori economici che, meglio indirizzando risorse economiche di solito destinate a sponsorizzare effimere manifestazioni ricreative, potrebbero configurarsi come moderni mecenati, assicurando la trasmissione della memoria alle generazioni future affinché, come opportunamente scrive Graziella nel suo lavoro, "riscoprire il passato" significhi sempre di più "recuperare le proprie origini'.