I Diaz-Garlon

Giovanni Guadagno

I DIAZ-GARLON - LA CONTEA DI ALIFE TRA IL '400 E IL '500

Piedimonte Matese, Ikona, 1999

Il prof. Guadagno mi chiese di presentare la sua ultima fatica letteraria, questa monografia sui Diaz Garlon, signori della Contea di Alife tra il 1400 e il 1500. E io non seppi rispondere con un rifiuto al suo invito, anzi, lo accettai con piacere in nome dell'amicizia, anche se l'argomento trattato nel libro non è compreso nell'ambito dei miei studi. Dicevo, pero, confessare che, dopo aver letto il dattiloscritto, non solo ho conosciuto meglio l'amico, ma ho potuto anche apprezzare in lui lo storico della sua Alife, attento a presentare i fatti nel loro effettivo svolgimento e i personaggi nella loro dimensione umana. La trattazione vera e propria dell'argomento è preceduta da una nota storica ridotta all'essenziale, ma in grado di dare notizie esaurienti su Alife, dalle sue origini più lontane nel tempo fino al giorno d'oggi, notizie concluse dal convinto augurio che la Città, "ricca ancora di resti della sua gloriosa storia, si prepara fiduciosa ad affrontare le sfide che le riserva il terzo millennio".

Un periodo, che dalla storia di Alife avvince e interessa, è senza dubbio quello, in cui la Città da gastaldato del principato di Benevento viene elevata, circa a metà del X secolo, verosimilmente nel 965, a contea ereditaria e autonoma.. La quale si estendeva dai confini di Prata con Fontegreca fino a Sepicciano, frazione di Piedimonte, come si evince dal plàcito capuano del 999, documento che dà notizie sui possedimenti del monastero benedettino di Santa Maria in Cingla, del quale si hanno ancora resti in Ailano.

Ma se con i Longobardi il Conte di Alife aveva la giurisdizione su tutta quanta la contea, le cose cambiarono con i Normanni, nel senso che, dopo la morte del grande Rainulfo III, il potere del Conte si ridusse alla sola civitas e al suo territorio. Varie furono le dinastie dei feudatari, che, durante il periodo svevo, furono signori di Alife, che in questo periodo adottò lo stemma dell'elefante con la torre lignea ed ebbe il suo primo Statuto. Con gli Angioini la Città ebbe modo di svilupparsi ancor più e in questi anni fiorì uno dei suoi figli illustri, Niccolò Alunno, gran cancelliere della regina Giovanni II. Alla signoria della famiglia d'Avella fanno seguito i Marzano, l'ultimo dei quali, il conte Marino, fu dall'ambizione portato a ribellarsi al suo Re, Ferdinando I, e a rendersi colpevole di fellonia. In favore del re intervenne il conte di Fondi, Onorato Gaetani, che fece marcare contro Alife i suoi vassalli di Piedimonte, che ne dicembre del 1459 conquistarono la Città e la misero a sacco. A causa della ribellione del conte Marino di Alife venne confiscata e il Re ne fece donazione al conte Onorato per la fedeltà da lui dimostrata alla Corona, ma nel 1482 il re Ferdinando richiese al Gaetani la Città per venderla a Pascasio Diaz Garlon.

Il quale dalla nativa Catalogna giunse a Napoli, nella rima metà del XV secolo, al seguito di Alfonso V, Re di Aragona, di Sardegna e di Sicilia, divenuto Alfono II, Re di Napoli, dopo avere sconfitto Renato d'Angiò.

Lasciamo alla curiosità e alla benevolenza del lettore seguire d 'ora in poi le vicende di Alife e dei Diaz Garlon che ne furono i signori fino al 1562, anno in cui la Contea venne messa all'asta e aggiudicata per 21.500 ducati a Violante delle Castelle, perché Cornelia Piccolomini, madre di Ferrante II, ultimo dei Diaz Garlon conti di Alife, ma non era riuscita a pagare i debiti del figlio.

Concludo come conclude il prof. Guadagno, facendo notare che con i Diaz Garlon "in Alife si vivono importanti vicende che, se rappresentano un'indubbia ripresa della città..., costituiscono anche le premesse per al futura terribile crisi cittadina del 1600 e del 1700, conseguente anche alla perdita della residenza dei suoi Vescovi". Ma Alife seppe "risorgere lentamente nei secoli successivi, a partire dall'approvazione nel Regno di Napoli della napoleonica legge eversiva della feudalità del 2 aosto 1806".

Prof. Antonio Manzo

Presentazione.

Il prof. Giovanni Guadagno, eletto sindaco di Alife, presentò ai consiglieri comunali quali fossero, a suo avviso, gli indirizzi generali di governo della Città.

Nel corso dell'esposizione fermò la propria attenzione anche sugli impegni culturali, che egli contava di assumere e di espletare nel corso del suo mandato amministrativo, fra l 'altro precisando che egli non avrebbe trascurato di prendere iniziative intese a far conoscere avvenimenti di rilievo nella storia di Alife e a dare il giusto risalto a quei personaggi che ne fossero stati in qualche modo i protagonisti.

Stando così le cose, diamo di buon grado il benvenuto a un diligente e profittevole lavoro, qual è il presente libro, che ha nel Sindaco il suo autore e negli alifani tutti, di ieri e di oggi, residenti ed emigrati, i dedicatari.