Alp de Nomnom
Val Calanca
Val Calanca
foto: Alp de Nomnom, dal costone di Cassiné
Percorso selvaggio e impegnativo sugli aspri terreni della Val de Nomnom.
Si sale per l’impressionante costone boscoso che precipita sulla Val de Nomnom con una lunghissima parete rocciosa verticale, senza soluzione di continuità sino al Pass de Buffalora, passando da quanto rimane del minuscolo ricovero di Cassiné, le cui minute dimensioni contrastano con l’ampiezza dei pendii e delle pareti che lo circondano. Dal Pass de Buffalora ci si cala quindi nella selvatica Val de Nomnom, transitando dall’omonima Alpe da tempo abbandonata ed il cui accesso dalla Calanca è stato inghiottito nelle distese di ontanelle, che faticosamente si devono risolvere per raggiungere la parte bassa del sentiero che, frequentato sino a poco tempo fa, è oggi anch’esso abbandonato avendo subito gravi danni dalle valanghe (presumibilmente dell’inverno 2013).
L’immersione nella natura è completa, e la ricerca del vecchio percorso (indispensabile per risolvere i numerosi punti obbligati) è impegnativa e faticosa per la vegetazione che in più punti ha cancellato ogni traccia. Vi sono alcuni punti delicati ma le difficoltà, ad eccezione di quelle d’orientamento, non sono mai eccessive. Occorre comunque propensione per questo tipo di terreni e passo fermo per alcuni punti esposti.
Il percorso ha difficoltà continue di tipo T5, che diventano T5+ nel tratto finale sulle lame rocciose, comunque facilmente evitabili deviando verso la capanna Buffalora.
Si percorre la breve galleria verso Rossa, al termine della quale si prende una traccia che in discesa conduce al ponte sul Calancasca (1010m). Dai prati sul margine della sinistra idrografica ci si porta verso il ripido costone del Bosch de Mondalata, subito a S di un vallone chiuso a settentrione da un'alta e ripida parete rocciosa (Pàlancada). Senza alcuna chiara traccia ci si alza nel rado bosco, toccando verso quota 1120m un rudere da cui si prosegue in salita fin verso 1200m, dove si costeggia verso destra la base di una breve parete rocciosa e si attraversa il solco del torrente che scende dalla quota 1584m, passando subito a monte di un'angusta forra. Ci si porta così sul costone del Bosch Gaiüdé, e mantenendo una labile traccia si riprende la salita. Si raggiungono delle fasce rocciose verso quota 1250m ca: la traccia originale dopo un breve spostamento sulla destra le risaliva direttamente, ma il terreno è franato ed esposto. Conviene spostarsi a sinistra nel canale appena attraversato e risalirlo facilmente per ca 50m, quindi ci si appoggia nuovamente a destra (sinistra idrografica) e passando a monte di una frana si riguadagna il costone della traccia originale. Si raggiunge il bordo che precipita per diverse centinaia di metri sulla Val de Nomnom in corrispondenza di un punto panoramico (1550m), da dove si piega a sinistra costeggiando la base di una piccola fascia rocciosa che si risolve grazie ad un facile passaggio su roccette. Dal pendio superiore si torna a piegare verso destra (S), portandosi quindi a monte della quota 1584m, e raggiunto nuovamente il ciglio sulla Val de Nomnom se ne percorre il bordo sino al piccolo rudere di Cassiné (1733m).
Si prosegue lungo la dorsale boscosa, dapprima facile, poi con alcuni gradini rocciosi che si aggirano logicamente sul versante settentrionale. Ci si mantiene sempre prossimi al filo, e risolvendo alcune facili roccette (qualche passo di II°) dopo un breve aggiramento sul versante della Val de Nomnom si guadagna l'aperta dorsale in corrispondenza della quota 2114m. Se ne segue il filo pianeggiante, che diviene progressivamente più stretto e roccioso: scalando alcune lame rocciose (II°+) ci si porta ad un intaglio (2200m ca) da dove finalmente diviene accessibile la Val de Nomnom: non resta che spostarsi a destra e, percorrendo il fianco erboso della testata della Val de Nomnom (Semid de Cassiné), si raggiunge il Sentiero Alpino e in breve il Pass de Buffalora (2261m – 3,30h).Dal Pass de Buffalora ci si abbassa, senza traccia, per il ripido canale che scende verso W. Mantenendosi sulla destra orografica si lambisce la base delle pareti e ci si abbassa sin verso quota 1900m ca, dove si esce dal canale sulla sinistra e risolto un breve campo di ontanelle si raggiunge l'ampia spianata dell'Alp de Nomnom (1852m). Dall'Alpe ci si abbassa aggirando in senso antiorario la balza che la sorregge: ci si sposta quindi verso il canale infilandosi nella macchia di ontanelle, quindi a quota 1800m ca si ripiega nettamente verso sinistra (SW) e si inizia a traversare in lieve discesa, Occorre raggiungere il piccolo terrazzo erboso di quota 1730m ca (piccolo rudere), da cui si scende per il ripido canaletto sul fianco occidentale per circa 40m per poi piegare a sinistra e riprendere la traversata discendente. Sempre per macchie di ontanelle e tratti di lariceto ci si abbassa paralleli al torrente portandosi verso quota 1500m sul margine di una ampio canale valanghivo: senza attraversarlo ci si abbassa per la ripida costola boscosa sin verso quota 1450m ca, dove lo si attraversa e verso SW si va ad intercettare il sentiero di Nomnom (molto sporco, segnavia rossi) in corrispondenza del tornante 1420m ca riportato sulla Cns.
Volendo raggiungere le baite di Nomnom occorre seguire la vaga e sporca traccia che pressoché in piano prosegue sino alla radura di Nomnom (1462m)
Dal tornante (non individuabile sul terreno) ci si abbassa leggermente in diagonale verso W, ed individuata la vecchia traccia (tratti evidenti e tratti scomparsi) la si mantiene. Si transita da un'ampia zona franata, quindi giunti alla quota 1302m la traccia scende più decisa e grazie ad un sistema di cenge risolve l'ultima serie di balze giungendo allo sbocco del torrente della Val de Nomnom. Lo si attraversa e ci si porta senza più difficoltà al ponte di Saltor (991m) e quindi a Santa Domenica (3h).
maggio 2015