Alpe Cavaungia

Valle dell'Isorno

foto: Alpe Cavaungia

Due alpeggi, dimenticati da tempo, sorgevano sugli assolati pendii del Pizzo Locciastesa nel mezzo della vasta e solitaria Valle dell'Isorno: Cavaungia e Caglione. Se il nome del secondo è presto riconducibile alle attività d'alpe, Cavaungia (letteralmente "strappa unghia") è quanto mai singolare: forse soprannome del pastore, forse nomea guadagnata per la ripidità dei pascoli che mettevano a dura prova gli zoccoli degli armenti... l'origine è ormai svanita da qualunque memoria, così come svaniti sono i sentieri che li raggiungevano. Cavaungia, il più basso, era caricato dalla Cappella delle Scale, Caglione invece direttamente da Agarina risalendo con molti risvolti i pendii tra il Rivo Valle Mugra ed il Rivo Caglione.

Accesso stradale

da Altoggio il transito sulla strada di Agarina è vietato e non viene concesso per motivi turistici: per raggiungere Agarina occorre quindi percorrere in mtb i 9km di strada asfaltata o chiedere al comune di Montecrestese i nominativi di chi effettua il servizio navetta.

Alpe Cavaungia e Alpe Caglione, dalla Cappella delle Scale

La salita si svolge su terreni ripidi erbosi privi di traccia con significative difficoltà per il superamento dei profondi solchi vallivi che separano Cavaungia da Caglione, solchi che riflettono l'orogenesi di questa regione con versanti orientali a declivio e fianchi occidentali a dirupate balze. Cappella delle Scale è raggiungibile anche dal sentiero che sale a Nocca, ma l'antica mulattiera qui descritta, sciaguratamente abbandonata ed invasa da ginestre e arbusti, merita essere percorsa per la sua bellezza.


  • difficoltà: T5+

  • dislivello: 1000m

  • tempo: 2.45h

  • quota max: 2179m

Da Agarina (1225m) si prosegue per la strada asfaltata sin verso quota 1260mca, dove sulla sinistra si stacca un visibile seppur abbandonato sentiero: lo si segue e, tra sterpi ed arbusti, ci si alza in traverso superando l'alveo di un torrente; il sentiero diviene buona mulattiera e con bei risvolti raggiunge il promontorio della Cappella delle Scale (1406m). Senza più traccia si rimonta la dorsale erbosa soprastante la cappella sino a delle baite diroccate (1580m ca), dove si piega a sinistra (W) e traversando per pendii erbosi di rado bosco si giunge alla panoramica spalla su sui sorgono i resti dell'Alpe Cavaungia (Cavajungi, 1633m - 0.45h).

Da Cavaungia si sale la dorsale per 50m circa sino ad una labile traccia che verso sinistra (W) consente di abbassarsi e superare il risalto passando al piede di una cintura rocciosa, oltre cui si perdono alcuni metri di quota portandosi sul ciglio del secondo risalto che si supera sempre per cengia portandosi sulla successiva nervatura boscosa; la si risale fin verso quota 1800m ca dove una labile traccia di animali scende per pochi metri sul fianco del risalto lungo una brevissima ma esposta e delicata cengia: la si segue e con delicato traverso su erba ripida ci si porta oltre l'impluvio del vallone su terreno meno ostico, al di sopra di una serie di placconate; si traversa in quota al limite superiore del lariceto e si giunge quindi al gruppo di ruderi dall'Alpe Caglione (1856m - 1.45h).

Si rimonta il pendio soprastante Caglione toccando un rudere poco sopra, quindi senza traccia si prosegue in salita su terreno ripido tra arbusti e rado bosco sin verso quota 2000m, dove si traversa verso sinistra (W) superando l'impluvio del vallone che, qui stretto e dai fianchi poco ripidi, si lascia attraversare senza particolari difficoltà. Non resta che risalire senza percorso obbligato gli aperti pendii erbosi sino all'ampia sella della Cappella della Croce (2179m - 2.45h).


febbraio 2022

album fotografico:

Alpe Cavaungia e Alpe Caglione, dalla Cappella delle Scale - feb2022