Valmaggia
foto: Alpe Cauradisc, Corte di Mezzo
Un alpeggio disperso sugli scoscesi pendii settentrionali del Pizzo Sascola, una serie di Corti disseminate sui rari e minuscoli pianori sorretti da severe balze rocciose: l'Alpe Cauradisc è uno dei tanti alpeggi della fame di queste zone, gravato oltre che dalla severa ostilità del terreno anche dall'infelice esposizione a settentrione e dalla carenza di corsi d'acqua sfruttabili.
Curiosamente su nessuna edizione della Cns viene riportato il sentiero che serviva questi alpeggi: solo la Siegfried indicava nella parte alta una traccia che tagliava il versante settentrionale del Pizzo Sascola raggiungendo Corte di Cima, ma gli alpi inferiori rimangono nel limbo cartografico, orfani di ogni accesso. Alpi-ticinesi.ch ha riscoperto uno dei due antichi percorsi che salivano dalla valle a questi alpi: è un itinerario difficile per la traccia assente, per il terreno complesso e per alcuni punti esposti e che richiedono attenzione.
E' una coinvolgente immersione in un ambiente selvaggio seguendo le tracce di un lontano passato: la raccolta baita di Corte di Mezzo porta incisa sull'architrave del minuscolo ingresso la data 1833.
Il punto chiave è un anonimo gradino roccioso: servito forse all'epoca da una scala, oggi sarebbe del tutto irrintracciabile se non fosse per una sbiadita incisione sulla roccia. Rimontata la placca con un breve passo di II° prende avvio una serie di cenge che conducono verso il primo alpe e da qui ai successivi, riscoprendo durante la salita gradini, tacche e scalinate gelosamente custodite dall'ombroso e fitto bosco.
Note:
- la solidità delle corde nel tratto precedente Corte di Fondo deve essere verificata. Senza il loro ausilio le difficoltà in questo tratto aumentano sensibilmente
- il sentiero riportato sulla Siegfried che taglia il versante settentrionale del Pizzo Sascola a quota 1830m ca è inghiottito da vasti campi di ontanelle
Dal ponte della cantonale si sale senza tracce nel bosco di Da l'òvi di Büzz (793m), sulla destra idrografica, e si rimonta il pendio boscoso rimanendo prossimi al ciglio sul torrente fin verso quota 1060m ca. Si piega a destra (NE) e si traversa lungamente in piano al piede delle bastionate rocciose. Si supera un piccolo torrente oltre cui, poco avanti, la traversata è bloccata da una parete rocciosa. Qui si individua la sbiadita incisione sulla roccia della data 1869: appoggiando a destra ci si alza sulla placca e, ignorato il primo piccolo terrazzino roccioso (difficile), ci si porta sulla piccola cengia poco sopra (II°). Con un passo esposto si traversa verso sinistra guadagnando una stretta cengia sul bordo di ripide bastionate: la si segue per alcuni metri sino ad un piccolo diedro che sale sulla destra, lo si risale e si raggiungono delle corde fisse. Si sale aiutandosi con le corde (attenzione) per alcune decine di metri su terreno molto ripido, in parte infrascato, superando alcune placche sino ad una cengia che piega a destra, quindi si rimonta un piccolo gradino roccioso e si guadagna il pendio superiore, occupato da un bosco misto di larici e faggi. Si prosegue in traversata in leggera ascesa e si raggiungono i ruderi di Corte di Fondo (1195m – 1h). Ci si porta sul rudere superiore, poggiato sul grosso masso, e si riprende a salire nel bosco sino a delle fasce rocciose da dove si traversa verso sinistra e, dopo una cengia rocciosa, si raggiunge una piccola scalinata incassata tra due stretti massi (1280m ca): superatala si piega a destra raggiungendo il pianoro di quota 1360m. Dal pianoro si traversa verso destra (SW) superando una pietraia mista ad erba: poco prima di giungere sull'impressionate salto di Costina ci si alza su ripido terreno ed a 1450m ca si raggiunge l'inizio di una grossa scalinata, non del tutto in buono stato ma facilmente percorribile, che conduce ad una spalla panoramica dove si piega a sinistra e si traversa in ascesa incontrando altri brevi tratti gradinati (roncolate). Si giunge così a Corte di Mezzo (1602m – 2,30h).
Si rimonta il ripido bosco alle spalle dell'alpeggio, tenendosi sulla destra, passando da un piccolo muro a secco e proseguendo sempre sulla massima pendenza sino ad un gradino roccioso che si aggira a destra dove, per una breve scalinata, ci si porta sul pianoro di Corte di Cima (1720m ca). Si prosegue in ripida salita su terreno non sempre facile, e dove risulta più agevole ci si sposta a destra entrando in un ripido, stretto ed umido canale erboso: sfruttando le tracce degli animali lo si rimonta, con un tratto molto ripido nel finale, sbucando finalmente sugli aperti fianchi erbosi poco distanti dalla cima. Ci si porta sul filo della cresta N e per facili roccette si guadagna la vetta N del Pizzo Sascola (2045m) da dove in breve ci si porta alla piccola e tozza torre della cima principale che si raggiunge con facile arrampicata (2057m – 4h).
Si scende verso E dapprima seguendo il costone quindi tagliando gli aperti pendii erbosi sino al sentiero bollato che giunge da Corte Grande: lo si segue sino a Rotonda per abbassarsi quindi, sempre con segnavia, per il bel sentiero che con numerosi risvolti si abbassa ripido sino a Tacitt da dove, scavalcato il Rovana su di un bel ponte, per bella mulattiera ci si alza sino a Linescio (2,30h dalla cima)
ottobre 2014
riferimenti: