Pizzo Ravò

Valsolda

foto: Pizzo Ravò; a destra la bifida torre del Sasso della Mano

Il Ravò è forse il monte più significativo della Valsolda: la posizione isolata e baricentrica ed il severo profilo di castello roccioso lo rendono meta di pregio tanto per il panorama quanto per il scenografico ambiente disegnato da slanciate torri di compatto calcare che si elevano da scoscesi e caotici versanti. Sebbene l'orizzonte sia serrato al fianco dalla catena di cime maggiori la vista che si apre dalla vetta è di grande respiro, soprattutto se ci si porta sulla torre più occidentale, il Sasso della Mano: qui le pareti precipiti aprono improvvise e vertiginose prospettive e l'occhio corre lontano catturato dall'azzurro luminoso del lago.


Note:

- il toponimo “Sasso della Mano” compare nelle mappe di OpenStreetMap è qui stato adottato

- il versante meridionale del Pizzo Ravò è particolarmente infestato da parassiti animali (zecche ed acari): consigliabile frequentarlo unicamente nella stagione invernale

Pizzo Ravò per la cresta E

Nella parte bassa si sfruttano i sentieri ben segnati, quindi senza tracce si rimonta una valletta boscosa ed infine si percorre la panoramica cresta dove, aggirando logicamente le difficoltà su terreno in parte esposto con brevi e facili passaggi su roccette, si raggiunge la solitaria vetta.


  • difficoltà: T4

  • dislivello: 700m

  • tempo: 1,30h

Da Dasio (580m) si seguono le indicazioni del Sentiero delle 4 Valli (n 3 barrato), portandosi così con comodo percorso a Ranco dove giunge la strada forestale di Drano. La si segue brevemente, per lasciarla presto e seguire sulla destra il sentiero segnato (n 23) che conduce alla Forcola. Si prosegue in lieve ascesa lungo la destra idrografica della Valle Canale: passati al di sotto di una parete aggettante di roccia chiara, subito prima di raggiunge due grossi roccioni (880m ca) si abbandona il sentiero e per rade tracce di animali ci si alza verso sinistra risalendo l'ampia valletta boscosa. Senza traccia e su terreno talora ripido ma privo di difficoltà ci si alza verso N sino a sbucare la sella 1234m tra il Monte Bronzone ed il Pizzo Ravò.

La sella è anche raggiungibile, più comodamente, per il sentiero che giunge da N: da Ranco si prosegue sulla stradina e, seguendo le indicazioni (n 24) si giunge all'Alpe Pessina da cui, senza segnavia, si traversa in quota seguendo una labile traccia che verso SW conduce alla sella.

Dalla sella 1234m ci si alza verso W per una ripida rampa erbosa passando tra due spuntoni rocciosi, quindi giunti al piede di una prima torre si piega a sinistra e la si aggira sul suo versante meridionale per terreno ripido; con un breve traverso su roccette (I – moderatamente esposto) ci si riporta verso la cresta e la si percorre sino alle facili rocce finali, che si risalgono senza difficoltà sino alla vetta del Pizzo Ravò (1288m – 1,30h)

settembre 2015

Sasso della Mano dalla sella 1234m

E' l'accesso più semplice: segue una traccia di animali che con brevi e continui saliscendi corre parallela alla cresta del Pizzo Ravò. Non vi sono difficoltà particolari ma occorre attenzione per alcuni traversi su erba ripida e per le roccette finali facili ma esposte sui risalti. La traccia non è evidente e richiede un poco di intuito.


  • difficoltà: T4

  • dislivello: 50m

  • tempo: 0,15h

Dalla sella 1234m ci si abbassa di pochi metri verso S e si individua una traccia di animali che in piano prosegue verso W: si passa alla destra di uno isolato roccione, ci si abbassa di pochi metri quindi si attraversa in ripida salita la testata di una rampa erbosa e, superato un piccolo gradino roccioso (I), si raggiunge la prima nervatura pochi metri sopra un singolare dito roccioso; si perdono alcuni metri e con un traverso su labile traccia si supera la testata di un ripido canale erboso portandosi sulla seconda nervatura, dove dopo una breve e ripida discesa si rimonta una rampa di rada boscaglia e, scavalcata la terza ed ultima nervatura, si raggiunge il colletto subito ad E del Sasso della Mano (1240m ca). Dal colletto si prosegue verso W poggiando sempre sul fianco meridionale portandosi sotto la cima: risalendo un brevissimo e ripido canalino chiuso tra le rocce si sbuca alla sommità del Sasso della Mano (1264m – 0.15h).

gennaio 2016

marzo 2021

Sasso della Mano per il canale Sud

Salita laboriosa che risolve tortuosamente il movimentato versante meridionale della montagna, caratterizzato da un profondo canale che dalla cresta scende ripido e rettilineo separando nettamente i pendii del Pizzo Ravò da quelli del Sasso della Mano. Il labirintico terreno, ripido e costellato di spuntoni, pareti e guglie intervallate da canaletti, macchie boscose e pratoni, si presta a diverse soluzioni: quella che segue è quindi da ritenersi come una delle possibili. L'ambiente scenografico e selvaggio danno fascino a questa salita, ma il tratto finale su di un ripido colatoio di fine detrito lo rende vivamente sconsigliabile a chi non ha esperienza di terreni infidi; in questo tratto sussiste anche il pericolo di caduta pietre. L'esposizione è presente in diversi tratti, e talora è sostenuta. Utile un cordino da 15m.


  • difficoltà: T5+

  • dislivello: 700m

  • tempo: 1,45h

Come per l'itinerario al Pizzo Ravò si lascia il sentiero segnato nei pressi dei due grossi roccioni (880m ca) e per rade tracce di animali ci si alza verso sinistra risalendo l'ampia valletta boscosa. Verso quota 950m ca si piega a sinistra e per delle cenge erbose si raggiunge il canale principale verso quota 980m ca. Lo si risale, poggiando dapprima brevemente sulla sinistra (destra orografica), quindi superata una strettoia sotto un roccione sporgente ci si alza di pochi metri individuando sulla destra una comoda cengia-rampa (1030m ca) che conduce senza difficoltà al di fuori del canale sulla sinistra orografica. Si traversa in piano per terreno boscoso verso E sino al termine di una fascia rocciosa dove si individua un breve diedro roccioso (1040m ca) che si sale senza particolari difficoltà portandosi sulla cengia-rampa boscosa superiore: la si rimonta, quindi piegando a sinistra ci si porta sulla sommità di un pilastro roccioso su cui trova posto il terrazzo di un vecchio filo a sbalzo (1070m ca) in posizione panoramica. (Il terrazzo dovrebbe anche essere raggiungibile direttamente dalla valle che sale alla sella 1234m traversando su cenge – non verificato)

Ci si alza sino al piede di una parete strapiombante, si piega a sinistra e si risale una rampa erbosa portandosi così verso il ciglio che precipita nel canale. Si prosegue la salita sempre lungo la rampa boscosa fin verso quota 1150m ca dove dal ciglio del canale prende avvio una traccia di animali che traversa in piano su di una stretta cengia per una ventina di metri entrando lungo la sinistra orografica del canale: la si segue (estremamente esposto) e superato un tratto franato (delicato) si raggiunge il ripido impluvio pietroso del canale; lo si risale dapprima su pietrame instabile, quindi dove diviene uno stretto colatoio di fine detrito franoso lo si rimonta non facilmente (terreno infido) sin dove ricompare l'erba che, con minori rischi, permette di guadagnare il colletto subito a E del Sasso della Mano (1240m ca). Dal colletto si prosegue verso W, e poggiando sul versante meridionale del Sasso della Mano si risale per cenge e facili roccette sino alla sommità (1264m – 1,45h)

gennaio 2016

album fotografico:

Sasso della Mano - mar2021

altri report:

https://picasaweb.google.com/110460079672379492177/6376484489160299649#6376484487264537074

Pizzo Ravò - Stefano Roverato