Valle di Rovasco
Triangolo Lariano
Triangolo Lariano
Anche i frequentatori di lunga data dei monti lariani difficilmente sapranno individuare su una carta la Valle di Rovasco (nota anche come Valle del Pelc): è l'ampio vallone, ben riconoscibile per le dirupate pareti calcaree che ne domiano il fianco sinistro, che da Pognana Lario penetra sino ai pendii superiori del Monte Preaola e del Monte di Palanzo.
Sfruttata in passato per una magra pastorizia e sorpattutto per il legname, è oggi del tutto abbandonata e l'ingresso è difeso da una fascia boschiva particolarmente fitta, dove proliferano agrifogli e pungitopi che nei decenni hanno fagocitato la fitta rete di mulattiere che collegava le frazioni di Pognana con terrazzamenti e cascine.
Il Monte di Palanzo corrisponde forse all'antica Colma delle Guardie, così chiamata in quanto rientrava nella rete di torri d'avvistamento e segnalazione che nel medioevo costellavano il lago e permettevano di comunicare tempestivamente tra Chiavenna e Milano (tra le più note Baradello e Signame).
foto: la cascina di quota 820m
La Bocchetta di Lavignac, dolce sella erbosa adagiata tra il Monte Preaola ed il Monte di Palanzo, è il naturale svalico sudorientale della testata della Valle di Rovasco. Di elementare accesso dal versante orientale, la salita dal versante del lago alla bocchetta è più laboriosa in quanto i vecchi sentieri sono in buona parte abbandonati e da ricercare. Un dimenticato sentiero percorreva tutto il fianco destro idrografico della Valle di Rovasco e, toccando terrazzamenti e cascine, raggiungeva senza difficoltà la bocchetta; oggi i sentieri nella parte bassa sono invasi da una fitta e caotica vegetazione che rende difficoltoso l'orientamento e faticosa la progressione. Da quota 800m la vegetazione lascia finalmente spazio ai vasti boschi che, seppur ripidi e privi di traccia, si lasciano percorrere senza particolari difficoltà.
Da Quarzano (280m) si segue la bella mulattiera della Strada Regia verso N che conduce fuori dall'abitato; poco prima di superare il torrente della Val Nera la si abbandona e verso destra (S) ci si alza per una ripida mulattiera cementata che in breve svolta a sinistra verso un rustico riattato: si prosegue invece dritti e su mulattiera invasa dalla vegetazione si prosegue sempre verso SE sino al solco della Valle Cuna (450m ca); mantenendosi sul poco che rimane del vecchio sentiero si piega a sinistra (N) sino a quota 500m ca (muro a secco), quindi verso E si sale più diretti e nel bosco caotico si raggiunge una zona di terrazzamenti (600m ca) oltre cui la traccia torna evidente ed in piano raggiunge una cascina isoltata (640m ca). La traccia prosegue in quota verso S e supera i due solchi torrentizi della Valle Cuna portandosi su una dorsale boscosa con terrazzamenti dove compaiono dei segnavia gialli (provenienti probabilmente da Rovasco): si prosegue in salita per la traccia raggiungendo una successiva cascina di quota 820m ca posta sui ripidi boschi della valle di Rovasco.
Dalla cascina ci si alza nel facile bosco verso W senza una traccia definita, toccando un'ultima bella cascina (850m ca) posta presso un ripido canalone: si supera il canalone e sempre per bosco senza traccia definita si prosegue il traverso ascendente superando un secondo canale con pareti rocciose (900m ca), quindi se ne raggiunge un terzo più inforrato che si attraversa senza difficoltà verso quota 980m ca (traccia); proseguendo nel traverso si supera un quarto canalone (1000m ca) oltre cui non resta che rimontare la ripida dorsale boscosa verso la vetta del Monte di Careno sino ad intercettare una discreta traccia (1150m ca) che dirigendosi verso S traversa l'intera testata della Valle di Rovasco. Raggiunto il piede di una piccola radura la si risale senza traccia ed in breve si giunge alla Bocchetta di Lavignac (1330m Igm - 3h).
dicembre 2011
gennaio 2020
La dorsale W del Monte di Palanzo chiude la sinistra idrografica della Valle di Rovasco con dei vasti bastioni calcarei di rotte nervature e dirupati canali, caratteristica orografica che rende ben riconoscibile la Valle di Rovasco anche dalla sponda opposta del Lario. Il filo della dorsale è invece boscoso e regolare e si lascia risalire senza difficoltà, permettendo così di raggiungere il Monte di Palanzo lungo un percorso non difficile ma ripido e con difficoltà di orientamento essendo l'intero versante sprovvisto di segnavia ed indicazioni e poco frequentato.
Dalla chiesa parrocchiale di Pognana (352.3m Ctr) si prende una buona mulattiera che si alza verso N quindi, con risvolti, guadagna quota sulla dorsale sinistra idrografica della Valle di Rovasco; verso quota 650m ca il sentiero compie un traverso ascendente verso S passando sotto una parete rocciosa raggiungendone quindi la sommità dove si trova il cavalletto di una teleferica, da cui in breve si raggiunge un'ampia radura con baita riattata (Casìna del Fantin, 838.4 Ctr).
Una traccia visibile ma non mantenuta si stacca nella parte alta della radura e verso destra, con risvolti non sempre evidenti, aggira la quota 1028.3m Ctr sul fianco della Valle del Botto e passando al piede di alcune pareti rocciose maculate di licheni bluastri tocca un curioso baitino in pietra sospeso su di una balza, oltre cui, dopo aver passato un muro a secco sotto un'erta parete, raggiunge una piccola cascina isolata (1020m ca); da qui conviene abbandonare il fianco invaso dal caotico bosco e portarsi sul vicino filo della dorsale W del Monte di Palanzo, poco a monte della quota 1028.3m Ctr: non resta che seguirne il filo (bolli blu) che, sempre boscoso, offre talora brevi tratti su elementari roccette. La salita rimane ripida ma priva di difficoltà ed ignorando le numerose tracce di animali che corrono lungo i fianchi ci si mantiene sulla dorsale, talora priva di traccia, che in ultimo diviene meno definita e più ampia e dopo un breve tratto tra noccioli conduce sull'aperta e panoramica sommità erbosa del Monte di Palanzo (1386m - 2.30h).
febbraio 2020
E' l'accesso più semplice alla bocchetta dal versante del lago, ed è in massima parte comune con la salita al Monte di Palanzo per la cresta W da cui si distacca per seguire una traccia, dapprima alquanto effimera poi meglio definita, che percorre il margine superiore delle selvagge balze rocciose dell'alta Valle di Rovasco, qui di un calcare curiosamente sfumato di rosa.
Da Pognana si segue il percorso della dorsale W del Monte di Palanzo sino a quota 1200m ca, dove su traccia effimera si taglia a sinistra entrando nel fianco della Valle di Rovasco. Mantenendosi in quota si raggiunge la rocciosa cresta WNW del Monte di Palanzo scavalcata la quale la traccia diviene meglio definita e compaiono vecchi e radi segnavia rossi che sempre in quota proseguono tagliando la ripida testata della valle; raggiunto il bosco sottostante la bocchetta lo si risale senza più traccia ed in breve si raggiunge l'ampia depressione della Bocchetta di Lavignac (1330m Igm - 2.30h).
gennaio 2020
E' un lungo giro che porta a percorrere la boscosa dorsale NW del Monte di Careno che, anche se priva di traccia, si lascia percorrere senza difficoltà.
Da Quarzano (280m) si segue la bella mulattiera della Strada Regia verso N che conduce fuori dall'abitato e, superata la Val Nera, guadagna quota portando quindi, con un lungo traverso, ai Monti di Careno (650m, raggiungibili anche da Careno per la strada di servizio). A monte delle case si prende una buona mulattiera che in breve conduce sulla boscosa dorsale NW del Monte di Careno: si lascia la mulattiera (che prosegue entrando nella Valle della Cà di Mort) e si risale la ripida dorsale, senza traccia ma per facile bosco, passando da una zona con diversi massi erratici (1000m ca), oltre cui la dorsale diviene più sottile e ripida e conduce alla poco significativa sommità del Monte Pöl (1145.4m Ctr); si prosegue mantenendosi sempre sul filo della dorsale, qui particolarmente scoscesa sul fianco occidentale, e si raggiunge il Monte di Careno (1225.6m Ctr), da cui pressoché in piano si tocca la selletta (1200m Igm) tra il Monte di Careno ed il Monte Preola, dove giunge il sentiero della Valle della Cà di Mort; per vaghe tracce si taglia in quota il versante occidentale del Monte di Preaola percorrendo la testata della Valle di Rovasco sino a portarsi sotto la perpendicolare della bocchetta: si risale senza traccia ed in breve si giunge alla Bocchetta di Lavignac (1330m Igm - 3.30h).
febbraio 2020