De Caro_Nascita di Gesù

La data di nascita di Gesù - Appendice di approfondimento

Tratta da Liberato De Caro, I Cieli raccontano.

Indagine storica su Gesù nell’opera di Maria Valtorta attraverso l’Astronomia, 2014, pp. 149-155

"La notte del 25 d'Encenie, dalla Vergine nacque Gesù Cristo" (EMV 73.10)

L'origine della tradizione del 25 dicembre in relazione all'EMV

Qual è l'origine della tradizione del 25 dicembre come data di nascita di Gesù? L'ipotesi classica per tale datazione, divulgatasi soprattutto nella seconda metà del secolo scorso tra i liturgisti, è quella della sostituzione di una festa pagana, supponendo che la Chiesa di Roma, nel periodo di pace seguente alle persecuzioni romane, allo scopo di avviare più facilmente alla fede la massa dei pagani, trovò opportuno istituire al 25 dicembre la festa della nascita di Cristo celebrandola nello stesso giorno della festa del "Sol invictus".[144] Non tutti gli studi, però, concordano con quest'ipotesi. Ad esempio M. Loconsole[145] sostiene che ci siano sufficienti elementi storici per poter concludere che sia stata la festa pagana ad essere stata spostata al 25 dicembre, in concomitanza con la festa di tradizione cristiana che era antecedente:

È infatti la festa pagana del Sole Invitto ad essere stata posta o, ancor meglio, posposta al 25 Dicembre, nel tentativo di oscurare o di sovrapporsi a quella cristiana del Natale del Signore. Infatti, prima del 354 d.C., ancora durante il regno di Licinio (imperatore dal 308 al 324), il culto alla divinità solare veniva celebrato, a Roma, il 19 dicembre, non il 25. ... Il culto del dio Sole — solo per fare ulteriore chiarezza — era stato introdotto a Roma da Eliogabalo (imperatore dal 218 al 222 d.C.), ma ufficializzato per la prima volta da Aureliano (214-275) soltanto nel 274, che proprio il 25 Dicembre dello stesso anno consacrava il Tempio dedicato al culto del Sol Invictus.

La festa pagana prese in tal modo il titolo di giorno di nascita del Sole Invitto, ricorrenza, quindi, che potrebbe aver visto le sue origini cultuali — almeno a Roma —soltanto sul finire del secolo III d.C. Di contro, la fonte più antica in nostro possesso, che fissa al 25 dicembre la nascita di Gesù, è quella di Ippolito di Roma (170 circa-235), che già nel 204 riferiva della celebrazione del Natale, nell'Urbe, proprio in quella data.

In conclusione, è la festa pagana del dio Sole che è stata "spostata" al 25 Dicembre, nel tentativo di sostituirla a quella del Natale cristiano. Così facendo, l'Impero romano non avrebbe fatto altro che aggiungere un'altra tessera al mosaico che stava componendo, e cioè mettere in atto tutte le strategie possibili per arginare, limitare, se non cancellare — e non solo attraverso le indimenticabili e efferate persecuzioni — l'ormai ingombrante comunità cristiana di Roma e d'Europa.[146]

Sebbene quanto proposto da Loconsole possa essere considerato un ulteriore motivo a favore della storicità del 25 dicembre quale data di nascita di Gesù, è necessario anche notare che, secondo altri autori,[147] l'attestazione della vera e propria festa del Natale si può far risalire con più certezza a fonti più tardive rispetto a quelle di Ippolito, come la Depositio Martyrum filocaliana, parte integrante di un primo calendario liturgico risalente alla prima metà del IV secolo.[148] In tal caso sembrerebbe non più certa dal punto di vista storico la precedenza della data della festività cristiana rispetto a quella pagana. La causa dell'incertezza è legata al fatto che alcuni esegeti sostengono che il passo di Ippolito, nel suo Commentario su Daniele (IV,23,3), cui fa riferimento M. Loconsole nel suo studio, è sì un'opera composta probabilmente intorno al 203-204, ma in seguito il testo potrebbe essere stato interpolato proprio nel punto in cui indica la data di nascita di Cristo:[149]

La prima venuta di nostro Signore, quella nella carne, nella quale egli nacque a Betlemme, ebbe luogo otto giorni prima delle calende di Gennaio [cioè il 25 dicembre], di mercoledì, nel quarantaduesimo anno del regno di Augusto.

A questo proposito, però, è importante ricordare l'ipotesi di L. Duchesne[150] che ha il pregio di basarsi sull'effettiva priorità dell'attestazione nelle fonti storiche della data del 25 marzo (morte e incarnazione) rispetto al 25 dicembre (nascita), che invaliderebbe l'ipotesi della sostituzione della festa pagana del Sol invictus con il Natale e supporterebbe, invece, l'ipotesi inversa, come sostenuto da M. Loconsole. Per capire meglio di cosa si tratti ricordiamo che L. Duchesne ha messo in evidenza come Ippolito, nella sua Tavola pasquale o anche nel suo Commentario su Daniele (IV,23,3) poc'anzi citato, in base a considerazioni astronomico-allegoriche, suppose che il Redentore fosse morto il 25 marzo. Questa data, come abbiamo visto dagli studi astronomici riassunti nel secondo capitolo è storicamente insostenibile, ma ai fini della nostra discussione è estremamente interessante la motivazione che spinse Ippolito all'inizio del III secolo a optare per tale data, sulla scia della filosofia neo-platonica. Secondo questo padre della Chiesa poiché Cristo non poteva aver trascorso su questa terra che un numero intero di anni — poiché per i neo-platonici solo i numeri interi erano considerati "perfetti" — allora la sua passione dovette avvenire, come l'incarnazione, il 25 marzo per permettere a Gesù di essere stato crocifisso dopo un numero intero di anni dal giorno della sua incarnazione. Di conseguenza, per Ippolito la nascita di Cristo cadeva al 25 dicembre, nove mesi dopo l'incarnazione avvenuta nello stesso giorno della crocifissione. La sua data di nascita, il 25 dicembre, sarebbe, dunque, intimamente connessa con quella del 25 marzo la cui attestazione storica è certamente antecedente all'introduzione della festività pagana del Sol invictus. Ma se lo è quella del 25 marzo anche l'attestazione del 25 dicembre è antecedente alla festività del Sol invictus!

Si noti, inoltre, che troviamo anche altre attestazioni patristiche riguardanti il 25 marzo e il 25 dicembre, poste in relazione agli estremi cronologici della vita terrena di Gesù. Ad esempio nell'opuscolo De solstitiis et aequinoctiis, composto in Oriente a fine del III secolo, metà del IV, troviamo un'indicazione in tal senso:

Quindi nostro Signore è stato concepito otto giorni prima delle calende di aprile [cioè il 25 marzo], nel mese di Marzo, che è il giorno della Pasqua, della passione e della sua incarnazione; quindi il Signore è nato nel mese di Dicembre otto giorni prima delle calende di Gennaio [cioè il 25 dicembre].

Analogamente nell'Adversus Judaeos 8,18 di Tertulliano, all'inizio del III secolo, nel 207 circa, troviamo che la data della Passione cade il 25 marzo, da cui deriva il 25 dicembre come data di nascita:

La passione di Cristo fu compiuta nel tempo delle settanta settimane sotto Tiberio Cesare e i consoli Rubellio Gemino e Rufio Gemino, nel mese di marzo, nel periodo della Pasqua, l'ottavo giorno prima delle calende di Aprile [cioè il 25 marzo].

Ricordiamo anche i riferimenti al 25 dicembre di Agostino in Ennarationes in Psalmos, 132,15, e nel De Trinitate, IV,5, e di Gerolamo in Homilia de nativitate Domini, 155-156, giusto per citarne alcuni tra i più noti.

Fatto questo breve excursus sull'origine della tradizione del 25 dicembre, è interessante notare come, alla luce della ricostruzione cronologica sin qui ottenuta dall'EMV, potremmo avanzare anche un'altra ipotesi. Se supponiamo, infatti, che la cronologia derivata dall'EMV sia proprio quella corretta, allora sarebbe del tutto plausibile che le prime generazioni di cristiani abbiano ricevuto, tramite tradizione orale, l'informazione cronologica che la nascita di Gesù sia avvenuta nel primo giorno della Festa della Dedicazione del Tempio. Nella comunità giudeo-cristiana che conosceva il calendario luni-solare ebraico, era ben chiaro che si trattava del 25 di kislev. D'altra parte i Giudei festeggiavano il compleanno nella ricorrenza dello stesso giorno del calendario luni-solare che, però, di anno in anno non coincideva con lo stesso giorno di quello giuliano, poiché la durata di dodici mesi lunari è più breve di circa 11 giorni rispetto a quella dell'anno solare. In altri termini, un giudeo che era nato il 25 di kislev festeggiava il compleanno sempre il 25 di kislev, sebbene questa data di anno in anno cambiasse in termini di calendario giuliano, cadendo una volta il 10 dicembre, un'altra volta il 21, e così via, come mostrato nella Tab. 5 riportata nel paragrafo dedicato alla datazione della nascita di Gesù. Questa informazione calendariale della nascita di Gesù il primo giorno della festa della Dedicazione del Tempio è stata sì tramandata di generazione in generazione ma è andata, con il passare del tempo — è questa la nostra ipotesi —perdendo il suo corretto contenuto informativo poiché, tolti i pochi Giudeo-cristiani, la maggior parte dei "pagani" convertiti al cristianesimo utilizzavano il calendario giuliano e non conoscevano affatto quello luni-solare ebraico. Anche le stesse festività giudaiche non erano conosciute presso i pagani. Di conseguenza la Festa della Dedicazione del Tempio o la Festa delle Luci dicevano loro ben poco. È plausibile supporre, quindi, che la tradizione orale del 25 di kislev, inizio della Festa della Dedicazione del Tempio, che cade nel mese di dicembre del calendario giuliano, si sia poi trasformata nel "25 dicembre", perdendo il riferimento al mese di kislev e al calendario luni-solare ebraico che oramai non veicolavano più alcun tipo di informazione cronologica. Ci preme qui rilevare che l'inizio della Festa della Dedicazione (25 di kislev) cade praticamente nell'ottava prima delle calende del mese lunare successivo. Pertanto è possibile ipotizzare che la tradizione originaria sulla nascita di Gesù, trasmessa dalla prima generazione di cristiani post-apostolica, potrebbe essere stata l'ottava prima delle calende del primo mese lunare invernale", poi trasformatasi in "ottava prima delle calende di gennaio" (cfr. Commentario su Daniele, IV,23,3) dopo che, diffusasi tra i pagani, si era perso il riferimento al calendario luni-solare ebraico. In tal modo tra il I e il II secolo si sarebbe formata la tradizione del "25 dicembre" e quella del 25 marzo per l'Annunciazione, quest'ultima collegata solo successivamente alla data della crocifissione in base alle deduzioni filosofiche di natura neoplatonica sulla "perfezione" del numero intero di anni che avrebbe dovuto "necessariamente" caratterizzare la vita terrena di Cristo.

È interessante a tal proposito anche ricordare che la data in cui nel calendario liturgico si festeggia San Disma — che è il nome del "buon ladrone" crocifisso con Gesù, a cui il Redentore disse: "oggi sarai con me in paradiso" (cfr. Lc 23.43) —, è proprio il 25 marzo, che è anche il giorno della festa liturgica dell'Annunciazione, a conferma dell'antica tradizione patristica precedentemente discussa che voleva il giorno della crocifissione coincidente con quello dell'incarnazione. Il nome Disma non è presente nei quattro Vangeli canonici ma lo troviamo negli Atti di Pilato, un apocrifo le cui prime versioni sono risalenti a metà del II/III secolo e che in seguito è stato inglobato in altro apocrifo: Il Vangelo di Nicodemo.[151] Anche nell'EMV di Maria Valtorta il nome del "buon ladrone" è Disma (cfr. EMV 298.10; 609.31). In definitiva questa tradizione del 25 dicembre, in base alla ricostruzione cronologica sin qui ottenuta dall'EMV e dalle visioni della Beata Emmerick, potrebbe essere conseguenza dell'errata conversione della data di nascita di Gesù del 25 di kislev rispetto al calendario giuliano, che si sarebbe potuta determinare nei secoli successivi, a causa di una tradizione orale che aveva perso i riferimenti al calendario luni-solare ebraico. L'incarnazione al 25 marzo, nove mesi prima della nascita, e l'ipotesi neo-platonica di un numero intero di anni sino alla crocifissione avrebbero poi fatto il resto, portando i Padri come Ippolito alla conclusione che Gesù sarebbe morto proprio il 25 marzo. In altri termini, in base agli elementi cronologici in nostro possesso derivanti dall'EMV, qualora si volesse dare ad essi una sorta di valenza storica, potremmo anche concludere che si è arrivati alla tradizione del 25 marzo partendo da quella del 25 dicembre — come conseguenza di una conversione erronea in giuliano del 25 di kislev — e non viceversa. In base a questa ipotesi, in fondo, dovremmo considerare anche la data del "25 dicembre" come una data derivata dalla tradizione, sebbene una volta perso il corretto contenuto informativo calendariale, l'informazione stessa sia poi stata trasmessa "distorta", adattata al calendario giuliano, senza una corretta conversione delle date, poiché il calendario luni-solare ebraico non era conosciuto dalla massa dei nuovi cristiani che aderivano alla nuova fede. In definitiva la ricostruzione cronologica degli avvenimenti riguardanti la vita di Gesù descritti nell'EVM porterebbe, indirettamente, ad una nuova ipotesi sulla nascita della tradizione del 25 dicembre, dimostrandone la possibile genesi in un modo, tutto sommato, alquanto plausibile.


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[144] Mario Righetti, Storia liturgica, vol. II, Ancora, Milano (1969), pp. 65-70.

[145] M. Loconsole, Quando è nato Gesù?, S. Paolo, Cinisello Balsamo (2011), pp. 58- 86.

[146] Recensione del libro di M. Loconsole, ibid., riportata sul sito web http:// www.uccronline.it/2011/12/11/.

[147] M. Righetti, ibid., pp. 65-70.

[148] Monumenta Germaniae Historica. Auctores aniquissimi, IX, vol. I (1892), pp. 13-19; G. Declerq, Anno Domini. The origins of Christian Era, Turnhout, Brepols (2000), p. 127.

[149] Dunque, secondo alcuni autori la data del 25 dicembre in questo passo di Ippolito sarebbe stata aggiunta in seguito. A tale riguardo si veda, ad esempio, B. Altaner, Patrologia, Casale (1977), p. 169. Secondo altri autori, invece, la data sarebbe stata indicata proprio da Ippolito. Ad esempio, si veda: Hippolyte de Rome, Commentaire sur Daniel, éd. et trad. M. Lefèvre, Paris (1947).

[150] L. Duchesne, Origines du culte chrétien. Étude sur la liturgie latine avant Charlemagne, Paris (1925), pp. 271- 281. Quella di Duchesne è un'altra delle ipotesi che i liturgisti accolgono come plausibile circa l'origine nella tradizione cristiana della data del 25 dicembre per la nascita di Gesù, oltre a quella della sostituzione della festa pagana del Sol invictus, precedentemente citata.

[151] Evangelia Apocrypha, ediz. C. De Tischendorf, Lipsia (1876), LIV-LXXVI, pp. 210-432.