Pietravairano. Indagine sulla cinta megalitica

Luigi Cinque

Indagini sulla cinta megalitica del Monte San Nicola

in AA. VV., «Il teatro ritrovato – Il santuario di Monte S. Nicola a Pietravairano (CE): scavi e ricerche (anno 2013)»

Vitulazio, Piccola Editalia, 2014, pp. 19-29.

1. La cinta megalitica del Monte San Nicola

La dorsale calcarea formata dal Monte Auro e dal Monte Catrevula si interrompe bruscamente all’altezza del comune di Pietravairano e continua, alle spalle dello stesso e in direzione NE, fino al fiume Volturno col Monte San Nicola prima e col Monte Urlano poi. Questa formazione montuosa è composta da due pendici grossomodo simmetriche che guardano l’una a NO (verso i comuni di Vairano, Presenzano, Roccavecchia di Pratella), l’altra a SE (verso la piana di Pietramelara e i Monti Trebulani) ed è articolata in diverse cime che ne scandiscono l’altimetria.

Su questo rilievo montuoso insiste una cinta muraria in opera poligonale di calcare locale, datata ad epoca sannitica. La prima descrizione di questo circuito è stata fatta da R. Cifonelli e P. Bilotti, due studiosi di ambito locale. Successivamente, essa è stata oggetto dell’attenzione di D. Caiazza, le cui osservazioni sono state n seguito alla base del lavoro di S. P. Oakley.

Lo studio della fortificazione, comprensivo di un nuovo rilievo planimetrico della stessa, è stato oggetto di una tesi di laurea in Beni Archeologici (“Pietravairano: la cinta megalitica del Monte San Nicola”) discussa da chi scrive nell’a.a. 2010-2011, presso l’Università del Salento (relatore: prof. Gianluca Tagliamonte). Obiettivo di questo lavoro è stato innanzitutto quello di approfondire la conoscenza del circuito murario, partendo dal rilievo topografico e dall’analisi tecnica della cinta, e giungendo a proporne un’ipotetica ricostruzione che tenga conto del rapporto esistente con le più tarde evidenze archeologiche che insistono sullo stesso Monte San Nicola (tempio, teatro, cisterne, ecc.) e, soprattutto, con il contesto territoriale circostante. Un incendio, divampato nel luglio 2007 sul Monte San Nicola, ha permesso di accertare con precisione l’andamento delle mura superstiti e di svolgere con maggiore facilità e precisione le operazioni di rilievo.

2. Il circuito murario

Le mura megalitiche sono visibili a partire dalla vetta immediatamente inferiore alla Cima 476 e divisa da questa da una sella poco profonda, nei pressi della quale si rinvengono i resti di una torretta a pianta circolare (probabilmente posteriore alle mura e accostabile, almeno per la stretta similitudine riscontrabile nella tecnica edilizia e nella malta utilizzata, al complesso teatro-tempio) (Fig. 1). Da qui, procedendo per poco più di 7 m in direzione O-NO, è possibile riconoscere con facilità le prime tracce di un muro in opera poligonale (Fig. 2), costruito nella cd. “prima maniera” di G. Lugli.

Questo tratto continua per circa 7,60 m fino ad agganciarsi a uno sperone roccioso: quest’ultimo, curvando verso SO, delimita un pianoro posto ad una quota leggermente superiore. Il perimetro di questo piccolo rilievo è regolarizzato sul lato occidentale da un altro tratto di mura megalitiche (Fig. 3); queste si integrano ai rostri di roccia affiorante ed è possibile osservarle, quasi ininterrottamente (e in alcuni punti per un’altezza superiore ai 2 m), per un lungo tratto di 22 m, alla fine del quale il muro curva verso S, quasi ad angolo retto. Qui si aggancia nuovamente allo sperone roccioso che continua, ad E, fino alla ripida pendice meridionale di Monte San Nicola che, in quel punto, è costituita da una parete rocciosa quasi a strapiombo.

Tornando alla torretta è possibile, scendendo a una quota leggermente inferiore, osservare i primi tratti del muro che corre lungo la pendice settentrionale del monte pochi metri al di sotto del crinale… leggi tutto