Valle di Foiòi

Val Bavona


La Val Bavona, ovvero gli alpeggi della fame. Remota laterale della Val Maggia, è stretta tra due sponde di ripide e lisce pareti granitiche interrotte brevemente da erti boschi di faggi e larici. Gli ampi fornali superiori, preziosi pascoli dei secoli passati, furono guadagnati con stupende opere di ingegneria alpina: la Val Bavona è la valle delle scale, delle cenge aeree, dei muri di contenimento, delle lisce piodate gradinate a colpi di scalpello. Tra queste la Valle di Foiòi, che definire valle è improprio: è una forra, una secca spaccatura i cui lembi, pareti granitiche di paurosa verticalità, si divaricano quel poco che basta a far scorrere il selvaggio Ri di Foiòi, rio che rimane perennemente invisibile tanto è sprofondato nell'abisso roccioso.

Artefice delle opere alpestri di Foiòi, degne di ammirazione per la perizia con cui furono realizzate, fu tal Giuseppe Zan Zanini: un'incisione sulla scalinata d'ingresso riporta il suo nome e la data, 1833. Il Zanini caricò per oltre trentanni l'Alpe di Foiòi con le sue poche vacche: le cronache narrano che in quei decenni ne perse tra le trenta e le quaranta lungo il sentiero di salita, ed ancor più tragicamente vi morì anche una delle sue numerose figlie.