Leopardo

Il leopardo è un felino della sottofamiglia dei panterini che presenta un manto fulvo costellato da macchie.

L’oggetto concreto

Così l'Etiope avvicinò le sue cinque dita (c'era rimasto ancora nero a sufficienza sulla sua nuova pelle) e le premette su tutto il manto del Leopardo e là dove le cinque dita si appoggiavano lasciavano cinque piccole impronte nere, una vicina all'altra. Puoi vederle chiaramente sul manto di qualsiasi Leopardo, Tesoro Mio. A volte le dita scivolavano un po' e allora le macchie erano un po’ sbavate; ma se tu ora guardi bene da vicino qualsiasi Leopardo, vedrai che ci sono sempre cinque macchie, il segno di cinque grossi polpastrelli neri. "Ora sei una meraviglia!" - esclamò l'Etiope - "Puoi startene sdraiato sul nudo terreno e sembrare un mucchio di sassi. Puoi sdraiarti sulle rocce spoglie e sembrare un ciottolo multicolore. Puoi stenderti su un ramo frondoso e sembrare la luce del sole che filtra in mezzo alle foglie. Oppure puoi sdraiarti proprio nel mezzo di un sentiero e non sembrare proprio niente. Pensa a tutto questo e fai le fusa!"

Rudyard Kipling - Come fu che il leopardo si procurò le macchie

 

Il primo a studiare matematicamente, come processo di «reazione-diffusione», il problema delle macchie è stato, negli anni ’50 del secolo scorso, Alan Turing.

James Murray ha poi approfondito le sue idee. I due modelli classici sono le strisce (zebre, tigri) e le macchie (giraffe, leopardi). Entrambi sono creati da strutture ondulatorie di tipo chimico. Le onde, lunghe e parallele producono le strisce. Altre onde si frammentano e diventano macchie. Da un punto di vista matematico le strisce si trasformano in macchie quando il sistema delle onde parallele entra in una fase di instabilità.

Scoperta: un animale a macchie può avere una coda a strisce, ma un animale a strisce non può avere una coda maculata!

 

Il modello per la simulazione delle macchie (e delle strisce) è alquanto complesso, più semplice è provare a simulare cosa avviene, partendo da una pelle in cui sono presenti alcuni melanociti ed utilizzando i cosiddetti automi cellulari.

L’oggetto virtuale

http://users.math.yale.edu/public_html/People/frame/Fractals/

Biblio/sitografia

http://www.paroledautore.net/novelle/classiche/leopardo-machie.htm

http://oggiscienza.it/2010/10/20/l%E2%80%99origine-delle-macchie-del-leopardo/

http://www.slideshare.net/gaetano83/pattern-di-turing-presentation