Pietravairano. Il tempio a triplice cella

Panariti, Dario

Il tempio a triplice cella di Pietravairano: caratteristiche tecnico-costruttive, modelli architettonici e aspetti morfologici

in «Il teatro ritrovato – Il santuario di Monte S. Nicola a Pietravairano (CE): scavi e ricerche (anno 2013)»

Vitulazio, Piccola Editalia, 2014, pp. 2-18.

1. Il teatro-tempio del Monte San Nicola

Le indagini sinora condotte sul Monte San Nicola hanno permesso di mettere in evidenza gran parte dei resti murari di uno scenografico complesso santuariale (Fig. 1) costituito da un tempio, edificato insieme al suo terrazzamento sulla sommità del pianoro, e da un teatro, con le sue diverse componenti architettoniche distribuite lungo il versante meridionale dell’altura.

Rimandando alla conclusione degli scavi lo studio completo e organico delle evidenze monumentali del santuario, in questa sede ci si soffermerò ad analizzare gli aspetti tecnici e dimensionali che caratterizzano il tempio e la sua terrazza.

Allo stato attuale della ricerca un dato appare ormai acquisito con certezza: il complesso architettonico pietravairanese è frutto di un progetto unitario, concepito come tale fin dalle prime fasi di costruzione. Le connessioni strutturali fra i diversi corpi di fabbrica del santuario ne sono una prova inequivocabile; così come alcune considerazioni dettate dall’organicità architettonica dell’impianto, dalla omogeneità della tecnica edilizia e dalle soluzioni costruttive adottate, dall’impiego della stessa unità di misura e di rapporti di proporzionalità ripetuti in maniera costante per l’intero cantiere.

Le scelte adottate per la sua edificazione rimandano all’ambiente culturale romano, sia dal punto di vista tecnico-costruttivo che ideologico, e documentano il pieno coinvolgimento di questo territorio nella temperie storica e architettonica instauratasi tra Lazio e Campania tra la media e la tarda età repubblicana. Chiari indizi di tale esperienza culturale sono rintracciabili nella scelta di adottare, per il tempio, un tipo planimetrico tradizionale come quello “tuscanico”a tre celle, realizzato con una certa adesione ai dettami del “canone” vitruviano; nell’impiego esclusivo dell’opera incerta per i paramenti murari; nell’adozione del piede romano per il dimensionamento delle strutture e delle singole componenti architettoniche dell’impianto.

2. Analisi delle strutture murarie (Fig. 2)

2.1. La terrazza

I resti murari della terrazza, sulla quale si imposta l’edificio templare, racchiudono la sommità del Monte San Nicola definita dalla quota 409 m s.l.m. L’altura presenta ripide pendenze specie sul versante settentrionale, caratterizzato dalla presenza di roccia affiorante, e su quello meridionale, scavato in antico per ospitare la cavea del teatro.

La struttura terrazzata, di forma grosso modo quadrata (ca. 21,92 x 22,50 m), ha regolarizzato il profilo del pianoro sommitale e ampliato lo spazio antistante il tempio. I muri sono costituiti da scapoli di calcare locale, appena sbozzati, frammenti di tufo grigio e rari laterizi, uniti con malta, e si impostano direttamente sulla roccia seguendone il profilo naturale (Fig. 3).

I setti murari della terrazza sono legati fra loro, tranne che all’altezza dello spigolo nord-orientale della struttura dove, lateralmente, trovano appoggio su un possente affioramento roccioso non regolarizzato. La conformazione orografica del Monte San Nicola ha determinato anche il differente sviluppo degli elevati dei muri, nessuno dei quali ha però conservato l’altezza originaria che doveva raggiungere la quota definita dal piano di calpestio esterno al tempio… leggi tutto