Pioda di Crana 

Val Vigezzo

Pioda di Crana, la seghettata cresta N

   Pur non essendo la vetta più alta della zona, ne è sicuramente la più caratteristica. La forma slanciata e l’inconfondibile piodata del versante orientale la rendono unica ed elegante, ed il vasto panorama che si gode dalla vetta ne fanno una meta pregevole.

Pioda di Crana per la via normale

La salita, monotona nel tratto centrale dove la traccia s'inerpica ripida lungo il filo della dorsale erbosa, offre nella parte finale un bel percorso aereo sull'esposto labbro superiore della piodata, reso comunque più sicuro da alcune funi.

Accesso stradale

   Da Crana, per strade strette e ripide, si raggiunge Toceno quindi la strada che conduce ad Arvogno (ristorante rifugio). Se non vi sono divieti in atto è possibile abbassarsi in auto sino al ponte sul Melezzo (1200 m circa).

   Dal ponte sul Melezzo (1200m ca) per mulattiera si raggiunge l'Alpe Verzasco (1333m). Dalle prime case un sentiero sale ripido verso il bosco: lo si segue e si raggiunge dopo poco l'Alpe Borca (1475m). Sempre salendo ripido, il sentiero rientra nel bosco e rimonta tutto il costone sino ad uscire su terreno aperto. Il percorso ora è ben visibile e logico: mantenendosi sempre in prossimità della cresta, il sentiero punta ripido verso la quota 2293m, poco prima della quale un traverso verso sinistra (W) conduce sulla cresta S della Pioda di Crana: per esposte ma facili cenge erbose o sfruttando le funi lungo il labbro della piodata si raggiunge la vetta (2430 m – 3.30h).

maggio 2005

giugno 2019

Pioda di Crana per la cresta N

E' una via alpinistica breve ma molto remunerativa che si svolge in un ambiente alpino alquanto scenografico e suggestivo. La cresta, dal caratteristico profilo dentellato, se percorsa integralmente oppone un importante ostacolo iniziale, dopodiché le difficoltà diminuiscono e l'ascesa diviene più tranquilla. L'avvicinamento avviene risalendo la splendida vallata del Rio Verzasco lungo una monumentale mulattiera che dai lariceti conduce agli ampi pascoli d'alta quota.

Le difficoltà sono concentrate nel primo risalto, dove un erto diedro conduce ad un breve ma impegnativo gradino verticale dalla forte esposizione. L'arrampicata diviene poi più tranquilla sino alla sommità del secondo risalto, da dove si procede in massima parte camminando talora rimanendo sul filo, talora sfruttando i blocchi rotti della parete NW (brevi passaggi di II). La parte finale torna ad impennarsi (terzo risalto) ma la roccia rimane ricca di appigli sebbene richieda maggiore prudenza per la sua scarsa affidabilità.

Materiale: corda da 60m, alcuni friends medio piccoli, cordini e fettucce. La cresta è interamente da attrezzare.

nota: la sommità del primo risalto dovrebbe anche essere raggiungibile aggirandolo a destra (W) per un ripido canaletto (non verificato) oppure risalendo da est (senza raggiungere la Bocchetta di Pioda) un canalone di erba e pietrame (non verificato)

Accesso stradale

   Da Crana, per strade strette e ripide, si raggiunge Toceno quindi la strada che conduce ad Arvogno (ristorante rifugio). Se non vi sono divieti in atto è possibile abbassarsi in auto sino al ponte sul Melezzo (1200 m circa).

  Dal ponte sul Melezzo (1200m ca) per mulattiera si raggiunge l'Alpe Verzasco (1333m), quindi l'Alpe Villasco (1642m) e le grandi stalle dell'Alpe i Motti (1815m). Si prosegue in salita sino alla cappella di San Pantaleone (2024m) da dove, lasciato il sentiero, ci si dirige par aperta prateria verso W e superata una pietraia si giunge alla Bocchetta della Pioda (2207m - 2.45h), posta tra il Pizzo del Corno e la Pioda di Crana.

  Si percorre il facile filo della cresta sino al piede del primo risalto caratterizzato da un becco roccioso aggettante dove hanno inizio i tiri di corda: 

L1 (IV+, 35m): sfruttando una lunga fessura si scala il diedro sino alle rocce chiare del becco, quindi dopo un breve spostamento a destra ed un secondo diedro si giunge ad un terrazzino, si supera un risalto giungendo su un ripiano sotto un muretto verticale (friend incastrato) che si supera (IV) guadagnandone la comoda sommità (sosta con cordino)

L2 (II-, 50m): si percorre il labbro orizzontale di una piodata, quindi superato un facile gradino si giunge al piede del secondo risalto

L3 (III-, 50m): si scala il filo dello spigolo, rimanendo sulle rocce ben gradinate a fianco di un canaletto erboso, e con divertente arrampicata (attenzione ad alcuni blocchi mobili) si giunge sulla sommità del secondo risalto (sosta con cordino)

Da qui le difficoltà (II e III) divengono discontinue, è consigliabile procedere in conserva (o eventualmente slegati).

  Ci si sposta sul fianco destro (W) e per blocchi rotti, superato un tratto ripido, si riguadagna il filo della cresta poco sopra; se ne percorre il filo camminabile passando sul ciglio di un'impressionante baratro quindi si riprende la salita, e zigzagando tra facile cengette ci si porta alla base del terzo risalto: risalendolo direttamente o spostandosi a destra su di un breve spigolo di rocce accatastate (attenzione) si esce sulla cresta W da cui, in breve, alla vetta (2430m - 5.30h).

giugno 2019

album fotografico:

Pioda di Crana: cresta N - giu2019

riferimenti: