Monti di Villa - versante a solatio

Val Bregaglia

foto: la Val Mola ed il bosco sospeso di Cantun Redont

La lineare cresta SSW del Pizzo Galleggione, separante la Valle dell'Acqua Fraggia dalla Val Zernone, è bruscamente mozzata dal Monte Saragiolo (Sarégioö) che verso meridione precipita con un'alta parete verticale dalle cui pendici l'orografia si apre a ventaglio e si ramifica in crinali e valli che ripidamente scivolano verso la piana valliva del Mera.

Nonostante il terreno poco favorevole, questo versante fu colonizzato e lungo i panoramici ballatoio dei crinali sorsero alpeggi (che sarebbe più corretto nominare maggenghi o maggesi) che, dal complesso accesso e dal magro pascolo, probabilmente diedero più sacrifici che ricavi. Non mancando, soprattutto sul versante opposto, di zone pascolive ben più favorevoli, questo territorio vide progressivamente dalla metà del secolo scorso l’abbandono degli armenti che dalle cascine più alte sino a quelle di bassa quota portò allo spopolamento di queste pendici.

Oggi, mentre i pendii della sinistra del Mera favoriti da un’orografia più docile ed una ben tenuta rete di strade forestali brulicano di attività e di seconde case, il versante sulla destra, benché soleggiato e dai generosi panorami, sconta l’asprezza della sua orografia e a poche baite riattate s’affiancano numerose cascine cadenti.

La rete sentieristica, ingegnosa e scenografica, ricca di monumentali scalinate che ad ogni risvolto offrono panoramici colpi d’occhio sulla valle e sulla catena di vette, sta cadendo in un immeritato oblio.

Accessi stradali

I posteggi più comodi si trovano a monte dell’abitato di Villa di Chiavenna e poco sopra il centro sportivo al limite della strada liberamente transitabile. Per proseguire lungo la strada che giunge nell’ampio posteggio alle porte di Savogno (930m ca) occorre acquistare il permesso presso i bar di Villa di Chiavenna

Monte Rosa - 1657m (Munt Rosa)

Diruta alpe sullo spartiacque SW del Monte Saragiolo. E' adagiata su di una comoda spalla pianeggiante al culmine di un'alta e vasta parete rocciosa che precipita verticale e caotica per alcune centinaia di metri, nominata Monte Masnera nelle vecchie mappe. Sebbene cinta da pericolosi dirupi e nonostante il pascolo alquanto limitato era una costruzione di discrete dimensioni con stalla e probabilmente fienile. La posizione, silenziosa e nascosta, è panoramica sulla catena dei tremila della Bregaglia: Monte Rosa è una meta consigliabile che da S. Antonio si lascia raggiungere lungo uno scenografico e semplice sentiero segnato.

01 - Monte Rosa da Savogno per S. Antonio

Il sentiero che sale dalla Valle dell'Acqua Fraggia è indicato con vecchi segnavia Cai ed è ben mantenuto; si discosta da quello indicato su Igm e Cns e percorre lungamente il labbro de La Parete, il vertiginoso salto di alcune centinaia di metri che precipita verso sud e che sostiene il terrazzo dell'alpeggio. E' un percorso facile ma interessante e scenografico.

  • difficoltà: T3

  • dislivello: 800m

  • tempo: 2.30h

Da Savogno (950m, raggiungibile in pochi minuti dal posteggio di quota 930m ca) si segue la larga e bella mulattiera che con monumentali scalinate sale verso il Lago dell'Acqua Fraggia, raggiungendo in breve il nucleo di baite sparse di S. Antonio (1200m).

Si individua al margine NE della radura l'inizio del sentiero segnato che tornando verso S si alza con lungo traverso toccando due baite isolate e successivamente la radura sul promontorio di Savinetta (1350m); qui il sentiero piega a sinistra (E) e con numerosi risvolti guadagna quota raggiungendo il labbro affacciato sulla precipite parete meridionale; il sentiero sale mantenendosi sempre prossimo al panoramico filo e conduce ad una bella scalinata (1570m ca), cui segue una breve placca ben gradinata che conduce all'ampio pianoro sospeso di Monte Rosa (1657m – 2,30h).


novembre 2017

02 - Monte Rosa da Savogno per il Rovinett

Percorso abbandonato ed in massima parte cancellato che raggiunge il sentiero di Monte Rosa a poca distanza dalle cascine di Savinetta. Traversa il Rovinett, uno scosceso pendio boscato dove la traccia, già sfumata dai dilavamenti, è stata cancellata dagli incendi della primavera 2017 rendendo difficoltoso l'orientamento e delicata la progressione; aggira quindi lo sperone del crinale che scende da Monte Rosa, qui precipite con balze e placche, e lungo una breve cengia rocciosa conduce agli abbandonati boschi della Valle di Ronchetto, sul versante soprastante Savogno.

  • difficoltà: T5+

  • dislivello: 800m

  • tempo: 2h

Da Savogno (950m, raggiungibile in pochi minuti dal posteggio di quota 930m ca) ci si alza a monte delle case e si individua una labile traccia che verso E attraversa l'alveo di pietrame della Valle di Ronchetto (Val da Runchét, 990m ca); si raggiunge una zona con numerosi terrazzamenti oramai imboscati (Campett o Campedei) dove la traccia svanisce: ci si porta a monte dei terrazzamenti e si traversa in diagonale verso E per raggiungere verso quota 1100m ca il ripido bosco di Rovinett, che si traversa in ascesa rimanendo al piede delle rocce. Su terreno ripido e privo di traccia ci si porta alla fascia rocciosa e si individua un breve ed anonimo canaletto ingombro di fogliame (1170m ca), unico passaggio possibile per portarsi a monte delle balze rocciose: lo si risale ripidamente (5m) uscendo su terreno meno difficile dove ricompare la traccia (alcune roncolate). Si prosegue il traverso ascendente fin verso quota 1200m ca dove si piega nettamente a sinistra (W) e ci si alza fin verso quota 1280m ca dove in piano prosegue al piede della parete rocciosa; si giunge a delle placche rocciose: qui ci si alza ripidamente raggiungendo delle facili placche con gradini oltre cui, verso sinistra (W), si traversa per cengia (1330m ca) e ci si porta sul versante sopra Savogno. Si traversa verso N in salita portandosi verso le pareti rocciose dove la traccia prosegue su cengia e superata una facile placca rocciosa (1370m ca) guadagna pochi metri e prosegue in quota intercettando il vecchio sentiero che giunge da Savinetta, presso uno squadrato blocco roccioso.

Da qui seguendo verso destra (in salita) il sentiero si raggiunge in breve un roccioso pulpito panoramico (la Sascia, 1400m ca).

Si segue il sentiero in discesa che in breve, superata la Valle di Ronchetto, conduce alla radura del promontorio di Savinetta (1350m - 1h), dove transita il sentiero segnato che giunge da S. Antonio seguendo il quale si giunge a Monte Rosa (1657m – 2h).


novembre 2017

04 - Monte Rosa da Munt del Lisciander de Zott

Un dimenticato sentiero collegava le baite inferiori del Munt del Lisciander con Monte Rosa attraversando la Val Masnera per i Pùnt, un dirupato bosco d’irte conifere solcato da scoscese vallette (Val di Nicolitt). La traccia è ancora recuperabile in quanto battuta dagli animali, ma presenta un punto delicato ed esposto nell’attraversamento del canale della Val Masnera.

  • difficoltà: T5

  • dislivello: 200m

  • tempo: 1h

Dal Munt del Lisciander de Zot (1524m, raggiunto col percorso n 3) ci si abbassa senza traccia verso N (vi sono i resti di una stalla) raggiungendo il solco del canale piu orientale della Val Masnera (1480m ca); ci si porta sulla destra idrografica e con un breve ma delicato ed esposto traverso si raggiunge il ripido bosco (I Punt) dove una labile traccia prosegue in quota superando un secondo canale di pietrame (Valle Padovana) da cui si alza di alcuni metri con ripidi risvolti raggiungendo un'aperta nervatura rocciosa: la traccia riprende poco sopra e sempre in quota conduce ad una pietraia nel solco della valletta scendente dalla sella 1662m ctr (Val Rosa), dove si trovano i resti di altre mura (1620m ca). La traccia prosegue nel bosco pianeggiante sino alla costola che da Monte Rosa scende verso E: dapprima per facili blocchi, quindi su traccia ci si alza ripidamente sino all'ampia radura di Monte Rosa (1657m – 1h).


novembre 2018

Munt del Lisciander - 1714m

E’ adagiato sulla sospesa e panoramica propaggine che, precipitando decisa oltre il pianoro dell'alpe, separa la Val Stretta dalla Val Masnera. Diroccato già negli anni 50, sfruttava gli scoscesi pascoli del versante occidentale (driz sòtta i Punt e surä i Crestùun) e di quello orientale (Val del Sòlt, Val di Turnidù e Val Préda).

Igm lo nomina erroneamente Malga del Lisciander.

03 - Munt del Lisciànder dal Munt del Tògn per il Crestùun

Il sentiero è indicato con vecchi ma utili bolli rossi: senza questi segnavia, talora da ricercare, sarebbe alquanto complesso risolvere il dedalo di cenge e terrazzi attraverso cui la traccia rimonta il costone tra la Val Stretta e la Val Masnera. Non vi sono tratti impegnativi, ma le difficoltà di orientamento, nonostante i segnavia, non sono da sottovalutare. Grave l'errore della Cns ed Igm che indicano il sentiero risalire la sinistra idrografica della Val Stretta ed aggirare la quota 1344m: il sentiero in realtà risale il costone parallelo più a W, costone separante la Val Stretta dalla Val Masnera.

  • difficoltà: T4

  • dislivello: 1100m

  • tempo: 2,15h

Dal posteggio del campo sportivo di Villa di Chiavenna (680m ca) si segue la strada che in piano prosegue verso W, sino al rustico di Galinéra (Casa Gallinera su ctr) da cui si stacca un sentiero con indicazioni che superato il solco del Valàa raggiunge i rustici del Munt del Tògn (925m). Si segue verso W il Sentiero Panoramico per abbandonarlo poco avanti, subito dopo un canale pietroso, per seguire una traccia (bolli rossi) che sulla destra si inerpica per la costa boscosa. La traccia, non sempre evidente, conduce nella Val Stretta e con un traverso pianeggiante ne supera il solco (1020m ca); rimontandone la destra orografica raggiunge il costone che separa la Val Stretta dall'ampia Val Masnera (1140m ca, grosso masso appoggiato), da dove si prosegue ripidamente giungendo ad un sistema di cenge che verso destra (E) portano ad una larga scalinata (1230m ca) oltre cui, superate alcune facili roccette (I), ci si riporta sullo stretto filo del costone che si interrompe al piede di uno sperone: lo si aggira a sinistra in senso orario guadagnando la sella subito a N della sua sommità, da cui la traccia, a volte poco visibile, prosegue raggiungendo una seconda scalinata (1400m ca), quindi dopo altri gradini si giunge alla radura del Munt del Lisciànder de Zott (1524m).

Seguendo dei gradini ci si alza a monte dei terrazzamenti e si individua la labile traccia che riprende la salita e con numerosi risvolti su cengette tocca il filo della dorsale verso quota 1640m ca, da dove rimanendo ancora sul fianco della Val Masnera si alza per il bosco di abeti e guadagna la spianata del Munt del Lisciànder (1714m – 2,15h).

gennaio 2017

novembre 2018

Ramascio - 1864m (Ramasc)

Baita riattata ed utilizzata probabilmente dai cacciatori, è posta sulla cresta ssw del Monte Saragiolo, spartiacque tra la Val Masnera e la Valle dell’Acqua Fraggia.

05 - Ramascio da Monte Rosa

Interessante percorso che da Monte Rosa s’inerpica lungo la cresta che sale sino a Ramascio. Il punto più difficile è lo sperone soprastante la sella 1662m ctr: dei vecchi pioli in ferro ed una rinnovata catena ne rendono possibile il superamento altrimenti alquanto arduo. Nella parte superiore la traccia non è sempre evidente, ma alcuni bolli e roncolate aiutano a mantenersi nella giusta direzione. Se percorso in senso inverso l’individuazione del punto di discesa dello sperone non è semplice.

  • difficoltà: T5-

  • dislivello: 250m

  • tempo: 0.45h

Da Monte Rosa (1657m) si prosegue in piano verso N su traccia non sempre evidente raggiungendo la sella 1662m ctr, dove si trovano i resti di alcune mura; ci si porta sul filo dello spigolo roccioso a N della sella, dove alcuni pioli e catene consentono di superare il salto roccioso portandosi sulle cenge superiori che, con percorso obbligato, conducono sulla sommità boscosa della cresta. Mantenendo la labile traccia (non sempre evidente) ci si alza, poggiando frequentemente sul fianco meridionale (lato Val Masnera) sin verso quota 1840m ca dove con un traverso a destra (E) ci si porta ad un piccolo rudere da cui, con un ultimo strappo, ci si alza a Ramascio (1864m - 0.45h).


novembre 2018

06 - Ramascio dal Munt del Lisciander

Il sentiero, che taglia la ripida testata erbosa della Val Masnera, è sovente confuso con tracce di animali ugualmente percorribili; l’ultimo tratto attraversa il disastrato bosco distrutto dall’incendio del 2017

  • difficoltà: T4-

  • dislivello: 150m

  • tempo: 0.30h

Dal Munt del Lisciander (1714m igm) si prosegue in salita per l'aperta dorsale sino al piede delle fasce rocciose, da dove verso sinistra (W) supera l'impluvio della Val Masnera (1790m ca) ed in lieve salita si alza in traverso per il ripido pendio erboso; con percorso pianeggiante raggiunge una costola rocciosa (1820m ca) oltre cui, nel rado bosco di conifere, supera una scoscesa valletta e raggiunge il pianoro panoramico di Ramascio (1864m – 0.30h).

gennaio 2017

novembre 2018

Cassinaccia - 1669m (Cascinàscia)

Gruppo di baite abbandonate e cadenti, sulla dorsale SE del Monte Saragiolo. Ubicate oltre il limite boschivo godono di un buon panorama.

07 - Cassinaccia da Villa di Chiavenna per Foina

Il sentiero di salita è privo di difficoltà ma non sempre d'immediata individuazione in quanto, poco frequentato, sovente per brevi tratti scompare.

  • difficoltà: T3+

  • dislivello: 1000m

  • tempo: 2h

Da Villa di Chiavenna (647m) si sale per la segnata e frequentata mulattiera che, con numerose scalinate, rimanendo sulla destra idrografica dello Zernone conduce a Calestro (Calèster, 1182m igm), dove lasciato il Sentiero Panoramico si sale a monte delle cascine e seguendo i bolli rossi, su traccia visibile ma meno marcata, si raggiunge Foina (Fuìna, 1332m igm) e quindi l'ampia radura di Brégasciùun (1469m igm) da cui, a monte del pascolo, si rientra nel bosco e verso sinistra (W) ci si alza sino a Cassinaccia (1669m igm - 2h).


ottobre 2018

Alpe Gualdo - 1971m (Gualdalmènt)

Arroccate su di un affilato contrafforte (Piz Casgmil) del Pizzo dello Scudo, le baite di Gualdo si affacciano sull’alta Val Zernone e, sebbene in posizione dominante, sono malamente visibili dissimulandosi tra le rocce che le contornano. Furono utilizzate per il pascolo dei caprini ed oggi, sebbene abbandonate, sono ancora parzialmente in sesto; il ballatoio roccioso su cui sorgono offre, secondo una prospettiva comune agli alpeggi di questa fascia montuosa, un pregevole panorama sulle cime di Bregaglia e Bondasca. Il percorso più interessante per raggiungere Gualdo è quello che prende avvio da Cassinaccia e snodandosi tra le smisurate placconate della Val Mola s’inerpica sul ripido Cantùn Rédònt conducendo a cenge sospese su vertiginose balze: lo stupore di questo percorso accompagna sino all’ultimo passo.

Il toponimo deriva da guàalt, che significa bosco (dal longobardo wald)

08 - Alpe Gualdo da Cassinaccia

Da Cassinaccia una traccia ben tenuta raggiunge la Val Mola, quindi una ripida ed esposta salita consente di superare le precipiti pareti rocciose (i Piòt de Cantùn Rédònt) e di guadagnare i boschi sospesi superiori (Cantùn Rédònt) da cui, con qualche problema di orientamento per l’assenza di traccia ed il terreno ripido, ci si alza sino a scavalcare il filo del contrafforte oltre cui sorgono le baite. I Piòt de Cantùn Rédònt, che rappresentano il tratto più delicato ed esposto, sono state recentemente attrezzate dai cacciatori con abbondanti catene che ne rendono sicuro il superamento. Senza di queste le difficoltà aumenterebbero sensibilmente.

Nota: nei boschi di Cantùn Rédònt si trova un minuscolo ricovero di capre ancora in sesto (Splughét, 1820m ca), raggiungibile deviando verso E ed attraversando senza traccia il fitto bosco di resinose

  • difficoltà: T5-

  • dislivello: 1350m

  • tempo: 1.30h

Da Cassinaccia (1669m igm) si segue una buona mulattiera che verso N prosegue in quota sulla destra idrografica della Val Zernone. Poco prima che inizi a perder quota la si abbandona per seguire sulla sinistra un buon sentiero che rimanendo in quota prosegue in traverso e passando alcuni metri al di sotto di un rudere poco visibile (Cròt de la Minùzza), lasciata una deviazione che prosegue in discesa, supera un dosso roccioso (Cravadìsc) e raggiunge la Val Mola. Si supera l'impluvio a monte di una vasta e compatta piodata (1780m ca), quindi si rimonta l'erto pendio soprastante di balze erbose (muro a secco ben visibile e catene) sino ad un breve gradino roccioso (altre catene) oltre cui si piega a destra e per una spaccatura rocciosa si raggiungono i pendii sospesi superiori (Cantùn Rédònt). Da qui le tracce divengono effimere: si prosegue verso E sino ad un'aperta rampa erbosa che si rimonta (N) sino al piede di una parete con tetti rocciosi arcuati, dove piegando a destra ci si porta sul ciglio della cengia superiore (1890m ca, resti di muretto a secco); superate alcune facili roccette (I) ci si alza al terrazzo superiore sospeso (1950m ca), che si segue verso destra (E) sino ad individuare poco sopra i resti di una scalinata: la si raggiunge e, scavalcato il crinale in una spaccatura, si raggiunge Gualdo (1971m Ctr - 1.30h).


Ottobre 2018

Maggio 2022

10 - Alpe Gualdo da Sciucco

Da Sciucco al torrente Zernone la traccia, Séntée del Chent de la Sèrra, è ancora ben visibile, oltre diviene più effimera e talora coperta dalla bassa vegetazione, ma non vi sono difficoltà significative di orientamento.

  • difficoltà: T4

  • dislivello: 1350m

  • tempo: 0.30h

Dalla baita più alta di Sciucco (1918m igm) si prende una buona traccia che dopo una breve discesa prosegue in quota sul fianco della Valle Zernone, supera il torrente della Valle dell’Acqua (Val del'Acqua Bùna) e raggiunge il torrente Zernone (1900m ca). Lo si attraversa e alzandosi di pochi metri (resti di una scala) si riprende la traccia che in lieve ascesa prosegue verso W; si supera un ultimo piccolo torrente (1950m ca) quindi, su traccia in parte soffocata tra rododendri e cespugli, si raggiunge Gualdo (1971m ctr – 0.30h).


Ottobre 2018

Sciucco - 1918m (Sciùch)

Nutrito gruppo di rustici, taluni ancora in uso, in posizione panoramica sulla dorsale tra la la Val Zernone e la Val Pregui.

09 - Sciucco da Villa di Chiavenna per Ragone

La lunga salita avviene su buone mulattiere segnate.

  • difficoltà: T2

  • dislivello: 1300m

  • tempo: 3.30h

Da Villa di Chiavenna (647m) si sale per la segnata e frequentata mulattiera che, con numerose scalinate conduce al ponte sullo Zernone (Punt de Muntisgèl): superatolo ci si alza alle baite di Galleggione (Galegiuun), Ragone (Ragùun, 1291m igm), Preginal (Preginal Zur, 1627m igm). Da qui sempre per ampia mulattiera segnata, lasciata quella che sale a Malinone si attraversa li torrente della Val Pregui (1700m ca) e con un ultima ripida salita si raggiunge Sciucco (1918m igm – 3.30h).


ottobre 2018

album fotogarfico:

Monti di Villa: Munt del Lisciander - gen2017

Monti di Villa: Monte Rosa e Ramascio - nov2018

Monti di Villa: Alpe Gualdo - ott2018

Alpe Gualdo, Passo del Turbine, lago dell'Acqua Fraggia - mag2022

riferimenti:

  • Inventario dei Toponimi - Villa di Chiavenna (Giorgetta, Giacomini, Sciuchetti - 1977)

  • Piuronomastica (Martocchi - 2019)