Via Alta Verzasca
Val Verzasca
Val Verzasca
Tra la Valle Verzasca e la Valle Leventina corre una catena di cime, dalle quote relativamente modeste, che sino a pochi anni orsono restavano meta di pochi appassionati di queste zone: i forti dislivelli da affrontare in giornata, l´assenza di sentieri nelle zone alte e il superamento di difficoltà anche di tipo alpinistico hanno per molto tempo lasciato queste montagne nel loro limbo sospeso tra le scure valli leventinesi e gli abbandonati alpeggi verzaschesi. E´ opera recente la creazione di una alta via, la Via Alta della Verzasca, che sfruttando una serie di alpeggi riattati a capanne escursionistiche permette di percorrere interamente questa catena montuosa, in un susseguirsi di scenari che meritano bene la fatica spesa per percorrere questo itinerario. Protagoniste assolute sono le creste: alcune dolci e sinuose, altre turrite e repulsive, altre dentellate e vertiginose, le creste disegnano tutta questa meravigliosa catena, costellata da cime, bocchette, intagli. Se ne percorre talora il filo arrampicando tra i precipiti dirupi leventinesi e i selvatici pendii verzaschesi, e talora se ne tagliano i versanti camminando sulle aeree cenge dei vertiginosi fianchi.
La VAV, interamente segnata con segnavia biancazzurri, é un percorso molto impegnativo, che porta l´escursionista a confrontarsi con difficoltà di tipo alpinistico su terreni molto esposti con passaggi a volte improteggibili.
Per affrontare l´alta via occorre essere in grado di arrampicare sul II (per le scalate su roccia), avere passo sicuro su terreni infidi ed esposti come ripidi pendii erbosi, placche rocciose, canali detritici (per gli aggiramenti e gli spostamenti lungo le pareti) ed avere ottima resistenza fisica. E´ fondamentale non intraprendere alcuna tappa in caso di condizioni meteo non favorevoli: oltre al rischio determinato dai temporali, anche brevi rovesci che bagnano la roccia rendono il percorso impraticabile in più punti! Le vie di fuga, solitamente rappresentate dalle bocchette, sono molto rare e prive di alcuna segnalazione: se non si é esperti dei luoghi abbandonare i segnavia della VAV é garanzia di smarrimento in ambienti difficili.
L´attrezzatura necessaria, oltre alla normale dotazione per escursionismo in quota, é imbrago, corda da almeno 15 mt, qualche cordino e moschettoni per l´attrezzatura delle soste dove si riterrà opportuno procedere assicurati (quando il terreno lo consentirà).
Le capanne (esclusa la Fumegna, gestita dall'alpigiano) non hanno custode e sono sempre aperte, provviste di fornello, acqua, materassi e coperte. Prossimamente la Fumegna sarà sostituita da una nuova capanna a Cornavosa.
Il percorso qui descritto si discosta dalla VAV ufficiale in due punti: innanzi tutto si procede da Nord verso Sud, in modo da affrontare tutte le scalate su roccia in salita (maggiore sicurezza e divertimento), ed inoltre si esclude il tratto Barone-Cognora riducendo a tre i giorni necessari.
Da Sonogno (920 m) si prosegue lungo la strada pianeggiante al termine del posteggio, prima asfaltata poi sterrata, per circa un’ora. Prima delle baite di Cabioi (1079 m) un sentiero con indicazioni si stacca sulla destra e superata una cascata sale ripido lungo una spalla boscosa. Si raggiunge quindi il panoramico terrazzo erboso su cui sorge l’ospitale rifugio Cognora (1938 m – 3h). Dalla capanna si lascia il sentiero che conduce al Passo di Piatto per seguire verso E i segnavia biancazzurri che, risalendo tra prati e pietraie, conducono sino alle pendici occidentali del Piz di Mezzodì. Tramite un facile canale detritico ci si alza sino a raggiungere le cresta WSW del Piz di Mezzodì. Da qui, sempre camminando, ci si porta in prossimità della vetta, poco prima della quale si incontra la deviazione per la capanna Efra. Conviene certamente deviare verso la vetta che si raggiunge in pochi minuti (2708 m - 4h). Tornati al bivio si prosegue per Efra, abbassandosi facilmente alla bocchetta di Cramosino (2549 m), oltre cui si prosegue verso il Madom Gross. Scavalcato un torrione in arrampicata, si raggiunge il corpo del Madom e da qui si traversa lungo la tetra parete NE sino ad uno stretto canale detritico che si risale interamente in scalata (pericolo di caduta sassi) sino a sbucare a pochi passi dalla vetta del Madom Gross (2741 m). Si prosegue sulla facile cresta verso il Pizzo Cramosino, superando un intaglio con passi d´arrampicata aiutati da maniglie. Si raggiunge quindi la vetta del Pizzo Cramosino (2718 m - 8h). Si scende dapprima per facile cresta, quindi si devia verso S traversando l´ampio pendio dapprima pietroso quindi di erba sino a raggiungere una profonda spaccatura dirimpetto ad un tozzo torrione roccioso. Per tracce moto ripide ed esposte ci si abbassa sino all'ampia e comoda conca dell'Alpe Efra. Ci si abbassa ancora sino ad un bivio dove, lasciata a destra la deviazione per la capanna Costa, si prosegue con lungo falsopiano verso SSE sino alla capanna Efra (2039 m - 11h).
Dalla Efra ci si alza con ampio giro sino all'ampio e comodo Passo di Gagnone (2217 m). Si prosegue ora per il sentiero che taglia la ripida parete nord della Cima di Gagnone sino a toccare la bocchetta dello Scaiee (2457 m). Lasciati i segnavia biancorossi che proseguono verso la Cima di Scaiee si attacca la cresta NW della Cima di Gagnone, e con divertente arrampicata se ne raggiunge la sommità (2518 m). Proseguendo per la cresta, con brevi passi di arrampicata e lunga camminata si tocca il passo di Corte Nuovo (2431 m) e si raggiunge la facile Cima di Rierna (2461 m - 4h).
Ci si abbassa per sentiero e si cavalca facilmente una bella dorsale rocciosa pianeggiante, sino alla bocchetta di Rierna (2295 m) da dove si aggira verso S il rilievo di quota 2406 m. Si raggiunge sempre per sentiero il Passo di Bri (2431 m) oltre cui ci si sposta sul lato leventinese e si attraversa la conca detritica sutto la parete NE della Cima di Bri sino a risalire per blocchi alla bocchetta di Fumegna (2424 m) da dove ci si affaccia verso il Poncione Rosso e la val Pincascia. Si piega verso ENE ed alternando tratti di arrampicata in cresta e traversi anche per pendii erbosi (molto esposto) si raggiunge la Cima Lunga (2488 m). Si lascia il filo di cresta per abbassarsi lungo il fianco NE con facile traccia sino a raggiungere la sella denominata Bassa (2233 m). Ci si abbassa lungo il margine sinistro del sistema di terrazzi di piode, traversando per diversi metri su placche lisce ed estremamente esposte, sino a toccare il bordo superiore del catino dell'Alpe Fumegna, che si raggiunge quindi facilmente con discesa per sentiero (1810 m - 8 h).
Da Fumegna con ampio giro ci si porta verso S aggirando lo sperone roccioso che scende dalla Cima di Precastello. Ci si alza quindi sino a toccare gli alpeggi di Cornavosa (1991 m) da cui la traccia punta verso S sino alla bocchetta del Venn (2320 m). Da qui é possibile proseguire con traverso per sentiero o salire con bella ma esposta arrampicata lungo la cresta SW sino al Poncione del Venn (2477 m), oltre cui ci si abbassa per il pendio erboso meridionale sino a ricollegarsi col sentiero. Si prosegue aggirando a S il Poncione dei Laghetti sino a toccare la sella di quota 2360 m, si aggira la Cima del Picoll ed anche la Cima 2394 m (Cima della Cengia delle Pecore) e dopo essersi abbassati brevemente si scala un caratteristico torrione aiutandosi con maniglie, e con altri tratti di arrampicata impegnativa si guadagna la quota 2296 m. Ci si sposta verso destra e con traversi esposti su rocce e per tracce si riguadagna il filo di cresta e quindi la vetta del Poncione di Piotta (2439 m). Ci si abbassa restando sul lato leventinese, per sentiero, sino a toccare la bocchetta di Leis (2230 m), quindi si scende ulteriormente con alcuni tornanti sfruttando percorsi di pecore. Inizia quindi un lungo traverso, sempre sul lato leventinese, con saliscendi su terreno infido e molto esposto. Si raggiunge finalmente la rilassante conca superiore dell'Alpe Moroscetto, che si attraversa sino a raggiungere la bocchetta di Cazzane (2104 m), oltre cui in breve, per comodo sentiero, si raggiunge la capanna Borgna (1912 m - 9h).
La discesa dalla capanna Borgna sino a Vogorno avviene su sentieri segnati e battuti e richiede circa 3h.
agosto 2005