Valle di Foiòi
Val Bavona
La Val Bavona, ovvero gli alpeggi della fame. Remota laterale della Val Maggia, è stretta tra due sponde di ripide e lisce pareti granitiche interrotte brevemente da erti boschi di faggi e larici. Gli ampi fornali superiori, preziosi pascoli dei secoli passati, furono guadagnati con stupende opere di ingegneria alpina: la Val Bavona è la valle delle scale, delle cenge aeree, dei muri di contenimento, delle lisce piodate gradinate a colpi di scalpello. Tra queste la Valle di Foiòi, che definire valle è improprio: è una forra, una secca spaccatura i cui lembi, pareti granitiche di paurosa verticalità, si divaricano quel poco che basta a far scorrere il selvaggio Ri di Foiòi, rio che rimane perennemente invisibile tanto è sprofondato nell'abisso roccioso.
Artefice delle opere alpestri di Foiòi, degne di ammirazione per la perizia con cui furono realizzate, fu tal Giuseppe Zan Zanini: un'incisione sulla scalinata d'ingresso riporta il suo nome e la data, 1833. Il Zanini caricò per oltre trentanni l'Alpe di Foiòi con le sue poche vacche: le cronache narrano che in quei decenni ne perse tra le trenta e le quaranta lungo il sentiero di salita, ed ancor più tragicamente vi morì anche una delle sue numerose figlie.
foto: Consceda
Corte Foiòi di Fondo
Qui si descrive il percorso fino alla Corte di quota 1718m: è il tratto più suggestivo e ricco di testimonianze, ma richiede passo fermo ed attenzione per i tratti dove le opere del sentiero sono scomparse lasciando a nudo punti difficili ed esposti. Il percorso è segnato dal muro a secco di quota 1040m sino alla Corte di Fondo con vecchi segnavia rossi o blu: questi aiutano a mantenere la giusta direzione che, pur obbligata, è facile smarrire nelle faggete. Sino a Terasc non vi sono problemi rilevanti, poi la traccia diviene più difficile ed esposta pur rimanendo sempre camminabile, in quanto sovente si mantiene sul margine superiore delle pareti che cadono verticalmente sul Ri di Foiòi. Oltre al terreno compatto coperto da fogliame che si presenta a tratti infido, i punti che richiedono maggiore attenzione sono gli attraversamenti sulle piodate dei solchi che precipitano nel Ri di Foiòi, in particolare quello di quota 1500m.
- difficoltà: T5
- dislivello: 950m
- tempo: 2.30h + 2h
- quota max: 1718m
Da Faèd (755m), subito dopo il ponte pedonale, si segue il sentiero pianeggiante che conduce a Sonlert. Si supera il Ri di Foiòi e poco dopo, prima di raggiungere Serta, si lascia il sentiero per seguire una traccia a destra e ci si dirige verso l'angusto ingresso della Val di Foiòi. Costeggiando la destra idrografica del Ri di Foiòi si trovano dei gradini sull'argine di pietrame, quindi all'ingresso della valle di Foiòi la traccia diviene più evidente anche se brevemente disturbata da sterpi. Per belle scalinate ci si addentra nel vallone sin a quota 950m circa, dove sulla sinistra (N) si alza una mirabile scalinata che consente di uscire dalla forra e guadagnare la cengia boscosa di quota 1000m. Si percorre la cengia verso N in direzione del Ri del Prel, uscendo così dalla Valle di Foiòi e riportandosi sul versante Bavonese. A quota 1040m circa si individua sulla destra, verso le piodate rocciose, un grosso muro a secco (Barbacane): abbandonata la traccia che prosegue verso N lo si raggiunge e grazie ad una breve e stretta cengia nella parete rocciosa (fune) ci si porta sulla cengia boscosa superiore. La si percorre in direzione S (parallelamente al sentiero inferiore di arrivo). Si supera un breve gradino roccioso quindi ci si riporta sul bordo della Valle di Foiòi. La traccia piega a NE e riprende a salire portandosi all'interno della Valle di Foiòi. Verso i 1250m si supera una breve placca rocciosa quindi, in breve, si arriva a Terasc (1276m – 1,15h).
Mantenendo sempre la direzione NE si raggiunge in breve un piccolo solco torrentizio: grazie ad un muretto a secco (Consceda - tacca per trave e gancio) lo si supera e si prosegue in ascesa diagonale incontrando anche una erta scalinata alla base di una liscia parete (Scalinata del Passo Lungo), quindi a 1400m si traversa in lieve discesa un'enorme placconata chiara grazie ad un'ampia cengia pianeggiante. Si rientra nel bosco e si raggiunge una pietraia che occorre risalire (pochi resti del sentiero) per poi riprendere la direzione verso destra. A 1500m si traversa uno scivolo roccioso su di una placca umida e molto esposta sfruttando con attenzione le tacche scavate. La cengia boscosa diviene sempre più esposta e la traccia rimane sul bordo dei precipizi. Superato un ultimo solco (Riale delle Piode di San Marco) tramite una cengia scavata, ci si porta al di sotto di una dorsale boscosa: la si risale dapprima per tracce evanescenti quindi per gradini fino a raggiungere la Corte Foiòi di Fondo (1718m – 2,30h).
La discesa avviene per il medesimo itinerario (2h).
novembre 2012